Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Carolus_Draken    13/02/2012    1 recensioni
Un uomo con un sogno: trasformare il calcio in qualcosa di ordinato, di simmetrico, in un’armonia celeste senza alcuna stonatura.
Un altro uomo, con un altro sogno: riportare indietro il vero calcio, il calcio libero, passionale, incostante, una sinfonia con continui cambi di tono, alterazioni, anche stonature. Un torneo di calcio, che avrebbe portato la squadra vincitrice sul tetto del Giappone, e avrebbe stabilito il vincitore nell’eterna lotta tra Caos e Armonia.
Una squadra, seguace del vero calcio, che combatte contro l’Armonia.
Due ragazzi, ciascuno lacerato dal grande conflitto tra Caos e Armonia, ciascuno costretto a combattere contro l’altro, ciascuno una stonatura nell’Armonia dell’altro.
Dolore, sofferenza, amicizia, gioia, passati disperati e sinfonie tormentate, anime lacerate, cuori infranti, strumenti musicali, un’isola misteriosa, vecchi amici che diventano nemici, e viceversa.
E il simbolo di questa lotta, anzi, l’arma di questa lotta, un’arma che rotola su un verde campo d’erba, portando in sé il canto di migliaia d’appassionati, e il grido di coloro che combattono, ciascuno per il suo ideale, ciascuno per la gloria. Perché ogni cosa comincia, e finisce, con un pallone da calcio.
Genere: Drammatico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo III: L’Impero

Personaggi: Yamato Shinkami (OC), Mikado Haruma, Ryuuzaki Ouji


Un ringraziamento speciale a Claire Knight, Ever_Crazy, e FujiyamaNoKisetsu per aver recensito (le prime due) e avermi messo negli autori preferiti (l'ultima)

Carolus: Accidenti! Stupida nonna! * Tira oggetti a random *

BF: Ahem … Scusatela, ma è da una settimana che aspetta il voto dell’Esame di Chimica … e tra tre giorni dovrebbe fare l’orale

Carolus: Ma io la squarto, la maciullo, la sviscero, la …

BF: D’accordo … * Tappa la bocca a Carolus con il Magiscotch * Andiamo avanti: a tutti i lettori … o meglio, agli inesistenti/pochi lettori, ecco il terzo capitolo della Fic, che, secondo Carolus, sta per entrare nel vivo! Seee, come no!

Carolus: * Colpisce BF con il libro di Chimica, 1000 pagine di sapere *

BF: Ahio! E’ la verità, cara mia … comunque, Carolus ringrazia personalmente gli utenti Claire Knight e Ever_Crazy, che hanno recensito la storia, e tutti gli eventuali lettori silenziosi. Nella speranza che il capitolo vi piaccia … Disclaimer!

Kidou: Eccomi … Se Carolus possedesse i diritti d’Inazuma Eleven e Inazuma Eleven GO, quest’ultima sarebbe già stata trasmessa in Italia. Poiché non è così, se ne deduce che Carolus non possiede in alcun modo i diritti su tutto ciò che è in qualche modo collegato a Inazuma Eleven ….

BF: Sei un tipo strano, sai … Ad ogni modo, buona lettura!



Location:
Tokyo, periferia Settentrionale (15 Novembre)

Era molto raro vedere nella cosmopolita e moderna Tokyo edifici trascurati, o peggio, abbandonati, e quindi sprecati. No, Tokyo era la città dai grattacieli lucenti, dalle insegne luminose, dagli uffici lustri e brillanti, la più grande metropoli del mondo. Tuttavia, ogni metropoli, anche la più benestante, ha le sue ombre, e la mondiale capitale giapponese non faceva eccezione. Bastava raggiungere una delle numerose periferie, che s’allargavano a ventaglio intorno la città, senza controllo, senza freni, per trovare innegabili i segni della decadenza, della povertà: case fatiscenti, magazzini abbandonati, strade piene di sporcizia, vetrate sfondate. Era questa decadenza l’altra faccia di Tokyo, il volto celato e soppresso di una città simbolo di uno Stato che era proiettato verso la ricchezza, verso il futuro, verso la modernità, verso la globalizzazione senza scrupoli e incontrollata. Un volto che mai era nominato, nemmeno accennato, tanto che erano in pochi a conoscerne l’esistenza, e ancor meno erano quelli che cercavano di fare qualcosa per quelle povere persone costrette a vivere nell’indigenza. Queste persone erano ben consce della loro condizione, ben consce di essere il rigetto di una società che elogiava il forte e il ricco e non aveva pietà per i deboli, quei deboli investiti e trascinati via dalla corrente frenetica e inarrestabile del progresso, della crescita. Tuttavia, erano impotenti, incapaci di cambiare la loro condizione, preda del destino avverso, sconfitte dalla vita, perché coloro che cercavano di combattere le ingiustizie del fato e della società finivano per strada, ridotti a rubacchiare per sopravvivere, oppure in galera, oppure ancora erano coinvolti nello spaccio, nel traffico illegale, nelle associazioni mafiose che anche in Giappone prosperavano. Le povere periferie, infatti, erano il luogo ideale per reclutare nuovi membri, persone disposte a tutto pur di avere un pezzo di pane, e così non era affatto insolito vedere, agli angoli delle strade, losche persone che approcciavano i passanti, promettendogli il cielo, in realtà affondandoli nella terra. Bersagli preferiti di questi “reclutatori” erano soprattutto i ragazzi, ancora malleabili, ancora ribelli, ancora combattivi, ragazzi cui veniva messa in mano una pistola con l’ordine di uccidere, o essere uccisi.

Ciononostante, i “reclutatori” della mafia non figuravano nemmeno in fondo ai pensieri del ragazzo che, le mani in tasca, camminava lungo una delle sporche strade della periferia settentrionale di Tokyo. La lucida divisa nera, sulla quale spiccava dorato lo stemma della prestigiosa Toho Gakuen, una lira circondata da foglie d’alloro, etichettava il giovane come membro dell’elite studentesca della metropoli: un succulento obiettivo per i “reclutatori”, un riscatto sonante, ma il foulard rosso legato al braccio destro era un segno inequivocabile: significava che il ragazzo era un inviato speciale del Quinto Settore, l’organizzazione che controllava il mondo del calcio giovanile, e che quindi era un “Intoccabile”. Se anche così non fosse stato, comunque, qualcosa nell’aura che circondava il giovane avrebbe fatto desistere i malintenzionati: era forse la sua freddezza, la sua impassibilità davanti a tanta miseria, il suo sguardo gelido, deciso, ma al contempo sofferente, o forse era la nebbia che copriva le strade, nebbia che, in qualche modo strano, pareva addensarsi intorno al suo corpo, come uno scudo protettivo. Qualunque cosa fosse, i “reclutatori” facevano ala al suo passaggio, e i poveri delle baracche distoglievano spaventati lo sguardo dalla sua sagoma evanescente.

Ignaro delle emozioni che suscitava alle persone intorno a sé, Yamato Shinkami, SEED del Quinto Settore, studente alla Toho Gakuen, e ragazzo molto turbato, camminava deciso sul ciglio della strada, tenendo lo sguardo chino sui suoi passi, ignorando la miseria che lo circondava, poiché altri erano i funesti pensieri che occupavano la sua mente, in quel momento. Tuttavia, quando vide un lacero bambino tirare un calcio a un pallone scucito e fatto di stracci, non poté fare a meno di paragonarsi a quel piccolo: entrambi rifiutati, entrambi sconfitti da un mondo che andava troppo veloce, entrambi impotenti davanti alla loro condizione, entrambi preda di un destino avverso. C’era, tuttavia, un’importante differenza: mentre il volto del piccolo rifletteva ancora la speranza, la fede in un futuro migliore, Yamato Shinkami si era arreso, e ora, rassegnatosi al suo destino, andava avanti, una marionetta non più padrone della sua vita. Si era arreso, Yamato, aveva rinunciato a combattere, a lottare per ciò che riteneva giusto, e per questo motivo si disprezzava con tutte le sue forze: quanto invidiava quello spensierato bambino, capace di sorridere comunque alla vita, oppure Makoto, così semplice, ingenuo, e leale!

Tuttavia, non era quello il momento adatto per auto commiserarsi, poiché Shinkami era giunto nella decadente periferia settentrionale di Tokyo per compiere un’importante missione per conto del Quinto Settore, un incarico affidatogli dal Santo Imperatore in persona: un uomo che era meglio non deludere. Era un uomo molto strano, il Santo Imperatore: calmo, i suoi occhi scuri parevano trapassarti da parte a parte, guardarti dentro, e la sua pacatezza era snervante, ma al contempo spaventosa. Tutti temevano Ishido Shuuji, apparentemente senza motivo, e nessuno mai contraddiceva il suo volere. Per i SEED del Quinto Settore, in particolare, la parola di Ishido-Sama era legge, e quello era il motivo della presenza di Yamato nella periferia settentrionale di Tokyo, alle 15 di pomeriggio, immerso nella nebbia.



Flashback:
Toho Gakuen, 15 Novembre, 13.00

Le lezioni erano appena finite, e Yamato e Makoto si trovavano nella loro camera. Il primo stava preparandosi per raggiungere la Rikugun Gakuen: una grossa borsa nera e grigia attendeva ai piedi del suo letto, chiusa, mentre il suo proprietario guardava fuori dalla finestra il parco nebbioso, pensieroso. Il secondo occupante della stanza, invece, continuava a mordersi le labbra, riflettendo sul da farsi: poteva impedire a Shinkami d’andare, ma quell’azione avrebbe significato probabilmente guai per la Toho. D’altro canto, Yamato non gli avrebbe mai permesso d’accompagnarlo …

L’intensa riflessione di Dorama fu interrotta dal penetrante squillo di un cellulare. Il robusto ragazzo guardò verso l’albino, che lentamente tirò fuori il telefonino dalla tasca della divisa, e corrugò le sopracciglia quando lesse il chiamante. Tuttavia, rispose: << Ishido-Sama? >>, si limitò a dire, e sentendo quel nome Makoto balzò in piedi, trattenendo a fatica l’impulso di strappare il cellulare dalle mani dell’amico e gettarlo fuori dalla finestra. << Signore, ne è sicuro? >>, disse ancora l’albino, una nota d’incertezza e stupore nella voce altrimenti inespressiva, inarcando le bianche sopracciglia. << Certo, comprendo. Come lei ordina >>, disse il giovane SEED, e la chiamata si chiuse. Yamato rimase ancora per un istante immobile, mantenendo il volto accigliato, segno che stava riflettendo intensamente. << Allora? Che diamine ti ha detto di fare? >>, esclamò improvvisamente Dorama, impaziente. Shinkami lo guardò, poi scrollò le spalle: << Recapitare un messaggio >>, si limitò a dire, freddo come sempre. << Un messaggio? Ma … >>, iniziò il robusto ragazzo, ma Yamato lo bloccò, posandogli una mano sulla spalla e guardandolo rassicurante, ma senza dire nulla. Dallo sguardo dell’amico, tuttavia, Dorama capì che ormai aveva deciso, così, seppur a malincuore, annuì, tornando a sedersi sul letto, che cigolò, mentre l’albino usciva dalla stanza, senza più rivolgere la sua attenzione sull’amico.



Location:
Tokyo, vecchio magazzino abbandonato in periferia (15 Novembre)

Ripensando al dialogo avuto per telefono con il Santo Imperatore, di nuovo Yamato si chiese cosa significava esattamente il messaggio che era incaricato di portare, e perché Ishido-Sama avesse voluto ignorare un fallimento così palese e pericoloso. Poi, una volta giunto davanti a un vecchio magazzino fatiscente, l’albino si disse che non spettava certo a lui, semplice messaggero, discutere le decisioni del Santo Imperatore. Così, senza più porsi domande, entrò nel magazzino, e innaturalmente la nebbia in qualche modo lo seguì, avvolgendo sempre il suo corpo. L’interno del magazzino era deserto: non c’era nulla, se non alcuni vecchi scatoloni addossati contro la parete in fondo, e una balconata che correva sopra gli scatoloni. Su uno di questi, stava seduto un magro ragazzo: lunghi capelli bianchi scendevano fin oltre le spalle, e coprivano uno dei due occhi viola, il sinistro. Il suo sguardo era irritato, e i suoi occhi si strinsero quando Yamato fece la sua comparsa. Invece il suo compagno, appoggiato agli scatoloni, si mise dritto, ma anche il suo volto era accigliato, mentre osservava Shinkami avvicinarsi. Robusto, con due cicatrici sul volto, corti capelli grigio-azzurri acconciati in modo tale da ricordare vagamente una corona, occhi chiari, il ragazzo era Mikado Haruma, SEED del Quinto Settore e capitano della Teikoku Gakuen; il suo compagno, invece, era Ryuuzaki Ouji, anch’egli SEED, anch’egli giocatore della Teikoku Gakuen.

Subito dopo la sconfitta contro la Raimon, i quattro SEED che giocavano sotto il comando di Kidou Yuuto erano stati contattati dal Quinto Settore, che gli aveva ordinato di presentarsi in quel luogo, proprio quel giorno. Tuttavia, appena dopo la chiamata, il Comandante aveva fatto loro un appassionato discorso: un discorso che aveva scosso nel profondo i quattro SEED, e le loro credenze; un discorso che parlava di un modo di giocare a calcio diverso. Aveva poi aggiunto che la Teikoku Gakuen sarebbe sempre stata aperta per coloro che volevano provare un tipo di calcio diverso, libero, fondato sul puro talento e sul lavoro di squadra, anche se, a dir la verità, Kidou Yuuto non aveva lasciato intendere di volersi staccare dal Quinto Settore. Le sue parole erano state tali da convincere due dei SEED della squadra, Asukaji Sakuya e Itsumi Kunihiko, che si erano, di fatto, schierati dalla parte del Comandante, qualunque essa fosse.

Così, solamente Ryuuzaki e Mikado avevano obbedito agli ordini del Santo Imperatore, e si erano presentati nel vecchio magazzino. Ora, i due SEED fissavano accigliati Yamato, ma, anche se non l’avrebbero mai ammesso, erano preoccupati, poiché, perdendo contro la Raimon, avevano fallito il compito loro assegnato da Ishido Shuuji. Shinkami notò questo loro disagio, e non poté fare a meno di sorridere brevemente, abbastanza per suscitare l’irata reazione di Ryuuzaki: << Stai forse ridendo di noi? >>, sbottò il difensore, alzandosi in piedi e muovendo minaccioso un passo in avanti. Mikado lo bloccò, posandogli una mano sulla spalla, poi si fece avanti, serio: << Qual è il messaggio del Santo Imperatore? >>, chiese, separando fisicamente Ouji e Shinkami. Il volto di quest’ultimo tornò impassibile, e la sua voce era fredda: << L’Imperatore ha espresso la sua volontà, e questo è il suo ordine: non lasciare la Teikoku Gakuen >>, disse Yamato, guardando ora il ragazzo negli occhi.

Fu Haruma il primo a distogliere lo sguardo, scambiando una rapida occhiata con il compagno di squadra, che sembrava ugualmente sorpreso. << Cosa vuoi dire? >>, sbottò bellicoso quest’ultimo, affiancandosi al suo capitano. I gelidi occhi di Shinkami si fissarono sul difensore: << Esattamente quello che ho detto. Gli ordini sono di restare alla Teikoku Gakuen >>, ripeté l’albino, incrociando le braccia sul petto. Ryuuzaki fraintese quel gesto, interpretando l’impassibile volto di Yamato come sprezzante, e di nuovo s’infervorò: << Pretendi forse di darci degli ordini? >>, esclamò, ma si rese immediatamente conto di aver esagerato quando gli occhi di Shinkami si strinsero, e lampeggiarono pericolosamente, mentre la nebbia attorno al suo corpo parve quasi addensarsi. Del resto, tutti i SEED impegnati nella Holy Road avevano sperimentato sulla propria pelle la forza dell’albino, e il suo grande potere. Sì, nella gerarchia del Quinto Settore, Yamato Shinkami era uno dei pochi giocatori ad occupare il gradino più alto. Eppure, Ryuuzaki non retrocedette, mostrando coraggio, oppure incoscienza. Di nuovo, tuttavia, Mikado si mise in mezzo: << Sono questi gli ordini dell’Imperatore? >>, chiese, controllando la voce.

Yamato lasciò cadere le spalle, contrattesi per la rabbia repressa, e recuperò il consueto contegno, osservando di nuovo il capitano della Teikoku Gakuen. Poi annuì: << Il Santo Imperatore ha ancora progetti per voi, nonostante il vostro … fallimento >>, disse il giovane, e nel sentirsi rinfacciare la partita persa contro la Raimon, Mikado strinse i pugni e digrignò i denti; tuttavia, la sua reazione non fu paragonabile a quella di Ryuuzaki, ragazzo molto orgoglioso, che si sentì punto sull’onore dalle parole dell’albino. << Ci hanno colto di sorpresa! E il Comandante … non ha fatto nulla per farci vincere! >>, esclamò bellicoso il difensore, mentre un’aura scura cominciava a circondare il suo magro corpo. Mikado notò il pericolo, ma Shinkami continuò, impassibile: << Solo sul campo potevate sconfiggere la Raimon Eleven, e non ne siete stati in grado >>, disse Yamato e, di nuovo, la nebbia iniziò ad infittirsi attorno al suo corpo, in modo non dissimile dall’aura di Ryuuzaki. Prima che Haruma, o Shinkami stesso, potessero fare o dire alcunché, la rabbia, la frustrazione, il timore di Ouji esplosero, e il suo Keshin, Ryuukichi Tedis, si manifestò: una figura umanoide, che indossava un’armatura verde acqua molto simile alla pelle di un drago; la creatura impugnava una lunga lancia, e il suo occhio viola brillava. L’energia emessa dal Keshin fu tale che Mikado dovette schermarsi il volto; Yamato, invece, rimase impassibile, e solamente un breve sbuffo tradì la sua irritazione, mentre la nebbia attorno al suo corpo iniziava a vorticare freneticamente, assumendo sempre più forma definita …

<< Adesso basta! Ryuuzaki, fermati ora! >>, esclamò all’improvviso Haruma, per la terza volta interponendosi tra i due contendenti. Il robusto ragazzo stava dando le spalle a Yamato, e guardava Ouji negli occhi, severo. << Mikado! >>, esclamò indignato il difensore della Teikoku,  ma il suo capitano lo interruppe: << Adesso calmati! >>, disse, e dopo qualche secondo, Ryuuzaki richiamò il suo Keshin, che scomparve. Il SEED respirò profondamente, mentre il compagno si voltava a fronteggiare Shinkami. La nebbia attorno al corpo del ragazzo si fermò, e Yamato annuì. << Per quanto sia difficile da accettare, Yamato-San ha ragione. Non ci sono scuse >>, disse piano Mikado, rivolto al compagno, che lo guardò incredulo per un momento, poi si morse il labbro, frustrato, ma non disse più nulla. Haruma annuì, poi guardò Shinkami, ora di nuovo calmo, negli occhi: << L’Imperatore non ha intenzione di fare nulla riguardo il nostro fallimento? >>, chiese, senza curarsi di nascondere il proprio scetticismo.

Di nuovo Yamato sorrise, alzando le spalle, ma nel suo sorriso non c’era traccia di scherno: << L’Imperatore ha fiducia. Voi? >>, chiese, con un tono di voce nettamente più … umano rispetto al precedente. Mikado scambiò una rapida occhiata a Ryuuzaki, che, seppur ancora irritato, annuì. Il capitano poi si volse verso l’inviato dell’Imperatore: << Seguiremo la volontà dell’Imperatore >>, disse, poi s’inchinò a Shinkami, che rimase impassibile, ma si limitò ad annuire: << Ora e sempre, a qualunque prezzo >>, mormorò, più a sé stesso che ai due giocatori della Teikoku. Il ragazzo poi ricambiò l’inchino, chinando appena il capo, e una gomitata di Mikado spinse il riluttante Ryuuzaki a fare lo stesso. Poi, la nebbia s’addensò attorno al corpo del giovane SEED, e l’ombra di una figura alata apparve, un gesto che fece accigliare nuovamente i due giocatori della Teikoku. Ma l’azione di Shinkami non era una minaccia: quando la nebbia avvolse gran parte del magazzino, e i contorni dell’ombra alle sue spalle divennero quasi nitidi, il ragazzo semplicemente scomparve con un leggero fruscio. Ryuuzaki e Mikado osservarono, stupiti, la nebbia scomparire, poi si scambiarono uno sguardo perplesso.

<< Esibizionista ... >>, disse improvvisamente una voce alla loro destra, e i due SEED si voltarono di scatto, pronti per un’aggressione. I loro occhi, tuttavia, si sgranarono per la sorpresa, quando videro colui che aveva parlato … Miyabino Reiichi, un ragazzo basso, dagli appuntiti capelli grigio-violetto, e due vispi occhi chiari, portiere della Teikoku Gakuen. Al suo fianco, stava Sakuma Jirou, Trainer della Teikoku Gakuen.   << Chi era quello? >>, chiese il portiere, osservando con interesse il punto dove il misterioso messaggero era sparito. Poi agitò una mano verso i due SEED, sorridendo, ma non disse nulla: evidentemente, Sakuma gli aveva suggerito di tacere, per evitare di irritare ancora di più il volubile Ryuuzaki. Quest’ultimo, infatti, scocco un’occhiataccia al suo compagno, che continuò a sorridere, mentre Mikado s’inchinò davanti al Trainer: << Signore … ha ascoltato ogni cosa? >>, chiese il SEED, e Sakuma annuì, senza dire nulla. Haruma attese, poi s’azzardò a guardare il volto del giovane, e rimase sorpreso nel vedere che sorrideva: un sorriso genuino. << Ogni cosa. Vi basti sapere questo, Mikado, Ryuuzaki: la Teikoku Gakuen è sempre aperta per voi >>, rispose Jirou, prevenendo in questo modo le domande dei due giocatori, che non insistettero.

Mikado guardò Ryuuzaki che, dopo un istante, annuì, al contempo rassegnato e sollevato per la piega che avevano preso gli eventi. Il capitano riportò il suo sguardo su Sakuma, che sorrideva amichevole, e s’inchinò nuovamente: << L’Imperatore desidera che noi rimaniamo, Sakuma-San>>, disse Haruma, provocando uno sbuffo da parte di Miyabino. Jirou lo guardò inarcando interrogativo le sopracciglia, e Reiichi sbuffò di nuovo: << Bè, se questi sono gli ordini … dovremo sopportare ancora questi due idioti>>, disse, ma sorrise ironico, porgendo la mano a Mikado che, dopo un attimo d’esitazione, la strinse. << Ryuuzaki? >>, chiese poi Sakuma, notando il silenzio del difensore. Quest’ultimo scrollò le spalle, poi strinse la mano a Miyabino, senza guardarlo: << Gli ordini sono gli ordini.  E avete bisogno di noi >>, disse, recuperando il consueto atteggiamento sprezzante. Il portiere, tuttavia, non se la prese, ma il suo sorriso s’allargò ancora di più, e anche Ouji lo imitò, seppur leggermente. Mikado posò di nuovo una mano sulla spalla del compagno, guardando il Trainer, che annuì, soddisfatto: << Bentornati tra noi, Ryuuzaki, Mikado. Vi aspetto in campo tra mezz’ora >>, disse poi, uscendo dalla porta. I tre giocatori lo guardarono, spiazzati, poi Miyabino scrollò le spalle, e Mikado aggiunse: << Meglio non far attendere la squadra >>, disse, e i tre compagni seguirono il loro allenatore, e il cuore dei due SEED era decisamente più leggero di quanto lo fosse mai stato dall’inizio della Holy Road, perché ora, finalmente, avrebbero potuto giocare senza doversi preoccupare del loro futuro.



Carolus
: * Sbuffa tirando oggetti a random *

BF: * Schiva una calcolatrice * Ahem … scusatela, ma ha scoperto ieri di avere l’esame orale domani … è abbastanza nervosa

Carolus: * Lancia la custodia (vuota) del violino *

Shindou: * Legge trepidante la Fic, poi sospira di sollievo * Sono ancora vivo …

BF: Certo, non sei ancora apparso! Nel prossimo, però …

Shindou: * Sospettoso * Tu sai qualcosa che io non so

BF: Ovvio! Sono o non sono il revisore/redattore? Comunque … l’irritata Carolus non è soddisfatta di questo capitolo, e non vuole spiegarmi il perché. Magari voi riuscite a capirlo, quindi …

Shindou: Leggete e recensite! * S’abbassa per schivare un cellulare * Alla prossima! Se saremo ancora vivi, s’intende 

 

Note dell’Autrice

Ok, non riesco a capire perché, ma non mi soddisfa, proprio no. Forse perché l’ho scritto con l’incazzatura per chimica, ma lasciamo perdere. In effetti è un po’ lungo, ma non mi sembrava il caso di spezzarlo a metà. Leggetelo, se volete (anche in due tempi …) e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!

Alcune note: Non so come sia veramente la periferia di Tokyo … a me però serviva un posto abbastanza squallido.

Ryuuzaki Ouji = SEED, difensore della Teikoku, numero 5

(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20111127154816/inazuma-eleven/images/f/fd/RyuuzakiOuji16HD.PNG)

Ryukishi Tedis = Keshin di Ryuuzaki Ouji

(http://images2.wikia.nocookie.net/__cb20110818020544/inazuma-eleven/images/3/33/Teikoku_GO_Keshin.png)

Mikado Haruma = SEED, attaccante e capitano della Teikoku, numero 10

(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20120205110547/inazuma-eleven/images/6/6b/Mikado17GOHD.PNG)

Miyabino Reiichi = portiere della Teikoku, numero 1

(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20110818014249/inazuma-eleven/images/e/e1/Miyabino_Reiichi.png)

Kidou Yuuto (nella storia) = Allenatore della Teikoku

(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20120104224956/inazuma-eleven/images/1/19/Kidou_GO_34.png)

Sakuma Jirou = Trainer della Teikoku

(http://images.wikia.com/inazuma-eleven/images/5/5f/Sakuma_Jirou_GO.png)

La Teikoku Gakuen in GO

(http://images.wikia.com/inazuma-eleven/images/7/7d/830px-2011081417272003c.jpg)

(http://images.wikia.com/inazuma-eleven/images/1/15/GO_015.jpg)

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Carolus_Draken