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Autore: Silvia write    17/02/2012    1 recensioni
Come poteva una semplice ragazza avere un ruolo tanto importante scritto nel suo destino, pur essendo all’oscuro di tutto?
Era forse per quello che era costretta a trasferirsi da Londra a Los Angeles con la madre?
Perché non le dava le risposte di cui aveva bisogno?
Questa è la prima storia che scrivo e pubblico, abbiate pietà!
p.s spero vi piaccia!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Rimasero a fissarsi per un tempo che non seppero definire. Quel momento che da dolce si stava tramutando in imbarazzante venne interrotto dalla campanella che definiva l’inizio dell’ ora di pranzo.
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Passarono due settimane, Emma instaurò una bellissima amicizia con Nicholas. 
Una sera, frugando tra gli scatoloni rimasti in quella casa trovò un ciondolo, con un simbolo sopra e all’interno la foto di suo padre.
“Mamma cos’è questo?” chiese Emma curiosa.
Appena la mamma lo vide si irrigidì, affrettandosi a rispondere “Era il ciondolo di tuo padre, appartiene alla famiglia da secoli, ora che l’hai riportato alla luce è bene che lo abbia tu, come avere una parte della famiglia e di tuo padre sempre con te!”
Emma fu felice della risposta di sua madre, ma notò che non le aveva detto tutta la verità. Però non chiese spiegazioni, sapeva che comunque non le avrebbe ricevute. 
“Grazie mamma, lo mostrerò subito a Nicholas” rispose Emma, gli occhi che luccicavano all’idea di rivedere il ragazzo.
“Il momento si avvicina” sussurrò la madre, cercando di non farsi sentire dalla figlia.
“che cosa?” chiese Emma stranita. La mamma si comportava in uno strano modo ultimamente e non capiva perché.
“ oh niente. Ora vai non far attendere Nicholas”
Emma non se lo fece ripetere due e volte e senza lasciare il tempo alla madre di aggiungere qualcosa si catapultò fuori dalla porta e si diresse in un parchetto davanti casa, dove aveva appuntamento con Nicholas.
Nicholas era ormai diventato il suo migliore amico, l’unico a Los Angeles. Però sentiva che il loro rapporto si stava trasformando in qualcosa di più che una semplice amicizia, anche se non lo ammetteva a se stessa.
Il ragazzo stava seduto su una panchina del parco, appena la vide le fece cenno di raggiungerlo. Emma  si sedette accanto a lui e ,dandogli il tempo di dirle solo “ciao”, tolse il ciondolo che aveva appeso al collo e glielo mostrò.  
“Guarda, l’ho trovato in soffitta. È un ciondolo che appartiene alla mia famiglia da secoli, o almeno è quello che dice mia madre. E questo …” –disse la ragazza aprendolo e mostrando la foto- “è mio padre”.
Gli occhi di Emma si riempirono di lacrime e Nicholas istintivamente l’abbracciò forte, un abbraccio ricco di significati diversi. 
  
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