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Autore: Dernier Orage    17/02/2012    3 recensioni
Frammenti di vetro o lomografie di vita quotidiana.
* Geometrie Umane (1987)
* What I Need (1999)
* I Soldati che Restano (2037)
* I'm a stranger here (1997)
* Whatever happens, I love you (1990)
* Rappelle-toi (1978)
* Altrove (2027)
* Il tatto nell'audacia (1981)
* Quanto può essere profonda una persona? (1982)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'No Human Can Drown '
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Geometrie Umane





Parigi, Novembre 1987

Morgan poggia le labbra sulla spalla sinistra di Ismael, può sentire sotto la lingua l’acromion, appuntito come un ago, ricoperto da pelle liscia e fresca e chiara.
Potrebbe disegnare una mappa di punti dolorosi nel corpo del suo amato. Il processo spinoso della vertebra prominente sul collo, se gli scosta i ricci disordinati, un altro bacio. Il processo mastoideo dell’osso temporale, se gli sussurra qualcosa dietro l’orecchio, un altro bacio.
Non esiste contrasto tra la sua pelle e le lenzuola, vuole avvolgerlo e ridisegnare la mappa. Vuole soffocarlo con un cuscino.
“Passerà” pensa tranquillo, “adesso è l’ora più buia, pochi minuti e sorgerà il sole e lo amerò e proteggerò di nuovo. Non distruggerò una cosa bella.”
Ama Ismael, ama il suo corpo perfetto, la massa muscolare allungata che in certi punti sfugge portando alla luce le creste e i processi sottocutanei, il viso ovale simmetrico che nei momenti di estrema stanchezza si declina in un leggero e quasi impercettibile tic alla palpebra sinistra, i capelli di un castano freddo, spirali perfette che ricorda di aver studiato mille volte, gli occhi ardesia caldi e lontani, le labbra morbide, chiare e la piccola cicatrice color madreperla.
Ama le sue giornate di buonumore e quelle in cui è spaventato. Le volte in cui sente l’aura e lo prega di non lasciarlo solo o di andarlo a prendere a lavoro. La totalità delle sue parole, dei loro discorsi. Il suo modo di inclinare i bicchieri di cristallo o di tenere le mani in tasca o di inarcare la schiena o di gemere o la coperta e la tazza di caffè bollente lasciate di nascosto nelle mani di un senzatetto o la sua pazienza o il lasciarsi cadere sul letto.
A volte fa fatica a comprendere certe sue motivazioni, non riesce a mettersi nei suoi panni da figlio di un impiegato ministeriale e la ricca famiglia materna. A Brest di nascosto dalla genitrice sono entrati nella vecchia casa dove abitava, i pavimenti di marmo, i camini in ogni stanza, consolle dagli specchi alti tre metri e stucchi dorati, Ismael si è portato via degli album di foto, un orologio da tavolo di ottone e le gocce del lampadario da quella che fu la sua camera. La sera suo padre ha controllato le sue traduzioni dal russo e mano nella mano della nuova compagna ha annunciato che si sposeranno in primavera. Ha invitato anche Morgan, dicendogli chiaramente che nessuno farà problemi se si presenteranno come coppia. Morgan ha sorriso a disagio e Ismael ha mantenuto lo sguardo perso.

Il becco dell’olecrano gli da sempre alla testa, grazie a lui se gli stringerà e ruoterà verso l’interno l’avambraccio per poi piegarlo dietro la schiena, gli spaccherà le articolazioni del gomito. Non urlerà e non piangerà. Prenderà aria mostrando il sangue che cola dal labbro che si è morso.











   
 
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