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Autore: Marti Lestrange    14/02/2012    10 recensioni
[STORIA SOSPESA]
- Ricordati di sfidarmi più spesso, Finnigan – disse James.
- Sarà fatto, James Potter – rispose lei sorridendogli.
Ecco una citazione dal prologo. Premessa: questa è la mia prima fan fiction su Harry Potter. Ho cominciato a scriverla subito dopo l'uscita dell'ultimo film. Spero che perdonerete eventuali errori o inesattezze nel testo. Protagonista è un personaggio inventato: Cornelia Finnigan, figlia di Seamus. Che ne dite del nuovo titolo??? Spero che la seguirete =) -Martina-
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nuova generazione
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Cornelia ricordava bene il suo primo giorno di scuola…
La lettera da Hogwarts era arrivata puntualissima, il giorno del suo undicesimo compleanno, uno splendido giorno di maggio. Il giardino della casa di Chelsea era fiorito ed era fresco dopo l’ennesima pioggerella londinese che aveva rinfrescato l’aria e fatto aprire gli ombrelli.
Il primo di settembre, Cornelia era sbucata sul binario 9 e ¾, accompagnata dai suoi genitori e da suo fratello Thomas, di un anno più grande. L’espresso per Hogwarts fumava lì accanto, pronto per la partenza. Era nervosa, anche se non voleva darlo a vedere, soprattutto davanti a suo fratello e ai suoi nuovi amici, due ragazzi dallo sguardo sveglio che già lo stavano aspettando sul binario. Cornelia li osservò per un momento: aveva tanto sentito parlare di loro. Uno era più alto di Thomas, capelli scuri e un ghigno spiritoso già dipinto sul volto. Rivolse a Cornelia uno sguardo indagatore, riconoscendola come la sorella del suo migliore amico. Il secondo era già ben piazzato, capelli marroni e anonimi. Niente in lui attirò l’attenzione di Cornelia, che si stufò subito di osservarlo. A dire il vero, lasciò perdere subito il trio di amici, perché suo padre si rivolse a lei.
- E’ ora – le disse dolcemente.
Lei gli sorrise, ora visibilmente agitata.
- Tesoro – cominciò suo madre – sappiamo che sei agitata, ma sta’ tranquilla. Qualsiasi cosa succeda, in qualsiasi casa tu verrai assegnata, per noi andrà bene ugualmente. Saremmo ugualmente orgogliosi di te, d’accordo?
- Bè, diciamo che se finisci a Grifondoro sarebbe meglio, però… - cominciò suo padre mettendo le mani in tasca.
Sua madre gli lanciò un’occhiataccia e poi tornò a sorridere a Cornelia. Quest’ultima fece un profondo respiro e disse: - Okay. Starò bene. Vi scriverò domani.
- Certo, noi aspetteremo una tua lettera con trepidazione.
Si salutarono e poi Cornelia venne aiutata a caricare il suo baule. Thomas insistette per farla sedere nel suo scompartimento, che divideva con i suoi due amici e, per la gioia di Cornelia, con una ragazzina dai lunghi capelli rossi e mossi e un ragazzino bruno con due incredibili occhi verdi, molto somigliante all’amico di suo fratello. Cornelia salutò i suoi genitori dal finestrino aperto e loro le mandarono un bacio.
- Ricorda, per qualsiasi cosa c’è tuo fratello, va bene? – disse il papà – Vero, Tom?
Thomas si girò verso suo padre e alzò un pollice verso di lui.
- Contaci, papà – esclamò.
- Salutaci tanto Michael, se lo vedi – aggiunse suo padre.
Michael McLaggen, figlio di un collega di papà, avrebbe iniziato anche lui il suo primo anno a Hogwarts. A Cornelia non stava granché simpatico. Ogni volta che si vedevano faceva sempre il saccente e a lei dava i nervi. Solo Thomas riusciva a farlo stare zitto.
Il treno cominciò a muoversi, prima lentamente, poi prese più velocità. Cornelia osservò i suoi genitori farsi sempre più piccoli, finché scomparvero. Andati. Spariti dietro l’ultima curva. Si risedette e sospirò, guardandosi intorno. La ragazzina rossa la stava guardando, e le sorrideva.
- Io sono Rose Weasley – si presentò tendendole una mano.
Cornelia ricambiò il sorriso e le strinse la mano, dicendo: - Piacere, io sono Cornelia Finnigan.
- La sorellina di Tom – intervenne il ragazzo moro. Cornelia si girò a guardarlo.
- Tu devi essere l’amico delinquente di cui Tom ci ha parlato – disse lei.
Tutti scoppiarono a ridere sonoramente. Il ragazzo rise a sua volta e incrociò le braccia al petto, studiandola.
- Sono James Sirius Potter.
Le tese la mano e lei gliela strinse.
- Cornelia Finnigan.
Cornelia sapeva tutto delle gesta di Harry Potter, ovviamente. Il ragazzo che aveva salvato il mondo magico. Evitò di fare domande, non erano affari suoi. Sapeva anche tutto sulla famiglia Weasley, di cui Rose sembrava far parte. D’altronde, suo padre stesso aveva combattuto al fianco di quelle persone, e anche sua madre. Un po’ tutti di quella generazione.
- Lui è mio fratello Albus Severus – continuò James indicando il ragazzino dagli occhi verdi.
Albus le sorrise, il volto simpatico.
- Per ora dice che sono suo fratello, vediamo in quale casa finirò e poi ne riparliamo – disse Albus stringendole la mano.
- Piacere, Albus – disse lei sorridendo.
Le venne anche presentato l’altro amico di suo fratello e James, un certo Marcus Wilkins, un tipo un po’ silenzioso e di poche parole, che le strinse la mano così forte che quasi le mozzò il respiro.
- Quest’anno ho intenzione di fare i provini per la squadra – annunciò James tronfio.
- Anche io, amico – esclamò Tom.
- E pensate davvero che vengano scelti due ragazzini del secondo anno? – disse Cornelia sollevando un sopracciglio, ironica.
Tom e James la guardarono.
- Sei davvero incoraggiante, sorellina, grazie mille.
- Cornelia ha ragione – esclamò Rose – Anche io dubito molto seriamente che verrete anche solo lontanamente presi in considerazione.
- Sta’ zitta, Rose, tu nemmeno sai volarci, su una scopa, figurati se capisci qualcosa di Quidditch – esclamò James.
- Che simpatico, James! – esclamò lei, prendendo un libro e nascondendosi dietro le sue pagine, offesa.
- Non te la prendere – disse Albus – Sai come è fatto James. Solo perché non ha ancora trovato una ragazza che gli tenga testa sul campo da Quidditch…
- Al, vuoi che cominci da subito a far finta che non siamo fratelli? – lo minacciò James.
- Non mi fai paura, James – replicò Albus facendogli una linguaccia.
- Quello che ha detto Al è interessante, però… - disse Tom.
Tutti lo guardarono.
- A proposito di una ragazza che tenga testa a James… - Tom si girò verso Cornelia.
- Che vuoi? – gli chiese lei, sentendosi osservata.
Anche James la guardò.
- Tua sorella? – esclamò rivolto a Tom.
Quest’ultimo annuì, deciso.
- Vola da dio, James. Dico davvero. Non ho mai visto una ragazza dotata come lei a quest’età… Tranne forse tua madre, ovvio…
La madre di James era stata una grande campionessa, aveva giocato per la squadra delle Holyhead Harpies. Almeno così aveva raccontato Tom.
- Bè, mia madre era forte, certo – borbottò James – Sono curioso di sfidarti, Cornelia.
- Lei gioca come cacciatrice, James – aggiunse Tom.
- Oh, peccato! – esclamò il ragazzo moro – Ti avrei volentieri sfidato a una caccia al Boccino.
- Mi spiace – disse Cornelia ironica alzando le spalle.
Da dietro il libro aperto, si sentirono le risatine di Rose.
- Tu non stavi leggendo? – le chiese James.
Rose abbassò il libro e sorrise.
- Si, cuginetto, ma colgo sempre le buone occasioni, quando una persona riesce a zittirti.
I due cugini si guardarono, poi James rise.
- Va bene, ragazze, mi arrendo – disse solo riappoggiandosi al suo sedile.
 

_

 
L’arrivo a Hogwarts fu per Cornelia indescrivibile. Un’emozione fortissima. I suoi occhi vennero catturati dal profilo del castello sulla collina. Le mille luci. Le barche che li condussero, attraverso il lago nero, a un piccolo molo proprio sotto il castello.
Il salone d’ingresso era illuminato a giorno, e Cornelia lanciò uno sguardo alla Sala Grande aperta lì accanto. Vennero condotti in una stanzetta lì vicino, in attesa dello smistamento. Cornelia era così nervosa che tutto quello che venne dopo – il vicepreside che li scortava in sala, il Cappello Parlante e la sua filastrocca strampalata – le risultò confuso, nebuloso e lontanissimo. Assistette impotente al primo smistamento, di una ragazza con dei lunghi capelli castani, un paio di occhiali e il passo incerto, che rispondeva al nome di Victoria Baston. Si sedette sullo sgabello e il Cappello le calò sugli occhi. In un istante, quello gridò: - GRIFONDORO!
Victoria si alzò sorridente e si andò a sedere al tavolo dei Grifondoro, dove venne accolta dagli altri studenti festanti.
Dopo poco, toccò a lei. Sentì distintamente il suo nome: - Finnigan, Cornelia.
Si sedette sullo sgabello, incerta, e il Cappello Parlante le oscurò la vista della sala. Non si stupì di sentire una voce parlare.
- Bene bene – cominciò – un’altra Finnigan… Mi ricordo di tuo fratello Thomas. E anche di tuo padre… E di tua nonna. Una grande stirpe di Grifondoro, a quanto ricordo. Chissà cosa ne farò di te…
“Bè, mettimi a Grifondoro, no?!”, pensò Cornelia, stringendo forte lo sgabello.
- Sarebbe la scelta più ovvia… ma sarebbe quella giusta? – si chiese il cappello – C’è un’altra casa, allo stesso modo nobile e forte, fatta da persone importanti e di successo, e tu saresti la candidata ideale per Serpeverde… lo sai?
“Se Serpeverde deve essere, che Serpeverde sia, ma per favore scegli in fretta”, si disse Cornelia.
- Bene, credo che, dopotutto, un’altra Finnigan possa fare comodo a GRIFONDORO! – concluse il Cappello, gridando l’ultima parola.
Cornelia si tolse il Cappello giusto in tempo per sentire il forte boato che venne dal tavolo di Grifondoro, dove suo fratello Tom dirigeva l’orchestra di applausi e grida. Lei corse fino al tavolo e si sedette accanto a Victoria, rivolgendo a suo fratello uno sguardo pieno di gioia.
- Così ti vogliamo, Cornelia! – esclamò lui, felice.
- Congratulazioni – le disse James sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso e poi la sua attenzione venne distolta da un giovane che si stava incamminando verso il cappello. Aveva i capelli biondissimi e una camminata tronfia e sicura di sé. Si sedette sullo sgabello e il Cappello non fece in tempo a sfiorargli la testa che gridò: - SERPEVERDE!
Il ragazzo si alzò, incrociò per un attimo lo sguardo di Cornelia e poi raggiunse contento il tavolo di Serpeverde dall’altra parte della Sala Grande. Dopo di lui, Michael McLaggen venne accolto a Grifondoro, per la gioia di Cornelia e Thomas.
Dopo qualche altro nome, tutti accolsero Albus Severus Potter tra i Grifondoro. Albus arrivò festante al tavolo e si sedette di fronte a Cornelia.
- Ora James ti riconoscerà come fratello, Al – esclamò lei.
Albus rise e disse: - Sarà meglio per lui.
-Sta’ tranquillo, fratellino – gli gridò James.
Finalmente, venne anche il turno di Rose Weasley. La ragazza si fece strada con passo sicuro, si sedette sullo sgabello e, veloce quasi come il biondo Serpeverde, il Cappello le sfiorò la testa e gridò: - GRIFONDORO!
Il tavolo festeggiò per l’ennesima volta una nuova arrivata. Rose abbracciò Cornelia e si fece largo sulla panca tra lei e McLaggen.
- Hey, vuoi spostarti un po’? – esclamò lei – Devo sedermi vicino alla mia amica.
Cornelia rise ed esclamò: - Si, McLaggen, fatti in là.
- Si, si, mi sposto – disse un riluttante McLaggen, che finì vicino ad un nuovo ragazzo con un incredibile paio di occhi azzurri, che si presentò con il nome di Edward Thornhill. Victoria, vicino a loro, tese la mano ad Albus.
- Piacere, sono Victoria. Victoria Baston.
Albus le sorrise e le strinse la mano.
- Io sono Albus Severus Potter.
- Oh, ma allora mio padre conosce tuo padre – esclamò lei – Mi ha tanto parlato del famoso Harry Potter, dei bei tempi in cui giocavano insieme nel Grifondoro…
- Davvero giocavano insieme? Geniale!
Fu così che Victoria venne presentata anche a Rose e Cornelia. E a McLaggen, e a Edward Thornhill, e infine a James e Tom.
 

_

 
 
Il giorno dopo divenne famoso come il giorno in cui James Potter mangiò l’erba del campo da Quidditch ben prima dei famosi duelli per il Boccino contro il biondo Serpeverde Scorpius Malfoy. Cornelia lo superò nel volo, stupendo tutti. Lo batté nei punti segnati a Thomas, che giocava da Portiere. Riuscì addirittura a prendere il boccino prima di lui, anche se per un soffio. James era strabiliato e ammirato.
- Peccato che gli studenti del primo anno non possano giocare – disse un ragazzo alto e muscoloso, che si rivelò essere il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro.
Cornelia e James atterrarono sul campo e fronteggiarono il ragazzo.
- Tu sei? – chiese a Cornelia, sorridendole.
- Cornelia Finnigan – rispose lei con il fiatone.
- Bene, Cornelia. Spero proprio di vederti ai provini, il prossimo anno. Avremmo bisogno di una Cacciatrice. Continua ad allenarti, mi raccomando, hai del talento.
Cornelia sorrise, radiosa.
- E invece tu sei? – chiese ancora, questa volta rivolto a James.
- James Potter – rispose lui prontamente – Aspirante Cercatore.
- Mmm – rifletté il capitano – Presentati ai provini quest’anno, forse sei quello che stiamo cercando. Anche se non hai preso il Boccino, voli come cammini, amico.
- Grazie – esclamò James – Verrò di sicuro.
Il ragazzo rivolse loro un ultimo sorriso e poi si allontanò.
Cornelia e James si guardarono per un momento, poi scoppiarono a ridere. Si strinsero in un abbraccio, per poi allontanarsi velocemente subito dopo. Continuarono a ridere mentre ritornavano al castello con Thomas.
- Ricordati di sfidarmi più spesso, Finnigan – disse James.
- Sarà fatto, James Potter – rispose lei sorridendogli.


SPAZIO AUTRICE
Buongiorno! Ecco qui il prologo della mia prima ff su Harry Potter...! Che dire... come ho scritto nell'introduzione, è la mia prima storia, questo è il prologo, perdonate eventuali errori e inesattezze, sto ancora imparando come funziona il sito e tutta la procedura di pubblicazione. Fatemi sapere se i caratteri sono troppo piccoli o troppo grandi e provvederò a modificare il tutto.  Il prologo è stato scritto molto dopo i primi capitoli e alcune cose non vengono precisate, troverete maggiori dettagli nel primo capitolo. Mi sembra di aver scritto tutto...
Grazie a tutti in anticipo! -Martina-

   
 
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