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Autore: avalonne    16/02/2012    6 recensioni
Ebbene sì: avete letto bene. Non è la solita rivolta contro le Mary Sue ma è una rivolta delle Mary Sue. Queste povere creature innaturalmente belle sono costrette ad essere perfette e a innamorarsi dei personaggi principali della saga. Ma se non fossero davvero così? Se anche loro avessero un cervello, ma un cervello vero non solamente descritto a parole, e una propria volontà? Perciò ecco a voi delle Mary Sue per ogni generazione pronte a prendere la loro strada.
Conoscerete quella che non si fa problemi se è di una strana specie, quella che è stufa di essere una poco di buono, quella che si chiede perchè si deve innamorare di un idiota e tante altre!
E alla fine ci sarà un piccolo spaccato di quelle che sono diventate Mary Sue contro la loro volontà: Lily Evans, Hermione, Ginny, Victoire, Dominique, Rose e Lily Luna. Anche i loro stereotipi verrano distrutti in poche righe!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Eccomi tornata con le fantastiche avventure di Ariel. Sì ci starebbe la musichetta Disney a questo punto ma purtroppo non siamo in fondo al mar ma a Hogwarts! Come potete vedere sto cercando di intercalare le avventure delle Mary Sue che stanno affollando l’ultimo anno di scuola dei Malandrini (come se non avessero abbastanza problemi con i M.A.G.O. da affrontare e una guerra alle porte). Avrei voluto mantenere una coerenza temporale tra le due storie ma mi è stato impossibile per motivi di trama perciò accettate i salti temporali tra ciò che accade a Cassandra e le avventure di Ariel.
 

 
 
L’epoca dei malandrini – L’ibrido e il Lupo Mannaro
 
Settembre 1977
 
Una banale amicizia
 
La vita nella Casa di Tosca Tassorosso era scorsa tranquilla per la giovane Ariel Aquata Andrina Arista Attina Adella Alana DeLaMere, nonostante le battutine sul suo improbabile nome fossero continuate per giorni.
I suoi compagni di Casa erano simpatici e, in pochi giorni, aveva trovato degli amici leali su cui sentiva di poter contare.
La ragazza con cui aveva instaurato il miglior rapporto, Ann Carrey, aveva fenomenali capelli castani, occhi nocciola, era alta, udite udite un banalissimo metro e sessantasette e portava una quanto mai comune seconda abbondante di seno. La miglior dote della ragazza era il senso dell’umorismo, non era stupida e non brillava straordinariamente, le piaceva un ragazzo di Corvonero, ma non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi, non apparteneva alla squadra di Quidditch ma seguiva le partite. In poche parole Ann Carrey era una ragazza normale! Il fatto che una creatura così banale fosse amica di una così straordinaria quale Ariel rompeva un migliaio di regole non scritte ma, come disse Albert Einstein: “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.” Ariel non sapeva che dal primo momento in cui aveva messo piede a Hogwarts aveva iniziato la sua personale piccola rivoluzione.
 
Serpeverdi e pregiudizi
 
Nonostante la superba intelligenza di cui era dotata la protagonista di codesta storia, la vita scolastica di Ariel era piuttosto fitta Le lezioni erano impegnativa soprattutto per chi, come lei, aveva avuto un’educazione casalinga e il tempo libero lasciato dai compiti era alquanto esiguo visto che quello sarebbe stato l’anno dei M.A.G.O. Ciò nonostante sembrava che il tempo per incrociare Remus Lupin nei corridoi fosse sempre più che abbondante. Le scale, si sa, a Hogwarts amano cambiare e così il povero malandrino si trovava sempre più spesso a essere trasportato sullo stesso cammino della ragazza dai capelli verde-acqua. Non che a lui o ai suoi amici dispiacesse incontrarla, Peter in particolare era alquanto soddisfatto della piega che stavano prendendo le sue giornate, ma alla lunga la faccenda poteva rivelarsi stancante, specialmente se eri in ritardo a una lezione di Trasfigurazione con un’intransigente McGranitt!
Anche quella mattina, difatti, le scale avevano deciso di muoversi a loro piacimento così che Ariel, Ann e due loro compagni Tassorosso si trovarono faccia a faccia con i Malandrini, due Serpeverdi noti per la loro poca affabilità e tre poveri innocenti primini di Corvonero che, probabilmente, sarebbero rimasti traumatizzati a vita.
In un giorno qualunque Avery e Mulciber si sarebbero attaccati con i quattro Grifondoro lasciando in pace gli altri, considerati semplicemente troppo inferiori anche solo per essere presi in giro ma la presenza di Ariel scombinò i piani.
- Ciao splendore! Cosa fai in giro con questa feccia? – la apostrofò, infatti, uno dei due.
La ragazza sospirò scocciata. Da quando aveva iniziato la scuola era stata già chiamata splendore, bellezza, fata, sirena, meravigliosa, bambina, bambolina, pupa, luce della mia vita e sinonimi vari un’infinità di volte da tutti coloro che si concentravano sulla sua avvenenza tralasciando i suoi stupidi nomi. La maggior parte dei ragazzi, fortunatamente, aveva smesso dopo che un’esasperata McGranitt aveva minacciato di trasfigurare un idiota in uno Schiopodo Sparacoda se avesse nuovamente interrotto la sua lezione per lanciarle bigliettini d’amore. Qualcuno, tuttavia, persisteva.
La ragazza tentò si sorpassare i due Serpeverdi senza rispondere ma l’altro, la cui identità non era poi così importante, le bloccò il passo.
- Lasciala stare! – Interruppe una voce maschile che, sorprendentemente, non apparteneva a Lupin ma a uno dei suoi compagni di Casa.
- E tu chi saresti per mettere bocca? –
- Samuel Cole, se ti interessa. Ora lasciaci passare. –
- Cole? Non mi sembra di conoscere nessun Purosangue con questo nome. –
- Infatti mio padre è un babbano. – Rispose il ragazzo con una notevole dose di sangue freddo, aiutato anche dal fatto che, in un ipotetico duello, sarebbero stati otto contro due, contando anche i Grifondoro. –
- Ti circondi delle persone più schifose DeLaMere! Mezzosangue, traditori del loro sangue – con un cenno del capo accennò a Sirius – e bestie immonde! – L’ultimo riferimento, al povero Lupin era quantomeno inspiegabile visto che nessuno, tranne i suoi migliori amici e Piton conosceva il suo segreto.
I Malandrini fremevano mentre una forza sconosciuta li costringeva a restare immobili durante quello scambio di battute, quando avrebbero lanciato volentieri qualche fattura ai due odiati Serpeverde.
Per tutta risposta Ariel alzò un sopracciglio, uno solo, coerentemente con i suoi poteri da creatura marina, e disse: - Hai ragione, ho di fronte a me gente davvero orribile, quindi per favore levati dalla mia vista così che io possa tornare a bearmi del panorama di questo interessantissimo corridoio! –
Mulciber, o forse era Avery, sbiancò alla risposta.
- Come osi? Non sarai anche tu una qualche Sanguesporco? –
- Dipende. Di che colore è il sangue puro? –
Con un leggero tocco di bacchetta e un incantesimo non verbale si aprì un piccolo graffio su un dito dal quale colò una splendida goccia di sangue blu cobalto.
I due Serpeverdi, e a onor del vero anche i poveri primini Corvonero, fecero un balzo indietro.
- Che razza di stregoneria è mai questa? – Chiese Avery, o Mulciber, dimostrando ben poco acume considerando che frequentava una Scuola di Magia e Stregoneria.
- Non conosci le proprietà del sangue dei DeLaMere? Dovresti stare molto attento che esso non ti sfiori neppure! – Disse Ariel muovendo minacciosamente il dito verso di lui. Schifato, il ragazzo si spostò e si affrettò a salire le scale seguito a ruota dal suo amico e dai Corvonero che non vedevano l’ora di sfuggire a quei matti.
Appena si furono allontanati i ragazzi rimasti scoppiarono a ridere.
- Forte Ariel! Ma il tuo sangue ha davvero proprietà magiche? – Chiese Daniel Foster, l’altro Tassorosso amico Samuel Cole.
- Certo che no Danny! Il mio sangue è tale quale al tuo, l’ho solo trasfigurato in un altro colore per fare un po’ di scena! Credevi, forse, che fossi un unicorno?–
- Fico! – Interloquì Sirius – Assomiglia tanto al gioco “Sposta Remus con un dito!” ~.
- Cosa? – Chiese l’interessato vagamente preoccupato.
- Sai come si sposta un Remus con un dito? – Chiese ancora Sirius felice di poter fare un po’ si show.
- Questa è vecchia Felpato! – Lo interruppe James. Il ragazzo si leccò un dito e lo avvicinò al povero Lupin che si scansò schifato con un balzo. Potter, Black e Minus scoppiarono a ridere, seguiti a ruota da Cole e Foster mentre le due ragazze li guardavano con malcelata sufficienza e Remus tentava di recuperare un po’ di orgoglio.
- Questa me la paghi James! – biascicò tra i denti.
 
 
 
Un bagno fuori programma
 
Novembre 1977
 
- Ann, hai visto Ariel? – Chiese una sera un preoccupato Samuel Cole. –
- È in Infermeria, ha detto di non sentirsi troppo bene. – Rispose la ragazza alzando a mala pena gli occhi dal libro di Pozioni Avanzate.
- Questo è il terzo mese consecutivo che passa una notte in Infermeria, non ti sembra strano? – Domandò Cole dimostrando un’arguzia da Corvonero, giacché la stessa cosa era accaduta a Lupin per ben sette anni e nessuno, tranne i suoi più stretti amici, si era posto la questione.
- Ariel è una ragazza e una volta al mese non si sente bene, non mi sembra poi così strano. – Ribatté Ann dimostrando che nascondere un piccolo segreto squamoso per una ragazza è più facile che nascondere un piccolo problema peloso per un ragazzo.
- La tua spiegazione è troppo banale, sono convinto che sotto ci sia un mistero! – Dichiarò senza alcuna logica Samuel, dimostrando meno arguzia di prima ma una buona dote di Divinazione.
- Non è che hai una cotta per Ariel? – Indagò Ann con il sorriso sulle labbra.
Samuel per tutta risposta arrossì e alzò un poco elegante dito medio all’indirizzo della ragazza, prima di sparire fuori dalla sala comune.
 
Aveva girovagato a lungo nei corridoi del castello e, mentre stava ringraziando la sua buona stella per non essersi imbattuto in insegnanti o Prefetti, era quasi inciampato su Mrs. Purr, l’infernale gatta di Mastro Gazza. Per questa ragione Samuel correva come un disperato protetto solo dalle ombre scure, inseguito dai bisbigli offesi dei quadri e da un infuriato custode. All’improvviso, dietro un angolo, gli sembrò di udire sussurri concitati di studenti, ma una volta svoltato si ritrovò di fronte il nulla smosso solo da un’invisibile corrente d’aria. Gazza ormai era alle sue spalle quando un’insperata ancora di salvezza fece apparire di fronte ai suoi occhi un passaggio segreto che lo condusse nel parco.
All’esterno il vento novembrino lo fece rabbrividire: non aveva indossato neppure un mantello e l’impalcabile clima scozzese sembrava ricordargli che si trovava in un grosso guaio, non sapendo neppure come rientrare senza essere scoperto.
Tutto sembrava immobile, eccezione forse per il Lago Nero che si increspava a ondate regolari. Sicuramente si trattava della Piovra Gigante, ciò nonostante Samuel decise di avvicinarsi. Mentre i suoi passi lo conducevano là, continuava a ripetersi di essere un imbecille: era fuori dal suo dormitorio, senza permesso, addirittura nel parco, di notte, faceva un freddo bestia e lui si stava avvicinando al lago! Se il Preside lo avesse espulso perché troppo stupido per frequentare Hogwarts non avrebbe potuto ribattere nulla.
Niente. La superficie del lago era una tavola, persino il vento si era calmato. Probabilmente la Piovra e le altre creature marine dormivano tranquille sul fondo. Dall’alto del molo Samuel sfiorò l’acqua con le dita: sentiva che era ad un passo dallo scoprire qualcosa di importante ma qualunque cosa fosse gli scivola via come l’acqua scura tra le mani.
Un ululato interruppe i suoi pensieri. Si voltò e il sangue gli si gelò nelle vene: un Lupo Mannaro completamente sviluppato lo fissava rabbioso dal limitare della foresta. Per alcuni interminabili attimi si guardarono negli occhi poi la creatura caricò e iniziò a correre verso di lui. Altre due sagome scure sembravano seguirlo ma l’attenzione di Samuel era concentrata solo sulla bestia assetata di sangue che correva nella sua direzione. Il buon senso lo aveva abbandonato, si sentiva pietrificato e incapace di muoversi per il terrore. Una mano sbucata dal lago lo afferrò in tempo prima che gli artigli del Lupo Mannaro lo ghermissero. Cole fu trascinato sempre più nelle acque scure e, mentre pensava che quella sarebbe stata la sua fine, la creatura che lo aveva afferrato iniziò a farlo risalire. Sputacchiando poco finemente tutto intorno, riemerse a una certa distanza dalla sponda. Sulla riva, nel frattempo, un enorme cane nero e un cervo cercavano di spingere il Lupo nuovamente nella foresta proibita. Si voltò verso chi lo aveva salvato e non fu poi così stupido di ritrovarsi perso nelle iridi dorate di Ariel.
- Hai intenzione di rimanere a fissarmi come un baccalà ancora a lungo o mi dici che ci fai qui? – Chiese lei distruggendo l’atmosfera romantica.
- Che ci fai qui? –
- No, ero io che lo chiedevo a te Cole! Che diavolo ci fai qui? –
- Perché sei nel Lago Nero e non in Infermeria con le tue cose? – Il romanticismo sembrava essersi concesso una vacanza quella sera.
- Perché le mie cose le ho avute la settimana scorsa! E poi in questa forma avere le mestruazioni potrebbe rivelarsi complicato. – Ribatté Ariel mostrando la lunga coda che partiva dal suo ventre.
- Così tu sei una mezza sirena! –
- Sì, mia madre è una Sirena e mio padre un Avvicino. Ora inizierai la tiritera sul fatto che io sia un mostro, giusto? –
- Scherzi? Io credo che sia la cosa più figa che abbia mai visto! Riesce quasi a superare il Lupo Mannaro che stava per divorarmi! –
Ariel lo guardò perplessa e poi scoppiò a ridere. – Lo dicevo io a Silente che era una figata e non un oscuro segreto da difendere a costo della vita! –
- Posso farti solo una domanda? –
- Vuoi sapere quali sono i miei poteri da creatura marina? –
- No, volevo sapere da quando in qua le sirene portano il pezzo sopra del bikini, non mi sembra poi così coerente, dovresti toglierlo. –
Ariel rimpianse di non aver lasciato Samuel al Lupo Mannaro.
 
Un’Infermeria affollata
 
Sarebbe stato bello parlare e scherzare con Ariel per tutta la notte ma le acque del Lago Nero possono essere incredibilmente gelide in una notte di novembre, perciò Samuel si trascinava stancamente per i corridoi diretto alla sua sala comune. Nonostante si fosse asciugato con un getto d’aria calda fatto scaturire dalla bacchetta continuava a tremare e a starnutire. Un fastidioso pizzicore alla gola e un dolore diffuso a tutte le ossa sembravano far presagire un’influenza con i fiocchi. I passi erano sempre più lenti, ogni metro una sfida insormontabile.
Una voce imperiosa interruppe il suo girovagare: - Cosa ci fa Lei nei corridoi a quest’ora di notte? –
Samuel si girò verso l’austera figura e un sorriso increspò le sue labbra.
- Professoressa McGranitt! Non sa come sono felice di vederla! La prego mi porti in Infermeria, non mi sento affatto bene. –
La strega alzò un sopracciglio perplessa: solitamente gli studenti che sorprendeva fuori dai loro dormitori non erano così contenti di vederla. Si avvicinò sospettosa al ragazzo: aveva gli occhi lucidi, era pallido con chiazze rosse sulle guance e bruciava di febbre. Per una volta si sentì incline a perdonare e lo condusse immediatamente da Madama Chips.
 
Nel frattempo, dalle parti della Stamberga Strillante, James e Sirius facevano sempre più fatica a trattenere Remus. Da tre mesi a quella parte nelle notti di luna piena il Lupo Mannaro sentiva l’impulso irresistibile di avvicinarsi al Lago Nero. Solitamente l’unico problema era il rischio di essere visti ma quella notte uno studente aveva rischiato di essere sbranato e i Malandrini non sapevano neppure se fosse affogato o meno. Peter, mandato a controllare, aveva riferito che una creatura lo aveva trascinato in acqua e, almeno all’apparenza, lo stava tenendo a galla, ma di chi si trattasse non era dato sapere.
 
La mattina dopo Peter entrò saltellante in Infermeria. Lupin si stava riprendendo dalla nottata e Madama Chips aveva insistito per ricoverare anche Black e Potter che sembravano reduci da un incontro di wrestling. La perspicacia della strega doveva essere in vacanza come il romanticismo, dacché non aveva collegato le condizioni dei due ragazzi con la natura del loro amico. Poco più il là riposavano Cole, ancora febbricitante, e Ariel che, nonostante stesse benissimo, era costretta a passare le mattine dopo la luna piena in Infermeria.
Quando Minus aprì rumorosamente la porta i ragazzi si svegliarono tutti di soprassalto.
Ci fu un lungo minuto di silenzio durante il quale si osservarono a lungo.
Ariel e Samuel non potevano ignorare le cicatrici sul corpo di Lupin e le ferite aperte dei suoi amici, i Grifondoro, da parte loro avevano riconosciuto il ragazzo in riva al lago e si erano ricordati del curioso colore dei capelli della creatura che lo aveva trascinato in acqua.
- Siamo tutti d’accordo a far finta che ieri notte non sia successo nulla? – Domandò con aria complice James.
- Se voi preferite così … - Rispose Ariel.
- Per me non c’è problema. – Disse Samuel.
- Va bene. – Interloquì una terza voce alle loro spalle.
Tutti si girano sorpresi. Sdraiata su un letto e circondata da due amiche c’era una ragazza dai capelli color arcobaleno e la pelle di porcellana.
- E tu chi saresti? – Domandò Minus con voce strozzata.
- Emily Chantal Artemisa Falbalà. Frequento il terzo anno ma, siccome sono una Corvonero, nessuno mi calcola mai. Nelle notti di luna piena mi trasformo in metà centauro e in metà unicorno e ieri ho assistito a tutta la scena. –
- Quanti altri ibridi ci sono in questa scuola? – Si chiese Lupin sempre più sorpreso.
Un sonoro russare interruppe la sua domanda. Sirius stava già per scattare e aprire la tenda che nascondeva l’ultimo occupante dell’Infermeria ma Remus lo bloccò.
- No Felpato, non lo voglio sapere! –
 
 







Ed eccoci arrivati anche alla fine di questo capitolo dedicato alla nostra Barbie Sirena! Il suo segreto è stato finalmente svelato, anche se Ariel non sembra poi così dispiaciuta! Per gli amanti delle storie d’amore è entrato prepotentemente in scena Samuel Cole un affascinante e normalissimo Tassorosso in piena crisi ormonale! Normale quasi quanto la migliore amica di Ariel! Incredibile quanta gente normale frequenta Hogwarts! Per bilanciare un po’ le cose ho fatto comparire Miss Falbalà (il nome è tratto dai fumetti di Asterix) che è una Mary Sue ingiustamente ignorata per il razzismo strisciante che colpisce le Case Di Tassorosso e Corvonero.
Potevano inoltre mancare i soliti cattivoni di Serpeverde? Ovviamente no! Ed ecco a voi Avery e Mulciber che sono passati all’onore delle cronache perché la fantastica e inimitabile Lily Evans li ha nominati una volta! Due personaggi così importanti che sono facilmente intercambiabili!


 

  
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