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Autore: Wren07    20/02/2012    8 recensioni
Ben presto, mi ritrovai a seguire Sherlock in strambe missioni – come trafugare libri dal reparto proibito della biblioteca o ingredienti dall’armadietto di Piton – per portare avanti i suoi esperimenti altrettanto strambi.
AU - Sherlock e John a Hogwarts
[Scritta per la quarta giornata del 'Carnevale delle Lande', ospitata da http://auverse.livejournal.com]
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Magic Wands in Baker Street'
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Scritta per la quarta giornata del Carnevale delle Lande ospitata da auverse, sul prompt di emme Sherlock/John Harry Potter!AU”.

 

 

The Spell of Deduction

 

Quel ragazzino pallido dai capelli ricci e dagli zigomi a punta, che indossava perennemente la sua sciarpa blu, anche sulla divisa, continuava a sorprendermi quasi più della scoperta di essere un mago.

 

Quando lo vidi per la prima volta, eravamo entrambi nel gruppo di ragazzini del primo anno in attesa di essere smistati, ma mentre tutti gli altri – me compreso – si guardavano intorno ansiosi e disorientati, lui se ne stava appoggiato al muro, ostentando una calma straordinaria.

Per un attimo ebbi la strana sensazione che mi stesse fissando, e avrei potuto giurare di averlo sentito bofonchiare: «Tassorosso», per poi aggiungere un attimo dopo: «Noioso». Lo guardai perplesso, e cercai di non fargli caso mentre prediceva a mezza voce in quale Casa sarebbe finito ognuno dei ragazzini che si avviavano tremolanti verso il Cappello Parlante. Scoprii il suo nome solo quando la professoressa McGranitt chiamò Holmes Sherlock, che poco dopo si avviava con estrema naturalezza al tavolo dei Corvonero, fissato e acclamato dall’intera Sala Grande, per andare a sedersi accanto ad un ragazzo piuttosto robusto – sul petto del quale spiccava la spilla di Caposcuola – che gli fece posto pigramente.

Osservai la folla di ragazzini in attesa di essere smistati sfoltirsi a poco a poco; solo in un caso il Cappello Parlante fu celere quasi quanto Sherlock Holmes nel suo responso: quando Moriarty James prese posto sullo sgabello, prima ancora di aderire del tutto sulla sua testa, il Cappello gridò: «SERPEVERDE».

Quando finalmente udii la professoressa McGranitt scandire Watson John, raggiunsi lo sgabello quasi di corsa, per poi schiarirmi rumorosamente la gola tentando di celare la tensione, mentre il Cappello si posava sulla mia testa. Fui sorpreso di sentirlo esclamare dopo pochi istanti: «GRIFONDORO» e, dirigendomi verso il mio tavolo, fui nuovamente certo che gli occhi di Holmes, stavolta sorpresi, fossero fissi su di me dall’altra estremità della Sala.

 

 

Sebbene fossero trascorsi alcuni mesi da quel giorno, Sherlock Holmes continuava ad essere un mistero per me.

C’era qualcosa di incomprensibile nelle sue evidenti abilità di Legilimens che, per qualche assurdo motivo (che lui chiamava la verità ) , si ostinava a negare, nel mestiere che affermava di desiderare (consulente Auror, diceva) e nel fatto che fosse ritenuto da tutti lo studente più brillante del suo anno, nonostante la sua totale ignoranza in certe materie.

 

Una sera, rimasto solo nella mia Sala Comune, arrivai a prendere piuma e pergamena per elencare le qualità singolari del ragazzo. Ecco l’elenco:

 Cognizioni di Sherlock Holmes

 1.      Trasfigurazione: Discrete. Secondo la McGranitt otterrebbe molto di più se si applicasse.

2.      Incantesimi: Scarse (“noioso”)

3.      Pozioni: Profonde. Ha tentato più volte di sperimentare i suoi veleni sul mio ratto.

4.      Storia della Magia: Zero. Forse non è l’unico a borbottare continuamente “noioso” durante le lezioni del professor Rüf.

5.      Astronomia: Troll. Non l’ho mai visto ad una lezione.

6.      Erbologia: Variabili. Si interessa solo dell’applicazione pratica delle proprietà delle piante nella preparazione di pozioni.

7.      Difesa contro le Arti Oscure: Profonde. E’ già capace di disarmare con una precisione straordinaria.

 

Sebbene neanche quell’elenco sembrasse aiutarmi a comprendere meglio Sherlock, continuavo ad essere uno dei pochi studenti di Hogwarts a rivolgergli la parola, visto che gli altri lo consideravano strano, nonostante provenisse da una famiglia di maghi molto rispettabile e suo fratello Mycroft – il Caposcuola – godesse di una certa popolarità.
Frequentavamo varie classi insieme e condividevamo spesso un tavolo in biblioteca, insieme a sacchetti di gelatine Tuttigusti+1, che con lui potevo mangiare in tranquillità (tranne, naturalmente, quando era in vena di scherzi piuttosto sadici), visto che era capace di analizzarne al primo sguardo il contenuto.

Ben presto, mi ritrovai a seguire Sherlock in strambe missioni – come trafugare libri dal reparto proibito della biblioteca o ingredienti dall’armadietto di Piton – per portare avanti i suoi esperimenti altrettanto strambi.

In compenso, trovavo spesso nella mia Sala Comune una tazza di tè con i miei biscotti preferiti, per poi veder sbucare Sherlock da un angolo – cosa che puntualmente mi faceva versare tutto il contenuto della boccetta di inchiostro sulla mia pergamena, facendomi ringraziare l’esistenza dell’Incantesimo Pulitore.
Dovevo ancora capire come riuscisse ad entrare nelle cucine, o nella mia Sala Comune, per di più senza praticare la Smaterializzazione – come aveva tenuto a puntualizzare – ma ero sicuro che chiedendogli spiegazioni non avrei ottenuto più di qualche “noioso” in risposta, rischiando che approfittasse della mia distrazione per trangugiare la mia tazza di tè.

Mi chiedevo se fino ai M.A.G.O. avrei avuto il tempo di scoprire i suoi trucchi, magari somministrandogli a tradimento un po’ di Veritaserum, ma, in qualunque caso, ero certo che ben presto mi sarei abituato anche a Sherlock Holmes.

 

 

Wren’s Corner

 

Non pensavo che sarei mai riuscita a scrivere un crossover, quindi prendetevela con il Carnevale delle Lande e con emme (vi odio ma vi amo).

 Passando alle vere note:

1)      Il titolo della storia ricalca “The Science of Deduction”, il titolo di un capitolo nei romanzi di Arthur Conan Doyle “Uno Studio in Rosso” e “Il Segno dei Quattro”, oltre ad essere il nome del blog di Sherlock nella serie della BBC.

2)       L’elenco di “Cognizioni di Sherlock Holmes” ricalca quello del romanzo “Uno studio in rosso”.

3)      Le età dei personaggi sono alterate per i fini della storia.

   
 
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