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Autore: Wallie    22/02/2012    2 recensioni
Mi chiamo Helena Alice..
No, il cognome lo vorrei tenere per dopo, altrimenti finirei per rovinare un'amicizia che forse potrebbe durare, perchè mi piacerebbe instaurare un bel legame con te, caro lettore, che stai sfogliando con gli occhi queste righe scritte da un dodicenne.
Tornando a noi, rovinare una probabile o futura amicizia con la menzione di un cognome è una cosa pazza quanto stupida.
Se non lo sai -e molto probabilmente, non lo sai davvero-, il mio cognome allontana da me molte, molte persone.
(tratto dal capitolo uno).
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Helena.

Un favorino per Wallie: Siete fan dei Thirty Seconds to Mars? Ecco bene, io conosco una scrittrice (di EFP) che scrive in modo SUBLIME e che mi aiuta sempre, in qualche modo, quindi vorrei farle un po' di pubblicità.
E' davvero bravissima e vi spronerò in tutti i modi possibili a leggere le sue FANTASTICHE storie.
Ora, spero leggerete le Fic di _Doll (che ringrazio e Saluto) e vi auguro una buona lettura :D



"Aspetta, cosa?''
''Sì, una 'Scuola di magia e stregoneria', figliuola!'' gridò isterica Janira.
'''Cosa?''
''SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA'' ribadì la bionda.
''Cosa?''
''Helena.''
''Sì?''
''Un'altra volta Cosa e ti faccio provare in modo molto ravvicinato la katana di tuo padre'' sibilò.
''Cosa?''
''Mi stai sfidando, nanerottola?'' abbaiò.
''E se anche fosse? Cosa mi farai? Se ti becca Pablo con quella katana millenaria fra le mani, la farà provare in modo molto ravvicinato a te'' socchiusi gli occhi, calcando bene il tono sulla parola molto.
Dopo aver compreso che guardarci in cagnesco per ore non rispondeva al mio ripetitivo Cosa? le chiesi perchè se ne era uscita con la frase 'Come il tuo papà!', perchè, per quanto fossi intelligente e perspicace, nell'archivio della mia psiche non risultava affatto che Pablo fosse un mago, uno stregone, o qualsivoglia creatura con poteri straordinari esistente sulla terra.
Non mi risultava fosse stato neanche Gandalf o Oz, ma qualcosa potevo ignorarla. Era plausibile -no, per niente- che lui in passato fosse stato Merlino e avesse aiutato Re Artù a estrarre la spada dalla roccia.. Oppure quel mago\alchimista di Panoramix, e avesse creato una pozioncina per farti diventare imbattibile. Infine, potrebbe anche essere stato l'inventore degli spinaci di Braccio di Ferro che, per quanto inutili nella realtà, nel mondo dei cartoni animati erano una svolta.
'Oooh! L'ho davvero detto? Non ricordo! Devo essermi sbagliata, piccina'' rispose titubante ''Vuoi del tè? Latte? Camomilla? Tisana? Caffè? Ginseng? Acqua? Coca Cola?''
Andò avanti per mezz'ora, elencando tutte le bevande esistenti su questo mondo, senza escludere nemmeno: Tequila, Wiskey, Rum, Martini e Martini Dry, non accorgendosi che quell'elenco non mi aveva fatto dimenticare l'ipotetico papà mago.
Quella lista, più che farmi scordare la domanda, fece svegliare quella 'Bestia' di Juan, che salutò la famiglia scatendando il suo fornitissimo vocabolario da scaricatore di porto ''MAMMAAAA! Cazzo ti urli? Sto cercando di dormire, porca merda! Forse tu e quella mocciosetta non vi siete accorti che stiamo durante le VACANZE ESTIVE, stupide microcefale!'' e ci salutò con il soave BUM della porta e il dolce PATATRACK del cornicione che cadeva a terra.
Janira spalancò la bocca e così feci io. Lei più per il cornicione e per il linguaggio scurrile del figlio undicenne, io più per la parola Microcefale che era volgarmente uscita dalla sua bocca. Davvero Juan conosceva quel vocabolo? Sapeva dell'esistenza di esso? Poi ci ragionai e mi venne in mente un ipotesi più plausibile: la conosceva ignorandone il significato. Non si diventa geni in un giorno, poi, si stava parlando di Juan che aveva il quoziente intellettivo pari a quello di un ornitorinco; anzi, non offendiamo quella povera specie.
Un clack provenne dalla porta d'entrata: Pablo era tornato dal turno di notte all'Ospedale.
Un'occhiataccia da parte di Janira e due secondi dopo ci ritrovammo a prenderci a cazzotti mentre scendevamo come due invasate le scale; motivo? Lei voleva far zittire suo marito, io volevo ''Estorcergli'' la verita e, dato che non ero molto amichevole quando mi sentivo presa per il culo -sì, detto proprio papale papale-, la donna cercava anche di tenere in vita sua marito.
Pablo, sentendoci urlare omicidi progettati sul momento, corse a vedere cosa stavamo combinando.
Non rimase esterrefatto dal comportamento della moglie -che il più delle volte partiva di testa e se la prendeva con l'essere vivente più vicino a lei- ma spalancò la bocca nel vedermi con un tagliacarte puntato sulla gola della donna che tremava, sapendo perfettamente che se solo avesse contraddetto ciò che dicevo, il coltellino sarebbe erroneamente caduto NELLA sua faringe.
'Eri un mago?' partì per iniziare quella che sarebbe stata la più strana conversazione della mia vita.
Deglutì, ma non rispose. Il suo pomo d'Adamo salì e riscese, ma la sua bocca non si aprì.
'Insomma. Devi solo dire sì o no!' gridai esasperata.
'Non capisco cosa intenti, Helena' si slegò la cravatta; sudava.
C'è qualcosa che non quadra.
'Come fai a non capire, Pablo! Hai mai detto Abra Cadabra e dalla punta della tua bacchetta bianca e nera è uscito uno sprizzo di luce?' ero immersa nella follia, ma me ne accorsi solo dopo, quando guardai il tagliacarte sulla gola di Janira e mentre ripensavo a ciò che avevo detto; sì, ero uscita di senno.
Sta volta, buttò la cravatta a terra e della sua aria autoritario non restò nulla: il volto spento e gli occhi che fissavano la moglie sia con paura che con rabbia.
Quella donna aveva detto qualcosa che non doveva dire..
'Aspetta' persi un'attimo la sguardo nel vuoto.
Janira aveva detto -cito testuali parole- ''Tesoro! Come il tuo papà!'', okay, fin qui ci siamo.
Ma Janira non si era mai riferita a Pablo, mentre parlava con me con lo pseudonimo di Papà..
E se fossi stata presa in giro per tutti questi anni, se loro fossero stati i miei 'VERI' genitori da sempre?
Oppure..
'Voi non mi avete trovata per caso nei sobborghi di Londra, vero?' proruppi spezzando quel teso silenzio 'Il mio VERO padre, mi ha lasciata a voi quand'ero piccina, ho ragione?'
fissavo il vuoto, temevo di avere ragione, speravo nel loro silenzio, nella loro negazione.
Mio padre non mi voleva affatto se mi aveva donato a loro senza biglietti, lettere o quant'altro.
'Helena.. noi-'
Un fischiettio ritmato scese le scale interrompendo la risposta di Pablo.
Hellsing.
'FOTTUTO UCCELLACCIO! Ora dovevi comparie?!' me la presi con l'usignolo. Doveva comparire in un momento di tanta tensione?! Non compare mai nel momento giusto?!
'Fottuto uccellaccio a chi, scusa?' una voce gelida provenì da Hellsing.
'Cribbio, l'uccello ha parlato!' feci cadere il tagliacarte, che sfiorò appena la gola di Janira che non esitò a correre e a nascondersi dietro il marito -più basso di lei-.
Un PUFF e il 'FOTTUTO UCCELLACCIO' si trasformò in un uomo alto dai capelli rossi e gli occhi azzurri.
'Sì, certo. Adesso che succede? Il nostro gatto sputa fuoco, è Pablo?' fissai l' -ex- uccellino che si era appena tramutato in una persona, con un ghigno folle sul volto.
Ognuno aveva puntato lo sguardo sull'altro.
Il mio ex-usignolo mi fissava con un sorriso amichevole, io lo fissavo con un'espressione sconvolta e curiosa.
'Avevi detto quindici anni, Jacobson' proruppe Janira irata.
'Era arrivata la lettera, dovevo comparire' spiegò Jacobson.
'A noi non interessa, Stewart.. Adesso la racconti tu la verità alla bambina' lo rimproverò di nuovo la donna.
'Chiamami per cognome, Suarez' rispose indignato il sopracitato.
'Cos'è 'sta roba, eh?' interruppi il loro inutile litigio; ora il punto, la sfigatella incoscente ero io, dovevano spiegarmi dettagliatamente tutto quanto.
'Okay, Riddle, dovrò farti vedere il tuo passato a quanto pare..'
'In che modo?'
'Ora vedrai' ammiccò e mi ordinò di chiudere gli occhi.
Immagini ovattate comparsero davanti a me.



Angolo dell'autrice:
Oggi non vi ruberò tempo con i miei stupidi ragionamenti sull'esistenza della vita e dell'universo D:
Capitolo due, eccolo quaa *spara coriandoli*.
Lui è Stewart Jacobson.     
Ora vi Zaludo.
Giau. (dono raffreddata :'D)



Wallie-
  
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