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Autore: Minerva    23/09/2006    3 recensioni
Una strana coppia: Andromeda Black, una purosangue e Ted Tonks, un sanguesporco.
Come si sono conosciuti? Come si sono innamorati? Ma soprattutto, perché tutto questo è successo?
6° Capitolo
[...] - Di cosa ti occupi? – chiedo, nella speranza di alleviare la tensione
- Studio, giurisprudenza –
Loquace il ragazzo! Sono abituata alle conversazioni che intrattengo alle feste, una domanda simile esige una risposta molto più elaborata. [...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda, Black, Sirius, Black, Ted, Tonks
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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La storia si ripete

§§§

Si dice che il mondo sia bello perché vario.
No, questa non è varietà, è pazzia. Pazzia allo stato puro.
Possibile che questa ragazza pensi solo ad un vestito di carnevale?
Ed il cugino? Ha perso tutta la sua baldanza e la fissa spaventato.
Dubito che stessero tornando a casa. Sembra piuttosto che ne siano scappati.
Non so che cosa fare.
Propongo un pub, e subito Andromeda mi zittisce.
Certo che anche la ragazza è un peperino, degna cugina dello sbarbatello.
Non so cosa fare, ne cosa proporre per risolvere la situazione. Per di più inizia anche a dolermi la testa..
Ci mancava solo l’emicrania per completare questa bellissima serata.
La Fortuna si è dimenticata della mia esistenza. Dopo aver visto la mia ragazza con un altro, essermi fumato il mio primo spinello, aver incontrato due pazzi; ecco l’emicrania.
Perfetto.
Veramente perfetto.
I singhiozzi di Andromeda mi riportano alla realtà.
- Posso darvi un passaggio in macchina – proviamo, magari si calma.
Non sopporto la vista di una ragazza che piange. Tutta colpa di mia madre, che mi ha sempre detto che le lacrime di una donna sono più preziose delle perle. Non bisogna mai sprecarle. Andromeda, invece, sembra volerne sciupare parecchie.
- Grazie per l’offerta, ma se i nostri genitori ci vedessero arrivare con uno sconosciuto si preoccuperebbero – declina gentilmente Sirius
- Si preoccuperanno di più se non tornate a casa –
Sirius non risponde subito, probabilmente sta dosando le parole con cui rispondermi.
- Vedi, nella nostra strana famiglia, essere accompagnati a casa da degli sconosciuti riserva maggiori e peggiori punizioni, che non tornarci affatto –
Bene, mi sento come Alice. Irrimediabilmente confuso. Ma che razza di genitori sono, i loro? Evito di pensarci, non credo otterrei risposte.
- Posso aiutarvi in qualche modo? – domando, mentre maledico lei per quelle lacrime che mi costringono ad interessarmi alla questione.
- Beh… puoi ospitarci, se vuoi – risponde la signorina.
Certo, perché no? Volete anche the e biscotti? La colazione in camera per le otto è di vostro gradimento?
Come vorrei poter dire di no, come lo vorrei. Ma quelle dannate lacrime non me lo permettono. Cerco una scappatoia.
- Voi vi fidate così tanto di uno sconosciuto? – insinuo malizioso
- Siamo in due, sappiamo difenderci – replica impassibile Sirius mettendosi una mano in tasca, Andromeda annuisce.
- Io non voglio responsabilità, tu sei sicuramente minorenne – ribatto, parlando a Sirius.
- Per favore, non sappiamo dove andare, ed il temporale si avvicina – supplica Andromeda fissando il cielo.
Oramai sono dieci minuti che ne parliamo. Questi due ragazzi sono testardi come muli.
Se fossero malintenzionati?
No, devo forse ricordarmi che li stavo spiando io, e non loro me?
Va bene, va bene. Mi adeguo alla follia che sta imperando e li invito a casa mia.
Ringrazio mia madre che, dopo la morte di mio padre, ha venduto la grande villa Sole, e si è comperata due appartamenti in centro. Me ne ha consegnato uno, dicendo che è ora che diventi indipendente.
Un modo simpatico per mandarmi fuori di casa. Questo le permette di fare tutte quelle manifestazioni femministe, che tanto le piacciono.
La signora Banks*, in confronto, è una devota casalinga.
Affretto il passo, l’aria umida ci circonda e mi si appiccica addosso come una seconda pelle. Odio l’umidità, ed ho giurato tante volte a me stesso che me ne sarei andato da questo posto.
Eppure ho sempre dovuto infrangere questa promessa, finché non diventerò avvocato non mi trasferirò.
Il problema è che io non ho mai voluto studiare giurisprudenza. Io sogno di diventare un pittore e trasferirmi a Parigi, ma la nonna paterna è stata chiara. Seguirai le orme di tuo padre.
Ed eccomi bloccato in una scuola sconosciuta a studiare per un titolo di studio che non voglio.
Un film già visto.
Anche con Hogwarts è stato lo stesso.
Sorpresa, sorpresa.
Un giorno arrivò una lettere tramite gufo, e dico gufo, che mi avvertiva del fatto che fossi un mago.
Pensai che fosse uno scherzo dei miei genitori, ma poi mi dovetti ricredere.
Mia madre disse che sarebbe stato fantastico, mio padre si limitava a darle ragione. Ero un bimbetto di undici anni, quindi accettai entusiasta.
Che sbaglio, che terribile sbaglio.
Avrei dovuto dar retta a nonna Costance, che si oppose con tutte le sue forze a questa decisione.
Io, un sanguesporco, non avrei mai dovuto varcare quella soglia maledetta.
Passai sette anni d’inferno, non riuscendo a ribellarmi ai soprusi. A quelli dei Serpeverde, s’intende.
Un covo di superbi purosangue. Si divertivano a tormentarmi, non perdevano occasione per umiliarmi e deridermi.
Eppure tacevo sempre, non ho mai denunciato i piccoli carnefici.
I miei compagni di Corvonero facevano quel poco che potevano, ma nessuno ebbe mai il coraggio di mettersi esplicitamente contro di loro.
Presi il diploma e giurai a me stesso che non avrei mai più usato una bacchetta. Che fare allora?
Fortuna volle che mia nonna avesse insistito per farmi prendere delle lezioni private l’estate. Lezioni babbane, ovviamente. Per sette anni frequentai Hogwarts, e studiai a casa.
Terribilmente stressante, ma mi servì. Mi fu necessario per poter prendere un diploma in soli due anni, seguendo corsi intensivi.
Albus Silente mi diede tutto l’appoggio che mi occorreva. Parlò con il preside riguardo alla scuola speciale che avevo frequentato negli ultimi sette anni.
Una scuola per ragazzi dotati. Mi sentii come un X-Man.
Nonna Costance si prodigò ancor di più.
Scrisse lettere di raccomandazione e parlò con il direttore. Di persona.
Non so cosa si siano detti, mi limito al fatto che ottenni l’attestato, e questo mi basta.
Una volta ottenuto il tanto agognato titolo di studio, chiesi di potermi iscrivere ad un’accademia d’arte.
Ma nonna Costance me lo impedì, dovevo diventare avvocato, come mio padre, il quale era scomparso da poco.
Non riuscii ad oppormi, dopo tutto quello che aveva fatto per me, proprio non potevo…
Il temporale ci raggiunge, lo sguazzo ci infradicia da capo a piedi, per fortuna non manca molto a casa mia. Andromeda continua a piagnucolare, il suo vestito si è bagnato.

§§§

* Per chi non lo ricordasse, è la mamma, nel film Mary Poppins. La quale, sfegatata femminista, partecipa ad ogni manifestazione possibile.

Recensioni:

Annaira: Sono felice che tu abbia apprezzato Sirius, non ero convinta di averlo reso al massimo. La coppia in effetti è molto trascurata, spero di non deluderne i fan.

Lemonade: Sono desolata che quel “presto” sia diventato un mese ma… la facoltà… è riiniziata.

Master Ellie: Chiedo perdono per il ritardo ma… la mia facoltà è peggio di una sanguisuga, mi richiede un sacco di tempo ^^! Sono felice che ti sia piaciuto il capitolo.

Tabita: Sono contenta che ti abbia apprezzato la mia fan fiction. Spero solo di non deludere le tue aspettative sui due protagonisti ^^!

^clod^: Non credevo di riuscire a rendere curiosi i miei lettori/lettrici ^^! Mi auguro sia di tuo gradimento anche questo capitolo.

Chiaras: Ed eccoti accontentata, mi auspico di essere riuscita a restare IC, per quel poco che sappiamo dei due protagonisti.

Fenrir: Ed ecco Teddy, spero di non aver deluso le aspettative!

Chiacchiere sparse, totalmente inutili:

Chiedo scusa per il vergognoso ritardo, sfortunatamente ho riiniziato l'università. Questo mi porta via tantissimo tempo. E, per finire in bellezza, sia io che Scarlet Angel abbiamo avuto dei problemi coi pc.
Non che il mio si possa definire propriamente un problema, diciamo che è stato un cambio radicale di portatile. Quindi ho dovuto traferire, formattare, cambiare, impostare... un lavoraccio che mi ha preso una giornata intera del mio poco tempo libero.
Comunque come vedete sono viva, e, se vi può consolare, ho molti capitoli scritti in attesa di essere betati. Quindi se anche dovessi avere un improvviso blocco, ho materiale a sufficienza per poterlo superare senza danni o ritardi. Almeno credo.

Ed ecco, finalmente e lungamente atteso, il quarto capitolo della saga infinita… no scherzo. Non sarà infinita, o almeno lo spero.
Chiariamo subito ciò che riguarda Mary Poppins.
Io mi riferisco solo alla trasposizione cinematografica. Non ho mai letto i libri di Mary Poppins. Mi è stato riferito da ReaderNotViewer che nei libri la signora Banks è una casalinga, mentre nel film è un'attiva femminista.
Bene, chiarito questo, ringrazio Scarlet Angel per il betaggio, come al solito ^^!

Che dire, le parti di Ted sono infinitamente più difficili di quelle di Andromeda. In tutta sincerità non so come funzioni la mente di un maschietto, non so se si comporterebbe così come l’ho descritto od in tutt’altra maniera ma… va bene così.
Ovviamente il passato di Ted, nonna Costance, sua madre e tutto il resto è puro frutto della mia fantasia.
La Rowling non ci dice nulla sulla sua famiglia, e quindi io mi posso permettere moltissime libertà su questo argomento. Cio non toglie che se qualcuno ha qualche notizia attendibile sui vari parenti, sarei più che felice di conoscerle.

Ah sì, ho aggiunto una piccolezza nel capitolo precedente, ve la riporto qui, così non dovete rileggervelo tutto per trovare la modifica

Ted è sempre più colpito, in negativo. Sono sicura che fra poco chiamerà il San Mungo per farci ricoverare.
- Siete cugini? - domanda sospettoso
- Sì, è corretto - asserisce Sirius
No, forse il San Mungo no. Un manicomio babbano però sì!

Non ho molto altro da aggiungere. Per questo vi saluto sino al prossimo capitolo: “Mi casa es tu casa”

  
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