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Autore: Cathy Earnshaw    18/02/2012    1 recensioni
Alcesti è una giovane donna orgogliosa e intraprendente. Vive con la madre e le tre sorelle minori nella ricca città di Darkfield grazie all'eredità lasciata loro da Sir Merthin, suo padre, Cavaliere scomparso in circostanze non accertate. Ma il vento sta per cambiare. La ragazza sta per intraprendere un viaggio sulle orme del genitore che la porterà a scoprire il potere della magia, il valore dell'amicizia e la forza dell'amore.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il momento della verità: Yurika era in fondo a quella grotta. Troppo a lungo la Libellula era stata lontano da casa…
Si erano addentrati solo di pochi passi nell’umido androne quando l’oscurità già li avvolgeva. Alcesti, davanti, reggeva un flebile globo luminoso che proiettava un raggio azzurrino sui loro passi. I nemici sapevano che erano lì. Avrebbero sicuramente preparato una degna accoglienza. Dopo pochi minuti, la ragazza percepì la presenza di Kysen più vicina alle sue spalle, fino a quando si sentì posare le mani sui fianchi e si fermò.
- Vuoi che vada avanti io?- sussurrò il Principe.
Alcesti era come paralizzata. Erano soli, in una grotta, e lui era così vicino… poteva sentire il calore del suo respiro sul collo.
Kysen non era più del tutto padrone di sé: ancora una volta non aveva resistito alla fatale attrazione della ragazza, e si stava spingendo oltre, troppo oltre… oltre l’interminabile distanza tra le sua labbra e il collo di lei, tra i cocci del suo autocontrollo e quel maledetto profumo.
Alcesti non poteva e non voleva reagire. Infondo, non era ciò che desiderava dalla prima volta che i loro occhi si erano incontrati? Che male poteva mai farle? Nella nebbia che l’avvolgeva emerse il volto di Yurika. Era per lei che erano lì, come avrebbe potuto perdonarsi se le fosse successo qualcosa mentre loro tardavano? Raccolse tutto il coraggio che aveva. Mentre le labbra del Principe ormai la sfioravano, disse:
- Coprimi le spalle, Ky-.
Si liberò e riprese la marcia senza voltarsi. Non riusciva a soffocare la paura di aver appena fatto il più grande errore della sua vita.
Kysen era scioccato: cosa gli era preso? Era completamente impazzito? L’aveva quasi baciata! Ma dove aveva il cervello?! Bell’idea aveva avuto… Ora lei era scappata, logico, chi non l’avrebbe fatto? Che idiota! Se l’avesse saputo Ares… Eppure c’era una piccola parte di lui che si rimproverava per aver esitato, per non essere stato abbastanza deciso. Ci era mancato così poco… Infondo, però, era stata una fortuna la reazione di Alcesti: Kysen non sapeva se sarebbe stato in grado di ritrovare l’autocontrollo, e c’era Yurika da salvare…
Il Principe guardava la sua compagna camminare davanti a lui, sicura nonostante l’oscurità e il pericolo. Il lungo corridoio improvvisamente si divise.
- Un bivio. Che si fa?- chiese Alcesti.
- Mi fido di te- rispose lui.
Senza pensarci troppo, Alcesti disse:
- Secondo me sono collegati. Andiamo a sinistra-.
Kysen non le chiese perché, ma la seguì senza esitazione. Il corridoio proseguiva buio, e sembrava di vivere in un luogo senza tempo. Il primo elemento spaziale fu un’incisione. Alcesti lesse:
- Qui c’è scritto…dardo?!-
In quel momento si udì uno schiocco. Kysen si lanciò su di lei, gettandola a terra, proprio mentre un giavellotto vibrava su di loro. La tenne a terra fino a quando non fu completamente certo che il pericolo fosse passato. Rialzandosi, Alcesti sussurrò “elettrizzante”, poi, incrociando lo sguardo di Kysen, lo ringraziò.
- Stai attenta, per favore- la ammonì il Principe.
Proseguirono lungo il tunnel, con più attenzione. Dopo qualche minuto di nulla assoluto, la grotta era attraversata da un corso d’acqua.
- Immagino non si possa volare…- suggerì la ragazza.
- Probabilmente no-.
Alcesti prese una pietra da terra e la lanciò sull’acqua: una nuvola di frecce si incrociò a mezz’aria prima che la pietra fosse avvolta dalle onde.
- Bella pensata- disse Kysen.
- Shhh!-
- Cosa?- sussurrò il Principe.
- Non hai sentito?- domandò Alcesti.
- No…-
Alcesti prese un’altra pietra e la lanciò. Atterrò tra i flutti con un sonoro STOCK. Kysen sbarrò gli occhi ed esclamò:
- È un’illusione! Hanno creato l’acqua perché volassimo! Brava Al!-
Che strano effetto faceva passare tra le onde senza bagnarsi… Strisciando sui gomiti raggiunsero incolumi l’altra sponda.
Il tempo trascorreva lento. Ma quanto era profonda quella galleria? Finalmente comparve la convergenza dell’altro ramo, quello che Alcesti aveva predetto portare nello stesso posto.
- Complimenti- le disse Kysen.
- Grazie-.
- Siamo quasi arrivati… vedi quella luce in fondo? Le senti le voci?-
Alcesti annuì. Si fecero più cauti e prepararono le armi. La galleria finiva in uno spiazzo erboso nel mezzo del bosco. Al centro c’era lei, Yurika, legata con particolare cura. Portava al collo un nastro metallico: doveva essere quello che le impediva di fare incantesimi. Per il resto era esattamente come Alcesti la ricordava. I corti capelli biondi e gli occhi verdi non erano cambiati. Ai suoi lati stavano il cavaliere, un omone calvo con la spada in pugno, e il mago, l’esile figura che Alcesti aveva notato a Preemtown.
- E così ci conosciamo.- esordì il mago. - Sapevamo che alla fine ci avreste raggiunti-.
- Chi siete?- domandò Kysen.
- Vi basti sapere che siamo del sud. Vi starete chiedendo perché abbiamo rapito questa donna: la nostra magia è molto più debole della vostra, e ci serve un mago di Alia su cui compiere i nostri esperimenti. Ai nostri capi non piacciono gli insuccessi, perciò non torneremo a mani vuote-.
- Infatti non andrete da nessuna parte…- sussurrò Kysen.
Bastò un’occhiata ad Alcesti per sapere che era pronta. Scattarono in contemporanea, come seguendo un medesimo copione, preciso al dettaglio, Alcesti verso il cavaliere , Maya in pugno, Kysen verso il mago, mormorando una formula magica.
L’incontro della ragazza durò poco: troppo lento per lei, il cavaliere schivò i suoi primi due colpi, ma mentre tentava il primo attacco fu trafitto dalla affilatissima Starblade, che per la prima volta nelle mani di Alcesti infliggeva una ferita mortale.
Il Principe intanto appariva e scompariva tra lampi di luce. Alcesti si precipitò a liberare Yurika. Le sciolse la corda e le strappò la fascia dal collo. Yurika la guardò sbalordita.
- TU qui?!- domandò.
Alcesti le sorrise.
- Per tua fortuna, quando ci siamo incontrate ero diretta ad Alia!-
In quel momento un’esplosione più forte delle altre creò una nuvola di polvere, dalla quale emerse Kysen con un sorrisetto trionfale stampato in faccia.
- Pivello…- sussurrò tra sé e sé. – Che piacere vederti, Libellula!-
- Mi dispiace, Comandante. Non so come sia potuto succedere-.
Sembrava mortificata, in attesa della severa punizione.
- L’importante è averti recuperata- sorrise, poi si voltò verso Alcesti. – Al, hai ucciso un uomo?!-
Alcesti guardò il corpo esanime del cavaliere.
- Così pare…- mormorò.
- Non pensavo l’avresti fatto.- le sorrise – Andiamocene di qui-.
Si voltò e spiccò il volo. 
   
 
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