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Autore: Hope_mybrandnewname    05/02/2012    2 recensioni
1. Come il post pubblicato da Jared sul suo blog "Notes from the outernet".
2. Come le password che potranno aprirlo.
3. Come i membri del gruppo che ha il suono di domani.
5. Come le parole che Mary aveva detto a Jared. "Sii sempre lanciato verso l'alto".
Moltiplicato, il totale è 30. Come 30 Seconds To Mars.
Night Of The Hunter non è più solo una canzone.
I Mars non sono più solo un gruppo.
E la nuova Mary scoprirà il segreto che per secoli è stato celato.
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jared

 

Sono vittima dei miei ricordi. Mi assalgono. Mi torturano. Il mio passato sta divorando il mio presente, e ora come non mai il futuro è così incerto.
Non ci avevo fatto caso prima. Il mio subconscio ha cercato di proteggermi dalla realtà. Ma alla fine mi sono ricordato.
Mary…
Me ne sono accorto durante il viaggio in aereo. Il secondo che abbiamo condiviso. Lei stava leggendo, accanto a me, si è girata e mi ha sorriso. In quel momento, mi sono sentito rinascere e morire dentro.
Nei suoi occhi ho rivisto Mary, l’altra Mary. Quella che avevo visto l’ultima volta dieci anni fa. Che era morta tra le mie braccia. Per un secondo, ho pensato che fosse lei, che in qualche modo fosse tornata da me. Non credo nella reincarnazione, eppure l’ho sperato. L’ho sperato così intensamente, che quando ho capito di essermi sbagliato, mi è sembrato che Mary fosse morta una seconda volta.
Per tutti questi anni mi sono imposto di ricordare la mia Mary solo come una persona di passaggio nella mia vita, di ricordarne il nome, di dedicarle una canzone, ma senza perdermi nei momenti che ho condiviso con lei.
Adesso, il ricordo di Mary è più vivo che mai. La Mary che è seduta accanto a me è così simile a lei… stessi capelli, stessa corporatura, stesso sguardo. Il sorriso, invece, è così diverso. La mia Mary nascondeva dietro il suo sorriso una profonda inquietudine. La droga l’aveva cambiata. Anche se ero riuscito a convincerla a smettere di drogarsi, non era più la stessa. Come se fosse sempre pronta a spezzarsi.
L’amavo. L’ho amata con tutto me stesso. Quando se n’è andata, sono morto anche io. Dopo 300 anni avevo trovato la donna della mia vita, e mi era stata portata via brutalmente. Prima mio padre, poi lei.
La Mary che vedo adesso dentro ha un’energia incredibile. È curiosa, divertente, intelligente… fa un sacco di domande. Vuole sapere tutto. Mi affascina. E ha una voce bellissima.
Mi chiedo se riuscirò a guardarla negli occhi senza pensare alla mia Mary… No, non posso lasciarmi uccidere dai ricordi. È tempo di dimenticare il passato.
Mi concentro sul motivo per cui continuo a lottare. Devo vendicarli entrambi. Basta affogare in quello che è successo anni fa. È tempo di andare avanti.
Penso che Shannon tornerà presto. Con mio fratello accanto, mi sentirò meglio. Fino ad allora, lotterò ogni giorno per tenere i ricordi lontani. Ma sono così debole… Per adesso, mi faccio forza, e canto.

 

Mary

 

Jared era strano, durante il viaggio in aereo. Continuava a fissarmi. Sentivo il suo sguardo addosso mentre leggevo. Mi sono girata, e gli ho sorriso. La sua reazione è stata… particolare. Ha spalancato gli occhi, per un istante. Poi ha ripreso il controllo, e mi ha rivolto un sorriso freddo, ma il modo in cui ha continuato a guardarmi in seguito era diverso. Come se finalmente mi vedesse davvero. O come se fossi un fantasma.
Ha detto solo poche parole, in seguito. Non ha nemmeno voluto dirmi dove eravamo diretti.
L’aereo era atterrato a Nashville, in Tennessee, ma non era quella la nostra destinazione. Una volta usciti dall’aeroporto, Jared si è incamminato verso una macchina scura, parcheggiata tra le altre; ha sistemato le valigie, ha presto le chiavi e mi ha aperto la portiera del passeggiero. Il tutto senza dire una parola.
Guidava senza neanche prestare molta attenzione alla strada. Fingeva di farlo, ma io sapevo che stava pensando a tutt’altro. Non aveva nemmeno acceso la radio.
 -Dobbiamo stare in silenzio tutto il tempo?- ho chiesto.
 -Come, scusa?-
 -Beh, potremmo ascoltare qualcosa intanto.-
 -Per esempio?-
Ho notato che Jared si stava dirigendo verso Ashland City, stando ai cartelloni stradali.
 -Una delle vostre canzoni?- ho proposto.
 -Solo se scegli una del nuovo album.-
 -Non è giusto.-
 -Mia la macchina, mie le canzoni, mie le regole.-
Mi ha rivolto un sorriso furbo. Era bellissimo. Ho distolto lo sguardo e ho sbuffato.
 -Va bene… però devi cantare- ho detto, tirando fuori l’Ipod e sistemandolo sulla dock station. Quella macchina era molto più equipaggiata di quanto non sembrasse.
 -Ho mal di gola- ha detto. E sicuramente l’ha fatto solo per contraddirmi. Il sorrisino non se n’era ancora andato.
 -Sì, certo- ho detto, ironica.
 -Dai, non ho voglia di cantare.-
 -Mio l’Ipod, mie le regole. Vuoi una canzone del nuovo album? Devi cantare.-
Gli ho rivolto il suo stesso sorriso. Jared si è messo a ridere di gusto.
 -Okay, okay, allora canterò, ma solo se canterai con me.-
 -Jared, pensi davvero che mi lascerei sfuggire l’occasione di duettare con te?-
Ho alzato gli occhi verso il cielo, come spesso faceva lui per prendere in giro Tomo o Shannon.
 -Allora, milady, scegli la canzone- disse, con una voce sexy, avvicinandosi un poco al mio viso. La macchina aveva continuato a procedere, normalmente. Anche se stava guardando me, non aveva sbandato di un centimetro.
Mi sono limitata a scuotere la testa. Mantieni il controllo, Mary. Lo fa solo per provocarti.
Ho scelto la mia canzone preferita. Night Of The Hunter.
Negli occhi di Jared è apparsa una scintilla. Ha sorriso, felice, e cominciato a muovere la testa a tempo con la musica.
  -I was born of the womb of a poisonous man.
 Beaten, and broken, and chased from the land.
 But I rise up, above it.
 High, up above it and see.-
La sua voce era da togliere il fiato. In effetti, finché non ha concluso la frase, e mi ha rivolto un sorriso pericoloso, non mi sono accorta di non aver respirato.
 -Devi cantare con me, ricordi?- mi ha detto. Ho annuito, cercando di darmi una controllata. Ho cominciato a cantare con lui, tenendo la voce bassa.
 -I was hung from a tree made of tongues of the weak.
 The branches, the bones of the liars and thieves.
 Rise up above it.
 High, up above it and see.-
Dopo, mi sono fatta coraggio, e ho cantata la mia parte preferita con la voce un poco più alta.
 -Pray to your God.
 Open your heart.
 Whatever you do,
 don’t be afraid of the dark.-
Jared mi ha guardata negli occhi, felice. Abbiamo preso a cantare più forte, insieme.
 -Cover your eyes, the devil’s inside.-
 -One night of the hunter.-
 -One day, I will get revenge.-
 -One night to remember.-
 -One day, it’ll all just end.-
Poi è cominciato il coro. E abbiamo cantato con tutto il fiato che avevamo.
Durante la seconda strofa, la sua voce ha ricominciato ad uccidermi. Anzi, no. Più che uccidermi, ha cominciato a tirarmi verso di lui. Come se lui fosse un pianeta, e io fossi solo un satellite, in balia della sua orbita.
Mi sono abbandonata quella sensazione. Raramente avevo permesso ad un ragazzo di farmi quell’effetto. Ma Jared è diverso.
Quando la canzone è finita, ha scelto lui cosa avremmo cantato.
 -Metti “A Beautiful Lie”.-
 -Va bene, la macchina è tua.- Ha riso.
Mentre cantavamo, ho notato che sembrava perso dentro se stesso. Stava cantando per se stesso. Sembrava che volesse ricordarsi qualcosa che il tempo aveva cancellato.
 -It’s time to forget about the past.
 To wash away what happened last.
 Hide behind and empty face.
 Don’t ask too much, just say.
 ‘cause this is just a game.
 It’s a beautiful lie.-
L’intensità con la quale aveva cantata queste frasi mi aveva scioccata. Ho continuato io, da sola, come se fosse un duetto.
 -It’s a perfect denial.-
 -Such a beautiful lie to believe in.- ha ripreso lui.
 -So beautiful, beautiful…- E ci credevo, mentre lo cantavo. E capivo cosa provasse. Perché noi stavamo vivendo in una bugia. Una splendida bugia, perché ero con lui, ma una menzogna restava. Fingevamo di essere chi non eravamo davvero. Io, con un nome falso, un lavoro falso, nel posto sbagliato. Lui, con un’identità falsa, un’associazione segreta, una guerra che si combatteva da secoli. E chissà quanti segreti.
Eppure, mi sentivo bene. Sì, non era quello il mio posto, e sapevo che presto la realtà mi avrebbe riportato indietro, sulla Terra. Ma lì, su Marte, con Jared, ero felice. E potevo giurarlo, anche Jared era felice in quel momento.
 -That makes me!- ha cantato Jared in screamo. Poi, silenzio.
La voce di Jared registrata. La batteria. Il piano. Ma non ci facevo caso. Non mi ero nemmeno accorta che aveva parcheggiato da qualche parte. Avevo perso la cognizione dello spazio, del tempo.
Vedevo solo i suoi occhi, la sua bocca. Ed era così vicino. Il resto non contava più ormai.
Jared si è avvicinato un poco. Io devo aver fatto lo stesso.
In pochi secondi, eravamo l’uno di fronte all’altra, vicinissimi, e le nostre labbra stavano per sfiorarsi.
Sentivo il suo respiro sulla bocca. Non capivo più niente.
Nel momento in cui ho sfiorato le sue labbra Jared si è bloccato, e lentamente si è allontanato.
Complimenti, Mary. Hai rovinato tutto. Tu e la tua mancanza di autocontrollo.
Ero già pronta a scusarmi. Ma Jared mi ha sorpresa.
Ha colmato la distanza tra noi in un secondo e mi ha baciata.
È stato… magico. In quel momento per esisteva solo lui, Jared, non Jared Leto.
Esistevano le sue labbra, non tutti i film in cui aveva recitato. Non tutte le canzoni che aveva cantato.
Esisteva il suo profumo, non la sua pubblicità per Hugo Boss.
Esisteva la pelle del suo viso, sotto le mie dita, non tutta la popolarità incontrata con i tour mondiali dei Mars.
Ed esistevo io, mentre sentivo le sue dita sul mio collo. Per la prima volta ero viva.
Poi Jared si è sottratto. Aveva il fiato corto, ed io pure.
 -Scusa, non avrei dovuto…-
 -Jared…-
 -Siamo arrivati. Prendo le valigie. Tu sali in casa. È aperto adesso.-
 -Jared…- ho ripetuto. Non volevo che si sentisse in colpa per una cosa del genere. Era assurdo.
Non volevo le sue scuse. L’unica cosa che volevo era che mi baciasse ancora. L’audacia dei miei pensieri mi sconvolse.
 -Va’ pure. Ti raggiungo.-
Ed è sceso dalla macchina. L’ho imitato, sperando che quel bacio non fosse solo un gioco, o una bella bugia.

  
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