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Autore: Daenerys_Snow    18/02/2012    7 recensioni
Possibile che per diventare migliore abbia dovuto uccidere il suo primo amore?
Possibile che nessuno le abbia detto che era sbagliato ciò che stava facendo?
Possibile che nessuno le abbia spiegato che cos’è l’amore?
Queste parole sono state prese dal 2° capitolo...
Spero tanto che leggiate questa fanfiction, che all'inizio doveva essere lunga solo un capitolo, ma poi ho cambiato idea, perché una storia non deve essere interrotta...
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
Capitoli:
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Entro nella mia stanza con Dave al mio seguito, che non stacca gli occhi da terra. Mi volto verso di lui.
-    Com’è stavi accasciato lì, davanti alla porta della mi stanza?
Lo vedo imbarazzato; forse non se n’è nemmeno reso conto.
-    Ieri sera ho sbagliato: non dovevo dirti quelle cose.
Forse è sincero, o forse è entrato davvero nel pallone e non sa che dire.
-    E rimanere davanti la mia porta per tutta la notte?! Ma Dave: chissà quanto sarà stato scomodo dormire lì! – dico un po’ divertita. Faccio di tutto per non toccare quell’argomento.
-    È vero: è stato piuttosto scomodo… - poi si ferma per pochi decimi di secondo – ma credo ne sia valsa la pena. – lo vedo arrossire e guardare ancora una volta il pavimento.
-    La prossima volta non lo fai, vero? – cerco di sviare e di non cominciare quel discorso che potrebbe mettere a rischio la vita di tutti noi.
-    Se magari mi farai entrare, certo che no! – alza finalmente lo sguardo e si concentra sul mio, forse imbarazzato più di lui. – Ma mi devi promettere una cosa anche tu.
-    Cioè?
-    Non devi andartene senza dirmi niente, chiaro? Rischi davvero troppo Ashley. Magari incontri i Volturi e ti portano via… da me…
-    Io da te non potrò mai andarmene via, intesi? – ma che dico. Oddio, gli sto dando corda. Lo vedo sorridere e fare un solo passo verso me. Siamo distanti circa 3 metri.
-    Dimmelo che non te ne andrai mai… ti prego. – un tono supplichevole. Mi fa quasi pena con quei suoi occhioni color cielo.
-    Non scapperò mai da te, promesso. – dico senza rendermi conto che le parole escono a loro piacimento dalla mia bocca.
Una decina di secondi di puro silenzio infondono sia a me che a lui, molto probabilmente, un po’ di ansia.
-    Dove sei andata durante la notte, Ash? – si siede sul letto che mi ospita da pochi giorni e lo vedo mentre si adagia, o forse semplicemente sedersi e constatare che la sua attenzione sia ancora rivolta totalmente a me.
-    A farmi un giro… ma poi sono rientrata. – gli mento.
-    Non dirmi stupidaggini: non sei il tipo che esce durante la notte! Dimmi la verità, ti prego. – ancora quel tono come supplichevole rimbomba nelle mie orecchie.
Mi sento quasi attratta da quella sua voce così maledettamente melodica. E gli rispondo senza capirne il vero motivo.
-    A casa di mia nonna. Ed ho incontrato tuo fratello.
-    Mark lì? Significa che ti ha detto qualcosa di veramente importante per farlo girovagare per la città a quell’ora! – mi sembra che si sia accorto del mio leggero rossore sul volto pallido. Lo vedo sbiancare piano piano, più di quanto già lo sia.
-    Non lo sapevo… - gli dico sincera. È vero: si è sempre comportato in maniera troppo affettuosa con me, ma non sono mai riuscita a vederlo come ragazzo, anche se lo è infondo. Lo vedevo sempre come il mio amico, o un fratello.
-    Non fa nulla… non ha molta importanza – e mentre lo dice, mi siedo anch’io con le spalle rivolte alle sue. Non ci guardiamo in faccia e forse è un bene. Poi ripenso alle sue parole.
-    Sì che ha…
-    No, non ce n’ha. Ora dobbiamo solo pensare a come riprendere i tuoi parenti. Chissà cosa staranno subendo in questo momento! – esclama. Mi fa veramente riflettere a volte quel ragazzo. E ha sempre ragione.
-    Sì, ok. Come vuoi… - dico quasi sconsolata. Ok, magari non ho proprio voglia di parlare di romanticismo col mio migliore amico, ma sinceramente ora ne necessito. Voglio sapere davvero come stanno le cose: da quant’è che gli piaccio? Da sempre?
-    Di che vuoi parlare, Ashley? – mi chiede comprensivo. Spalle contro spalle, sento il suo respiro, il suo petto andare su e giù. Lo sento qui, vicino a me.
-    Ti voglio bene, Dave. E mi dispiace per la lite di ieri… - dico flebilmente mentre inarca una sopracciglia, come solo lui sa fare.
-    Ti voglio bene anch’io. E ti chiedo scusa. – mi risponde con queste due semplicissime frasi. Attimi di silenzio irrompono nella stanza che ascolta le nostre conversazioni.
Dopo pochi minuti lo sento muoversi e girarsi, forse per guardarmi; ma può solamente vedere la mia schiena, che in confronto alla sua è uno scricciolo. Sento il suo sguardo puntato sul mio corpo. Non ce la faccio e mi giro verso di lui.
Incontro quell’azzurro cielo che si mescola al mio verde prato. Mando giù la saliva e credo proprio che lui mi abbia sentita. Mi sorride dolcemente, e solo lì mi accorgo che uno strano calore si emana per il mio corpo. Cos’è?
Poi mi tornano alla mente tutti nostri ricordi: quando gli ho parlato per la prima volta a scuola, quando ci siamo incontrati casualmente al parco, quando gli ho parlato di Alex, quando ci siamo detti per la prima volta Ti Voglio Bene, quando abbiamo promesso che saremo rimasti amici a vita, quando ha accettato di accompagnarmi qui in Italia, quando mi ha accompagnata dal mio bisnonno e quando abbiamo litigato ieri sera.
Siamo seduti uno di fronte all’altra senza proferire parola, forse perché in questo preciso momento non serve. Ma comunque si avvicina a me senza troppi dubbi; anche se sa benissimo che l’ultima volta che ha osato farlo, per la rabbia, gli ho dato un pugno sulla bocca facendolo sanguinare. Non mi controllo, il più delle volte. Ma stavolta è diverso, perché lo sento qui con me, lo sento vicino alla mia anima. Il respiro mano a mano mi si blocca e le parole non vogliono uscire da questa mia stupida bocca.
-    Ti amo.
Il mio cuore cessa di battere. Tutto cessa di vivere attorno a me. Anche i miei occhi smeraldo smettono di sbrilluccicare: lo noto guardando gli occhi di David che si accosta sempre più a me. Comincio a percepire il suo battito, anche se è un vampiro senza sangue nelle vene: si vedono bene le sue emozioni esplodergli negli occhi. Vedo i suoi zaffiri brillare ancor più di prima.
Quante volte ho visto nei film un bel ragazzo, magari anche biondo come Dave, pronunciare quelle due parole alle quali, spesso, la ragazza difronte risponde con certe banalità, alle quali, però, non so resistere.
-    Anch’io.
Perché l’ho detto?
Forse perché non so che dire, o forse perché l’ho vista già questa scena in televisione. O magari perché lo sento sul serio: sì, può darsi che ricambi i suoi sentimenti. Emozioni a me sconosciute, d’altronde. I ragazzi che sono comparsi nel mio passato non hanno un vero senso, almeno non in confronto al mio migliore amico, quello con cui spesso litigo per delle sciocchezze immani.
Ormai siamo a circa dieci centimetri di distanza e comincio a sentire il suo respiro sul mio viso solitamente pallido, ma che ora si presenta arrossito. Lo sento sussultare quando anch’io mi accosto quel tanto che basta, cioè circa 3 centimetri. Lo sento vibrare di gioia quando gli sorrido mestamente, ma con amore ed affetto. Le nostre fronti hanno deciso senza il nostro permesso di sfiorarsi e poco dopo di rimanere attaccate. I nostri nasi hanno deciso di sfiorarsi ancora ed ancora. I nostri occhi hanno deciso di incatenarsi per non rompere più quella magia creatasi.
-    Non mi lasciare.
Lo sento dire piano. Sorrido di nuovo. E lui ricambia. I nostri occhi, ancora legati da quell’armonia, sono perfetti. Creano nel loro piccolo un qualcosa di speciale, e forse è grazie a loro se ho capito cosa provo nei confronti del mio amico. È grazie a loro se io e lui abbiamo un passato diverso da quello degli altri, del resto del mondo. Siamo vicinissimi: il mio naso e la mia fronte sfiorano i suoi, si toccano. Mancherebbero solo…
-    Sei importante, non te ne andare come le altre volte. Rimani qui con me. Per sempre.
Mi soffia sulle labbra, ormai anche loro giunte al termine. I miei occhi guardano i suoi, ma non reggono per molto e cedono. Mi trovo ad osservargli la bocca o, meglio, le labbra. Lo vedo pochi secondi dopo sorridere; forse s’è accorto del fatto che mia sia arresa al suo sguardo così penetrante.
-    Scusa.
Sussurro. Non voglio che pensi che lo stia facendo solo per rubargli uno stupido bacio. Lo riguardo dritto negli occhi, ma come sempre non ce la faccio e torno a guardare quella carne così maledettamente perfetta. Quelle due labbra rosa. Scommetto che sono anche morbide e vellutate. Chissà com’è baciare un vampiro.
-    Non riesci a sostenere il mio sguardo?
Gli annuisco leggermente, senza mai distogliere la mia attenzione da lui. Lo sento ancora respirare sulla mia faccia e sento quest’ultima andare a fuoco. Mi sorride ancora. Forse perché ho risposto di sì alla sua domanda, o magari perché sono arrossita. Infine lo guardo in quei due oceani; lui nelle mie distese di prato.
Alzo la mano e gli accarezzo le guance lentamente. Più che altro traccio una linea immaginaria su quella candida pelle che adoro da morire. Gli percorro tutto il volto, fino ad arrivare al mio obbiettivo. Le sue labbra sono morbide al tatto, e piano piano si piegano in un dolcissimo sorriso, che come al solito mi fa arrossire; questo provoca una piccola e minuscola risata da parte del ragazzo che da circa 5 minuti mi fa sentire la persona più fantastica del mondo. Abbasso la mano.
Si avvicina, lo sento. Socchiudo gli occhi. E poco prima di chiuderli del tutto, noto che mi segue nello stesso movimento.
Ma una nuova forza si fa enorme e potente dentro me. I miei occhi si aprono di colpo e mi accorgo che anche Dave s’è fermato: ha notato il mio cambiamento.
-    Oro.
Pronuncia quella parola e così salto giù dal letto e mi dirigo verso lo specchio per guardare quelle fosse d’oro puro. I capelli mi diventano argento, ma non solo a me.
-    Ma cosa…
Non termino la frase che mi trovo davanti Dave con occhi e capelli come i miei. I canini si intravedono a stento. So che non vuole farmi del male. Lo conosco.
Non riesco ad esporre le mie riflessioni, che la testa mi comincia ad esplodere. Mi inginocchio a terra con le mani a tenermela. Strizzo gli occhi. Solo per pochi secondi li tengo aperti per vedere che Dave ha una faccia piuttosto spaventata, ma allo stesso tempo incapace di fare qualcosa di benefico.
Poggio le mani a terra, come per sentire ancora il pavimento sotto di me. Lancio un urlo, che ben presto diventa un ululato che fa rabbrividire il vampiro.
-    Lo sapevo. – dice solamente guardandomi mentre il pelo comincia ad inondarmi le braccia nude.
Non voglio che accada. E se non riuscissi a mantenere il controllo, che succederebbe?
Mi trasformo e non sento più ragioni. La testa mi fa ancora male. Apro gli occhi oro e rivedo David fermo, immobile, che mi guarda con un po’ di stupore. So benissimo che lui ha sempre sperato che io diventassi un licantropo, e non un vampiro. Ma tanto, da come ha parlato il mio prozio Fabrizio, io sono tutti e due: aspetto da lupo, ma poteri da vampiro.
Mi guardo allo specchio e sorrido amaramente a quell’orribile visione: quel lupo bianco riflesso mi incute terrore, in certi istanti. Mi trattengo, mi ostino a non farmi uscire quelle lacrime calde che non m’hanno quasi mai sfiorato le goti, ora arrossate.
Nel mio specchio appare anche un’altra figura. Quel vampiro dagli occhi oro e dai capelli argento è sempre lì, fermo nella sua solita posizione, quella a cui l’ho lasciato prima. Solo in quel momento mi accorgo che ha digitato qualcosa al cellulare; poi lo rivedo metterlo a posto. Probabilmente ha scritto a suo fratello.
Vicino al verde chiaro dei miei grandi occhi, si fa largo senza indugi un rosso sangue. Da quello che ho capito, il mio colore degli occhi cambia solo nel momento della trasformazione, poi basta. Perché ora il rosso? Sarà quello che penso?
Non termino quelle frasi nella mia testolina, che ormai è enorme, che mi giro con le fauci aperte verso Dave. Non mi accorgo nemmeno di quello che faccio, sento solo una grade ira nei suoi confronti, e devo placarla in un modo o nell’altro. Però, l’unico mio pensiero è quello di assaggiare il suo sangue.
Essendo metà vampiro, quando mi trasformo in lupo la mia prima necessità è quella di addentare i miei denti nel collo della gente, un po’ a modo dei vampiri. Anche mia nonna Erika ha morsicato alla fine l’amore della sua vita, quindi…
Sento di doverlo uccidere, ed un istinto quasi animale si sta facendo spazio nella mia mente. Lo vedo per un attimo tremare. Ma non ho pietà e salto verso di lui atterrandolo. È sotto di me e non fa nulla. Tranquillo, anche se il tremolio a volte lo tradisce.
Le mie zampe sui suoi pettorali non  sono per lui un peso. Ci guardiamo negli occhi. Io con uno sguardo omicida e lui con uno un po’ teso. E pensare che 5 minuti prima guardandoci negli occhi ci stavamo dichiarando. Ora tutto sembra aver preso la giusta direzione. Infondo, anche mia nonna ha fatto lo stesso; ma a differenza sua, io forse riuscirò a controllarmi. Non voglio uccidere chi amo.
I suoi occhi oro mi riportano alla mente tutte le volte in cui ci siamo guardati negli occhi e abbiamo promesso di rimanere amici per sempre, qualunque cosa accadesse. Ma ora la situazione è ben più complicata, e spero con tutto il cuore che io non commetta lo stesso errore di Erika.
Sento la porta sbattere, ed automaticamente la mia e la testa di David si girano verso quella direzione. Mark è lì, sulla porta, con il fiatone. Forse ha corso, o magari è preoccupato. Un particolare non sfugge ai miei occhi smeraldo: in mano ha un boccetta contenente uno strano liquido rosso che non si ostina a fermarsi.
-    Ashley, calmati, mi raccomando! – mi dice facendo un solo passo verso me.
Come fa ad essere in possesso del sangue 0 negativo che mia madre mi ha dato per qualsiasi evenienza? La tiene stretta quella boccetta, quasi per proteggerla da un mio possibile rifiuto. Allunga il braccio verso la nostra direzione e mi mostra quell’oggetto. Lo guardo, quasi ipnotizzata. Ma comunque non riesco a capire il senso di tutto questo: io, infondo, voglio il suo sangue, quello di Dave, e non di qualche sconosciuto che ha deciso di donare il proprio sangue.
-    È il sangue di Dave. – mi indica ancora quel liquido.
Sbarro gli occhi. Come il sangue del mio amico? Ma me l’ha dato mia madre. E come faceva a sapere che avevo bisogno proprio di quel tipo di sangue?
-    Ashley, ascoltami bene, ora. La storia è lunga, ma ti giuro che alla fine starai bene. – gli faccio un cenno per continuare – Ti ricordi quando tuo padre ha deciso di far venire anche ma qui in Italia, oltre a te ed a mio fratello? L’ha fatto perché sapeva che tu ti saresti innamorata di lui.
Non può essere vero. Perché non ne sapevo nulla?
-    Lo sapeva perché si vedeva lontano un miglio il vostro amore nascosto: lui ti ha sempre trattata come la persona più importante del mondo e tu gli eri riconoscente. Tutti immaginavamo che sarebbe poi, un giorno, nato un qualche rapporto più profondo. – fa una pausa. – E così, dopo che tu gli hai chiesto di poter partire per scoprire la verità, ha capito che in questo lasso di tempo ti saresti infatuata di mio fratello e che ti saresti così trasformata. Ha deciso perciò di prelevare del sangue da Dave, il quale, ti giuro, non sapeva nulla di tutta questa storia. Ovviamente dopo aver ricevuto il mio permesso, ha preso questo sangue e l’ha dato a te, facendomi, però, venire con voi; molto probabilmente perché aveva paura che lui da solo non ce l’avrebbe fatta a farti calmare.
Tutto ha un senso finalmente. Quindi, se ho capito bene, ora dovrei solo bere quello strano liquido rossastro nella boccetta.
Annuisco, probabilmente, con la grande testa, e Mark mi porge la boccetta. La apre lentamente, senza alcun movimento brusco. Mi arriva alla narici l’odore forte. Mi dà fastidio, ma allo stesso tempo mi attrae, forse anche troppo. È proprio il sangue che cercavo, quello che più mi soddisfa.
Mark mi sorride affettuosamente e mi fa capire che è ora di darsi una calmata, seriamente. Mi scosto dal mio povero amico e mi dileguo verso l’altro. Osservo quella boccetta: è piccola. Come faccio ora?
-    Ci penso io. – Dice Dave rassicurandomi. Se lui ha un’idea, significa che è buona e geniale.
Mi si avvicina cautamente e prende dalle mani del maggiore l’oggetto tanto agognato. Mi fa cenno di aprire la bocca, o le fauci. Ho paura di potergli saltare addosso. E lì sarebbe il finimondo.
Nota bene la tensione creatasi e mi si avvicina ulteriormente all’orecchio per sussurrarmi delle parole.
-    Ashley, tu sai cosa devi e vuoi fare. Non mi faresti mai del male, lo capisci da te questo. Quindi stai tranquilla, andrà tutto bene…
Quel suo ottimismo mi fa stare sempre bene e mi rasserena.
-    Un’ultima cosa: sai bene che ciò che ha fatto Erika è sbagliato, perciò tu non faresti mai il suo errore, l’hai detto tu stessa, ricordi? Bene… ricordati dei tuoi sentimenti e non di quello che accadde a Samuele quel Natale.
Lo amo, sì, tanto. È l’unica persona che riesce a capire i miei dubbi. Così, senza nemmeno sprecare altro tempo, mi versa il suo sangue in bocca. Scorre lungo il palato e poi scende per la gola, fino ad arrivare all’esofago. Mi sento forte e decisamente molto meglio di prima. Mi sento viva e completa.
Finisce il mio piatto e Dave butta a terra ciò che n’è rimasto. Mi guarda e mi si avvicina ancora una volta all’orecchio.
-    Sei stata mitica. Ti amo.
Quelle parole mi fanno sussultare. Mi ama, e tanto credo. Come io amo lui.
Gli sorrido e sotto lo sguardo dei due fratelli mi trasformo in essere umana. I miei occhi, ora verdi prato, sbrilluccicano come non mai per la gioia. Sono un lupo perfetto.
Dave mi abbraccia e mi sussurra qualcosa, che sinceramente non ho capito perché sono troppo presa dall’emozione. Mark ci guarda imbarazzato.
-    Ehm… forse è meglio che vada: il mio lavoro è finito qui. Ciao… e dormite!
Si chiude la porta alle spalle lasciandoci con un rossore in volto. David mi riguarda negli occhi.
-    Forse ha ragione: meglio dormire ora. Magari un altro giorno… – dice dolcemente.
-    Ah, ok… - dico un po’ sconsolata. Sinceramente ho bisogno di un po’ di coccole e, dopo che mi ha detto così, ci rimango un po’ male.
Forse lo nota e così, quando, ancora prima di voltarmi completamente, gli tengo la mano che sto per lasciare, mi fa girare verso di lui nuovamente. Le nostre mani intrecciate e l’altra mia mano sul suo petto. Essendo più bassa di lui, per guardarmi negli occhi, china la testa. Azzurro in verde e verde in azzurro. Complementari.
Sento il suo respiro sulle mie labbra e sento il suo sguardo puntato unicamente sui mie occhi. Io, come sempre, non riuscendo a tener testa ai suoi, guardo le labbra, quelle che mi si trovano davanti gli occhi.
-    No, magari ora sarebbe meglio, non credi?
Mi chiede avvicinandosi ancor di più al mio volto. Socchiudo leggermente gli occhi e mi rendo conto che lo fa anche lui. Poi non so cosa succede. Sento solo una pressione sulle mie labbra che mi spinge ad aprirle. E io lo faccio istintivamente.
È un qualcosa di estremamente dolce. Carico d’affetto. Porto la mia mano dal suo petto al suo collo, dietro la nuca. Lui, a sua volta, mi mette una mano sul fianco e mi spinge verso il letto. Non m’importa nulla, voglio solo passare del tempo col mio amico… col mio ragazzo.
Mi fa cadere e aprendo gli occhi mi rendo conto che da quel momento potrebbe accadere di tutto. ma non me ne preoccupo troppo. Non ci saranno dei riscontri un giorno.
Si china su di me e mi mette una mano sulla guancia mentre io, con i gomiti, mi sorreggo sdraiata. Si mette in ginocchio sul letto e mi fa direzionare verso la parte superiore, dove c’è il cuscino azzurrino. I baci continuano sempre con più foga.
Ormai lui è sopra di me e continua a condurre la nostra danza con le lingue. Si scosta un poco in seguito.
-    Mi ami?
Gli rispondo sempre in modo banale, ma sincero.
-    Certo. sei l’unica ragione per cui trovarmi qui. Sei speciale.
Forse sono cose che gli ho detto già un migliaio di volte, ma non mi stancherò di dirgli che è la cosa più bella che mi sia mai capitata.
I suoi baci, ora, si spostano sul collo. Mi rilasso molto, specie dopo che è successa quella cosa che poteva mettere a rischio la vita di Dave. Continua a torturarmi finché mi accorgo di una strana busta sul tavolino poco distante. Una lettera da parte di un qualcuno di cui io non voglio saperne nulla.

 

Angolino della scema

Ciao e buonasera a tutti. Sono qui a postare un nuovo capitolo, nonostante l’altro non sia stato di vostro gradimento.
Allora, questo è diverso perché parla esclusivamente d’amore. Wow.
Da tipo 2 o 3 giorni che sono sdolcinata, ma allo stesso tempo irata con tutto e tutti.
Comunque, sono qui per dirci mi pare due cose, come sempre:
-    La prima si tratta del fatto che vorrei sapere per messaggio o ancora meglio per recensione se per caso vorreste che questa fic (vi annuncio che in massimo 3 capitoli si concluderà) abbia un seguito. Magari sempre sullo stesso genere, quindi romantico ma ricco d’imprevisti. Quindi per favore ditemelo. Grazie.
-    La seconda riguarda me, cioè Blood_Eyes_Karen. Allora vorrei fare un sondaggio: ho intenzione di cambiare nickname ma sinceramente non ho la più pallida idea di cosa mettere. Perciò la mia domanda è questa: che metto?? Chiedo a voi perché ormai avete capito che sono un tipo che rompe spesso e che ama chiacchierare. Quindi io vi propongo delle tracce. Riferitevi alle seguenti parole: Luna, Jude/Kidou, Lupo, Neji, Haruna, Sangue e Buio. Ovviamente anche in inglese, eh. Avete la possibilità di darmi tre possibilità. Decidete voi tre diversi temi e inventate tre diversi nomi, non collegati tra loro. È semplicissimo e spero che partecipiate a questo sondaggio. Grazie.
Se recensite, mi fate un favore. Quindi, ciao e al prossimo capitolo.
Beatrice
  
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