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Autore: ninilke    15/02/2012    3 recensioni
I Malfoy sono legati da un contratto segreto a una potente e malvagia famiglia di maghi oscuri, che li vuole in rovina: un aiuto inatteso arriverà dai Potter, soprattutto dalla giovane Lily Luna. Scorpius Malfoy troverà in lei una persona fidata e capirà di poter provare sentimenti profondi, arrivando anche a conoscere l'amore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 2 - Una scatola di palline

-Ti sto dicendo che mettere quel rozzo troglodita di Hagrid ad accogliere studenti e visitatori non mi sembra una buona idea, che figura ci fa la scuola? domandò Draco Malfoy a Harry Potter, varcando la soglia di Hogwarts.

-Non è un rozzo troglodita, è una bravissima persona!

-Definisci “persona”…

-Oh per Merlino! Perché ogni volta che ti incontro qui dentro mi viene un senso di fastidio lungo la schiena?- chiese stizzito Harry.

-Perché ti ricordi che da ragazzo eri l’eroe della scuola, mentre adesso sei solo quello sfigato di Impiegato del Ministero- gli rispose l’altro senza scomporsi.

Harry e Draco lavoravano da quattordici anni come Impiegati speciali del settore H del Ministero della Magia: si occupavano della gestione dei rapporti tra la scuola di Hogwarts e il Dipartimento dell’Istruzione e, incredibile a dirsi, avevano dimostrato di saper collaborare. Erano seri nello svolgere i loro compiti e in grado di mettere da parte i dissapori personali: non erano mai stati amici e non lo erano diventati con il lavoro, ma andavano relativamente d’accordo, nonostante i frequentissimi bisticci. Il loro incarico prevedeva che ogni quindici giorni si recassero a Hogwarts per eseguire controlli di varia natura: norme di sicurezza, problemi col Sindacato Insegnanti, lamentele dei Caposcuola e, da alcuni anni, controlli serratissimi sui loro pargoli che studiavano lì. Harry aveva visto, nove anni prima, il suo James arrivare a Hogwarts e ogni scusa era buona per andare a controllare cosa stesse facendo, dove e con chi: Draco non perdeva occasione per prenderlo in giro (ma, anche a non averla, l’avrebbe creata), sostenendo che lui con Scorpius non si sarebbe certo comportato in quel modo. Gradasso di un Serpeverde! I primi due anni di suo figlio furono un perenne tentativo di non diventare lo zimbello della scuola a causa di un padre fin troppo presente e apprensivo: quando Harry sottolineava a Draco il suo atteggiamento, la sua risposta era che lui aveva un solo figlio e doveva tutelarlo, invece i Potter erano tre, avevano due cugini e si potevano guardare a vicenda. Scorpius però si sapeva tutelare benissimo da solo. Tutelare da cosa poi, non lo sapeva.

-Ehi, c’è la McGranitt- notò Harry -Sbaglio o ha la faccia di una che ha appena visto un Dissennatore?

-Ah non so, sei tu quello bravo a capire la psicologia umana… Speriamo non ci siano Dissennatori perché non evoco un Patronus da secoli e temo che il tuo stupido cervo non basterà.

-Che tenero, sai qual è il mio Patronus!- esclamò Harry prendendolo in giro.

-Piantala idiota- lo zittì l’altro con una gomitata -Buongiorno professoressa McGranitt. Noi stiamo per iniziare il nostro giro, ci vorranno poche ore, come sempre.

La professoressa invitò i due uomini a seguirli in Presidenza, li guardò in silenzio, poi sembrò agitarsi molto, indecisa se piangere o urlare, poi buttò fuori l’aria e disse d’un fiato:

-Siamo invasi!

I due sbarrarono gli occhi:

-Invasi da cosa?

-Mucilli pelosi!

Harry la guardò profondamente confuso: ignorava cosa fossero i Mucilli pelosi, ma non sembravano avere un nome così terribile da far piangere la McGranitt! Draco fece solo di sì con la testa.

-Di quanti esemplari si parla?- domandò a braccia conserte - Se si tratta di una decina o una dozzina di Mucilli sarà facile sterminarli in tempo per evitarne la riproduzione- concluse, portandosi una mano sul mento con espressione seria.

La McGranitt parve molto imbarazzata, come se l’avessero appena beccata a rubare delle Cioccorane dalla dispensa: Harry si immaginò la scena di lei che va a passi leggeri verso la cucina, apre il barattolone dei dolci, si frega le mani e poi ce le butta dentro arraffando quello che può, poi una torcia elettrica le illumina il volto, le guance gonfie di tutti i dolci che tiene in bocca e le labbra sporche di cioccolato, mentre rane dolci saltellano attorno a lei, che si limita a ripetere “nosh ftavo fafendo niefte”.  Dannata fantasia! Bisognava recuperare il contegno: cosa stava dicendo la McGranitt?

-Vedete… Non ci siamo accorti subito della presenza dei Mucilli perché eravamo appena rientrati dalla pausa estiva, c’era da organizzare il nuovo anno, non avevamo ancora dato un assetto chiaro al…

-Sì, ma quanti sono?- la fermò secco Draco

-Forse qualche… decina?- rispose imbarazzata la Preside.

-Quante decine?- continuò Malfoy, dilatando le narici e serrando le labbra.

-Mah… Saranno… un centinaio…

-Un centinaio di Mucilli?!- gridò Draco inorridito

-Un centinaio di decine, signor Malfoy- gli gridò in risposta la Preside, sempre più agitata.

-Fa mille!- concluse Harry, come se avesse sei anni. -Centinaia di decine… Mille e rotti, toh!

Draco lo fulminò, poi assunse lo sguardo bonario di un padre con un neonato e disse:

-Dimmi una cosa: ignori completamente cosa siano i Mucilli, vero?- Harry tacque un po’, poi fece di sì con la testa -Sei un dannato ignorante, Potter! “Signor Malfoy, questo nuovo incarico al settore H è riservato ai migliori impiegati, può ritenersi fiero di sé”. Già, ma non del mio collega!! Non avevano una scimmia ubriaca da mettere al tuo posto quattordici anni fa?

-Signor Malfoy!- lo freddò la Preside - La prego, non perdiamo la calma. Abbiamo un problema serio da affrontare. Quanto a lei, signor Potter,beh… le spiegherò cosa sono i Mucilli pelosi: si tratta di piccole creature tondeggianti, grandi all’incirca come una moneta da una falce e ricoperte da una peluria grigiastra. Non sono pericolosi, ma se si sentono attaccati spargono un gas soporifero, che è leggero se si tratta di pochi esemplari, ma piuttosto potente se ve ne sono diversi: le lezioni prevedono studenti vigili, laddove possibile, quindi un’invasione di Mucilli non ci serviva proprio!

-Aggiunga poi che sono creature molto fertili e veloci a riprodursi- si intromise Malfoy.

-Putroppo sì, infatti sono noti anche come “Conigli della polvere”…

-… o come “Quelli là che camminano vicino al tavolo”- conluse Draco puntando la bacchetta verso una gamba della scrivania vicino a loro -Dirumpe!-. Tre Mucilli scoppiarono con un piccolo “pop” e di loro rimase solo un po’ di polvere grigiastra.

-Molto bene, signor Malfoy- osservò la Preside.

-Vuole dare 100 punti a Serpeverde?- le rispose Draco. Difficile a dirsi, ma, stava sorridendo? “Sorridere” era un parolone, diciamo che stava facendo dell’ironia non sarcastica, era una battuta non accompagnata da un ghigno o dalla famosa espressione costipata, ecco tutto.

Harry li guardò, insolitamente serio, poi disse:

-Quindi la scuola è invasa da quelle creature. Direi che il compito di debellarle spetta a noi due.

-Sì ma non possiamo andare in giro per la scuola ad eliminarle una alla volta! Se sono un migliaio adesso, figuriamoci ora di stasera!- gli rispose Draco- Gli studenti se ne stanno già occupando in qualche modo?

-Gli studenti non lo sanno- rispose la Preside, nuovamente imbarazzata -Per ora il fenomeno si è manifestato in zone poco frequentate. Inoltre i ragazzi sono ancora troppo intenti a raccontarsi delle loro vacanze per guardarsi attorno… Beata gioventù! Poi ieri è iniziato il Quidditch, quindi una distrazione in più!

I due uomini si persero nei loro pensieri: erano appena iniziati gli allenamenti, a cui partecipavano anche i loro figli, quindi la loro ispezione quel giorno si sarebbe protratta fino alle sei, decisamente.

-Nossignori, so già a cosa state pensando!- li bloccò la McGranitt -Gli allenamenti di Quidditch non sono aperti al pubblico, tanto meno se quel pubblico è qui per lavorare e per risolvere un problema delicato!- il tono della sua voce si faceva gradualmente più alto -Urge una soluzione e vi invito a trovarla con la massima serietà! Arrivederci!- e uscì dalla Presidenza, lasciando i due Impiegati speciali del settore H del Ministero della Magia a guardarsi la punta delle scarpe, come da ragazzini.

- Ma io volevo andare agli allenamenti- sbuffò Harry.

-Ma la Preside ha detto di no- gli fece eco, deluso, Draco.

-Andiamoci lo stesso!- propose Harry speranzoso.

-Ah no, io non ti assecondo Potter! Non voglio rischiare il posto perché ti ho seguito in una delle tue stupide sfide ai regolamenti! Abbiamo quarant’anni, smettila di fare il ragazzino!- concluse Draco.

-E se trovassimo una soluzione entro le sei?- domandò Harry, sfidandolo.

-Ma dai! La McGranitt ci sta lavorando sopra da una settimana e tu sei convinto di farcela in… che ore sono?... in sette ore? Sei proprio un bambino Potter!

Harry estrasse dalla tasca della giacca il suo telefono cellulare, una delle migliori invenzioni babbane di tutti i tempi, e selezionò uno dei numeri dalla rubrica con soddisfazione. Attese qualche secondo, poi sorrise:

-Ciao Hermione! Ti disturbo? No, non ho combinato niente… Sono solo le nove, cosa posso aver già combinato? Non sono mica tuo marito!- osservò Harry con un sorriso -Senti… aspetta, poi ti spiego, mi serve una consulenza… è per una cosa di lavoro. Immagina che ci siano cento palline bianche in un quadrato: le devi colorare tutte di rosso, ma manualmente ne puoi colorare solo una o due alla volta e hai poco tempo. Come fai? Attenzione, perché se passa troppo tempo le palline diventano duecento.

Draco lo fissava, totalmente incapace di formulare un pensiero: palline in un quadrato? Ma non poteva semplicemente spiegarle come stavano le cose? La Granger era una delle persone più intelligenti che conoscesse, tranne forse per la scelta del marito: non l’avrebbe mai confessato ad anima viva, ma lui stesso si era soffermato più volte ad osservarla. Era una ragazza seria, lucida di mente, ma coraggiosa al punto da seguire Potter nelle peggiori situazioni solo per l’immensa amicizia che li legava: col tempo poi era diventata anche molto carina… Peccato che non fosse una Purosangue, se no avrebbe fatto carte false per averla! Ma comunque lui una moglie l’aveva trovata, Astoria Greengrass: nessuna donna poteva eguagliare Astoria nella mente e nel cuore di Draco Malfoy. Sapeva che si sarebbe dovuto dare un contegno, non poteva essere così tremendamente innamorato di lei, era un algido Malfoy lui! Ma Astoria… Alta, mora, lunghi capelli mossi sulle spalle sottili, un corpo da fare invidia anche dopo i quarant’anni… Altro che la Granger, lui aveva la sua Astoria! Sì sì, quella sera le avrebbe fatto ricordare perché lo aveva sposato, glielo avrebbe ricordato proprio bene… I suoi pensieri sulla sua vita coniugale furono interrotti dalla voce di Harry, che ancora blaterava al telefono:

-Sì ma… ma è troppo grosso! Non si può… altra soluzione?

Di che diavolo parlava? Cosa era troppo grosso? La Granger voleva puntare un cannone contro la scuola e farla saltare? Ah no, impossibile, per lei si trattava di una grossa scatola di palline…

-Uhm… sì, questo è perfetto…Ottimo, ti devo un favore enorme! Ci vediamo in questi giorni- e riattaccò. Harry Potter sembrava molto soddisfatto, Draco Malfoy sembrava molto dubbioso.

-Palline?!

-Hermione è una madre molto apprensiva! Un’invasione di Mucilli nella scuola dei suoi bambini la manderebbe in crisi: farla ragionare su problemi astratti la mantiene lucida- concluse sereno -Forse abbiamo la soluzione.

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Lily Potter stava uscendo dall’aula in cui aveva appena subito un’ora di Pozioni: odiava quella materia, era solo un insieme di nomi di elementi, cose da dosare, calderoni da mescolare… Molto meglio Trasfigurazione! Le piaceva l’idea che una piuma potesse diventare una farfalla o che una coppa si trasformasse in un mazzo di fiori: certo, alcuni oggetti erano più predisposti di altri ad essere trasfigurati, ad esempio un libro poteva diventare tante cose, ma di solito quelli le toccava solo leggerli…

-Ehi signorina!- esclamò Isabel arrivandole alle spalle- Come sei concentrata! Ti sei innamorata?

-Sì, di Pozioni!- le rispose ridendo Lily -Chi può amare una materia così stupida?

-Le persone intelligenti, Potter!- La voce antipatica che le rispose era quella di Josh Hamilton, che usciva dall’aula accanto coi suoi soliti amici Derek, Ralph e Scorpius. -Scommetto che sei una frana!

-Come se lui fosse il migliore della scuola!- sostenne ironica Lily -Le voci sul tuo conto sono poco confortanti, Hamilton! Scarsino a scuola, scarsino a Quidditch… mi sa che sei scarsino in tutto!

-Come ti permetti, bambina viziata? Ci sono decine di ragazze che possono raccontarti di quanto io non sia “scarsino”: io alle ragazze piaccio, piaccio eccome!- sorrise malizioso lui.

-Alle ragazze non piaci tu, alle ragazze piace il… - ma non si seppe mai cosa piacesse alle ragazze, perché una delle Mar-Mar le tappò la bocca sussurrandole “C’è tuo padre!”

In effetti Harry e Draco si stavano avvicinando a passo veloce al luogo in cui, eccezionalmente, si trovavano insieme la figlia di uno e il figlio dell’altro e sembravano intenzionati a fermarsi proprio lì. Scorpius sembrò imbarazzato, disse ai suoi compagni di incamminarsi e che li avrebbe raggiunti poco dopo; la stessa cosa fece Lily con le sue amiche: né l’uno, né l’altra volevano che i loro padri li facessero vergognare! I due si guardarono: un’occhiata veloce, inespressiva, non volevano dirsi niente, stavano solo constatando la presenza dell’altro. In effetti era la prima volta che si trovavano insieme durante una delle ispezioni, cosa che sembrò stupire anche i loro padri:

-Come mai insieme?- domandò Harry.

-Buongiorno anche a te, papà!- gli rispose Lily ironica -Comunque non eravamo qui insieme…eravamo nello stesso posto nello stesso momento, punto e basta- concluse, un po’ stizzita. Un po’ troppo,in effetti: la domanda di suo padre era stata assolutamente neutra, non c’era allusione, rimprovero né nulla, solo un po’ di stupore forse. Lily, però, ci teneva a far sapere che era lì per caso, non c’era affatto l’intenzione di condividere lo stesso angolo di mondo con Scorpius Malfoy. Lui, dal canto suo, era rimasto in silenzio.

-Hamilton?- si limitò a domandare Draco al figlio, che annuì. -Un giorno o l’altro soffocalo nel sonno- concluse Malfoy con un’espressione di granito sul volto.

-Vedo che è simpatico anche a lei!- osservò Lily con un sorriso. Non aveva mai parlato a Draco Malfoy. Considerando che la prima volta che aveva parlato con Scorpius era stata il giorno prima, erano stati due giorni di progressi, per quanto riguardava le relazioni interpersonali!

-Josh è il figlio di uno degli uomini più boriosi, ignoranti e maleducati che abbia mai conosciuto- rispose serio Draco -Sfortunatamente è anche uno dei più ricchi e potenti e, ovviamente lavora al Ministero, seduto ad una delle scrivanie più grosse…

-Hector Hamilton!- completò Harry -Il direttore del settore G. Quello sì che è un pezzo grosso! Fino a un paio di anni fa non sapevo nemmeno avesse dei figli, lo so solo perché me lo hai detto tu.

-Fortuna che ne ha solo due- soggiunse Draco, cambiando espressione- Josh e Madelaine, hanno 17 anni, come Scorpius- Nel dirlo sembrava quasi preoccupato o malinconico o comunque pensieroso. Guardò suo figlio, abbassò lo sguardo e poi ripuntò gli occhi su di lui -Torna tra una settimana.

Scorpius chiuse gli occhi, sbuffò leggermente e disse solo “Ok”. I due Potter li guardarono dubbiosi:

-Malfoy… è ancora quel problema?- domandò Harry al collega, che subito assunse uno sguardo severo.

-Lo sai che non ti riguarda, Potter. È una cosa di famiglia- chiuse secco Malfoy.

Lily, senza capire di cosa parlasse suo padre, guardava in silenzio la scena: strano, di solito lei aveva sempre qualcosa da dire, ma in quel momento non sapeva proprio trovare le parole. Fece l’errore di voltarsi a guardare Scorpius: teneva lo sguardo fisso a terra, era evidentemente preoccupato per quella “cosa di famiglia” appena menzionata e non sembrava per niente uno spavaldo Serpeverde. Peccato che le mancassero le parole e che ci fossero gli adulti, se no avrebbe potuto riempirlo di insulti per vendicarsi del giorno prima, quando le aveva dato della bambina immatura e le aveva mollato quel colpetto in fronte, giusto sul livido lasciato dalla ciabatta di Isabel! Ma forse non lo avrebbe fatto: era così carino con quell’espressione pensierosa. E lei era così in imbarazzo per averlo anche solo pensato!  “Smettila Lily”, si disse tra sé, ma senza staccare gli occhi da Malfoy.

-Oggi ci sono gli allenamenti!- esclamò allegro Harry, rompendo quel silenzio di piombo. Draco lo fulminò: aveva un’espressione truce, che non lasciava spazio a dubbi su quanto fosse infuriato, e quello scemo di Potter si preoccupava del Quidditch?!

-Non ho voglia di pensare a queste cose, Potter!- lo liquidò Malfoy.

-Sì che ne hai!- rispose l’altro con un ghigno -Sei preoccupato, vorresti non esserlo, quindi ti andrebbe di vedere il Quidditch! Sono io quello bravo a capire la psicologia umana- terminò Harry soddisfatto.

-Non possiamo andarci, te l’ho già detto!  Quante volte bisogna dirtele le cose?

-Fai come vuoi… Io troverò il modo di andarci anche senza di te- rispose Harry alzando lo sguardo, come a voler osservare la disposizione dei lampadari nel corridoio. Con la coda dell’occhio, però, vedeva il suo collega che cambiava espressione di continuo, il duello interiore era forte: voleva mantenersi serio e impassibile, però voleva andare a vedere gli allenamenti, però non poteva perché se la McGranitt li avesse scoperti non avrebbe gradito, però voleva mantenersi serio e impassibile, però… Sbuffò:

-Prima finiamo il progetto e lo portiamo alla Preside, poi vediamo…- concluse con l’aria di uno che aveva dovuto cedere per forza a un ricatto.

-Sì sì, prima finiamo i compiti, poi andiamo a giocare…- lo canzonò Harry.

-Va bè che i compiti ce li ha fatti la Granger…- rispose Draco, con una specie di ombra di mezzo sorriso. Era impercettibile, ma Scorpius la notò: era sicuro che pochi minuti prima fosse furibondo, conosceva suo padre, però adesso sembrava sereno e blaterava di Quidditch, progetti e compiti da fare.

-In che senso la zia vi ha fatto i compiti?- chiese Lily dubbiosa -E poi che progetto dovete consegnare? E perché vi interessano gli allenamenti? Ma pensate di venirci?

-Ehi, fiume in piena!- la fermò suo padre -Una cosa alla volta! Diciamo che la scuola ha un piccolo problema interno e a noi toccherà risolverlo: ovviamente non ne possiamo parlare, è una questione tra noi e la Preside, a cui consegneremo il progetto con la soluzione- si pavoneggiò Harry.

-Riguardo agli allenamenti- si intromise Draco -Potter ha avuto la balzana idea di andare a vederli, nonostante l’esplicito divieto della Preside. Io sto cercando di dissuaderlo…

-Poche storie Malfoy, so già che stasera sarai lì con me- lo zittì Harry- Andiamo dalla McGranitt, se no non ce la faremo mai- proseguì, posandogli una mano sulla schiena per spingerlo avanti -Buona giornata Lily, ci vediamo stasera alle sei. Ciao Scorpius.- concluse, mentre Draco riuscì solo a dire “Buona giornata” mentre l’altro lo spintonava nel corridoio.

Lily e Scorpius rimasero lì uno accanto all’altro in piedi a fissare i loro padri andarsene per un tempo che sembrò eterno: già, il tempo scorreva e loro dovevano essere a lezione già da un quarto d’ora!

-Ma guarda che ore sono!- esclamò Lily -Ho lezione dall’altra parte di Hogwarts!

-Anche io- rispose Scorpius - Perderei un sacco di tempo solo per arrivare.

Cappa di silenzio imbarazzato nel corridoio di Hogwarts: nel centro della cappa, Lilian Luna Potter e Scorpius Hyperion Malfoy. Inaspettatamente, lei scoppiò a ridere e lui la guardò:

-No scusa… Mi è tornato in mente tuo padre… “Un giorno o l’altro soffocalo nel sonno”… Ahah, è stato bellissimo! - spiegò lei, asciugandosi le lacrime che iniziavano a uscire dai suoi occhioni verdi. Scorpius si fece serio e sibilò:

-Nessuno ride di mio padre!

-Bè, tranne il mio!- ribattè Lily, ridacchiando ancora. -E poi dai, ha fatto una battuta… Perché era una battuta, vero?- sembrò preoccuparsi lei.

-Diciamo di sì- rispose lui senza guardarla e si incamminò per il corridoio, lasciandosela alle spalle. Lei però fece una breve corsetta e gli arrivò alle spalle.

-Chi arriva tra una settimana, per farti fare quella faccia?

Lui non si voltò, continuando a camminare. A quell’atteggiamento, Lily sfoderò un ghigno dei suoi e gli posò una mano sulla spalla facendo pressione, memore del giorno precedente. Lui si voltò con espressione sofferente, gridandole di andarsene e tentando di scacciarla come si fa con gli insetti. Lei lo prese per il mantello della divisa e iniziò a tirarlo, lui cercò di allontanarla con entrambe le braccia, ma lei gli si piazzò davanti mettendogli le mani sul petto per fermarlo. Lui le prese i polsi e si scostò le mani di dosso, per cui lei attaccò con la testa, usandola come ariete, e si allacciò con le braccia al suo torace. Lui le urlò di smetterla e lei, alzando la testa gridò:

-Mi stai ignorando!

-Mi stai abbracciando!- rispose lui, facendola finalmente smettere. Lily rimase lì, un po’ stupita: cingere la vita della persona davanti a lei, con la testa posata sul suo petto, si configurava come abbraccio? Ma no, lei era sicura che stesse lottando perché le dava tremendamente fastidio essere ignorata, tanto più da un inutile Serpeverde, non lo stava mica abbracciando! Alzò la testa e, senza staccare le braccia dalla sua vita, lo guardò innocentemente e chiese ancora:

-Chi arriva tra una settimana, per farti fare quella faccia?

Scorpius capì che era un osso duro, nonostante quell’aria da bambina innocente, quindi si limitò a rispondere “Madelaine”. Gli occhioni verdi di Lily Potter colsero una gamma di sensazioni che lei credeva impossibili in un Serpreverde: era triste, preoccupato, insicuro, sembrava volersi difendere da qualcosa di troppo grande per lui e anche per suo padre, a quanto le era parso di capire.

-Ne vuoi parlare?- domandò lei ingenuamente. In un nanosecondo, però, si rese conto dell’assurdità: Scorpius Malfoy non si sarebbe messo a parlare dei fatti propri con lei, che era una sconosciuta, una Grifondoro, una che gli aveva parlato per la prima volta il giorno prima, una che gli aveva appena fatto la guerra nel corridoio della scuola. Eppure le sue orecchie sentirono qualcosa di spaventosamente simile a una resa volontaria!

- Adesso no, ma tra un po’ sì…- rispose lui piano e stavolta lei lo lasciò andare, senza fare storie. Scorpius non capiva il perché delle proprie azioni, ma gli sembrò che parlare con lei sarebbe stata la cosa giusta…

 

SPAZIO DELL'AUTRICE:

Eccoci al capitolo numero 2: vince sicuramente il titolo di capitolo più simpatico della ff, quindi non aspettatevi sempre tutto 'sto brio. Ci sarà qua e là qualche battuta brillante, ma non assicuro nulla... In questo capitolo si inizia a presentare il rapporto tra Draco e Harry, colleghi di lavoro per i motivi che sapete se avete letto il mio Prologo e, a distanza di 14 anni, ancora insieme: i loro bisticci saranno una delle colonne portanti dell'intera storia, come si intuisce! Altra colonna portante sarà l'amore tra Draco e Astoria, che assumerà più senso quando si racconterà quella "questione di famiglia" a cui si accenna in questo capitolo: chi arriva tra una settimana per farti fare quella faccia? Per scoprire il perchè del broncino di Scorpius, vi toccherà leggere il prossimo capitolo! A domenica...

Ninilke

 

  
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