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Autore: UltravioletBliss    13/02/2012    1 recensioni
Prima storia originale, che narra le vicende di Aurora, la ragazza della mia precedente shot "Aurora Sogna".
Aurora è incinta di un ragazzo che non c'è più, che la protegge da lassù.
Diciassette anni e mille progetti, si ritroverà davanti a una scelta: abortire e vivere la sua vita oppure tenere il bambino ed avere un ricordo concreto del suo unico grande amore, al caro prezzo di dire addio a tutte le emozioni della sua giovane età?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Aurora Sogna.'
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Il respiro di Aurora ridivenne naturale, mentre era allungata sotto il lenzuolo del suo letto.
Fare l'amore con Filippo era stata l'emozione più bella che avesse mai provato. In quel momento giaceva vicino a lei, e l'osservava preso dai suoi movimenti.
-Sai che non avevo mai notato il tuo neo sopra le labbra?
-Davvero? Eppure ce l'ho da sempre.
-Ecco, mi serviva fare l'amore con te per accorgermene- sorrise lui, mentre lei scherzosamente gli tirava un buffetto.
-Cretino!
-Hahaha, eddai scherzavo! L'avevo notato prima che ti spogliassi.
Aurora sbuffò, tirando un altro innocuo buffetto verso Filippo.
-Doppiamente cretino!
-Dai non ti arrabbiare amore!
Aurora scattò improvissamente all'indietro.
-Cosa hai detto?
-Di non arrabbiarti.
-No, prima..
-Ahhhhhhhh, beh ho detto la parolina con la a!- rise Filippo, aspettandosi comunque la reazione della ragazza.
Aurora, dal canto suo, aveva voglia di giocare.
-Quindi mi ami, mister 'non voglio relazioni stabili'?- chiese maliziosa.
-Perché tu no?- rispose sorridendo Filippo.
-Mmmm, forse.
-Forse?
-Forse.. Ti amo più di te.
Risero insieme, abbracciandosi e baciandosi completamente vulnerabili, ignari che qualcosa stava per sconvolgere la loro realtà.





-Allora ti chiamo quando arrivo.
Filippo si stava allacciando il casco, in sella alla sua Yamaha rossa.
-Va bene, ma non te lo dimenticare, che sennò sto in pensiero.
-Tranquilla. Ci vediamo domani amore mio.- disse lui, baciando dolcemente Aurora. Quel bacio durò una vita, ma quando si staccarono sembravano ancora non soddisfatti.
-Ciao Filì, a domani- salutò lei, mantenendo comunque quel briciolo di acidità che la distingueva dalle altre ragazze.
Sgasando, Filippo partì, mentre Aurora lo seguiva con lo sguardo, ancora fresca d'amore.


Erano le due. Aurora si svegliò di soprassalto, alzandosi da quelle lenzuole dove poche ore prima aveva consumato il suo primo amore.
Accese la luce, e controllò il cellulare. Nessuna chiamata.
Che fine aveva fatto Filippo?
Sola, decise di uscire per fumare una sigaretta, tanto il paese era piccolo e si conoscevano tutti, non c'era alcun rischio ad uscire a tarda ora.
"Magari passo sotto casa di Filippo" pensò, cacciando l'accendino dalla sacca colorata.
Persa nei suoi pensieri, vide in lontananza una luce arancione e tante macchine intorno. Buttò la sigaretta e, presa dall'ansia, si mise a correre.
La luce era sempre più vicina e lei correva, correva, fino a che non sbattè un piede contro qualcosa.
Un casco.
Il casco.
Iniziando a tremare, si avvicinò alla luce arancione.
Un carro attrezzi stava portando via le lamiere di una macchina. E le lamiere di una moto, rossa.
-NO!- urlò Aurora, correndo in cerca di Filippo.
Non vedendolo, domandò a un dipendente della Croce Rossa, nascosta dal carro attrezzi, se avessero portato un ragazzo moro, riccio, sui vent'anni, in ospedale.
L'infermiere sbiancò e, amareggiato, indicò un punto della strada.
Un lenzuolo bianco copriva qualcosa.
Correndo, Aurora si diresse verso il cipiglio in cui era poggiato e, una volta giunta, lo scoprì.
Un singhiozzo, un pugno, un urlo.
Sembrava che Filippo dormisse, il suo viso era angelico, gli angoli della bocca sminuiti quasi a voler sorridere.
-NO, FILIPPO, NO! SONO QUA, SVEGLIATI TI PREGO, DOBBIAMO ANDARE A CASA, SVEGLIATI!- urlava, non rendendosi conto neanche che il padre di Filippo le si era avvicinato e l'aveva abbracciata, cercando di proteggerla da quella visione.
Tutto in quel momento le sembrò irreale, perché Filippo non poteva essersene andato, no, la stava prendendo in giro, si sarebbe svegliato da un momento all'altro e l'avrebbe spaventata, lo sapeva.
Ma Filippo non si mosse.
Aurora, con il viso completamente dalle lacrime, strinse la sua mano in un gesto automatico.
Quella mano che solo poche ore prima le aveva donato tutto l'amore del mondo, ora era fredda, quasi gelida.
-Filippo...- stremata, iniziò a sussurrare, accasciandosi accanto al corpo morto del suo ragazzo.
-Aurora..- la mamma di Filippo, Clelia, con il viso rosso e gli occhi gonfi, si avvicinò a lei, accarezzandole la testa. Nonostante avesse perso suo figlio, aveva deciso di consolare quella che pensava fosse la fidanzata del suo bambino, mentre era sotto shock.
-Clelia, dimmi che non è vero, dimmi...che dorme...ti prego.
Clelia scoppiò di nuovo a piangere, abbracciando Aurora. Clelia e sua mamma erano molto amiche, e per lei era come una figlia.
-Filippo, io ti amo, non lasciarmi, avevi detto che non mi avresti mai abbandonato...
Ma Filippo non c'era più. L'aveva abbandonata, e per sempre.






Piango.
Sul serio. Per la prima volta non mi interessa di non avere recensioni, sto scrivendo per me, e anche se ovviamente mi fanno piacere le recensioni, non smetterò di scrivere solo perché non ne ho, come fanno molti autori su questo sito.
Scrivere è prima di tutto per se stessi, poi per gli altri.
Comunque piango, e ho la pelle d'oca, nonostante sia una mia creazione.
Spero però, nonostante tutto, che vi piaccia.
Notte.
UltravioletBliss



  
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