Five-Minutes Girlfriend
Chi è questa? Chi è questa ragazza che mi sta trascinando
via con la ridarella?
Non
può essere Hermione. La vera Hermione, prima di tutto, mi avrebbe mandato a quel
paese se le avessi chiesto di fingersi la mia ragazza. Primo. Secondo, non
avrebbe sputato addosso la Burrobirra a nessuno, neanche se costui fosse stato
un presunto alieno verde. Terzo. Dubito che Hermione abbia mai detto nella sua
vita una parola come “scappiamo” se non in pericolo di
morte.
O
forse no?
In
fondo, non sono sicuro che la cosa mi dispiaccia.
Mi
faccio trascinare da lei per la strada, continuando a correre anche quando ormai
siamo lontani dai Tre Manici di Scopa. Alla fine del viale, le case si diradano,
lasciando il posto ad un piccolo fazzoletto di prato. Di slancio, ci buttiamo a
sedere sull’erba, e Hermione si lascia cadere col fiatone all’indietro,
sdraiandosi. Io mi metto con le gambe incrociate, cercando di riprendere il
respiro.
«E’
stata una cosa abbastanza assurda» sento dire Hermione ad un certo punto. Mi
giro verso di lei, che sorride, continuando a respirare
pesantemente.
«Sì,
abbastanza» concordo. «Dio, quando mi ha detto che si chiamava
Leopold credevo di morire» dico, scuotendo la testa. La sento ridere dietro
di me, e d’istinto mi sdraio accanto a lei per poterle parlare
meglio.
«Questa
è sicuramente una delle cose più idiote che io abbia mai fatto. In senso
buono...» specifica, sorridendomi. Io strabuzzo gli occhi. «Questa? Oh, non hai
mai sentito parlare di cose idiote, allora!» sentenzio, e Hermione sbuffa con
fare scocciato.
«Bè,
tu di certo ne hai fatte tante più di me, oh Grande
Cretino...».
«Ovviamente.
E preferirei Grande Maestro, grazie».
«Sentiamo,
voglio che tu mi elenchi tutte le cose idiote che hai fatto, allora, a costo di
stare qui fino a domani».
«Possiamo
stare solo fino alle quattro e mezza».
«Okay,
fino alle quattro e mezza».
«Contenta
tu...» prendo un respiro profondo, cominciando ad elencare tutto quello che mi
viene in mente. Cioè, non proprio tutto. Certe cose sono davvero troppo idiote
per essere raccontate. Troppo, troppo idiote.
Sono nel pieno di un racconto, quando sento dei passi
dietro di noi; capovolgo gli occhi verso l’alto, ancora disteso. Un paio di
ballerine rosa confetto si stanno pericolosamente avvicinando a noi.
Istintivamente scatto a sedere, seguito da Hermione, che ha un’aria decisamente
perplessa. Poi la vede, ancora, e spalanca la bocca.
«L...
avanda...» sussurra.
Ci
guardiamo.
Oddio.
Oddio, lo so, che sto per mettermi a ridere.
Tutto
è impossibile.
«Siete
qui!» strilla Lavanda adirata, puntandoci il dito contro. Più indietro scorgo
Leopold trotterellare verso di lei.
Io e
Hermione non fiatiamo. Ho paura che se aprirò la bocca l’unica cosa che ne
uscirà sarà una risata isterica.
«Siete
scappati?».
Silenzio.
«Noi?
Cosa? Perchè dovremmo essere scappati?» dice Hemrione, con tono offeso e
incredulo. Abbasso la testa in modo da fissarmi il petto, per non far vedere il
sorriso che mi si sta formando in viso.
«Bè,
ero in bagno, torno e non ci siete più, poi vi trovo qui! Cosa devo pensare?!»
protesta Lavanda, lei offesa sul serio. Mi costringo ad alzare il viso e
sopprimere quell’accenno di riso.
«Ma
no...» balbetta Hermione, e posso quasi vedere gli ingranaggi del suo cervello
muoversi per cercare di formulare una balla plausibile. Ma Lavanda si gira verso
di me con fare accusatore. Oh, merda.
«Oh—oh,
uhm, noi... è venuto... Harry a chiamarci... e abbiamo dovuto
seguirlo!».
Tutti
e tre mi fissano vacui, aspettando che vada avanti.
«Sì,
diceva che doveva farci vedere questa... questa...» l’occhio mi cade su Leopold,
«questo ritrovo alieno!».
Qualcuno
mi fermi.
«Solo che... poi...
lui...»
«E’
stato rapito dagli alieni?» prova Leopold, incoraggiante.
«Sì! –
cioè, no, no, ovvio che no!» mi correggo notando l’espressione di Lavanda
e sentendo lo sguardo terrorizzato di Hermione su di me.
«Solo
che poi lui stava correndo, quindi l’abbiamo... perso... non siamo più riusciti
a raggiungerlo, quindi... ci siamo fermati qui a fare mente locale.» Ma mente
locale di cosa? Grazie a Dio nessuno sembra porsi la domanda; c’è di
nuovo quel silenzio di tomba che sembra una costante di questo assurdo
pomeriggio.
«E
perchè poi non siete tornati?!»
Ancora?!
«Noi...
ci siamo fermati qui... perchè... siamo stati colti da un... uhm...» attacco di
demenza è la risposta esatta. «... da un attacco di... ehm, passione...» scocco
un occhiata a Hemrione, chiedendole tacitamente scusa. Ma lei stranamente evita
fermamente di guardarmi, rossa in volto.
Invece
Lavanda mi sta ancora studiando attentamente.
«Tu
sai che io non credo neanche una parola a quello che hai detto, vero?» sentenzia
alla fine, con sufficienza.
Sì, lo
so, ma non so fare di meglio.
«Ma...».
«Non
credo affatto che voi stiate assieme, effettivamente. Non
più».
«Ma
che cosa...».
«Dalle
un bacio, allora! Baciatevi!».
La
guardo vacua. Io cosa? Io cosa fare cosa cosa? Ma quanti anni ha,
dai? Però... non posso fare questa figura. Davanti a Leopold poi, dai.
Dopo che ho raccontato tutte queste balle, e poi un bacio che sarà mai. Sempre
meglio di scoprire che tutta la scuola sa che ti sei inventato tutta questa
situazione, che da idiota potrebbe diventare patet...
Oh, al
diavolo. La devo baciare perchè la voglio baciare.
Guardo
Hermione, che non ha ancora alzato lo sguardo ed è ancora completamente rossa.
Ad un certo punto però si gira a guardarmi, gli occhi allargati in un
espressione sorpresa, come se mi avesse letto nel pensiero. E prima che possa
anche solo ripensarci qualche attimo, mi sporgo verso di lei e le mie labbra
sono sulle sue.
È solo
un piccolo bacio, dura un attimo, ma è assolutamente fantastico. È quello che ho
sempre voluto, non importa se è solo un casto posarsi di labbra su labbra, è
quello che mi scatena dentro... è assolutamente
fantastico.
Mi
scosto lentamente, e altrettanto piano riapro gli occhi. Hermione li ha ancora
chiusi, ma quando li riapre ha un’espressione indecifrabile dipinta sul
volto.
Mi
giro verso Lavanda; so di per certo che ho il viso arrossato e il cuore mi sta
battendo a mille, ma le rivolgo comunque uno sguardo di
sfida.
Ce
l’ho fatta. L’ho fatto davvero.
Lei
sta per ribattere qualcosa di pungente, ma poi scuote la testa con aria
rassegnata.
«Non
credo comunque che voi stiate assieme. Ma capisco quando c’è qualcosa sotto,
quindi diciamo che vi lascerò stare per un po’, perchè so comunque quando devo
farmi da parte... il mio pizzico di soddisfazione e di vendetta ce l’ho,
adesso». Dice, correndo con lo sguardo dal suo ragazzo a... Hermione, e
sorridendo impercettibilmente. Poi fa ciaociao con la mano e se ne va.
«Ma...
ma che cosa... cosa intendeva... non ne ho proprio idea.» dico, in totale
imbarazzo. Cerco di formulare un’altra frase per negare quello che ha detto
Lavanda (qualunque cosa lei intendesse con quelle parole... “Capisco quando c’è
qualcosa sotto”, ma dai!) nella confusione che ho in testa. Deglutisco
piano.
«Insomma,
lei crede che noi... ma andiamo...».
«Ron».
«Perchè,
poi? Proprio non ci arrivo, davvero...».
«Ron...».
«...
perchè, insomma, ma figurati! Noi!».
«Ron!».
E in
un attimo, sento le sue mani afferrarmi per la maglietta, avvicinarmi al suo
viso e baciarmi di nuovo.
Ci
stacchiamo dopo qualche istante, le sue mani ancora strette alla mia T-shirt.
Lentamente mi lascia andare e si ristende sull’erba come prima che arrivasse
Lavanda.
Non ho
idea di cosa dovrei fare. Mi sento totalmente in
subbuglio.
Mi
sdraio meccanicamente anche io accanto a lei; inaspettatamente la mia amno si
posa sulla sua mentre mi stendo, ma per qualche motivo non mi viene spontaneo
toglierla. La lascio lì dov’è.
«Mi è
piaciuto essere la tua Ragazza Per Cinque Minuti» dice lei improvvisamente.
«Sì?» rispondo in un soffio.
«Sì...
è stato divertente».
«Mh-mh».
«Se
avessi bisogno di nuovo di una Ragazza per Cinque Minuti, chiamami» conclude
sorridendo.
«Sì ne
ho bisogno» dico improvvisamente prima che potessi fermarmi. Lei si gira verso
di me, perplessa.
Esito
un attimo. «Ne ho bisogno... ma non di una qualunque. E non... per soli cinque
minuti.» credo di star andando a fuoco.
Lei
allarga ancora gli occhi, esattamente come prima. E esattamente come prima, mi
avvicino e per la terza volta ci baciamo. Questa volta diventa un bacio serio,
non solo un semplice contatto di labbra. Quando ci stacchiamo, abbiamo entrambi
i volti accaldati, il respiro leggermente ansante.
«A-allora?»
comincio. «Vuoi... vuoi essere la mia... Ragazza Non Solo Per Cinque Minuti?».
Nel lasso di tempo in cui lei non dice nulla, facendomi scorrere gli occhi sul
viso come se mi vedesse per la prima volta, il cuore mi batte così forte che
sento come se potesse uscirmi dal petto. Poi parla.
«Sì... penso che si potrebbe fare». E ci baciamo di nuovo.
Fine
Ecco qui il nuovo ed ultimo capitolo! Ci ho messo un po’ di più a
scriverlo rispetto ai miei standard, ma la scuola è per sfortuna ricoinciata, e
con quello i compiti, senza contare che per me, avendo appena cominciato il
liceo classico, si aggiungono nuove materie... bè, ad ogni modo, ecco qui quello
nuovo ^__^ Ringrazio tutti quelli che mi hanno commentata – davvero! Grazie,
ventitrè recensioni solo per un capitolo! *_*
Bacioni!
^_-
Lollo