Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Salsero    16/09/2006    3 recensioni
Nella notte di Privet Drive, Harry Potter si sveglia improvvisamente e scopre una lettera che gli sarebbe stata spedita, probabilmente, da Albus Silente, prima della sua morte. Nella lettera c'è una rivelazione molto strana: i genitori di Harry non sono morti, ma sono vivi, e sono riusciti a sopravvivere a Voldemort grazie ad un incantesimo. Da quel momento in poi, iniziano per il giovane magi una serie di avventure ricche di colpi di scena, con un nuovo nemico alle porte.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour, Il trio protagonista, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1

Capitolo 4

Un vecchio nemico

Il drago era bellissimo, ma spaventoso. Era alto più di dieci metri ed era completamente rosso. Sulla sua schiena fino alla coda lunghissima che penzolava giu dal ponte, c’erano tante spine che fuoriuscivano dalla pelle. Gli occhi erano gialli e aveva i denti digrignati pericolosamente.

Harry deglutì. – Cavolo, ci mancava solo questa – esclamò fra se e se.

Dall’altra parte del ponte, Hermione emise un urlò e si abbracciò a Ron che rimase a bocca aperta mentre osservava l’enorme e possente drago, emette un altro spaventoso ruggito.

Harry, con i manoscritti degli antichi maghi Zomei stretti al petto con una mano e la bacchetta impugnata con l’altra, arretrò di un piccolo passo. – Buono, traghetto. Stai buono.

Il drago emise un altro urlo in aria e dalle sue narici fuoriuscirono scintille infuocate. Harry studiò velocemente la situazione; era intrappolato su quel ponte insieme al drago. Se sarebbe tornato indietro, non avrebbe concluso niente, l’unica cosa da fare era raggiungere l’altra parte del ponte, che conduceva alla via di fuga. Ma il corpo del drago era troppo grande, e bloccava il passaggio. Cosa fare?

Harry vide con orrore che, il drago, si preparava a sputare una fiammata come se fosse una terribile sentenza di morte.

- Harry, corri – urlò Hermione.

- Sbrigati – esclamò Ron.

“Come se fosse facile” pensò Harry, poi gli venne un’idea folle che però era l’unica possibilità di sopravvivenza; la coda del drago. Questa stava penzoloni giu dal ponte. Harry vide di nuovo il drago che stava per sputare la fiammata, poi vide ancora la coda. Doveva decidersi.

Fece un lungo sospiro, tenne ben stretti i manufatti al petto e posò la bacchetta nei jeans. Poi saltò verso la coda. Sentì la superficie rugosa di essa, sotto le mani. Si tenne saldo e si rese conto che la coda stava penzolando verso la superficie della rupe. Emise un urlo di coraggio e si lasciò andare. Volo per due metri e finì completamente in faccia alla pietra. Si rese conto che stava iniziando a cadere, ma riuscì ad inserire la mano in una cavità e a tenersi ben stretto.

Senza esitare, Ron ed Hermione corsero verso la rupe credendo che Harry fosse spacciato. Ma non era così. Appena videro Harry che, con difficoltà, si teneva stretto alla superficie pietrosa, lo aiutarono a salire… e ci riuscirono.

Il drago, da parte sua, quando Harry saltò sulla sua coda, non si accorse di nulla; si guardò attorno curioso. Ma quando sentì l’urlo di terrore di Hermione, si voltò giusto in tempo per vedere i due ragazzi correre da Harry e tirarlo su. Il drago, più arrabbiato di prima, emise un altro urlo e battè i piedi pesanti sul ponte. Non ci volle molto prima che questo cedesse, ma il drago si tenne a mezz’aria sbattendo le ali.

-Via, via, viaaaaaa…. – urlò Harry. Il trio corse verso la porta di uscita, ma non fecero in tempo prima che il drago si parasse davanti ad essa bloccandone il passaggio.

- E adesso? – piagnucolò Harry.

Harry guardò il drago negli occhi, cercando di mettergli paura. Ma ebbe l’effetto contrario.

- C’è solo una cosa da fare – disse Hermione con voce tremante: - dobbiamo affrontarlo.

I tre ragazzi si guardarono in faccia. Harry estrasse la bacchetta e disse: - Mi è venuta un’idea. Al mio tre gridiamo tutti Sectumsempra, dovrebbe funzionare.

Ron ed Hermione annuirono e cacciarono le bacchette.

- Uno… - disse Harry. Il drago si preparò ad una sputata infuocata. – due… - Ormai il drago era pronto. – treeeeee… - Harry, Ron ed Hermione puntarono la propria bacchetta contro il drago ed urlarono contemporaneamente: - SECTUMSEMPRA.

Il drago emise l’urlo più forte che avesse mai fatto. Parte del suo corpo, le sue ali, la coda, il viso, iniziarono a tagliarsi come se fossero state colpite da delle lame e molto sangue schizzò da tutte le parti. Il drago continuò ad urlare e volò via. Quando fu all’altezza della rupe, le ali si fermarono e cadde nel vuoto, precipitando nella fiamme ardenti. Il grido si spense all’istante.

Passò qualche secondo di silenzio.

- Andiamo – sospirò Harry.

Improvvisamente una voce disse: - Neanche per sogno, Potter.

I tre ragazzi si voltarono e sgranarono gli occhi; lì, sulla soglia della porta blindata, c’era Raptor, il vecchio insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure e grande servitore di Lord Voldemort.

- Lei – gemettero i tre ragazzi contemporaneamente. Immediatamente, Raptor estrasse la sua bacchetta ed esclamò: - Accio bacchette. – Le bacchette di Harry, Ron ed Hermione, volarono via dalle loro tasche e finirono nelle mani di Raptor.

- Si, sono io – disse spregevolmente l’uomo.

- Ma questo non ha senso, lei è morto – urlò Harry.

Raptor emise una risata con vera gioia. – Gia. Dovrei essere morto. Peccato, Potter, che quando tu svenisti, sette anni fa, il signore oscuro è riuscito a rimettermi in vita grazie a parte della sua energia. Ed ora eccomi qui. Mi ci sono voluto sette anni per rimettermi completamente in sesto. Fino ad adesso ho vissuto come uno barbone.

Harry non rispose, poi gli venne una cosa in mente. – Come sa che stavamo qua? Ci ha seguiti.

- Ottimo intuito, Potter – serpeggiò Raptor. – Però devo ammettere che non avrei mai immaginato che tu fossi così stupido.

- Che intende dire?

- Intendo dire che credi alle lettere come se niente fosse.

Harry si sentì sprofondare. – Allora è stato lei a mettermi a spedirmi quella lettera di Silente.

Raptor rise ancora. – Ragazzo idiota, non hai ancora capito? Non è stato Silente a spedirti la lettera, bensì io. Era tutta una finta.

Questa volta Harry si sentì davvero morire. Allora i suoi genitori non erano vivi.

- Come hai mai potuto immaginare che i tuoi fossero ancora vivi dopo un attacco del Signore Oscuro? – continuò Raptor. – Eppure il Signore Oscuro mi ha raccontato del Prior Incantatio.

Harry desiderò la morte per qualsiasi altra cosa al mondo. Si era completamente dimenticato del Prior Incantatio. In quel momento aveva visto i fantasmi dei suoi genitori. Purtroppo non ci aveva pensato perché era stato tanto preso dalla notizia che i suoi genitori potessero essere ancora vivi, che la sua mente si era completamente sgombrata.

- Ma adesso – disse Raptor. - È giunto il momento di morire. – Puntò la sua bacchetta su tutti e tre.

Harry si preparò alla fine, non c’era niente da fare.

- Expelliarmus. – Un doppio grido si levò da dietro Raptor. Questi perse le bacchette di mano e volò molto lontano, vicino alla rupe.

A lanciare l’incantesimo erano i gemelli Weasley, Fred e George. Harry andò a prendere subito la sua bacchetta a terra, imitato da Ron ed Hermione.

- Che ci fate qui? – sbottò Ron.

- Grazie fratellino - esclamò Fred. – Comunque vi abbiamo seguito da lontano, e non appena abbiamo visto entrare Raptor dopo di voi nella banca, abbiamo pensato: Perché non intervenire al momento giusto.

- E così è stato – affermò George puntando la bacchetta su Raptor che si stava rialzando.

- Maledetti Weasley – disse l’uomo. – Me la pagherete. – Urlò estraendo dal nulla un’altra bacchetta.

Harry, Ron, Hermione, Fred e George, esclamarono all’unisono: - Expelliarmus.

La potenza di cinque incantesimi messi assieme, colpì Raptor in pieno corpo, facendolo volare per parecchi metri, fino a cadere nel vuoto della rupe, con un grido sprezzante.

- Prova a resuscitare adesso, Raptor – esclamò Harry con rabbia.

*

Quando risalirono in superficie, furono accolti da una squadra di Auror e dal resto della famiglia Weasley. Era gia giorno. La signora assestò una buona tirata di orecchie ai gemelli e a Ron. Mentre Harry ed Hermione erano scampati al suo attacco raccontando cos’era successo nel profondo della banca.

Harry riconsegnò i manufatti degli antichi Zomei ai folletti, chiedendo scusa. I folletti, da parte loro, si comportarono in modo sgarbato e dissero che avrebbero aumentato la sicurezza della banca, visto che neanche un drago era riuscito a fermare tre ragazzini.

Così, infine, Harry, Ron ed Hermione, ritornarono insieme ai Weasley alla Tana.

Il giorno dopo, Harry stava nel giardino della Tana insieme a Ron ed Hermione. Erano stesi sul verde osservando il cielo.

- L’abbiamo scampata bella, vero? – disse Harry.

- Io di te non mi preoccupavo tanto – esclamò Hermione.

- Cosa? – disse Ron. – Ma se non hai fatto altro che urlare.

- Intendevo dire che Harry non sarebbe mai potuto morire li sotto.

- Perché? – domandò Harry.

- Perché la Profezie dice che solo Voldemort può ucciderti o viceversa. Quindi era scritto nel tuo destino che saresti sopravvissuto.

- Ora che ci penso hai ragione – affermò Harry. - Così la prossima volta che un mago oscuro mi attaccherà, non dovremmo preoccuparci.

Risero. Passarono qualche minuto di silenzio, poi Harry disse: - Sapete, quest’anno farò una cosa che di certo i miei genitori avrebbero voluto che facessi.

- Cosa? – domandò Ron.

- Tornerò ad Hogwarts.

FINE

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Salsero