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Autore: Rick    11/04/2004    1 recensioni
Aprire gli occhi,svegliarsi,e trovarsi in un nuovo mondo...o e' lo stesso di prima,ma qualcosa e' andato per il verso sbagliato?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hikaru si alzò piena di energie, pronta a lanciarsi di nuovo alla ricerca della sua memoria. Saltò giù dal letto, indossò gli abiti che Cien le aveva lasciato la sera prima (una corta maglietta nera con bordi rossi, calzoni neri e stivaletti di pelle. Tutta roba della sorella). Si avvicinò alla finestra, la spalancò, e per un attimo la bufera entrò nella sua stanza, rischiando di spazzarla via. Richiuse in fretta gettando uno sguardo attraverso il vetro, fissando terrorizzata la tempesta di pioggia e fulmini che si stava scatenando sopra Acura.
-Se il buon giorno si vede da mattimo...- commentò, allontanandosi dalla finestra con fare sconsolato. Si guardò attorno cercando qualcosa da fare e il suo sguardo fu attratto di nuovo da quel guanto, ora appoggiato sul comodino: cosa significava per lei? Era un legame con il suo passato, no? Incuriosita, decise di indossarlo. Appena la stoffa aderì alla pelle, sentì una presenza attraversarla, scuoterla, partire dal suo io interiore fino a raggiungere la mano sinistra...una presenza antica quanto il mondo intero, ma che a lei sembrava così familiare, anzi, fraterna....la sua mano iniziò a tremare, e da lì uscì, con forza impetuosa, una sfera di fuoco che si abbattè sulla finestra, sciogliendo il vetro e perdendosi sotto la pioggia. La ragazza, già scioccata, impiegò qualche secondo a realizzare, ma non ebbe tempo di ritentare: Cien, arrivando da dietro, le sfilò il guanto dicendo:
-Ma sei impazzita!? Dammi quest'affare!-
-I...Io....- balbettò Hikaru, mortificata.- Mi disp..dispiace per il vetr...-
-Ma che vetro e vetro!- replicò l'altro.-L'uso della magia è proibito, potresti passare dei guai se qualcuno ti vedesse!-
-M...magia?-
Il giovane stava per rispondere, ma la ragazza mormorò un:
-Mi...mi ricorda....-
Ebbe un mancamento, le ginocchia cedettero e scivolò sul pavimento, in preda a spasmi simili a convulsioni.
Dolore... era troppo: non riusciva neanche a respirare, o meglio, respirava così velocemente da impedire lo scambio di gas.
Ansimò una, due, tre volte...
Le mancava l'aria nei polmoni.
Cien, che aveva tentato di sorreggerla, la guardò dritta in quegli occhi assenti e spalancati. Non appena pose la mano sul suo petto solo per sentirle il cuore battere a mille, il simbolo sul dorso di questa si illuminò a tal punto da tornare ad essere visibile.
-(Avevo ragione... un'amnesia normale non può causare una cosa del genere...è stato imposto un sigillo sulla sua memoria, e la sta uccidendo! Devo fare qualcosa...devo fare qualcosa!!)-
Si stese al suo fianco, cercando di immobilizzarle le spalle e il collo per evitare che se li rompesse, ma quando si accorse che la ragazza aveva smesso di respirare decise per un bocca a bocca.
-(Ma guarda che mi tocca fare....)- pensò.

Nero....buio, oscurità e lei lì, sperduta in quel nulla, i suoi occhi alla ricerca di qualcosa che non poteva vedere, le sue braccia intorpidite, come se il corpo la stesse abbandonando... trovò la forza di reagire: abbassò lo sguardo, e finalmente si vide - un'armatura di colore rosso, guanti e stivali bianchi, un mantello del colore del fuoco che le cadeva pesante dai due lucenti coprispalla che stava indossando...quegli abiti le erano così familiari, eppure non riusciva a capire da dove venissero, nè perchè li avesse addosso.... sperava in una risposta, ma la voce che attrasse la sua attenzione non fece altro che porle nuove domande:
- Benvenuta, Magic Knight -.
Una voce potente, altisonante.... l'aveva già sentita? Il suo cervello le impediva di ricordare, ma un sentimento caldo quanto violento la avvolse: la conosceva!
-Tu....tu sai chi sono?- chiese senza nascondere la sua voglia di sapere.
-Naturalmente - fu la risposta - Siamo uniti da molto tempo, da molto più tempo di quanto tu possa immaginare.-
In Hikaru si riaccese la speranza.
Finalmente! Qualcuno avrebbe potuto dissolvere la nebbia del suo passato!
Aveva mille domande da porre eppure, per qualche strana ragione, le sue labbra ne formularono ben poche:
-...Perchè....perchè mi hai chiamato Magic Knight? Cos'è un Magic Knight? E io....io chi so..-
-A breve saprai tutto, cavaliere - la interruppero - Non posso essere io a dirlo, devi essere tu a ricordarlo.-
-Ah....- mormorò lei, sentendosi stranamente soddisfatta da quelle parole.
Ma non poteva comunque trattenere la curiosità:
-Almeno...puoi dirmi cos'è la magia?-
-La forza vitale che permette ad ogni essere di muoversi.-rispose la voce, sicura delle sue parole.-Ma nel nostro caso è molto di più, è ciò che rende il nostro legame possibile, cavaliere. Il legame tra me, Rayearth, e tu, Hikaru Shidou.-
-Ra...Rayearth?!-
Ma la voce tacque, lasciandola sola. Fu assalita dal panico, chiuse gli occhi, ed un attimo dopo, riaprendoli, vide davanti a sè la luce del giorno. Tossiva, muoveva il suo corpo in maniera scoordinata, ma aveva una certezza: era tornata.

Come fu di nuovo partecipe della realtà circostante, si rese conto di essere seduta per terra, tra le braccia del giovane ospite.
-Cien...- mormorò, appoggiandosi al suo petto come per trovare appiglio. Il ragazzo scostò la sua mano nervosamente, ma dovette sottostare comunque allo sguardo pieno di interrogativi della giovane, più confusa che mai. Con delicatezza l'aiutò a sedersi sul letto e disse:
-Dobbiamo farti vedere da un mio amico..questa amnesia mi sa di...-
Ma trattenne le sue parole quando la vide piangere.
-Hikaru?-
-Qualsiasi....qualsiasi cosa sia la magia....- sussurrò tra un singhiozzio e l'altro - io ne sono dentro fino al collo....-
-Eh?-
-Cien...- chiese lei, fissandolo negli occhi e facendo mostra delle sue lacrime.-Chi è Rayearth?-
-Rayearth è...è....-
Il giovane realizzò solo dopo qualche istante e la guardò con occhi sbarrati:
-Dove hai sentito quel nome?- le chiese, con fare un pò violento.
Hikaru sospirò, dicendo:
-Lui... lui mi ha parlato.... mi ha detto cos'è la magia... mi ha chiamata Magic Knight, e...-
Cien sembrava già nervoso di per sè, ma al sentire le parole "Magic Knight" si ritirò, sconvolto, e balbettò:
-M...M...Magic Knight!?-
-Che cos'è?!- indagò Hikaru.
Tremava sempre di più, sentiva i suoi nervi saltare, il sangue pulsarle nelle tempie... quel termine le diceva qualcosa. Ma cosa? Si sfogò su Cien, urlandogli addosso:
-Non lo so, non posso saperlo, Cien! Dimmelo tu, ti prego!!! E Rayearth... chi è?!!-
-Stai....stai calma!- rispose lui tutto d'un fiato, afferrandola per le spalle. - Perdere la pazienza non servirà a niente!-
La ragazza capì e lo fissò con uno sguardo pieno di interrogativi, accentuato dalle lacrime che versava. Il ragazzo sospirò e si sedette vicino a lei, dicendo:
-Ti dirò quello che so. Ma non prendertela con me se non ti basta, d'accordo?-
L'altra annuì.
Cien sospirò ed iniziò:
-Rayearth... e i Magic Knights... ormai sono in pochi a credere nella loro esistenza. Quando la magia non era stata ancora proibita, esistevano tre spiriti guerrieri, chiamati mashins, o geni guerrieri... cioè, erano molto più di tre, anzi, si dice che una persona con abbastanza forza magica potesse crearne uno.. ma questi tre erano diversi dagli altri. Vedi, un mashin da solo non è in grado di fare niente, per questo ha bisogno di una persona che lo controlli, e questi tre erano destinati ad essere esclusivamente controllati dai tre Magic Knights, persone evocate da un altro mondo dalla Colonna Portante, una persona la cui forza di volontà era talmente forte da permettere al nostro pianeta di vivere e di rimanere integro. Dopo l'ultima apparizione dei Magic Knights, con il passare del tempo, altre civiltà provenienti da pianeti circostanti si trasferirono qui, nacquero delle incomprensioni e...beh, il resto della storia la sai.-
La ragazza sembrava ancora più confusa di prima. Guardò il suo guanto con disperazione, sperando in un altro ricordo, ma....niente. Si portò le mani al volto, asciugandosi le lacrime, e chiese:
-Cien...come si chiama questo mondo?-
-Ormai non ha un nome, lo chiamano tutti "Il Pianeta". Ma una volta, quando tutto ciò che ti ho raccontato accadeva, si chiamava Sephiro....- Rispose il giovane, dopo un attimo di esitazione.
-Sephiro....-
Al sentire quel nome pensò di cadere un'altra volta a terra in preda alle convulsioni, ma i ricordi le tornarono in mente dolcemente e senza fastidio - una terra incontaminata... rumore di acqua che scorreva, cime alte migliaia di metri in lontananza, un'aria pura, ben lontana da quella di Acura...
Un tocco gelido la distolse dai suoi pensieri e si rese conto che si trattava delle dita di Cien appoggiate sulla sua fronte.
-Hai la febbre...-
La ragazza non rispose, forse per la concentrazione, forse per la stanchezza che l'aveva aggredita tutta d'un tratto. Il giovane la aiutò a togliersi le scarpe e a rimettersi a letto, poi disse:
-Forse è il caso che rimanga con te... vado ad avvertire il signor Lagonda. Torno subito!-
Scendendo le scale, gli venne un dubbio. Guardò il dorso della sua mano destra - era completamente pulito. Nessun segno del marchio del leone, neanche l'alone rosso che si lasciava dietro per ore dopo aver toccato qualcosa con un forte potere magico...
Fu scioccato. Quello era sempre stato il suo modo di rilevare la magia, un marchio inflittogli da suo padre, del quale non sapeva il significato... un marchio che simboleggiava la sua prigionia dalla quale non poteva evadere....
-(Non è possibile...)-pensò.-(Ieri...ieri sera...quella ragazza era sotto effetto di una maledizione....come può essersi dissolta tutta di un tratto? A meno che non sia stato Rayearth a...)-
Ebbe come un guizzo. Si voltò in direzione della camera di Hikaru, e mormorò:
-Che sia davvero un Magic Knight...?-

-Davvero?-
-Si.-Rispose Fuu alla sua amica, con un sorriso di soddisfazione sul volto.-Ci serve solo l'autorizzazione dell'ingegnere capo per il collaudo esterno.-
-Mi fa piacere -affermò Umi, rispondendo al sorriso.-Purtroppo ci vorrà un pò prima che lui ti risponda...insomma, lo sai...-
-Lo so che è ancora sotto osservazione, Umi - sbuffò Fuu - Ma non importa. In fondo, non ha mai negato a nessuno questo genere di cose...e poi è ancora lui che comanda la comunità scientifica a bordo della nave.-
-Dovresti preoccuparti di altro -La rimproverò Umi, in modo amichevole -In questa situazione, una macchina per l'utilizzo civile è un pò, come dire....-
-Inutile?-
Umi abbassò il capo.
-Non è quello che volevo dire...-
-Lo so benissimo che volevi dirlo, ma ognuno è libero di avere le sue opinioni.- Rispose Fuu, ancora con il sorriso sul volto.- Ma ora che Kuu è praticamente finito, posso anche preoccuparmi di altre cose, no? E poi, non ho da preoccuparmi se ci sono dei problemi con il mech...in fondo, c'è sempre Ryusei ad occuparsene.-
-Ahia.- Replicò Umi, mostrando disappunto -Io a Ryusei non metterei in mano neanche una penna biro.-
-Stai scherzando, spero!- accennò una risata.- è uno dei tecnici più geniali che io abbia mai conosciuto! Ha disegnato gli interni del robot pezzo per pezzo in meno di due mesi, quando i designer dello Shukumei, per fare un esempio, ci hanno messo anni. E poi, anche la lega isolante è opera sua...-
La ragazza dai capelli blu inarcò un sopracciglio e osservò:
-Questo non posso criticarlo, l'esperta nel campo sei tu......- per poi mormorare, a bassa voce -...però almeno del design potevi occupartene tu, quell'affare a me sembra un Gundam...-
-Come?-
-N-niente!-
Le due si fermarono davanti ad una porta scorrevole. Umi fissò il pannello d'apertura con timore, e disse:
-E se è di malumore?-
-Di quello ti preoccupi? -Chiese la sua bionda amica, per poi puntualizzar -Io mi sto chiedendo se ha disattivato il generatore di gravità come l'altra volta. Ti ricordi?-
-E chi se lo scorda? Appena sono entrata sono caduta sul soffitto.- Rispose lei, ridendo.
La tensione era passata. Umi pigiò con decisione un pulsante sul pannello e la porta si aprì silenziosamente. Le due ragazze entrarono con massima discrezione e la trovarono lì nell'ombra, seduta sul letto a guardare l'oblò, abbracciando ancora il cuscino . Si voltò lentamente e le salutò:
-Oh, ciao ragazze.-
-Come ti senti oggi?- chiese Fuu, rispondendo al saluto con la mano. Lei si alzò dal letto, si stiracchiò e disse, sospirando:
-Come ieri. Inquieta.-
-Immagino sia per il solito motivo...- commentò Umi, sedendosi sulla sedia che si trovava al suo fianco, davanti alla scrivania. La ragazza nell'ombra le rispose immediatamente:
-Esatto....una sensazione di déjà-vu martellante. E come se non bastasse, stanotte ho avuto un attacco di panico...-
-Come?- chiese Fuu.-Spiegati meglio.-
La ragazza si gettò sul letto, riprendendo a parlare:
-Tremavo, avevo delle visioni....ma tu dovresti saperle queste cose, no?-
-Potrebbe essere un effetto collaterale del Berserker, lo usi in una battaglia si e nell'altra pure!- Affermò Umi scherzando, ma Fuu la prese sul serio e rispose:
-E' escluso, neanche un uso prolungato del Berserker System provoca disturbi del genere.- poi, rivolgendosi all'altra amica - Quando sei stata prigioniera dei terroristi sei stata sotto esperimenti? Non vorrei che sia...-
-Non è per quello!- Terminò la ragazza, un pò seccata.- Io questa sensazione la conosco. E' come se, dopo tanto tempo, fossi tornata a casa.-
Si voltò a guardarle, e vide i loro sguardi perdersi nel vuoto - di certo non avevano capito le sue parole. Al contrario, lei comprese che forse era meglio cambiare discorso...

Mika era lì, nascosta nel buio dell'hangar 18, illuminata soltanto dalla fioca luce del computer portatile che rimaneva sospeso a pochi centimetri da lei.
-Ecco......- mormorò, mentre con pochi e sapienti tocchi alla tastiera apriva un programma di trasferimento dati. Estrasse dal taschino dei jeans un cavo, collegandolo prima al computer e poi al Kuu, e, premendo il tasto di invio, si ritrovò il monitor letteralmente sommerso da valanghe di dati: materiali usati, dimensioni e peso del robot, sistema di pilotaggio...
Il suo sguardo fu attratto proprio da questo. Posizionò il cursore del touchpad sull'icona corrispondente e con un doppio clic ebbe una rappresentazione in 3-D della cabina di pilotaggio. Ai suoi occhi esperti fu completamente chiaro il funzionamento di quel sistema, e, specialmente, le sue potenzialità... capì immediatamente che, oltre al sistema di pilotaggio base, ce n'era un altro di tipo sperimentale, che costituiva il cuore del progetto Kuu.
-Non è la prima volta che ti vedo, ma non mi è mai capitato di avvicinarmi così tanto a te....- commentò mormorando, con due occhi come quelli di un bambino che ha appena ricevuto un giocattolo nuovo. Esplorò i file relativi con interesse, quasi ammaliata da quella visione, e continuò - Questo è meglio salvarlo, potrebbe tornarmi utile per il mio progetto.-
Diede il comando con un rapido movimento sul touchpad, e l'operazione venne completata appena in tempo: meno di dieci secondi dopo, la saracinesca dell'hangar cominciò ad alzarsi con un clangore infernale. Staccò con violenza la spina dal robot, gettò il portatile nella sua borsa e fece finta di darsi da fare.
-Mika!?-
La voce di Ryusei non le giunse inaspettata, e rispose immediatamente:
-Si?-
-Ma guarda che colpi mi fai prendere!- Esclamò il ragazzo, spiccando un balzo e aggrappandosi alla testa del Kuu, ritrovandosi davanti all'amica.-Per un attimo ho pensato che qualcuno...-
-Qualcuno cosa?- domandò lei, rimontando la corazza facciale del robot sul fianco sinistro.-Questo baraccone non ha niente di particolarmente interessante, è un robot come tutti gli altri.. a chi potrebbe interessare?-
Ryusei la guardò dubbioso, ma quell'espressione svanì velocemente dal suo volto e lui affermò, sospirando:
-Non è un robot come tutti gli altri, Mika... è il mio robot. Io e Fuu abbiamo speso anni per costruirlo.-
-Secondo me sei solo un pò stanco. Dopo tutta la battaglia ed i casini di ieri, è comprensibile.-
-Già...- disse, mettendosi a sedere a mezz'aria. La ragazza armeggiò ancora un pò con la corazza, e chiese:
-Sei libero stasera, no?-
-Ho già un programma, degli amici vengono da me e ci finiamo di guardare "The 08th MS Team"....vuoi venire?-
-Tsk, sempre a guardare cartoni, eh? Veramente pensavo di andare a prendermi un caffè con qualcuno alla mensa, ma visto che gli è spuntato un impegno...-

  
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