Capitolo
III: L’Impero
Personaggi:
Yamato
Shinkami (OC), Mikado Haruma,
Ryuuzaki Ouji
Un
ringraziamento speciale a Claire Knight, Ever_Crazy, e
FujiyamaNoKisetsu per aver recensito (le prime due) e avermi messo
negli autori preferiti (l'ultima)
Carolus:
Accidenti! Stupida nonna! * Tira oggetti a random *
BF:
Ahem
… Scusatela, ma è da
una settimana che aspetta il voto dell’Esame di Chimica
… e tra tre giorni dovrebbe
fare l’orale
Carolus:
Ma
io la squarto, la maciullo, la sviscero, la …
BF:
D’accordo … * Tappa la bocca a Carolus con il
Magiscotch * Andiamo avanti: a tutti i lettori … o meglio,
agli
inesistenti/pochi lettori, ecco il terzo capitolo della Fic, che,
secondo
Carolus, sta per entrare nel vivo! Seee, come no!
Carolus:
* Colpisce BF con il libro di Chimica, 1000 pagine
di sapere *
BF:
Ahio! E’ la verità, cara mia …
comunque, Carolus
ringrazia personalmente gli utenti Claire Knight e Ever_Crazy, che
hanno
recensito la storia, e tutti gli eventuali lettori silenziosi. Nella
speranza
che il capitolo vi piaccia … Disclaimer!
Kidou:
Eccomi … Se Carolus possedesse i diritti d’Inazuma
Eleven e Inazuma Eleven GO, quest’ultima sarebbe
già stata trasmessa in Italia.
Poiché non è così, se ne deduce che
Carolus non possiede in alcun modo i
diritti su tutto ciò che è in qualche modo
collegato a Inazuma Eleven ….
BF:
Sei un tipo strano, sai … Ad ogni modo, buona
lettura!
Location:
Tokyo,
periferia Settentrionale (15
Novembre)
Era
molto raro vedere nella cosmopolita e moderna
Tokyo edifici trascurati, o peggio, abbandonati, e quindi sprecati. No,
Tokyo
era la città dai grattacieli lucenti, dalle insegne
luminose, dagli uffici
lustri e brillanti, la più grande metropoli del mondo.
Tuttavia, ogni
metropoli, anche la più benestante, ha le sue ombre, e la
mondiale capitale
giapponese non faceva eccezione. Bastava raggiungere una delle numerose
periferie, che s’allargavano a ventaglio intorno la
città, senza controllo,
senza freni, per trovare innegabili i segni della decadenza, della
povertà:
case fatiscenti, magazzini abbandonati, strade piene di sporcizia,
vetrate
sfondate. Era questa decadenza l’altra faccia di Tokyo, il
volto celato e
soppresso di una città simbolo di uno Stato che era
proiettato verso la
ricchezza, verso il futuro, verso la modernità, verso la
globalizzazione senza
scrupoli e incontrollata. Un volto che mai era nominato, nemmeno
accennato,
tanto che erano in pochi a conoscerne l’esistenza, e ancor
meno erano quelli
che cercavano di fare qualcosa per quelle povere persone costrette a
vivere
nell’indigenza. Queste persone erano ben consce della loro
condizione, ben
consce di essere il rigetto di una società che elogiava il
forte e il ricco e
non aveva pietà per i deboli, quei deboli investiti e
trascinati via dalla
corrente frenetica e inarrestabile del progresso, della crescita.
Tuttavia,
erano impotenti, incapaci di cambiare la loro condizione, preda del
destino
avverso, sconfitte dalla vita, perché coloro che cercavano
di combattere le
ingiustizie del fato e della società finivano per strada,
ridotti a rubacchiare
per sopravvivere, oppure in galera, oppure ancora erano coinvolti nello
spaccio, nel traffico illegale, nelle associazioni mafiose che anche in
Giappone prosperavano. Le povere periferie, infatti, erano il luogo
ideale per
reclutare nuovi membri, persone disposte a tutto pur di avere un pezzo
di pane,
e così non era affatto insolito vedere, agli angoli delle
strade, losche
persone che approcciavano i passanti, promettendogli il cielo, in
realtà
affondandoli nella terra. Bersagli preferiti di questi
“reclutatori” erano
soprattutto i ragazzi, ancora malleabili, ancora ribelli, ancora
combattivi,
ragazzi cui veniva messa in mano una pistola con l’ordine di
uccidere, o essere
uccisi.
Ciononostante,
i “reclutatori” della mafia non
figuravano nemmeno in fondo ai pensieri del ragazzo che, le mani in
tasca,
camminava lungo una delle sporche strade della periferia settentrionale
di
Tokyo. La lucida divisa nera, sulla quale spiccava dorato lo stemma
della
prestigiosa Toho Gakuen, una lira circondata da foglie
d’alloro, etichettava il
giovane come membro dell’elite studentesca della metropoli:
un succulento
obiettivo per i “reclutatori”, un riscatto sonante,
ma il foulard rosso legato
al braccio destro era un segno inequivocabile: significava che il
ragazzo era
un inviato speciale del Quinto Settore, l’organizzazione che
controllava il
mondo del calcio giovanile, e che quindi era un
“Intoccabile”. Se anche così
non fosse stato, comunque, qualcosa nell’aura che circondava
il giovane avrebbe
fatto desistere i malintenzionati: era forse la sua freddezza, la sua
impassibilità davanti a tanta miseria, il suo sguardo
gelido, deciso, ma al
contempo sofferente, o forse era la nebbia che copriva le strade,
nebbia che,
in qualche modo strano, pareva addensarsi intorno al suo corpo, come
uno scudo
protettivo. Qualunque cosa fosse, i “reclutatori”
facevano ala al suo
passaggio, e i poveri delle baracche distoglievano spaventati lo
sguardo dalla
sua sagoma evanescente.
Ignaro
delle emozioni che suscitava alle persone
intorno a sé, Yamato Shinkami, SEED del Quinto Settore,
studente alla Toho
Gakuen, e ragazzo molto turbato, camminava deciso sul ciglio della
strada,
tenendo lo sguardo chino sui suoi passi, ignorando la miseria che lo
circondava, poiché altri erano i funesti pensieri che
occupavano la sua mente,
in quel momento. Tuttavia, quando vide un lacero bambino tirare un
calcio a un
pallone scucito e fatto di stracci, non poté fare a meno di
paragonarsi a quel
piccolo: entrambi rifiutati, entrambi sconfitti da un mondo che andava
troppo
veloce, entrambi impotenti davanti alla loro condizione, entrambi preda
di un
destino avverso. C’era, tuttavia, un’importante
differenza: mentre il volto del
piccolo rifletteva ancora la speranza, la fede in un futuro migliore,
Yamato
Shinkami si era arreso, e ora, rassegnatosi al suo destino, andava
avanti, una
marionetta non più padrone della sua vita. Si era arreso,
Yamato, aveva
rinunciato a combattere, a lottare per ciò che riteneva
giusto, e per questo
motivo si disprezzava con tutte le sue forze: quanto invidiava quello
spensierato bambino, capace di sorridere comunque alla vita, oppure
Makoto,
così semplice, ingenuo, e leale!
Tuttavia,
non era quello il momento adatto per auto commiserarsi,
poiché Shinkami era giunto nella decadente periferia
settentrionale di Tokyo
per compiere un’importante missione per conto del Quinto
Settore, un incarico
affidatogli dal Santo Imperatore in persona: un uomo che era meglio non
deludere. Era un uomo molto strano, il Santo Imperatore: calmo, i suoi
occhi
scuri parevano trapassarti da parte a parte, guardarti dentro, e la sua
pacatezza era snervante, ma al contempo spaventosa. Tutti temevano
Ishido
Shuuji, apparentemente senza motivo, e nessuno mai contraddiceva il suo
volere.
Per i SEED del Quinto Settore, in particolare, la parola di
Ishido-Sama era
legge, e quello era il motivo della presenza di Yamato nella periferia
settentrionale di Tokyo, alle 15 di pomeriggio, immerso nella nebbia.
Flashback: Toho
Gakuen, 15 Novembre, 13.00
Le
lezioni erano appena finite, e Yamato e Makoto si trovavano nella loro
camera. Il primo stava preparandosi per raggiungere la Rikugun Gakuen:
una
grossa borsa nera e grigia attendeva ai piedi del suo letto, chiusa,
mentre il
suo proprietario guardava fuori dalla finestra il parco nebbioso,
pensieroso.
Il secondo occupante della stanza, invece, continuava a mordersi le
labbra,
riflettendo sul da farsi: poteva impedire a Shinkami
d’andare, ma quell’azione
avrebbe significato probabilmente guai per la Toho. D’altro
canto, Yamato non
gli avrebbe mai permesso d’accompagnarlo …
L’intensa
riflessione di Dorama fu interrotta dal penetrante squillo di un
cellulare. Il robusto ragazzo guardò verso
l’albino, che lentamente tirò fuori
il telefonino dalla tasca della divisa, e corrugò le
sopracciglia quando lesse
il chiamante. Tuttavia, rispose: <<
Ishido-Sama? >>, si limitò a dire, e sentendo
quel nome Makoto
balzò in piedi, trattenendo a fatica l’impulso di
strappare il cellulare dalle
mani dell’amico e gettarlo fuori dalla finestra. <<
Signore, ne è sicuro? >>, disse ancora
l’albino, una nota
d’incertezza e stupore nella voce altrimenti inespressiva,
inarcando le bianche
sopracciglia. <<
Certo, comprendo. Come lei
ordina >>, disse il giovane SEED, e la chiamata si chiuse.
Yamato
rimase ancora per un istante immobile, mantenendo il volto accigliato,
segno
che stava riflettendo intensamente. <<
Allora? Che diamine ti ha detto di fare? >>,
esclamò
improvvisamente Dorama, impaziente. Shinkami lo guardò, poi
scrollò le spalle: <<
Recapitare un messaggio >>, si
limitò a dire, freddo come sempre. << Un
messaggio? Ma … >>, iniziò il
robusto ragazzo, ma Yamato lo
bloccò, posandogli una mano sulla spalla e guardandolo
rassicurante, ma senza
dire nulla. Dallo sguardo dell’amico, tuttavia, Dorama
capì che ormai aveva
deciso, così, seppur a malincuore, annuì,
tornando a sedersi sul letto, che
cigolò, mentre l’albino usciva dalla stanza, senza
più rivolgere la sua
attenzione sull’amico.
Location:
Tokyo,
vecchio magazzino abbandonato in
periferia (15 Novembre)
Ripensando
al dialogo avuto per telefono con il Santo
Imperatore, di nuovo Yamato si chiese cosa significava esattamente il
messaggio
che era incaricato di portare, e perché Ishido-Sama avesse
voluto ignorare un
fallimento così palese e pericoloso. Poi, una volta giunto
davanti a un vecchio
magazzino fatiscente, l’albino si disse che non spettava
certo a lui, semplice
messaggero, discutere le decisioni del Santo Imperatore.
Così, senza più porsi domande,
entrò nel magazzino, e
innaturalmente la nebbia in qualche modo lo seguì,
avvolgendo sempre il suo
corpo. L’interno del magazzino era deserto: non
c’era nulla, se non alcuni
vecchi scatoloni addossati contro la parete in fondo, e una balconata
che
correva sopra gli scatoloni. Su uno di questi, stava seduto un magro
ragazzo:
lunghi capelli bianchi scendevano fin oltre le spalle, e coprivano uno
dei due
occhi viola, il sinistro. Il suo sguardo era irritato, e i suoi occhi
si strinsero
quando Yamato fece la sua comparsa. Invece il suo compagno, appoggiato
agli
scatoloni, si mise dritto, ma anche il suo volto era accigliato, mentre
osservava Shinkami avvicinarsi. Robusto, con due cicatrici sul volto,
corti
capelli grigio-azzurri acconciati in modo tale da ricordare vagamente
una
corona, occhi chiari, il ragazzo era Mikado Haruma, SEED del Quinto
Settore e
capitano della Teikoku Gakuen; il suo compagno, invece, era Ryuuzaki
Ouji,
anch’egli SEED, anch’egli giocatore della Teikoku
Gakuen.
Subito
dopo la sconfitta contro la Raimon, i quattro
SEED che giocavano sotto il comando di Kidou Yuuto erano stati
contattati dal
Quinto Settore, che gli aveva ordinato di presentarsi in quel luogo,
proprio
quel giorno. Tuttavia, appena dopo la chiamata, il Comandante aveva
fatto loro
un appassionato discorso: un discorso che aveva scosso nel profondo i
quattro
SEED, e le loro credenze; un discorso che parlava di un modo di giocare
a
calcio diverso. Aveva poi aggiunto che la Teikoku Gakuen sarebbe sempre
stata
aperta per coloro che volevano provare un tipo di calcio diverso,
libero,
fondato sul puro talento e sul lavoro di squadra, anche se, a dir la
verità,
Kidou Yuuto non aveva lasciato intendere di volersi staccare dal Quinto
Settore. Le sue parole erano state tali da convincere due dei SEED
della
squadra, Asukaji Sakuya e Itsumi Kunihiko, che si erano, di fatto,
schierati
dalla parte del Comandante, qualunque essa fosse.
Così,
solamente Ryuuzaki e Mikado avevano obbedito
agli ordini del Santo Imperatore, e si erano presentati nel vecchio
magazzino.
Ora, i due SEED fissavano accigliati Yamato, ma, anche se non
l’avrebbero mai
ammesso, erano preoccupati, poiché, perdendo contro la
Raimon, avevano fallito
il compito loro assegnato da Ishido Shuuji. Shinkami notò
questo loro disagio,
e non poté fare a meno di sorridere brevemente, abbastanza
per suscitare
l’irata reazione di Ryuuzaki: << Stai forse
ridendo di noi? >>, sbottò il difensore,
alzandosi in piedi e
muovendo minaccioso un passo in avanti. Mikado lo bloccò,
posandogli una mano
sulla spalla, poi si fece avanti, serio: <<
Qual è il messaggio del Santo Imperatore? >>,
chiese, separando
fisicamente Ouji e Shinkami. Il volto di quest’ultimo
tornò impassibile, e la
sua voce era fredda: <<
L’Imperatore ha
espresso la sua volontà, e questo è il suo
ordine: non lasciare la Teikoku
Gakuen >>, disse Yamato, guardando ora il ragazzo negli
occhi.
Fu
Haruma il primo a distogliere lo sguardo,
scambiando una rapida occhiata con il compagno di squadra, che sembrava
ugualmente sorpreso. <<
Cosa vuoi dire?
>>, sbottò bellicoso quest’ultimo,
affiancandosi al suo capitano.
I gelidi occhi di Shinkami si fissarono sul difensore: <<
Esattamente quello che ho detto. Gli ordini sono di restare alla
Teikoku Gakuen
>>, ripeté l’albino, incrociando le
braccia sul petto. Ryuuzaki
fraintese quel gesto, interpretando l’impassibile volto di
Yamato come
sprezzante, e di nuovo s’infervorò: << Pretendi
forse di darci degli ordini? >>, esclamò, ma si
rese
immediatamente conto di aver esagerato quando gli occhi di Shinkami si
strinsero, e lampeggiarono pericolosamente, mentre la nebbia attorno al
suo
corpo parve quasi addensarsi. Del resto, tutti i SEED impegnati nella
Holy Road
avevano sperimentato sulla propria pelle la forza
dell’albino, e il suo grande
potere. Sì, nella gerarchia del Quinto Settore, Yamato
Shinkami era uno dei
pochi giocatori ad occupare il gradino più alto. Eppure,
Ryuuzaki non
retrocedette, mostrando coraggio, oppure incoscienza. Di nuovo,
tuttavia,
Mikado si mise in mezzo: <<
Sono questi gli
ordini dell’Imperatore? >>, chiese, controllando
la voce.
Yamato
lasciò cadere le spalle, contrattesi per la
rabbia repressa, e recuperò il consueto contegno, osservando
di nuovo il
capitano della Teikoku Gakuen. Poi annuì: << Il
Santo Imperatore ha ancora progetti per voi, nonostante il vostro
… fallimento
>>, disse il giovane, e nel sentirsi rinfacciare la
partita persa
contro la Raimon, Mikado strinse i pugni e digrignò i denti;
tuttavia, la sua
reazione non fu paragonabile a quella di Ryuuzaki, ragazzo molto
orgoglioso,
che si sentì punto sull’onore dalle parole
dell’albino. <<
Ci hanno colto di sorpresa! E il Comandante … non ha fatto
nulla per farci vincere! >>, esclamò bellicoso
il difensore, mentre
un’aura scura cominciava a circondare il suo magro corpo.
Mikado notò il
pericolo, ma Shinkami continuò, impassibile: <<
Solo sul campo potevate sconfiggere la Raimon Eleven, e non ne siete
stati in
grado >>, disse Yamato e, di nuovo, la nebbia
iniziò ad infittirsi
attorno al suo corpo, in modo non dissimile dall’aura di
Ryuuzaki. Prima che
Haruma, o Shinkami stesso, potessero fare o dire alcunché,
la rabbia, la
frustrazione, il timore di Ouji esplosero, e il suo Keshin, Ryuukichi Tedis, si manifestò:
una
figura umanoide, che indossava un’armatura verde acqua molto
simile alla pelle
di un drago; la creatura impugnava una lunga lancia, e il suo occhio
viola
brillava. L’energia emessa dal Keshin fu tale che Mikado
dovette schermarsi il
volto; Yamato, invece, rimase impassibile, e solamente un breve sbuffo
tradì la
sua irritazione, mentre la nebbia attorno al suo corpo iniziava a
vorticare
freneticamente, assumendo sempre più forma definita
…
<<
Adesso basta! Ryuuzaki, fermati
ora! >>,
esclamò all’improvviso Haruma, per la terza volta
interponendosi tra i due contendenti. Il robusto ragazzo stava dando le
spalle
a Yamato, e guardava Ouji negli occhi, severo. <<
Mikado! >>, esclamò indignato il difensore
della Teikoku, ma
il suo capitano lo interruppe: <<
Adesso calmati! >>, disse, e dopo
qualche secondo, Ryuuzaki richiamò il suo Keshin, che
scomparve. Il SEED
respirò profondamente, mentre il compagno si voltava a
fronteggiare Shinkami.
La nebbia attorno al corpo del ragazzo si fermò, e Yamato
annuì. <<
Per quanto sia difficile da accettare,
Yamato-San ha ragione. Non ci sono scuse >>, disse piano
Mikado,
rivolto al compagno, che lo guardò incredulo per un momento,
poi si morse il
labbro, frustrato, ma non disse più nulla. Haruma
annuì, poi guardò Shinkami,
ora di nuovo calmo, negli occhi: <<
L’Imperatore non ha intenzione di fare nulla riguardo il
nostro fallimento?
>>, chiese, senza curarsi di nascondere il proprio
scetticismo.
Di
nuovo Yamato sorrise, alzando le spalle, ma nel suo
sorriso non c’era traccia di scherno: <<
L’Imperatore
ha fiducia. Voi? >>, chiese, con un tono di voce
nettamente più … umano
rispetto al precedente. Mikado
scambiò una rapida occhiata a Ryuuzaki, che, seppur ancora
irritato, annuì. Il
capitano poi si volse verso l’inviato
dell’Imperatore: <<
Seguiremo la volontà dell’Imperatore >>,
disse, poi s’inchinò a
Shinkami, che rimase impassibile, ma si limitò ad annuire: << Ora e
sempre, a qualunque prezzo >>,
mormorò, più a sé stesso che ai due
giocatori della Teikoku. Il ragazzo poi
ricambiò l’inchino, chinando appena il capo, e una
gomitata di Mikado spinse il
riluttante Ryuuzaki a fare lo stesso. Poi, la nebbia
s’addensò attorno al corpo
del giovane SEED, e l’ombra di una figura alata apparve, un
gesto che fece
accigliare nuovamente i due giocatori della Teikoku. Ma
l’azione di Shinkami
non era una minaccia: quando la nebbia avvolse gran parte del
magazzino, e i
contorni dell’ombra alle sue spalle divennero quasi nitidi,
il ragazzo
semplicemente scomparve con un leggero fruscio. Ryuuzaki e Mikado
osservarono,
stupiti, la nebbia scomparire, poi si scambiarono uno sguardo perplesso.
<<
Esibizionista ... >>,
disse improvvisamente una voce alla loro destra, e i due SEED si
voltarono di scatto, pronti per un’aggressione. I loro occhi,
tuttavia, si
sgranarono per la sorpresa, quando videro colui che aveva parlato
… Miyabino
Reiichi, un ragazzo basso, dagli appuntiti capelli grigio-violetto, e
due vispi
occhi chiari, portiere della Teikoku Gakuen. Al suo fianco, stava Sakuma Jirou, Trainer della Teikoku Gakuen. <<
Chi era quello? >>, chiese il portiere, osservando con
interesse
il punto dove il misterioso messaggero era sparito. Poi
agitò una mano verso i
due SEED, sorridendo, ma non disse nulla: evidentemente, Sakuma
gli
aveva suggerito di tacere, per evitare di irritare ancora di
più il volubile
Ryuuzaki. Quest’ultimo, infatti, scocco
un’occhiataccia al suo compagno, che
continuò a sorridere, mentre Mikado
s’inchinò davanti al Trainer: << Signore
… ha ascoltato ogni cosa? >>,
chiese il SEED, e Sakuma annuì, senza dire nulla. Haruma
attese, poi s’azzardò a
guardare il volto del giovane, e rimase sorpreso nel
vedere che sorrideva: un sorriso genuino.
<<
Ogni cosa. Vi
basti sapere questo, Mikado, Ryuuzaki: la Teikoku Gakuen è
sempre aperta per
voi >>, rispose Jirou, prevenendo in questo modo le domande dei
due
giocatori, che non insistettero.
Mikado
guardò Ryuuzaki che, dopo un istante, annuì, al
contempo rassegnato e sollevato per la piega che avevano preso gli
eventi. Il
capitano riportò il suo sguardo su Sakuma, che sorrideva amichevole, e
s’inchinò nuovamente: <<
L’Imperatore desidera che noi rimaniamo,
Sakuma-San>>, disse Haruma, provocando uno sbuffo da
parte di
Miyabino. Jirou lo guardò inarcando interrogativo le
sopracciglia, e Reiichi
sbuffò di nuovo: <<
Bè, se questi sono gli ordini
… dovremo sopportare ancora
questi due idioti>>, disse, ma sorrise ironico, porgendo
la mano a
Mikado che, dopo un attimo d’esitazione, la strinse. <<
Ryuuzaki? >>, chiese poi Sakuma, notando il silenzio del
difensore. Quest’ultimo scrollò le spalle, poi
strinse la mano a Miyabino,
senza guardarlo: <<
Gli ordini sono gli
ordini. E avete
bisogno di noi >>,
disse, recuperando il consueto atteggiamento sprezzante. Il portiere,
tuttavia,
non se la prese, ma il suo sorriso s’allargò
ancora di più, e anche Ouji lo
imitò, seppur leggermente. Mikado posò di nuovo
una mano sulla spalla del
compagno, guardando il Trainer, che annuì, soddisfatto: << Bentornati
tra noi, Ryuuzaki, Mikado. Vi aspetto
in campo tra mezz’ora >>, disse poi, uscendo
dalla porta. I tre giocatori lo guardarono, spiazzati, poi
Miyabino scrollò le spalle, e Mikado aggiunse: <<
Meglio non far attendere la squadra >>, disse, e i tre
compagni
seguirono il loro allenatore, e il cuore dei due SEED era decisamente
più
leggero di quanto lo fosse mai stato dall’inizio della Holy
Road, perché ora,
finalmente, avrebbero potuto giocare senza doversi preoccupare del loro
futuro.
Carolus:
* Sbuffa tirando oggetti a random *
BF:
* Schiva una calcolatrice * Ahem … scusatela, ma
ha scoperto ieri di avere l’esame orale domani …
è abbastanza nervosa
Carolus:
* Lancia la custodia (vuota) del violino *
Shindou:
* Legge trepidante la Fic, poi sospira di sollievo
* Sono ancora vivo …
BF:
Certo, non sei ancora apparso! Nel prossimo, però
…
Shindou:
*
Sospettoso * Tu sai qualcosa
che io non so
BF:
Ovvio!
Sono o non sono il
revisore/redattore? Comunque … l’irritata Carolus
non è soddisfatta di questo
capitolo, e non vuole spiegarmi il perché. Magari voi
riuscite a capirlo,
quindi …
Shindou:
Leggete
e recensite! * S’abbassa
per schivare un cellulare * Alla prossima! Se saremo ancora vivi,
s’intende …
Note
dell’Autrice
Ok,
non riesco
a capire perché, ma non mi soddisfa, proprio no. Forse
perché l’ho scritto con
l’incazzatura per chimica, ma lasciamo perdere. In effetti
è un po’ lungo, ma
non mi sembrava il caso di spezzarlo a metà. Leggetelo, se
volete (anche in due
tempi …) e se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!
Alcune
note: Non
so come sia
veramente la periferia di Tokyo … a me però
serviva un posto abbastanza
squallido.
Ryuuzaki
Ouji = SEED, difensore della Teikoku, numero
5
(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20111127154816/inazuma-eleven/images/f/fd/RyuuzakiOuji16HD.PNG)
Ryukishi
Tedis = Keshin di Ryuuzaki Ouji
Mikado
Haruma = SEED, attaccante e capitano della
Teikoku, numero 10
(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20120205110547/inazuma-eleven/images/6/6b/Mikado17GOHD.PNG)
Miyabino
Reiichi = portiere della Teikoku, numero 1
(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20110818014249/inazuma-eleven/images/e/e1/Miyabino_Reiichi.png)
Kidou
Yuuto (nella storia) = Allenatore della Teikoku
(http://images1.wikia.nocookie.net/__cb20120104224956/inazuma-eleven/images/1/19/Kidou_GO_34.png)
Sakuma Jirou = Trainer della Teikoku
(http://images.wikia.com/inazuma-eleven/images/5/5f/Sakuma_Jirou_GO.png)
La Teikoku Gakuen in GO
(http://images.wikia.com/inazuma-eleven/images/7/7d/830px-2011081417272003c.jpg)
(http://images.wikia.com/inazuma-eleven/images/1/15/GO_015.jpg)