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Autore: Chingensai    15/09/2006    1 recensioni
Una sera in un night-club Naga incontra Ameria, la ragazza che reputa sua perfetta sosia e le chiede di sostituirla per un anno a casa sua mentre lei si godrà la vita tra taverne e casinò con personaggi come Vargarv.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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“Non me lo sarei mai aspettato che una famiglia come quella di Philoneil di Sailoon potesse andare così tristemente in rovina…pare che la figlia si sia messa a produrre…” Vargarv alzò un attimo gli occhi dal giornale “fiori di carta!!! Ma mi stai ascoltando?”
Naga sospirò bevendo un altro calice di brandy “No…sei così noioso…mi stai facendo venire il mal di testa…” sospirò con fare suadente, poi si alzò abbandonando il grande salone dove fino pochi attimi prima, in mezzo ad altre orde di commensali, i due stavano intavolando un melenso tête-a-tête.
“Dove vai?!” esclamò il ragazzo alzandosi.
“A darmi una rinfrescata…sciocccone!” ribatté prontamente Naga facendo sbavare un po’ di vecchi morbosi che li circondavano! Eh sì in queste situazioni era inevitabile che ve ne fossero, ancor più che per permettersi una cenetta in un locale come quello bisognava aver sgobbato tutta la vita per accumulare un’immensa ricchezza, oppure aver ereditato tale ricchezza da avi che avevano sgobbato a loro volta, oltre naturalmente alla più semplice delle soluzioni: aver un corpo bellissimo come quello di Naga. E proprio a questo stava pensando mentre ballonzolava verso un gabinetto per darsi una rinfrescata: come avrebbe avuto la voglia di tornare da suo marito, quel tonto bambaccione di Gourry e dai marmocchi lasciati dalla sua ex-moglie!?
A volte nella vita però le soluzioni, o forse dovremmo dire le tentazioni visto l’evenienza, si presentano da sole e così mentre si sciacquava il viso a Naga si rivolse una ragazza, dai capelli neri, più bassa di lei, ma che aveva qualcosa di eccezionalmente familiare: “signorina si sente bene? Le serve aiuto?” disse Amelia appressandolesi, accorgendosi che era sull’orlo di una crisi.
“No…” ruggì Naga voltandosi a fissarla e per un attimo in un alone annebbiato le parve di vedere la sua copia identica di fronte…ed effettivamente stava ancora guardando lo specchio!
“Sei tu che hai parlato?”
“Signorina, temo le serva aiuto!” proruppe ancora una volta Amelia!
“Sì è vero…” sussurrò Naga toccando la sua immagine riflessa nello specchio, poi si voltò, piroettò, come una bottiglia di scotch vuota e afferò Amelia per il collo.
“Mi devi aiutare!” esclamò, poi seguirono minuti di risate isteriche, di pianto improvviso e di rabbia. Nel minuto di rabbia Naga cominciò a gridare a squarciagola senza alcun motivo apparente.
“La prego la prego!!!” si affrettò Amelia temendo che fosse sull’orlo di una crisi isterica: “si calmi!”
“Mi calmerò solo ad una condizione…” sussurrò Naga ridestandosi: “solo se tu sarai ME!!!”
“COSA?!?!” squillò Amelia allarmata pensando ad una proposta sessuale morbosa.
“io dovrei essere lei, in che senso scusi?!”
“Nel senso…” proferì Naga reggendosi a malapena in piedi “che io li odio? Hai capito?!?!?”
“Sì” No. Amelia non aveva capito assolutamente di cosa stava parlando, ma sperava che assecondandola l’avrebbe calmata potendo chiamare un medico!
“Dai scambiamoci i vestiti!” squittì Naga.
“Oh no, povera me!!!” pensava Amelia col cuore in mano! “Questa vuole introdurmi a qualche pratica sessuale da film a tre ics!!!”
“Tu sei uguale a me, mi sostituirai nella mia famiglia, con quel babbeo di mio marito, non si accorgerà mai di nulla! Così io potrò continuare a fare la sciacquetta con il culo sul Ferrari di questi ricchi bambolotti!” Si spiegò la ragazza stringendo sulla povera cameriera.
“Lei sta veramente male, siamo del tutto diverse, non funzionerebbe mai!” Osservò Amelia in preda al panico. Non aveva idea che cosa fare! Intanto Naga le stava infilando addosso i suoi vestiti: “muoviti sgualdrina, che mi aspetta del sesso facile e non voglio perdere altri minuti preziosi con te!”. Così in un attimo l’aveva coperta con il budello di seta e il turbante finto-oro in testa.
Amelia si sentiva a disagio: “sembro un lombrico che si è immerso nel profumo J’adore!”
“Non dire baggianate!” esclamò Naga portentosa e la trascinò presso Vargarv che era in preda ad allucinazioni dovute al troppo alcool.
“Oh sei tornata...la mia larva sta per schiudersi in una bella farfalla” gorgogliò il ragazzo in preda all’incoscienza.
“FUNZIONA!” esplose nuovamente Naga gettandosi a rompicollo sul tavolo. “Babbeo questa qui è solo una sosia, una misera sosia che imbroglierà quel mammalucco di mio marito e la sua stolida famiglia!”
“Mammalucco?!” si interrogò Amelia vedendosi già in un harem orientale a ballare in mezzo ad altre concubine del sultano.
NO PER CARITA’!!!
Furono le uniche parole che scorsero per la sua mente prima di gridare davanti a tutti: “Non lo farò mai” e inciampando nella veste di seta finto-oro rotolò via dal grande salone.
“Una ladra!!!” urlò Naga mentre uno sciame di vecchi decrepiti si alzava in suo soccorso nella speranza che ciò potesse in alcun modo essere di aiuto alla loro deplorevole condizione sessuale.
Amelia balzò in piedi circondata da un muro umano mentre una guardia in borghese la afferrò; Naga stava sopraggiungendo.
“E’ questa la ladra?”
“Sì…agente…” commentò Naga toccandosi il seno con entrambe le mani “ha rubato il mio bellissimo vestito…lei non crede che sia bellissimo?”
“Sì sono bellissime…a…è bellissimo..sì!” considerò il poveretto in preda ai sensi!
“Non lo rubato, me lo ha dato lei!!!” si giustificò Amelia dimenandosi!
“E’ ubriaca!” commentò Naga: “Non sa quello che dice: perché mai una raffinata nobildonna come me dovrebbe cedere le sue vesti ad una mocciosa sguattera come lei?!”
IL’agente continuava ad annuire: “Effettivamente è un’argomentazione sensata: perché avrebbe dovuto farlo?!” strinse ancora più forte il braccio di Amelia!
“Perché vuole che io la sostituisca, perché io sia lei!”
“Ma se non vi assomigliate affatto!” osservò l’agente acuto, mentre Amelia si sentiva precipitare in un vortice monocromatico. Avrebbe voluto urlare, ma non lo fece; in compenso si mise a piangere, poi a ridere: “Mi ha fregata!” rideva a squarciagola.
Tra la gente tutto attorno correva un sottile vociferio: “Povera ragazza così giovane e così insana! Alla sua età!” Una nobildonna svenne per gli eventi poco consoni alla sua fine natura.
L’agente intanto si appressò a Naga: “vuole sporgere denuncia?!”
“No…non ancora!” ghignò la ragazza mentre dietro di lei pareva alzarsi una cupa, tetra e tenebrosa ombra che pervadeva ogni cosa e calava sulla povera Amelia: “Non ancora!"
  
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