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Autore: Seren_alias Robin_    07/02/2012    5 recensioni
Bonnie e JJ non sono frutto di immaginazione, e ogni riferimento a cose, persone o fatti è indiscutibilmente non casuale.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi resi conto che non lo baciavo da troppo tempo. Me lo suggerivano le sue labbra.
Dovetti allontanarmi da lui quasi bruscamente. Pescai qualcosa in valigia da indossare, poi mi chiusi ancora una volta in bagno.
“Vuoi smetterla di abbandonarmi?” urlò mentre sbattevo la porta con troppa energia., con un tono di voce tra l’esasperato e il divertito.
Sorrisi senza riuscire a trattenermi mentre infilavo la mia maxi t-shirt nera dei Red Hot Chili Peppers.
“Devo vestirmi porca puttana.” urlai di rimando.
“Non potevi farlo prima?”
“No.” risposi, mentre uscivo dal bagno. I suoi occhi mi studiarono per un attimo di troppo. Quello sguardo mi metteva a disagio, e mi lasciai cadere sul letto di peso, nascondendo il viso tra le pieghe del cuscino. JJ si sdraiò accanto a me meccanicamente.
“Come ti senti?”mi chiese con una strana dolcezza. Non era tipo da molte attenzioni o carinerie. Questo lo avevo capito a mie spese.
“Bene” risposi con un filino di voce, quasi imbarazzata. Non sapevo cos’altro dire. Neanche questo era da me. Di solito non ero una che si sforzava di trovare le parole giuste.
Ripensandoci, tutto era iniziato in una situazione molto simile a quella in cui ci trovavamo in quel momento, solo in un posto diverso.
Non si era mai più ripetuta, prima di allora.
Vicini, troppo vicini. Talmente vicini da fondere i nostri respiri. Sentivo le mie labbra sfiorare le sue in modo del tutto impercettibile, e la sua barba che mi stava già pungendo. Avrei voluto che la portasse così per tutta la vita; non mi importava della mia pelle fin troppo delicata.
Lo sentivo soffiare sulle mie labbra. Avevo chiuso gli occhi per non avvertire nient’altro, un po’ anche per evitare di mostrare la parte di me che non sapeva mentire.
La prima volta che ci eravamo baciati probabilmente era stata colpa mia. Avevo iniziato ad accarezzargli i capelli mentre lui mi aveva stretta tra le braccia, pur sapendo che la cosa lo faceva impazzire. Mi aveva riempito di baci sulla guancia, e me li ero goduta tutti. Non ne sprecai nemmeno uno.
Dicevano che sotto i cinquanta centimetri scattasse automatico il bacio. Allora per noi non c’era speranza sin dall’inizio. Quei cinquanta centimetri li avevamo superati già da tempo.
Le sue labbra erano morbidi e dolci sulle mie.
Del resto, stavo aspettando solo lui. Mi regalò un bacio breve, ma che mi diede il tempo di chiudere gli occhi. Fu  un errore che avremmo potuto cancellare con facilità come lo schizzo di un disegno a matita. Ma evidentemente quel disegno era fin troppo bello per poter essere cancellato, e finimmo per completarlo insieme.
Fu un bacio un po’ confuso anche, perché all’inizio non mi resi conto veramente di quello che avevo fatto. Baciare un ragazzo era probabilmente il gesto più naturale del mondo, e all’inizio lo interpretai come tale. Era stato fin troppo facile baciarci. Spontaneo. Un finale voluto, ma in un certo senso un po’ scontato. E lo baciavo mentre mi baciava, e non pensavo a nient’altro, in quel bar universitario dove mi aveva rapita. Sembrava che la gente intorno ci ignorasse, mi sentivo invisibile al mondo intero, eccetto lui.
Ma di colpo la consapevolezza di quello che avevo appena fatto mi colpì come uno schiaffo in piena faccia. Stava andando tutto al contrario di come doveva andare.
Sapevo fin dall’inizio che JJ aveva già la ragazza. Conoscevo lei ancor prima di essere diventata sua amica, eppure avevo accettato di sentirlo e vederlo lo stesso.
Tutto sommato, ero davvero una cattiva ragazza.
E io lo avevo baciato, e lo stavo baciando di nuovo in quel momento.
Abbondonai i ricordi fastidiosi e tornai in quella camera di albergo.
Probabilmente i miei pensieri erano allineati ai suoi, perché lo vidi sorridere contro le mie labbra. Non resistetti più e finì per abbandonarmi totalmente a quel bacio maledetto, ancora una volta. Ma con una consapevolezza diversa. Volevo che quel bacio fosse un sigillo, volevo legarlo a me e non cederlo a nessun altro.
Ero egoista e viziata, ma anche io desideravo essere amata.
Desideravo qualcuno che mi facesse cambiare idea sull’amore.
Desideravo essere importante per qualcuno.
Desideravo essere importante per lui.
Mi sentivo così irrimediabilmente sola, che ero disposta anche a credere alle sue bugie. Gli morsi il labbro inferiore per un po’, guardandolo negli occhi.
“Avevamo detto niente baci”
“Si, lo avevamo detto.”
E mi tirò a sé quasi con violenza.
Gli ultimi raggi del sole coloravano quella stanza rendendola quasi bella. Era uno splendido tramonto, così pieno di colori da regalare che sarebbe stato perfetto per qualche scatto. Ma la mia piccola D3100 rimase ferma in valigia, troppo distante da me. Certi momenti non si potevano fotografare. Erano nostri e basta.
 

 

   
 
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