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Autore: Wallie    07/02/2012    4 recensioni
Mi chiamo Helena Alice..
No, il cognome lo vorrei tenere per dopo, altrimenti finirei per rovinare un'amicizia che forse potrebbe durare, perchè mi piacerebbe instaurare un bel legame con te, caro lettore, che stai sfogliando con gli occhi queste righe scritte da un dodicenne.
Tornando a noi, rovinare una probabile o futura amicizia con la menzione di un cognome è una cosa pazza quanto stupida.
Se non lo sai -e molto probabilmente, non lo sai davvero-, il mio cognome allontana da me molte, molte persone.
(tratto dal capitolo uno).
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia, Weasley, Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Helena



Mi chiamo Helena. Ho sempre reputato bellissimo questo nome, anche perchè vuole dire 'Raggio di sole', purtoppo non c'entra molto con me perchè fa molto contrasto con il mio comportamento e il mio cognome..
Io mi chiamo Helena Alice..
Anzi, meglio di no, il cognome lo vorrei tenere per dopo, altrimenti finirei per rovinare un'amicizia che forse potrebbe durare, perchè mi piacerebbe instaurare un bel legame con te, caro lettore, che stai sfogliando con gli occhi queste righe scritte da un dodicenne
Tornando a noi, rovinare una probabile o futura amicizia con la menzione di un cognome è una cosa pazza quanto stupida.
Se non lo sai -e molto probabilmente, non lo sai davvero-, il mio cognome allontana da me molte, molte persone che non hanno la fantasia di usare il cervello che Dio gli ha donato, e pensare per un momento che è il mio cognome a portare sfiga -se proprio vuoi essere superstizioso, altrimenti è una balla anche quella- e non sono io la bambina maledetta da chissà quale incantesimo.
Difatti, questa assurda storia mi ha portato a passare un'infanzia piena di solitudine e vuoto, che veniva riempito dal canto dell'usignolo che tenevo ingiustamente ingabbiato e che si sfogava con me, cantando a squarciagola, tutte le volte che non gli permettevo di farsi una volatina intorno alla stanza per fargli sgranchire le ali; dal suo canto leggermente incazzato deriva il suo nome: Hellsing -tradotto 'Canto del diavolo'-.
Dopo il devastante abbandono da parte di mio padre di quando avevo appena cinque anni scarsi -secondo alcune fonti li avrei compiuti qualche mesetto dopo- venni presa in adozione da una famiglia che mi trovò per fortuna incastrata in un cesto di vimini per una strada sperduta della periferia di Londra, uno di quei luoghi dove l'unico essere vivente che osa camminaraci è un cane rabbioso.
La famiglia in questione è di origini messicane: Janira Suarez e suo marito Pablo Lopez, con il figlioletto di nome Juan.
Okay, la cosa è fastidiosa perchè, tutte le volte in cui i due genitori litigano escono sempre fuori delle urla dalla cucina rigorosamente messicane, del tipo 'Carroña' da parte di lei e '¡Ay, chingate güera!' da parte di lui. Tra l'altro il figlio è un mio coetaneo che, maledico il giorno in cui mi hanno trovata per strada, ha il delizioso hobby di tirarmi i capelli che commenta con 'Bellissimi ricci neri' e annessa la mia risposta 'A me non interessa, smettila di tirarli o ti faccio cambiare sesso' che lui non calcola come minaccia perchè sa che se mi azzardo a tirargli un calcio mi arriva un proiettile in mezzo al petto da parte della madre con tanto amore -per lui-.
Frequentavo una scuola elementare di basso grado, con insegnanti che avevo trovato la laurea come sorpresina nei cereali e bidelle così irose che se trovavano residui di gomma per terra chiamavano le forze dell'ordine descrivendo l'accaduto in modo così grave e ingigantito che la polizia arrivava con l'FBI.
Ricordo che lì avevo un amico, si chiamava Harry Potter; anche lui era stato adottato, però i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto dove lui, presente durante l'accaduto, non si fece nulla a parte una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
Mi descrisse un giorno suo cugino, disse che aveva una zazzera bionda sulla testa e due occhi marroni, 'Non sembra male' dissi io, lui rise di gusto per poi aggiungere 'Infatti dovrebbe essere molto carino se non fosse che mangia come un invasato e che non lo fanno entrare al cinema per quanto è largo'.
Devo ammettere che Harry non me lo aspettavo così pronto a scherzare dopo quello che aveva passato, mi sarei aspettato più un bambino insicuro e sottomesso..
Quanto avrei voluto essere come lui; io serbavo rancore da una vita contro quell'uomo che mi aveva lasciata sola per strada tra le fauci prominenti di un cane incazzato con il mondo e contro una madre, se mai fosse esistita, che glie lo aveva lasciato fare.
Torniamo a quel famoso Harry Potter di cui vi stavo parlando, tagliando corto sulla nostra bellissima amicizia, volevo arrivare al dunque più bello della mia vita: a lui diedi il primo bacio. Cioè, più o meno, e lui che diede il primo bacio a me; fu lui ad avvicinarsi piano piano e a poggiare le sue labbra sulle mie per lungo tempo -con un abbraccio consolatore-.
Mi piacque molto, devo ammetterlo. Ci baciammo l'ultimo giorno delle elementari, lo presi come un saluto, come un arrivederci, anche se suo cugino Dudley, che ci aveva beccati mentre ci baciavamo, aveva spifferato tutto ai suoi genitori che stavano facendo di tutto per allontanarlo da me, quindi, più che un 'Arrivederci' sarebbe stato un 'Addio e stammi bene'.
Ma, lasciando da parte le relazioni con il mondo esterno, volevo parlarvi di una cosa che mi accadde il tredici giugno dell'anno scorso, mentre Janira preparava la colazione. Era mattina, finita la scuola da una settimana, quando aprì gli occhi mi ritrovai la gabbia di Hellsing aperta e, mentre mi disperavo nel cercarlo, mi cadde sulla fronte un biglietto. Okay, non ricevevo mai lettere, tantomeno non me ne cadeva mai nessuna sulla fronte.
Era indirizzata a me, non c'era dubbio, vidi il mio nome scritto per esteso sul retro, con la via e addirittua la stanza della casa -terza stanza a destra infondo al corridoio del terzp piano-.
''Janira, Janira! Ho ricevuto una lettera!'' gridai euforica dal terzo piano -mi rifiutavo di chiamarla 'Mamma' o 'Madre'-
''Fammi leggere!'' rispose titubante.
''Tesoro! Come il tuo papà!'' Tesoro?! Tutto questo affetto, Janira?
''Non vediamo l'ora di portartici, Helena!'' dissero padre e madre mentre di stringevano in un abbraccio.
Beh, non c'è bisogno di dire da dove proveniva la lettera, perchè, se state leggendo queste righe, ci siete arrivati da soli, vero?
Comunque piacere, Helena Alice Riddle; vuoi essere mio amico?


Angolo dell'autrice:
SBADABAAM.
Il mio angolino piccino piccino >=D
Ciau. Come state? Tutto bene, sì?
Okay, lei è Helenaa! *spara coriandoli*
Voglio che la immaginiate, più o meno, così http://i40.tinypic.com/29urkgn.jpg
Chiamarla 'Raggio di sole' con quel comportamento obbobrioso e quel cognome che trasmette proprio le parole 'Signore Oscuro' è stata una folgorazione stupida durante l'ora di francese.
Allora, per chiudere questo angolino demenziale vi traduco lo spagnolo '
Carroña' =Carogna.
                                                                                                                          
'¡Ay, chingate güera!'= Fottiti, bionda! Delicata come sempre :').
Wallie-

  
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