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Autore: F l a n    10/02/2012    5 recensioni
È una normalissima notte quella in cui Blaine trova una sorta di strano umanoide accasciato per terra, nel parco. Blaine ha sempre creduto nelle forme di vita extraterrestri, ma presto dovrà rendersi conto che Kurt Hummel non è semplicemente quello che lui crede "un Alieno" dalle sembianze umane.
Come farà Kurt Hummel a tornare da dov'è venuto?
E, precisamente, da dove proviene?
Un alternate Universe tendente allo sci-fi.
***
Estratto dal capitolo 2:
"Il ragazzo, o quello che era, si scostò velocemente da lui, per poi cadere nuovamente sulle ginocchia, evidentemente troppo debole per qualunque movimento.
“Chi sei?” chiese Blaine, avvicinandosi ancora a lui, ricevendo solo uno sguardo diffidente, contrariato. I suoi occhi blu brillarono.
Blaine tese una mano in avanti, ma l’altro si scostò ancora, camminando sulle ginocchia. Stranamente la sua tuta, pur essendo bianchissima, non era né sporca di terra né di erba. Blaine ne concluse che quello che stava indossando doveva essere un tessuto particolarmente speciale.
“Sei umano?” chiese ancora, accucciandosi su di lui, fino ad essere al pari del suo viso, “non voglio farti del male."
[Klaine scritta per il BigBangItalia]
Genere: Romantico, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note capitolo: Questo è un perno della storia, uno dei tanti ma il più fondamentale. È un capitolo sicuramente angst ma anche pieno d'amore, capirete perché! È stato difficoltoso riuscire a rendere ciò che avevo nella mente, perché era qualcosa di forte, di commuovente e spero di esserci riuscita in qualche modo.
Voglio ringraziare quelle persone che si impegnano a lasciarmi sempre una recensione (chiedo venia per le risposte in ritardo, gli esami universitari non mi danno tregua!) ed anche chi ha inserito la storia tra i perferiti, tra le seguite e ricordate!
Vi lascio al capitolo.


12. “In Another Life”

L’indomani, quando Blaine si svegliò, Kurt era ancora al suo fianco, appoggiato alla testata del letto e con la testa contro il muro. Aveva dormito tutta la notte così per non staccare Blaine dalla propria gamba.
Il cuore del giovane Anderson si scaldò a quella visione; Kurt era così celestialmente perfetto e lui si sentiva così inutile e così imperfetto di fronte a lui. Si sporse per dargli un piccolo bacio sulla guancia, anche se si sentiva la testa pesante e l’alito decisamente pessimo.

Kurt si svegliò qualche minuto dopo che Blaine era fuggito in bagno per darsi una sana ripulita. Si stropicciò gli occhi e li abbassò sul proprio bracciale. Era caldo, emanava calore. Perché oltre alla luce adesso era pure caldo?
Se lo sfilò dal braccio con ansia e cominciò a rigirarselo sulla mano. Sulla parte posteriore del bracciale vi era un’altra spia che stava lampeggiando ma che Kurt era sicuro di non aver mai visto illuminarsi prima di quel giorno. La guardò spaventato, incapace di identificare tutte le varie luci emesse da quel dannatissimo bracciale ed appuntandosi mentalmente che Finn avrebbe dovuto spiegargli ogni dettaglio di quella roba.
Sfregò il quadrante touch, dove solitamente apparivano i vari comandi e le utility dell’oggetto ed una specie di ologramma saltò fuori da esso, materializzandosi proprio davanti ai suoi occhi e lasciandolo di stucco. Allora quel dannato aggeggio era davvero anche un mezzo di comunicazione? Osservò la figura che proveniva dal bracciale, sembrava quella di una donna.
“Kurt, sono l’agente 0527, del reparto scientifico per i viaggi nel tempo. Ho poco tempo per questo messaggio poiché stiamo comunicando tramite un mezzo che ha una scarsa ricezione poiché non era stato creato per questo. Oggi, due miei agenti verranno a prenderti. Grazie a questo bracciale abbiamo potuto rintracciarti, anche se non è stato del tutto semplice. Ti preghiamo di farti trovare al parco dove ti sei risvegliato e dove quell’umano ti ha trovato. Sappiamo di lui, grazie al rilevatore abbiamo identificato una figura umana di quel tempo al tuo fianco.” La voce della donna era elettronica, con sfumature metalliche a causa del segnale contrastato, ma Kurt riuscì a capire ogni singola frase pronunciata dall’ologramma e prima che potesse anche solo dire ‘A’, l’ologramma scomparve nel nulla, spegnendosi con un piccolo “tic”.
“Cazzo.” Sussurrò Kurt, pietrificato.
“Cazzo? Da quando dici le parolacce? Stai diventando sempre più umano…” scherzò Blaine, che era appena tornato in camera con l’asciugamano da doccia sulla testa ed uno legato in vita, ed ovviamente era completamente ignaro di ciò che Kurt aveva appena saputo. Ma per quanto glielo volesse tener tremendamente segreto, Kurt sapeva che avrebbe dovuto dirglielo, volente o nolente, avrebbe dovuto e basta, perché era una cosa che riguardava entrambi e non solo lui.
Alzò il capo, guardandolo con occhi lucidi e boccheggiano.
“Kurt, tutto bene?” chiese Blaine, improvvisamente serio, avvicinandoglisi e ponendogli una mano sul volto.
“Fai l’amore con me.” Disse schietto, sorprendendo persino se stesso con quelle parole, sentendosi un completo idiota perché non aveva il coraggio di dirgli ciò che era appena successo, ciò che aveva appena saputo. Quella sarebbe stata la sua ultima occasione di stare con Blaine, con quel Blaine, e non avrebbe voluto sprecarla per niente al mondo. Sapeva che doveva tornare per forza nel suo mondo, ma non lo voleva, non era ciò che desiderava in quel momento, però non c’era alternativa.
“Kurt?” Blaine aveva spalancato gli occhi, totalmente incredulo per quelle parole.
“Ti prego,” la sua voce era supplicante e quasi rotta dal pianto. Non voleva andarsene, non voleva lasciarlo, ma se proprio doveva farlo voleva prima appartenergli. Almeno per una volta voleva sentirsi completo con lui, colui che aveva salvato la sua vita e che l’aveva resa migliore, che gli aveva mostrato le bellezze del mondo, che gli aveva fatto scoprire cose di se stesso che neanche sapeva. Si accarezzò il maglione che stava indossando, così diverso dalla sua tuta aderente.
“Kurt… no. Perché mi chiedi questo? Perché d’improvviso? Cosa c’è sotto? Avevamo detto di non tenerci più alcun segreto e non voglio che ricominciamo adesso. Lo leggo dai tuoi occhi che qualcosa non va, per cui ti prego: sii sincero.”
Kurt si strinse nelle spalle, ripensando al ‘ti amo’ che Blaine gli aveva detto giusto la sera prima, con la voce impastata dal sonno e dell’alcool. Forse non era neanche vero, ma era stato così bello sentirselo dire; si era sentito bene, apprezzato, e lui non aveva mai provato quella sensazione. Non voleva perderlo.
“Ho… ho ricevuto una chiamata mentre eri sotto la doccia, sai, dall’orologio. È apparso un ologramma e mi ha spiegato cosa fare.”
Blaine ascoltò con attenzione tutto il racconto mentre il suo cuore moriva parola dopo parola. Era assurdo, ma per qualche ragione Blaine era una persona estremamente fiduciosa ed aveva sperato fino all’ultimo che ciò che avevano cominciato non finisse. Forse, egoisticamente, sperava che addirittura Kurt non tornasse mai indietro. Eppure la realtà era arrivata ed era stata più veloce di un fulmine.
“Non voglio andarmene Blaine… non voglio lasciarti…” mormorò, aggrappandosi a lui, abbracciandolo stretto quasi senza pensare che l’altro era seminudo. Ma non aveva alcuna importanza, non di fronte a quella notizia così forte per l’esistenza di entrambi.
Blaine lo strinse a sua volta, lo strinse forte forse come non aveva mai fatto. Riflettendoci, non conosceva Kurt da troppo tempo, ma era entrato nella sua vita in modo quasi invadente, anche se in modo positivo.
Gli baciò la fronte, e poi scese alle labbra, così morbide e calde. Si ricordò di colpo della sensazione che provò la prima volta che lo baciò ed il suo stomaco si scaldò di nuovo, come ogni volta.
“I-ieri sera… hai detto che mi amavi… prima di dormire…” mugolò Kurt, sull’orlo delle lacrime e guardando Blaine quasi implorante, “è… è vero? Tu mi ami?”
Blaine sorrise, un po’ per la sua stupidaggine di saper sempre rovinare le cose – aveva pensato un sacco di volte in che occasione dire ‘ti amo’ non s’immaginava di certo un contesto del genere, - un po’ perché Kurt implorante era la cosa più carina che avesse mai visto sulla terra ed ormai non si accorgeva nemmeno più di aver davanti un umano evoluto e di un’altra era.
“Sì… sì che ti amo. La cosa ti stupisce?” chiese, bonariamente.
Il cuore di Kurt si sollevò, quasi, e pensò che niente di meglio poteva succedere nella sua vita, che forse era destino che lui e Blaine s’incontrassero, che il suo viaggio sulla Terra andasse male, era destino ogni cosa. Anche se era piuttosto crudele che, chiunque ci fosse lassù, non appena gli dava qualcosa glielo ritogliesse quasi immediatamente.
“N-no…” rispose Kurt, con il nodo in gola, semplicemente perché, in effetti, avrebbe dovuto capirlo; Blaine faceva ogni cosa per lui, Blaine non lo aveva mai lasciato, neanche quando gli aveva mentito, neanche quando avrebbe avuto tutto il diritto di abbandonarlo per la strada. Blaine lo aveva accolto tra le sue braccia, lo aveva accudito, lo aveva tenuto con sé e lo aveva amato come poche altre persone avevano fatto prima. E quindi Kurt non aveva dubbi, si amavano e sì, lui lo amava a sua volta, lo amava tantissimo e sentiva il bisogno di comunicarglielo in qualche modo.
“Blaine… voglio fare l’amore con te prima di andare via. Voglio che possa unirmi a te definitivamente… io… vorrei soltanto questo.”
L’altro annuì.
Blaine avrebbe fatto tutto con cura e questo Kurt lo sapeva; lo avrebbe spogliato piano, toccato con gentilezza, si sarebbe preoccupato di non fargli male e gli avrebbe dato tanti baci. Le sue labbra erano fantastiche e lui le amava.
Soltanto quando Kurt si trovò nudo di fronte a lui provando una punta d’imbarazzo capì che tutto ciò era reale, che stavano facendo davvero l’amore e che, cavolo, era tutto così perfetto. Se non altro perché davanti aveva la sua persona perfetta ed anche se Kurt non aveva mai creduto nelle anime gemelle forse non era tardi per cominciare.

Blaine non poteva che pensare lo stesso, ed anche mentre entrò dentro Kurt per la prima volta - dentro qualcuno per la prima volta, - sentì una connessione inaudita, una scarica allo stomaco che attraversò tutto il suo corpo, una mole di emozione che era sicuro di non aver mai provato prima. Ed era semplicemente bellissima.

Si accasciarono sul letto con le mani intrecciate e le labbra vicine. L’idea di lasciarsi, in quel momento, era ben lontana dalle loro menti.

*

Blaine accompagnò Kurt al parco, proprio come gli era stato chiesto nel messaggio elettronico arrivato a quest’ultimo.
“Magari non verranno…” disse Kurt, con tono speranzoso. Blaine non sembrava essere dello stesso parere.
“Vorrei poterti dare ragione.”
A ben guardarlo, Blaine pensò che Kurt fosse tornato ad essere come quando lo aveva trovato, quella tuta gli dava un’aria estranea rispetto agli abiti molto chic che aveva preso ad indossare solitamente. Il cuore gli si strinse, perché nonostante all’apparenza potesse sembrare quella sorta di ‘alieno’ che gli rivolgeva a stento la parola, sotto quella tuta stretta c’era la persona che aveva appena cominciato ad amare.
Tra i due ci fu un lungo ed intenso sguardo, fatto di parole e paure, fatto di ricordi forse, di ogni momento trascorso assieme e di ogni piccola lite. Era straordinario come in poco tempo ci si potesse render conto di esser innamorati di qualcuno, più innamorati di persone che si conoscono da una vita. Era straordinario pensare come il proprio destino potesse esser cambiato da un solo evento e come quell’evento potesse avere una forma, un volto, un corpo.
Blaine non aveva mai creduto possibile che l’evento più sconvolgente della sua vita sarebbe stato proprio quel ragazzo, proprio la persona di cui si sarebbe innamorato; d’altronde, forse forse, lui non aveva mai smesso davvero di credere nell’amore e la sua tenacia lo aveva ricompensato.
Afferrò la mano di Kurt e la strinse, chiudendo gli occhi per qualche attimo e provando solo ad ascoltare ciò che c’era intorno a loro, più in là dei propri respiri e più in là del fruscio delle foglie.
“Cosa stai facendo?” chiese Kurt, guardandolo stranito.
“Ascolto.”
“Cosa? C’è silenzio.”
Blaine non rispose alla sua affermazione poiché neanche lui sapeva precisamente cosa stesse ascoltando, tuttavia lo stava facendo. Forse era in una sorta di meditazione, forse stava cercando il modo migliore per godersi gli ultimi attimi, - o le ultime ore, chi poteva saperlo? – in sua compagnia.
“Canta Kurt, ti prego…” sussurrò Blaine.
L’altro lo guardò stranito ed il cuore gli si strinse nel petto.
“La prima volta che ho sentito la tua voce è stato mentre cantavi, mi piacerebbe se tu lo facessi anche adesso.”
Kurt annuì e cominciò a cantare.


“No matter how I try
I know that I’ll never find
Someone that I love like you
I’ll push them all away
But I cannot seem to find
Someone that I love like you,”*



Blaine rimase ad ascoltare la sua voce, così melodica e delicata ed aprì gli occhi per osservarlo; mentre Kurt cantava sembrava essere in pace con il mondo, sembrava che la sua sfera vitale fosse totalmente intoccabile e perpetua ed era una sensazione che alleggeriva terribilmente il cuore di Blaine.
Fu con una specie di fruscio e un bagliore proveniente dalle loro spalle che la melodia di Kurt fu interrotta all’improvviso.
Entrambi si voltarono ed una donna, affiancata da quello che sembrava un uomo, apparvero dal nulla. La prima aveva i capelli biondi legati in una lunghissima coda che le arrivava fino alla vita ed indossava una tuta molto simile a quella di Kurt, che delineava ogni sua curva e forma. L’altro uomo – anche se Blaine non riuscì subito ad identificarlo come tale, tanto che erano dolci i suoi lineamenti, - indossava una tuta nera con dei simboli rossi, forse indicava un suo grado d’importanza o il dipartimento lavorativo a cui apparteneva.
“Kurt Hummel, giusto?” chiese la donna, avvicinandosi a lui con passo leggero. Blaine rimase incantato a guardarla.
“Sì,” rispose Kurt, non troppo sicuro ed aggrappandosi al braccio di Blaine,
“Sono l’agente 0527. Deve venire con noi. Siamo riusciti a rintracciarla grazie al bracciale che le ha dato suo fratello, ma non è stato affatto facile. Deve sapere che ha avuto molta fortuna, ha rischiato di creare una spaccatura temporale e di creare divergenze di non poca rilevanza. Il suo avventurarsi nel tempo è stata una mossa rischiosa,” disse la donna, con aria composta anche se la sua voce riusciva a gelare il sangue. Spostò i suoi occhi vitrei e freddi su Blaine, il quale s’irrigidì di colpo.
“Tu devi essere colui che se ne è preso cura…”
“Blaine Anderson, signora.”
La donna lo squadrò e camminò verso di lui, guardandolo con aria sospettosa.
“Perché… perché non hai provato ad avvertire nessuno? Perché non hai detto a nessuno della tua scoperta? Scoprire l’esistenza di più dimensioni cambia ciò che l’umanità ha saputo fino ad oggi. Potresti diventare una grande persona, saresti ricco. Eppure non hai neanche accennato a nessun altro tutto ciò. La mia domanda è… perché? Avrebbero preso Kurt, avrebbero studiato su di lui.”
Blaine rimase di stucco dalle parole dette dalla donna, che continuava a guardarlo con sospetto. Boccheggiò un paio di volte ed afferrò di nuovo la mano di Kurt.
“Perché non è questo che m’interessa.”
“Mh. Ma ora sulle tue spalle grava un segreto molto più grande di quanto tu possa immaginare. Possiamo augurarci che tu non lo divulgherai neanche in futuro. Purtroppo non posso cancellarti la memoria, è necessario che tu ricordi questi eventi, ma è altrettanto necessario che tu li mantenga segreti e se non puoi farlo per noi, direi che puoi farlo almeno per lui…” disse, guardando le mani di Kurt e Blaine, e poi spostando lo sguardo soltanto su Kurt.
“Questo è certo.” Rispose seccamente.
“Bene. Allora direi di non indugiare un minuto di più. Dobbiamo tornare indietro prima che si chiudano i portali di materializzazione.”
Kurt chinò il capo ed annuì senza dire una parola ma soltanto traendo Blaine a sé ed abbracciandolo, stringendolo forte, mentre delle lacrime cominciavano a solcare il suo volto ormai accaldato.
“Non-non voglio andare…” si lamentò, contro il suo collo.
“Non voglio che tu vada, ma devi, Kurt. È così… è così che deve andare.”
“Mi dimenticherai… mi dimenticherai vero?” Kurt si strusciò le mani contro gli occhi, senza accorgersi che anche Blaine stava piangendo e che stava cercando disperatamente di trovare la voce.
Non si erano mai sentiti più tristi in vita loro. Perché non era una distanza colmabile, non era una distanza che si poteva riassumere in una unità di misura, era una distanza stellare, era una distanza esageratamente grande. Gigantesca.
Blaine gli prese le mani e le strinse, e si specchiò per l’ultima volta nei suoi meravigliosi e chiarissimi occhi azzurri.
“Non posso dimenticarti,” sussurrò, poco prima di trarlo a sé per baciarlo un’ultima volta.
“Dobbiamo andare.” Disse l’uomo, con le braccia intrecciate ed osservando severamente i due ragazzi.
“T-ti cercherò okay? Ti cercherò… là,” gli disse Kurt, con voce rotta dal pianto.
“In un’altra vita?” chiese Blaine, cercando di trovare un minimo di conforto in quelle parole, anche se non lo erano poi molto.
“In un’altra vita.” Confermò, buttandosi al suo collo un’altra volta per poi staccarsi.
“Ma non è un addio.”
“No. Non lo è…” rispose, piano, chiudendo gli occhi azzurri e sorridendogli per poi tendere la mano verso di lui, come un ultimo saluto.
I due agenti si misero ai lati di Kurt e lo presero per le braccia, la donna compose un numero su una specie di palmare e, quasi con un battito di ciglia, le tre figure scomparvero dalla vista di Blaine.
Il parco era tornato ad essere completamente silenzioso.

“Ci rivedremo… io lo so.” Sussurrò Blaine, a se stesso, alzando poi gli occhi al cielo.
Per la seconda volta in poco tempo, Blaine vide una stella cadente ed espresse il suo secondo desiderio.

“Voglio passare il resto della mia vita al suo fianco.”


Note di fine capitolo:
Se siete arrivati fin qui e non volete uccidermi: ne sono contenta.

La canzone cantata da Kurt è dei One Republic “All The Right Moves” che potete sentire qui; *QUI*
Come ho detto qualche capitolo fa, ci sarebbe stata una specie di "fine prima parte" dovete sapere che questa fic è stata scritta in blocco fino a questo capitolo e giusto adesso sto scrivendo gli altri. Ovviamente la fic non è finita (ci mancherebbe) ma dai prossimi capitoli cercherò di descrivere un po' anche il mondo di Kurt, cos'è successo nel corso degli anni, i rapporti tra i personaggi nella sua era ed ovviamente come se la caveranno Kurt e Blaine per restare assieme in qualche modo... ma non posso dirvi di più.
Per un po', dovrete navigare nell'angst ma posso assicurarvi un lieto fine, anche se la storia andrà avanti ancora per un po'.
Visto che sto scrivendo ancora i nuovi capitoli, penso di aggiornare ancora di venerdì ma è probabile che alcune volte slitti di un giorno o magari anticipi, non lo so! Ma non vi lascerò a bocca asciutta.
Nel caso v'interessasse avere qualche news, vi invito sempre a raggiungermi sulla mia pagina FB *QUI* come sempre vi invito a lasciarmi una recensione nel caso voleste! E se avete qualche curiosità o perplessità potete scrivermi anche in privato! Sono sempre disponibile per parlare con i lettori!
Inoltre, notizia diversa ma non meno importante, volevo mostrarvi il disegno fatto da una mia amica, Stephanie, per il secondo capitolo della fic, potete trovarlo qua: http://chibielen-chan.deviantart.com/art/In-The-Park-In-Another-Life-283470308 :3, non è stupendo?!
Alla prossima,
Flan
   
 
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