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Autore: Margaret Moonstone    06/02/2012    4 recensioni
Morte disse: "Specchio specchio delle mie brame, chi è la più potente del reame?". Quello rispose: "Ahimè padrona, tu sei forte, ma qualcuno lo è più di te... Amore."
E fu così che Morte cercava, Amore scappava, Dio assisteva, e venne fuori un Pandemonio. E Pandemonio generò le creature che persino Morte teme, tutti temono...tutti tranne Amore.
Una storia fantastica di avventura,mistero,passioni,bugie e soprattutto...Amore.
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                  CAPITOLO I
 
Beatrìce si svegliò di soprassalto, il cuore a mille e la fronte imperlata di sudore.
 
Era una notte come tante altre; nel castello regnava la pace e tutte le finestrelle erano buie, segno che il coprifuoco era passato e tutto il personale di corte si era coricato da un pezzo.
Il cielo era limpido e le stelle brillavano come non mai; la fredda luce della luna piena conferiva al castello un’aria spettrale, accresciuta dal silenzio tombale che aleggiava nell’aria fredda .
 
La giovane scostò il lenzuolo e balzò giù dal letto, con un gesto rapido infilò un mantello scuro sulla camicia da notte candida e decorata con finissimi pizzi e ricami, e in preda all’angoscia corse giù dalle scale inciampando continuamente e sbandando qua e là alla ricerca di appigli per non precipitare in fondo alla stretta gradinata che collegava la sua stanza, nella torre, al cortile interno.
In fretta aprì il portone di legno e se lo richiuse alle spalle con un colpo che fece rimbombare tutto l’interno della costruzione, dopodiché riprese a correre in direzione della fontana al  centro del giardino, lungo i sentieri di ghiaia che aveva percorso mille volte insieme alle altre ragazze della reggia.
 
Correva e intanto ripercorreva il sogno terribile da cui si era appena svegliata, sforzandosi di non dar retta all’istinto che le diceva che qualcosa di brutto stava davvero succedendo.
 
Isabel, la sua dama di compagnia, stesa a terra sotto la fontana in un lago di sangue. Un urlo orribile, una voce maschile, una figura scura che frugava nel grembiule del cadavere alla ricerca di qualcosa.
E poi la pioggia.
 
Scacciò l’immagine dell’incubo e si fermo a riprendere fiato.  Solo allora si rese conto di non avere idea di dove si trovasse.
La paura le aveva annebbiato tutti i sensi: si era persa.
 
Prese a correre senza sapere dove andava, il cuore le sfondava la gabbia toracica, i piedi nudi che calpestavano la ghiaia le dolevano. Inciampò e cadde a terra.
Rimase lì immobile cercando di riprendere il controllo; c’era profumo inebriante, segno che doveva trovarsi nelle vicinanze del roseto ,e quindi della fontana.
Si calmò un poco,  e fece per alzarsi, ma sentì qualcosa toccarle delicatamente il collo.
Si mise in piedi di scatto e indietreggiò.  Chi è??  voleva gridare, ma l’urlo le si smorzò in gola: le bastò un altro tocco, questa volta più in alto, sulla guancia, per capire esattamente a chi si trovava davanti.
 
-“G-Gabriel…?”
Al solo pronunciare quel nome un brivido la percorse da capo a piedi.
Quel nomele riportava alla mente immagini dolorose, ricordi che aveva sperato potessero rimanere sepolti per sempre in qualche anfratto del suo cervello, ma che ora a tradimento saltavano fuori più vivi che mai, cancellando in un attimo tutti gli sforzi che aveva fatto per non farli riaffiorare.
 
Un sentimento troppo grande per arrendersi alla morte, due cuori che erano stati puniti per aver continuato ad amarsi là dove nessuno poteva più permettersi di amare niente fuorché un Dio sul quale nessuno sapeva la verità; una punizione crudele, una ragazza bellissima… e un colombo nero.
 
Le immagini smisero di tormentarla solo quando si accorse delle lacrime che erano affiorate.
Con uno sforzo immane le ricacciò indietro, e attese una risposta.
 
-“B-Bea…”
 
La giovane fece per tendere un braccio verso di lui, come infinite volte aveva fatto in passato, ma improvvisamente avvertì qualcosa di strano, come se una presenza sconosciuta si stesse facendo avanti silenziosamente, eppure era sicura di non aver sentito passi, non c’era nessun altro a parte lui.
 
Accadde tutto in un attimo: sentì il suo braccio afferrarla con forza per la vita, il suo alito caldo le accarezzò il collo, e subito dopo due denti aguzzi le affondarono nella carne, con la delicatezza del bacio più dolce e la forza del predatore assetato.
Non provò dolore, solo una sensazione di gelo e come se tutto dentro di lei confluisse in un unico punto: le labbra che anni prima la avevano baciata e ora si stavano nutrendo di lei.
 
Prima di perdere i sensi le parve di sentire qualcuno tossire e sputare, poi un grido atroce, e… una luce?
                                                                           
                                                                                 *   *   *
 
Quando aprì gli occhi non realizzò subito cosa fossero quegli strani puntini bianchi che vedeva brillare sopra di se’. –Il dolore fa brutti scherzi- pensò.
Ma quando una fitta la costrinse a girarsi su un fianco, mancò poco che non svenisse un’altra volta: il castello, i sentieri, le aiuole… lei li vedeva!
 
Si alzò in preda all’agitazione, correva a destra e a sinistra con gli occhi sbarrati, non sapeva se ridere o piangere - faceva entrambe le cose – e il pensiero di come fosse stata possibile una cosa del genere non la sfiorava nemmeno… il fatto che un vampiro l’avesse appena morsa, poi, sembrava l’avesse completamente rimosso!
Ora c’erano solo lei e ciò che poteva finalmente vedere:  sentiva che ogni cosa che guardava le apparteneva, non era più sola, il mondo era suo!
 
Ma l’euforia non durò a lungo: un’immagine, un’immagine orribile, le fece rimpiangere l’oscurità che la proteggeva fino a poche ore prima.
 
Isabel, la sua dama di compagnia, stesa a terra sotto la fontana in un lago di sangue. Un urlo orribile, una voce maschile, una figura scura che frugava nel grembiule del cadavere alla ricerca di qualcosa.
E poi la pioggia.
 
 
Ok, spero che il capitolo vi sia piaciuto e di non avervi annoiati. Perdonatemi per il prologo un po’ lungo…
Avrete capito che il passato della mia protagonista è piuttosto complicato, e emergerà nel corso della storia, se vorrete seguirmi.
Nel caso abbiate dubbi, il nome della protagonista si pronuncia alla francese (Beatrìs) anche se non so nemmeno se esiste in Francia un nome così…
Inoltre voglio precisare che il racconto si svolge in un’epoca inventata, con riflessi medievali.
Questa storia nasce dalla voglia impellente di scrivere, dalla mia passione per tutto ciò che è fantasy e non ha niente a che fare con la realtà, e anche dalla mia ammirazione per coloro che non possiedono la vista e comunque riescono a cavarsela anche meglio di noi…!
E’ la mia prima ff, e siccome scrivere è la mia passione, ho BISOGNO di voi e delle vostre recensioni, per capire se ho qualche speranza o è il caso di darmi all’ippica…
Grazie per aver letto il mio primo capitolo,
a prestissimo!!!
  
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