Capitolo 2
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inaspettate
Per tutta la nottata, Harry non chiuse gli occhi. La lettera aveva completamente
scombussolato i suoi pensieri. Guardò l’orologio e si
ricordò che era il giorno del suo compleanno. Ricordo le parole di
Silente: - Sei in pericolo di vita.
Ma
quel giorno doveva pur arrivare prima o poi. Silente
lo aveva gia avvertito una volta. Gli aveva gia
raccontato che appena avesse raggiunto i diciassette
anni, cioè appena fosse diventato maggiorenne, l’incantesimo che
lo aveva protetto fino ad allora era svanito.
“Adesso
o la va, o la spacca” pensò.
Il
suo pensiero e la sua speranza, era nei suoi amici,
Ron ed Hermione. Coloro che lo avevano aiutato e consolato
per tutti quegli anni. Per la prima volta, in tutta la sua vita, non
ebbe così tanta paura di Voldemort, perché sapeva che la sua
protezione era svanita del tutto. Ma se i suoi
genitori erano ancora vivi, significava che non avrebbero mai permesso a
Voldemort di uccidere il loro unico figlio. Almeno lo sperava. Non era neanche
tanto sicuro che quella lettera gli era stata spedita
da Albus Silente, l’unico mago di cui si era fidato enormemente dopo il
suo padrino Sirius Black, morto per mano della cugina, che adesso era rinchiusa
ad Azkaban.
Quando si fece giorno, Harry era ancora sveglio e fissava il
soffitto senza guardarlo, perso nei suoi pensieri. Improvvisamente sentì
il passo pesante di zio Vernon che si avviava verso il piano di sotto. Dietro
di lui, si sentì un passo più debole, sicuramente di zia Petunia.
Harry rimase per parecchi minuti ad osservare il soffitto. Dopo un pò,
sentì il cugino Dudley che scendeva le scale. Dudley era l’unico
figlio dei Dursley e veniva trattato con molto
riguardo. Harry non poteva mai scordare tutte le volte che, quand’era
piccolo, veniva maltrattato dal cugino. Ma da quando Harry era diventato un mago, Dursley si teneva
puntualmente alla larga da lui.
Finalmente,
Harry si decise a scendere in cucina.
- ‘Giorno – esclamò a bassa voce.
I
Dursley lo guardarono per meno di un secondo, poi distolsero
lo sguardo senza degnarlo con una risposta.
Harry
non finì nemmeno di sedersi su una sedia, che bussarono alla porta.
-
Harry, ragazzo, vai ad aprire la porta – muggì
lo zio da sotto i baffi.
Harry
non rispose ed ubbidì allo zio. Il suo morale, che fino
ad un attimo prima era giu, salì a mille e di più:
lì, sulla soglia della porta, c’erano i suoi amici Ron ed
Hermione. Il primo fu subito riconosciuto da una chioma rossa e perché
era più alto di Harry, Hermione aveva invece capelli castani lunghi. Il
suo volto era simpatico ma allo stesso tempo intelligente.
-
Harry – urlò Hermione buttandosi sulle sue spalle.
-
Ehm… ciao Hermione – balbettò Harry. – Ron… -
strinse la mano al rosso.
In
quel momento Hermione iniziò a parlare come suo di solito: - Oh, Harry,
appena ho ricevuto la tua lettera ho detto a Ronald di correre subito qua. Ma ci pensi, Harry, i tuoi genitori potrebbero essere vivi?
Mio Dio, non lo avrei mai immaginato. Silente lo sapeva, sapeva
che i tuoi erano vivi. Forse non te l’ha detto perché aspettava il
momento opportuno, forse credeva che Voldemort avrebbe
potuto leggerti nel pensiero e quindi avrebbe potuto ucciderlo. Oh,
Harry…
-
Hermione, Hermione – la calmò Harry appoggiandole le mani sulle
spalle, - calma, stai calma. Prendi fiato.
Ron
la guardò con gli occhi sgranati. – Cavolo, ogni volta che la vedo
mi spaventa di più.
Improvvisamente
entrò nel corridoio zio Vernon, rosso in faccia. – Cosa diamine succede qui? – sbraitò. Appena vide Hermione e Ron, emise un urlo. – Tu
– puntò Ron con un dito. – Tu, mi ricordo di te e della tua
famiglia. Un paio di anni fa mi avete distrutto il
camino.
-
Io, ehm… - cercò di scusarsi Ron, ma prima che potesse finire, lo
zio lo afferrò per il colletto.
-
Mi devi più di seicento sterline di riparazioni.
-
Ora basta, vieni Ron, Hermione – disse Harry, salvando Ron dalle grinfie
dello zio, portandolo in camera sua insieme ad
Hermione.
Si
sedette sul letto insieme ai due, e sospirò.
-
Bene, adesso vi spiego tutto per bene.
*
- Cosa pensi
di fare, adesso? – domandò Hermione, una volta che Harry gli ebbe
raccontato gli eventi della sera prima.
-
Non lo so – rispose Harry, - credo che
seguirò il volere di Silente, non… cercherò di…
trovare i miei genitori. Saranno loro a trovare me, ha
detto Silente. – Disse quelle parole con tristezza. “Vorrei che mi
trovassero al più presto”.
-
Oh, Harry – singhiozzò Hermione gettandosi nuovamente sulle sue
spalle.
-
No, Hermione, per favore. – Quando harry
riuscì a liberarsi dalla presa audace di Hermione, domandò: - A
proposito, hai scoperto cos’è l’incantesimo Tutèla ex
Corpus?
Hermione
abbassò la testa. – Non ancora, mi spiace.
-
Siamo stati svegli tutta la notte per trovare spiegazioni su questo
incantesimo – intervenne Ron.
Harry
li guardò stupefatto.
-
Ehm… no, no, non fraintendere – disse subito Ron. – Hermione
ieri pomeriggio è venuta a casa per l’estate. Infatti
Edvige ha fatto solo un viaggio, ora è si trova alla Tana.
Hermione,
da parte sua, si guardò le unghie senza parlare.
-
Silente ha detto che Tutèla ex Corpus è
un incantesimo molto antico – continuò Harry. – Forse i
libri di scuola non lo riportano per questo motivo. Se quest’anno sarei andato ad Hogwarts, avrei potuto cercare nella Sezione
Proibita della biblioteca.
Hermione
lo guardò preoccupata. – Harry, sei sicuro di non voler andare a
scuola quest’anno.
-
Hermione, gia ne abbiamo parlato – disse Harry.
– Quest’anno mi limiterò a cercare Piton e Voldemort, per
ucciderli.
Hermione
non osò replicare, ma tenne il muso per un po’.
-
Ma Harry, non hai letto cos’ha detto Silente?
Stai fuori dai guai – disse Ron.
-
Ma allora cosa posso fare? – domandò
Harry. – Se non posso cercare Voldemort, se non
posso cercare i miei genitori, cosa dovrei fare?
-
Forse tornare ad Hogwarts – rispose Ron.
Harry
non rispose.
Forse
Ron aveva ragione. Forse doveva ritornare ad Hogwarts,
ma era improbabile che la scuola avrebbe riaperto dopo quello che era successo
l’anno prima.
-
Un momento – disse Harry, - ma come avete fatto a venire qui?.
-
Materializzazione combinata – rispose Hermione.
– Ho portato Ron, qui.
-
E come faremo a ritornare?
-
Abbiamo prenotato tre posti al Nottetempo –
esclamò Ron. – Farà una sosta all’una, fuori
Privet Drive.
-
Bene – disse Harry. – Allora è meglio fare le valigie, perché
si parte.