Ce…………..L’ho……………..FATTAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!
Dopo quasi un anno dalla pubblicazione del primo
capitolo, eccomi di ritorno con il penultimo capitolo di “San Valentino
Chronicles”. Mi scuso per l’enorme ritardo (dovuto a problemi tecnici) spero
che nessuno abbia intenzioni omicide nei miei confronti, anche perché è colpa
del mio cervellino se ho troppe idee per la testa. Comunq…
Voce fuori campo (con tono sarcastico/sadico): Vuoi che
te lo sistemi?
No grazie! Sempre il solito rompiscatole -_-+ … Comunque m’
importa solo che vi divertiate a leggere le ca…volate che scrivo.
V.f.c.: Che discorso commovente. Mi viene quasi da
piangere
Io e te facciamo i conti dopo (gli punta l’indice contro).
A tutti i lettori…… BUONA LETTURA!!!!!
Capitolo III: È sempre meglio esprimersi a parole quando si tratta di sentimenti
Freddo.
Era da un po’ che la sentiva, una corrente d’aria fredda che gli accarezzava la
pelle. D’istinto si strinse di più nel lenzuolo raggomitolandosi su se stesso
come un gatto. Stava cercando la sua fonte esterna principale di calore quando
avvertì il vuoto sotto di sé e cadde rovinosamente giù dal letto, dando una
facciata sul tappeto bianco steso sul pavimento di legno.
- Cazzo che male- portandosi una mano sul
naso a controllare che non fosse rotto- Ma che cazzo di ore sono?-
Neanche a voltare di qualche grado il
busto, artigliò la sveglia che era sul comodino alle sue spalle, premette il
pulsante per illuminare il display e strizzando un po’ gli occhi grigi lesse.
- Sono le otto passate- disse
sbadigliando, grattandosi la nuca, tornando poi a fissare il display. Di certo
non voleva alzarsi così presto, ma dopo essere caduto dal letto direi che
nessuno tornerebbe a dormire serenamente, no?
-
Tanto vale fare colazione….-disse alzandosi lentamente- Ho voglia di
cioccolata- dirigendosi verso la cucina ancora mezzo rincoglionito dal sonno,
dopo aver raccattato qualcosa da mettersi dalla pila di vestiti sulla sedia di
fianco al letto.
Appena
ebbe messo piede in cucina però…
- Buon San
Valentino capitano ^o^!!!- urlò Casquette saltandogli addosso facendoli
rovinare a terra tutti e due. Sulle prime gli era venuta la malsana idea di
tirargli un bel cazzotto sulla testa, ma poi connettendo un attimo il cervello…
- Che cosa hai
detto?- chiese spaventato, passando lo sguardo da lui a tutti i presenti seduti
a fare colazione, fermandosi poi sul suo peloso vice, anche perché era l’unico
in piedi di fronte a lui.
-
Capitano…- piagnucolò il povero Bepo.
La visione
che gli si presentò davanti agli occhi fu a dir poco agghiacciante.
Il povero
orso in questione era stato costretto ad indossare una divisa rosa con stampe
di cuoricini rossi di varie misure sul davanti, con su scritto “LOVE”, e due
aluccie da angioletto di plastica, anch’esse rosa, sulla schiena, il tutto
ricoperto di glitter che ad ogni movimento cadevano addosso a chiunque fosse
stato nelle immediate vicinanze (avete presente no, quelli che ti si
appiccicano addosso e non riesci a togliere per una settimana?! ndK)
- Chi ti
ha conciato in quel modo assurdo…e tremendamente ridicolo?- esclamò prima
sbarrando gli occhi inorridito per poi trattenersi dal ridergli in faccia.
- Ehm, capitano?- si intromise Penguin.
-
Cosa c’è?- guardandolo con la coda dell’occhio, levandosi una lacrimuccia
dall’angolo dell’occhio sinistro, sorridendo.
- Bepo non è stata l’unica vittima di quelle
arpie della ciurma di Kidd- puntando, terrorizzato, il dito verso il tavolo
nell’angolo a sinistra della cucina, quello considerato “off-limits” da tutti
tra l’altro, dove un’ombra minacciosa si alzò per andare sotto la luce del neon
poco distante.
Per il
chirurgo della morte fu la visione più raccapricciante ed esilarante, peggio di
Bepo vestito di rosa, che avesse mai visto.
Eru,
l’unica ragazza della ciurma dei pirati Heart, colei che è stata l’unica a
convincere quel sadomasochista di Law a farla entrare nella ciurma, aveva
orecchie da gatto che spuntavano tra i suoi capelli castani, una canottiera
aderente rosa maiale con un grande cuore rosso sul petto, pantaloncini
cortissimi anch’essi rosa, il tutto completato con lustrini, fiocchi, pizzo e
tulle rosa qua e là. Roba che conoscendola gli stava facendo venire di sicuro
il voltastomaco se non la nausea, dato che vestiva quasi sempre di nero.
- Che
avete da guardare?- disse, rivolta a tutti ma soprattutto al moro, col tono che
tradotto è: “Se provate a dire qualcosa sul vestiario, sul colore o sulle
orecchie, giuro che vi prendo uno alla volta e vi annego nella vasca da bagno
con l’acqua di mare”, mentre si avvicinò ulteriormente al bancone della cucina.
Nessuno
osò fiatare a quella domanda, a parte il moro che cominciò a ridere in modo
convulsivo, anche perché avevano già potuto appurare che se ridevi di lei il
posto assicurato ce l’avevi, si, ma all’altro mondo! Infatti, alcuni quella
mattina avevano osato ridere appena avevano visto come era conciata e i
risultati erano stati i seguenti: diversi setti nasali rotti e contusi, qualche
trauma cranico, alcune costole incrinate e anche alcuni bei lividi viola.
- Se avete
finito di ridere del mio abbigliamento, mi dispiace ma vado a togliermi questo
obbrobrio di dosso. Sembro una torta di compleanno di una mocciosa di cinque
anni- dirigendosi velocemente verso la sua stanza, lasciando i presenti un po’
sorpresi dal suo comportamento nei confronti del capitano dato che non lo aveva
ancora picchiato, mentre Law si spanciava ancora, e lasciandoli totalmente
attoniti quando si ripresentò in cucina, completamente cambiata, dopo neanche
due minuti scarsi.
“Come
cavolo ha fatto?!” si chiesero tutti all’unisono “E’ parente di Kizaru per
caso?”
- Provate
a ripeterlo coraggio!- rivolgendo a tutti uno sguardo omicida.
- Calmatevi tutti. Comunque- disse il
capitano, dopo aver smesso di ridere attirando l’attenzione su di se- che hai
detto prima Casquette? Mi sono appena svegliato e non credo di aver capito bene-
sedendosi su uno sgabello del banco d’acciaio.
- Ah si!-
avvicinandosi a lui porgendogli un sacchettino trasparente contenente quelli
che parevano essere…..biscotti?!- Buon San Valentino capitano. Dato che non
possiamo darti la cioccolata, tutti noi ci siamo messi d’impegno e ti abbiamo
fatto dei “biscotti dell’amicizia” o almeno credo che questo sia il nome-
grattandosi una guancia per l’imbarazzo- per cui ti chiedo di accettarli a nome
di tutti- chinando il capo, implorante e rosso in volto.
Law guardò
scettico il sacchetto, poi rassegnato dal fatto che se non avesse accettato
Casquette di sicuro si sarebbe messo a piangere, disse- Li accetto volentieri
perché so che ci avete messo il cuore per farli- aprendolo subito e addentando
un biscotto a forma di cuore- Che buono!- esclamò stupito e regalandogli un
sorriso subito dopo. In quel preciso istante un colpo di tosse fece ricadere
l’attenzione sulla ragazza che tendeva verso il moro una scatola quadrata
ricoperta di carta gialla à pois neri con un fiocchetto argentato a cui era
attaccato un bigliettino che recava scritto a mano <<Buon San Valentino a te che in amore sei un
vero e proprio cretino ;p >>
- Eru non
è giusto però!- esclamò Casquette indignato- perché gli hai regalato la
cioccolata? Avevi detto che sarebbero bastati i biscotti- avvinghiandosi al
braccio destro della ragazza. M- Guarda che non sono da parte mia!- urlandogli
contro, staccandoselo di dosso- Un’idiota mi ha chiesto un favore e io gliel’ho
concesso, quindi taci!- tornando a guardare il capitano.
- E questo che sarebbe?- chiese
il moro con un sopracciglio alzato e la vena della tempia che pulsava.
- Come “che sarebbe”? Sono i tuoi dolci
preferiti! Marshmallow al cioccolato, leccalecca alla fragola, caramelle
ripiene di mou e per finire cioccolatini alla crema pasticcera e chantilly! E
dato che dalle mie parti si dice “San Valentino, la festa di ogni cretino”, per
dimostrarti che ti voglio un po’ di bene, e per accontentare quel cretino, mi
sono alzata all’alba per cercare la miglior pasticceria dell’intera isola per
confezionarti queste cose in giornata e ti posso assicurare che ho speso tutti
i miei risparmi che avevo messo da parte per comprarmi un libro introvabile a
cui ormai devo rinunciare, purtroppo ç_ç - disse sconsolata mentre una
lacrimuccia minacciava di scorrere giù sulla guancia.
- Allora un po’ di bene me ne vuoi- disse
sarcastico, pungolandogli una guancia con l’indice.
- Tieni i tuoi tentacoli adesi al
tuo corpo, tu sei solo un amico, punto e stop- dandogli in testa la costa
dell’ultimo libro acquistato.
- E chi sarebbe il fortunato?- tenendosi la
parte contusa- Dai sono curioso- mentre il suo sorriso si allargava. Già
pregustava di sfotterla tutto il giorno.
- Ma farti i ca..voli
tuoi mai? Oppure stai morendo dalla voglia di avere un bel pugno sul quel tuo
brutto grugno?- chiese con faccia innocente, tenendo l’indice puntato sotto il
mento.
- Perché?!-
sbarrando gli occhi, socchiudendo la bocca- Non posso neanche sapere se hai un
fidanzato?-
- Si- sorridendogli- perché so che non
perderesti occasione di usarlo contro di me, cretino. Mica sono così scema! E tanto
per informarti io non ero l’unica in pasticceria stamattina. C’era anche
Eustass. Lui e la sua fottuta pelliccia rossa!- trattenendosi dal rompere la
sua tazza preferita- Comunque, t’oh! È da parte sua. Ma perché cazzo devo fare
il postino poi- dileguandosi nei corridoi del sottomarino, sorseggiando caffè. Il
moro non gli diede tanto peso e si infilò il biglietto in tasca, ovviamente
senza leggerlo.
Dopo
pranzo, Law decise di andare a fare acquisti giù in città. Ma tutte le volte
che si guardava in giro il paesaggio gli faceva venire la nausea. Dire che
quello era il regno del rosa sarebbe stato un eufemismo (vedi capitolo uno
ndK). Raccogliendo tutto il suo coraggio continuò il suo giro alla ricerca di
un’armeria, non prima di essere entrato in una pasticceria e aver comprato
della cioccolata solo per togliersi lo sfizio. Era a corto di bisturi dato che
l’ultimo glielo avevano confiscato.
Qualche
ora dopo la sua ricerca ebbe fine. Era l’unica armeria di tutto il paese e per
di più era in periferia, in una strada laterale quasi invisibile a parte per il
lampione perennemente acceso accanto all’insegna. Quasi ci si fiondò dentro, ma
mantenne il suo contegno aprendo la porta e incominciando subito a guardare tra
gli scaffali.
Là
dentro c’era di tutto, dalle lame corte a quelle che potevano benissimo
arrivare ai due metri, pezzi di varie armature, scudi, martelli di varie forme
e misure, esplosivi di piccolo calibro e anche coltelli da cucina. Mentre stava
guardando di prendere un trinciante nuovo di zecca per Penguin, finì addosso ad
un altro cliente che in quel momento stava maneggiando un piccolo trinciaossa.
-
Le mie scuse, Mr. Gamba Nera, non volevo urtarvi- disse subito per scusarsi,
facendo voltare l’altro, che appena lo riconobbe sbarrò gli occhi.
- Ma..ma tu sei…- facendo un balzo all’indietro, puntando il dito contro
di lui- …tu sei Trafalgar Law!- disse quasi urlando come una ragazzina.
-
Che coincidenza incontrarla qui Mr. Gamba Nera. Ha trovato qualcosa di
interessante?- chiese osservando lo scaffale dove era appoggiato il
trinciaossa- Non credevo che avesse certi gusti in fatto di armi- fissandolo
con la coda dell’occhio stupito.
- Io non li uso come armi!- ricambiando lo sguardo- Sto cercando dei
nuovi coltelli perché troppi hanno perso il filo o lo stanno perdendo. E lei
che ci fa qui?- tornando ad esaminare gli altri coltelli esposti.
- Compro dei nuovi ferri per la sala operatoria. I bisturi non mi
bastano mai- mentre sul suo volto appariva uno dei suoi migliori ghigni sadici
e i suoi occhi si illuminavano di una luce sinistra che fece perdere un battito
dalla paura al biondo.
- Beh, dato
che non riesco a trovare delle cose decenti neanche in questo negozio, sono
costretto a tornare al mio sottomarino senza aver fatto un acquisto
interessante… a parte questa mini-scatola di cioccolato- disse sconsolato-
Allora ci si vede in giro. Bye Bye!- salutando il biondo ancora più confuso di
prima.
Ripercorse
la strada a ritroso fino a trovare un piccolo parco isolato dove c’erano delle
panchine su cui sedersi. Si era ormai fatto il tramonto e di rientrare al
sottomarino non aveva voglia. Decise così di sedersi su una delle panchine
presenti e aspettare che si facesse buio. Si frugò nelle tasche della felpa e
ne estrasse la scatolina di cioccolatini che aveva acquistato nel pomeriggio.
- Perché
cavolo l’avrò preso poi?- rigirandoselo tra le mani.
- Ma guarda chi si vede. Ancora in
giro Trafalgar?-
Purtroppo i suoi timori e le
voci di corridoio erano fondati. - Eustass- disse facendo un sorriso tirato -
che coincidenza. Hai finito di fare il tuo giro per i locali di host?-
- Ah ah, non sei divertente!- rispose
sarcastico il rosso- E tu hai finito il giro delle pasticcerie? E’ tutto li
quello che hai comprato? Non è da te- notando la scatolina in mano all’altro.
- Su questo ti do
ragione. Non so neanche perché l’ho comprato poi. Tutti oggi me ne hanno
regalato, perfino quell’altra rompiscatole mi ha regalato del cioccolato, roba
da non credere- aprendo la scatolina, mentre l’altro si accomodava al suo
fianco sulla panchina- Ne vuoi?- chiese con non-chalance allungandogli il
pacchettino.
L’altro lo guardò stupito.
- Tu che mi
offri della cioccolata?- chiese per poi sporgersi verso di lui e posargli la
sua mano contro la fronte del moro- Non è che hai la febbre, per caso?-
fissando lo sguardo negli occhi grigi del chirurgo. Il moro arrossì
all’improvviso a quel contatto. Si allontanò velocemente da quella mano - Non
ho la febbre, pezzo di cretino!- disse ancora più rosso- Volevo essere gentile
per una volta tanto- disse tentando invano di cambiare discorso.
- Ok, adesso mi sto preoccupando. Tu gentile
con me?! Law…- disse alzandosi dalla panchina e avvicinandosi quel tanto che
bastava a lui per considerarsi al sicuro- ma che ti prende oggi, si può
sapere?- domandò in fine non capendoci più niente.
‘Già che cazzo mi è preso oggi?’
pensò Law. Fu come un fulmine a ciel sereno. Aveva capito che quello che
sarebbe successo dopo sarebbe stato il momento della verità ma anche la sua
rovina se l’avessero scoperto i suoi. ‘O
la va o la spacca!’ si disse prima di sussurrare qualcosa.
- Come scusa? Non ti ho sentito-
disse Kidd. Il moro ripeté alzando di poco il volume, ma non a sufficienza.
- Trafalgar se non parli più forte non posso
sentire quello che esce da quella tua fottuta bocca.-
- Mi sono innamorato di te, brutto
cretino!- gridò Law più rosso di un pomodoro, calandosi il cappello sugli occhi.
Ecco.
L’aveva detto. Ora doveva solo scavare una buca molto profonda e restarci
finché il rosso avesse smesso di sfotterlo. Ma…un attimo. Alzò di poco il
cappello per vedere la reazione dell’altro, perché non stava affatto andando
come se l’era immaginato. Eustass Kidd detto il “Capitan” non solo non rideva
ma proprio era fermo, immobile come una statua. In compenso però la sua faccia
avrebbe conquistato di sicuro la prima pagina di tutti i giornali. Occhi
spalancati, più rosso in viso dei suoi stessi capelli e le labbra nere che
tremavano. Era shockato e imbarazzato all’inverosimile. Gli ci vollero una
decina di minuti per riuscire a dire qualcosa.
- T-tu ti
saresti innamorato di me?- disse ritornando quasi del tutto calmo.
- Si,
si…sfotti pure….- disse in un primo momento- Ma tu perché non stai ridendo come
tuo solito?- chiese poi stupito.
-
Beh, non credevo che mi avresti risposto così presto! Sai quanto ci ho messo a
scriverti quella lettera e a trovare i tuoi dolci preferiti?!- disse
riacquistando il suo colorito normale.
- Risponderti?
Lettera? I miei dolci preferiti? Ma che cavolo stai farneticando?- chiese del
tutto confuso a Kidd.
- I dolci che Eru ti ha dato stamattina li
hai mangiati?-
- Si-
- E non hai ricevuto un foglio
da Eru, da parte mia?-
- Si, ce l’ho in tasca. Pensavo di leggerlo
più tardi.-
-
Leggilo!- disse con un tono che non ammetteva repliche.
-
Se insisti tanto, ma non darmi ordini!- disse scocciato.
Tirò fuori
il foglietto dalla tasca posteriore dei suoi jeans, lo aprì e ne lesse il
contenuto.
- “Senti Trafalgar,
non starò a fare tanti giri di parole. Per cui te lo dico chiaro e
tondo:
MI SONO INNAMORATO DI TE’.
Eustass Capitan Kidd”
- Ah- fu
l’unica cosa che riuscì a dire prima di arrossire di nuovo sotto lo sguardo
dell’altro- E dirmelo a voce ti costava tanto?- gli urlò poi in faccia.
- Secondo te! È già
imbarazzante che te lo abbia scritto, se te lo avessi detto di sicuro mi
avresti riso in faccia come tuo solito.- disse incrociando le braccia al petto e
voltando la testa di lato. Continuarono a fissarsi per un paio di minuti in
silenzio poi Law distolse lo sguardo sbuffando. Kidd per tutta risposta gli si
risedette accanto per poi rivolgersi all’altro
- Però adesso
sono felice- facendo voltare il moro stupito- di sapere che mi ricambi. Dato che
era da almeno una settimana che mi stavo arrovellando il cervello in cerca di
un modo per dirtelo. Sai- disse grattandosi la punta del naso imbarazzato- ho
persino chiesto a quella rompiscatole di Eru di darmi una mano e prova ad
immaginare cosa mi ha detto-
-
Di sicuro ti avrà urlato dicendo che “sei un cretino irrecuperabile che non
riesce a fare niente da solo, soprattutto in amore”. L’ha urlato anche a
Penguin l’altro giorno. Da spanciarsi dal ridere- rispose Law appoggiando la
testa sulla spalla del rosso, socchiudendo gli occhi.
I due
rimasero così per un po’ osservando le stelle fino a quando Kidd decise di
alzarsi.
- Sarà meglio
andare, non vorrei che quegli idioti dei miei uomini pensassero che sto facendo
di nuovo a botte con te. Sono seccanti a volte- disse poi porgendogli la mano
che Law afferrò subito.
- Già- intrecciando le dite con quelle dell’altro- però
stasera ho voglia di venire da te. Tu ormai mi appartieni- disse arrossendo un po’.
-
Io ti appartengo?- sghignazzando- E tu mi appartieni, Trafalgar?- sussurrò
avvicinandosi pericolosamente alle labbra dell’altro.
-
Certamente. In tutti i sensi- colmando quei pochi centimetri che lo separavano
da quelle sottili e sensuali labbra.
Bene e con questo abbiamo finito, almeno per oggi. Comunque
vorrei ringraziare la mia migliore amica devillittlesister13
e anche la mitica Ria-chan per i
consigli che mi hanno dato. Grazie a loro sono riuscita a superare il blocco
dello scrittore. E ringrazio anche tutti quelli che hanno pazientato fino ad
adesso per leggere il seguito. Un grazie va anche a chi legge e recensisce ovviamente
^_^!
Law: Ma porc…
Kidd: Biiiiiip.
Che linguaggio forbito… I miei complimenti ma…che
succede?
Law: Senti da che pulpito!? Almeno in questo capitolo non
potevi scrivere una lemon?
Kidd: Law. Questa e una fic a rating verde, non un film
porno!
Già, già. E se non ti sta bene cavoli tuoi chirurgo del
ca…
Kidd: BIIIIIIIIIIP! Kei! Law! Un po’ di contegno. State
litigando davanti ai lettori!
Law/Kei: Gomen :p
Scusateci ancora per lo spettacolo indecoroso e con
questo ci si vede alla prossima e (forse) ultima puntata dove vedremo Ace alle
prese con la preparazione del cioccolato.
SEEEE YAAAAA!