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Autore: I believe    18/02/2012    3 recensioni
Jennifer annuì e abbracciò il riccio.
Piangeva.
“Gioia o dolore?”
Era la seconda volta che gli facevano una domanda così.
“Entrambi.” sussurrò lei.
Harry la strinse più forte accarezzandole la schiena.
“Harry.. ricordami come si respira.”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jennifer era ancora sconvolta e non capiva bene le parole dell'amica. "Vai a Liverpool, e andrai al concerto dei One Direction." Britney era più seria che mai. In quel momento Jennifer ebbe una fitta al petto, e provò mille emozioni. Paura, confusione, gioia, esuberanza, malinconia. Quella stessa malinconia della metropolitana.
Non voleva lasciare tutto così,come se niente fosse, non voleva abbandonare la sua vita a Londra, non voleva abbandonare Britney e Deborah, ma sapeva che le avrebbe riviste.
Era confusa, molto confusa. Ma infondo provava gioia, una gioia unica. Il concerto era il pensiero predominante nella mente della diciassettenne mora.
I suoi occhi grigi fissavano il vuoto, pensando a come sarebbe stata la vita lontano dalla sua realtà londinese. "Abbiamo bisogno di cambiare aria". Le parole della madre rimbombavano nella sua testa. Perchè? Non capiva. "Scusate un momento.." sussurrò a malapena Deborah, che si diresse subito in bagno, piangendo. Voleva nascondere le sue lacrime, sapeva che avrebbero solo peggiorato la situazione. Voleva nascondere il suo dolore.
Non voleva che Jennifer la lasciasse, ma non poteva far niente. Britney e Jennifer intanto erano sedute sul letto, in silenzio, immerse ognuna nei propri pensieri. Entrambe sembravano impassibili, ma entrambe avevano dentro un pianto che aveva solo paura d'esser visto. Britney si sistemò dietro l'orecchio una ciocca bionda che le copriva il viso, poi si alzò e raggiunse Deborah in bagno sospirando, senza distogliere gli occhi scuri dall'amica seduta sul letto.
Jennifer era maledettamente confusa, troppi pensieri; torppo contrastanti. Li avrebbe visti, si sarebbe avverato il suo sogno, ma nulla avrebbe colmato il vuoto dell'abbandono.
Si sentiva come se dovesse fare un salto nel vuoto: l'adrenalina, l'emozione, la paura, il terrore. Dopo poco le due amiche che per lei erano come sorelle tornarono nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Nessuna osò dire una parola, silenzio totale. Deborah legò i capelli castani e si avvicinò alla finestra, aprendola, guardando fuori, quasi come se le mancasse l'aria, come se stesse cercando una libertà che non possedeva. Jennifer allora si schiarì le idee e sorrise. Prese un CD e lo mise nello stereo. Le amiche sapevano bene che CD era. La musica partì.

"I’s not me, It’s not you, there’s a reason
I’m just trying read the signals I’m receivin
It’s like stone on fire, can you feel it
I don’t know about you girl but I believe it"


In quel momento le tre diciassetteni volevano solo passare uno degli ultimi momenti insieme nel migliore dei modi. 
Jennifer iniziò a cantare con i One Direction, ballando insieme alle altre due. Erano contente, stranamente contente di stare insieme, loro tre, nonostante la partenza di Jennifer. Per ora erano insieme, questo era l'importante. 
La loro però era una finta allegria. In realtà erano tutte distrutte, distrutte dentro. Nessuna di loro voleva accettare il trasferimento. 

La madre di Jenny entrò in camera. "Inizia a preparare le valigie, partiamo domani. Sei già iscritta alla nuova scuola, inizi lunedì." Il sorriso sparì improvvisamente dai volti delle tre ragazze. La madre andò in camera sua, a preparare la sua valigia. "Non è possibile..non pensavo di partire così presto. Speravo di avere più tempo. Vi prometto che vi verrò a trovare spesso. Fosse l'ultima cosa che faccio." J
ennifer era convinta di quello che diceva, ma le lacrime iniziarono a scendere da sole. Non disse una parola e si fiondò in bagno, nemmeno lei amava essere vista mentre piangeva, e voleva dare un 'arrivederci' felice, col sorriso. La bionda abbracciò istintivamente Deborah, stringendola forte. Loro due sarebbero rimaste insieme, ma senza Jennifer non sarebbe stato lo stesso.


La mattina seguente tutto era pronto per la partenza. "E' ora" pensò Jennifer.
Prese le ultime cose e le caricò in macchina. I suoi gesti sembravano sempre più lenti, provava in tutti i modi a rimandare la partenza. Britney e Deborah erano ovviamente lì per salutarla. Sapevano che non era un addio, ma erano lo stesso tristi, quasi in lutto. La mancanza di Jennifer si sarebbe sentita molto.
Il trio si abbracciò un ultima volta, la madre di Jennifer chiuse la casa a chiave e salì in macchina. La figlia la seguì salutando le amiche con la mano, finchè la sua vecchia casa non divenne solo un punto lontano all'orizzonte. Il viaggio sembrava non finire più, il tempo era fin troppo lento. 
Anche Londra ormai era sparita alle spalle della macchina. Liverpool stava diventando un pensiero sempre meno brutto. La consapevolezza della lontanza delle amiche era terribile, ma il pensiero che sarebbe riuscita a vedere i One Direction valeva più di ogni altra cosa. Lei piangeva anche solo sentendoli, o vedendo le loro foto; un loro concerto l'avrebbe fatta sentire benissimo. Voleva solo quello.
Liverpool era ormai vicina, pochi kilometri alla meta.

Erano arrivate, madre e figlia erano giunte a destinazione. La casa infondo non era male, era una piccola casetta indipendente, con un giardino sul retro. Al piano terra vi erano il salone, la cucina e la sala da pranzo, con un bagno.
Al piano superiore due camere con i rispettivi bagni. Jennifer portò le sue cose in camera sua e disfò i bagagli.
Non ci mise molto. Appena finì chiamò subito le amiche per dire che il viaggio era andato bene. Liverpool non era così male, anzi, era molto graziosa. Ma la cosa che interessava di più a Jennifer era il concerto del giorno dopo.
Domenica 15 ci sarebbe stato l'evento che attendeva da mesi. La mora personalizzò subito la camera appendendo poster e foto dei suoi idoli sulle pareti, mettendo in ordine i loro CD, e sistemando sul comodino una foto con Deborah e Britney.
La giornata passò in fretta, in modo piatto.

Domenica mattina Jennifer si svegliò tutta intorpidita, si mise una vestaglia calda, le pantofole e andò a fare colazione. 
Un uovo con un bicchiere di succo d'arancia erano più che sufficienti.
Poi tornò in camera e si preparò; aveva deciso che avrebbe fatto una passeggiata nei dintorni per avere un'idea migliore di Liverpool. Indossò un paio di jeans scuri e aderenti che mettevano in risalto le gambe magre, una top grigio come i suoi occhi, una giacca di pelle nera e delle scarpe con un tacco abbastanza basso, anch'esse nere.
Lasciò sciolti i lungi capelli mossi neri, e si mise un velo di trucco. Era pronta per uscire.
Le strade erano abbastanza affollate, nonostante il freddo e qualche centimetro di neve. In realtà Liverpool le piaceva. In fondo era contenta del trasferimento. Per un momento decise di fermarsi a osservare le strade, sedendosi su una panchina vicina. Prese il cellulare dalla borsa per chiamare la madre e chiedere quale fosse la nuova scuola, così magari poteva farci un salto per vedere dove e com'era.
Nel momento in cui chiuse la borsa e alzò lo sguardo vide una persona che camminava a passi lenti e leggeri verso di lei. No, non poteva essere lei.. ma.. Sì, era lei.





_____
Okay.. questa FF sta venendo davvero male çç non sono per niente soddisfatta.. ma ho intenzione di continuarla comunque, non so bene perchè. I One Direction non sono ancora entrati in scena, ma tra pochissimo sarà il momento del concerto! *^* Spero che ci sia almeno una o due persone abbastanza pazienti da leggere le mie schifose storielle.. çç 
Prometto che nel prossimo capitolo arriveranno i 1D, e la situazione si farà più interessante :3
fino a quel momento abbiate pietà çç  
Baci xx
  
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