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Autore: Fflang    23/02/2012    0 recensioni
Fare sesso per la prima volta e rimanere incinta,decidere di andare avanti come se niente fosse. La paura di non farcela, la voglia di lasciare tutto e tutti. La storia di un piccolo segreto destinato a diventare sempre più grande.
Le cose cambiano, a volte talmente in fretta che non ci accorgiamo di nulla... però dobbiamo essere pronti, dobbiamo essere pronti a pagare le conseguenze delle nostre azioni. Perché le persone nascono e muoiono, gli amori finiscono e il mondo va avanti.
Storia rimessa con questo nuovo account. :)
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate immensamente per il ritardo ma la scuola e momentanea perdita di vista mi hanno bloccata e non sono riuscita a postare D: Eccovi il capitolo! 


Capitolo 9

PovIan

 

-Siete sicuri che sia questo il posto?- domando davanti all'entrata della pizzeria in cui dovrebbe essere Charlie. Matt e Alex annuiscono controllando una cartina in cui un vecchio ci ha segnato la via. -Ne siamo sicurissimi. E poi il signore ha detto che è l'unica pizzeria dove c'è il giardino superiore.- mi dice Alex. Sorrido e le faccio l'occhiolino. -Devo parlare con il proprietario. Tu manda un messaggio a Luka e digli di far venire Charlie nel giardino.- Alex mi sorride e prende il cellulare mentre io mi dirigo all'interno della pizzeria senza farmi vedere da lei anche se il solo sapere che lei è lì dentro mi fa venire la voglia di correre da lei.

PovLuka
Il cellulare mi vibra nella tasca. Lo estraggo e un numero sconosciuto compare sullo schermo. Apro il testo. “Trova una scusa per far andare Charlie sul tetto della pizzeria. Alex” annuisco. -Chi è?- mi domanda mia sorella finendo la sua coca e alzandosi in piedi. -Nessuno. Dove vai?- le domando preoccupato. -Luka, voglio andare a casa, sono stanca e il bambino non smette di scalciare un attimo mi sta uccidendo.- mi dice stanca infilandosi la giacca. La guardo indeciso ma poi mi alzo velocemente e le sorrido. -Va bene andiamo a casa, adesso vado a pagare ma tu perché non vai di sopra sul tetto...c'è un giardino splendido.- le dico tentando di convincerla. Mi guarda sospettosa ma poi annuisce. Deve essere davvero stanca per non indagare come suo solito. E io sono fortunato, o meglio siamo, visto che non lo fa. La vedo avviarsi lentamente verso le scale e iniziando a farle lentamente, molto, molto lentamente. Sospiro e mi volto verso il cassiere. -Quanti scalini ci sono?- gli domando spostando lo sguardo su mia sorella a metà della prima rampa. Il ragazzo segue il mio sguardo. -Sono due rampe...e lei la ragazza della sorpresa?- mi domanda lui prendendo le banconote che gli porgo e mettendole nella cassa. -Sì è lei, il ragazzo è già su vero?- domando spostando lo sguardo verso le scale controllando che a nessuno venga in mente l'idea di vedere il famoso giardino. -Sì Ian è già su.- mi risponde una voce femminile. Sorrido e mi volto. -Amica di mia sorella, finalmente ci incontriamo.- dico avvicinandomi a lei e al ragazzo che l'accompagna. Alex annuisce sorridendomi. -Già,finalmente. Comunque lui è Matt, il mio ragazzo e migliore amico del idiota di sopra.- dice mentre io e Matt ci stringiamo la mano. -Allora visto che credo ne avremo per le lunghe di sopra io direi che una birretta e due chiacchiere ci stanno. Entrambi annuiscono e ci andiamo a sedere un po' preoccupati, un po' ansiosi.

 

PovCharlie

Alla fine delle due rampe di scale mi sento come se avessi appena percorso tutta la maratona di New York due volte nella stessa giornata. Oh andiamo chi me l'ha fatto fare di salire qui sopra? Ah già Luka -.- mi devo ricordare di prenderlo a calci quando scendo giù, se scendo giù. Sospiro e il profumo dei fiori mi entra nelle narici. È possibile? Ma quanti ce ne sono? Decido di scoprirlo aprendo la porta. La mia mano sulla maniglia si abbassa e spingo la porta in avanti. Entro nel terrazzo/giardino e mi guardo intorno.


Alberi non molto alti sono disposti per tutto il giardino, dalle foglie colorate,addobbati con luci che lo rendono un posto talmente magico che ho quasi paura di rovinarlo. Abbasso lo sguardo e un sentiero di sassolini mi invita a percorrerlo. Sorrido iniziando a guardarmi intorno. Ci sono dei tavoli sparecchiati con solo una soffice tovaglia bianca e delle candele accese sopra e delle aiuole colorate fanno la loro comparsa ogni tanto. Alla fine del sentiero un piccolo laghetto con al centro una fontana che spruzza acqua colorata dalle luci al suo interno. Quasi quasi resto qui. Mi dico. So che volevo andare a casa, ma adesso che sono qui sento che è l'unico posto in cui dovrei essere. Sorrido rilassata e in quel momento noto una panchina. Esulto felice di poter riposare i piedi ma quando mi avvicino noto che qualcuno ha avuto la mia stessa idea. Sbuffo, credevo di essere sola, a quanto pare mi sbagliavo. Mi volto lentamente, cercando di andarmene senza farmi sentire ma un ramo bastardo si mette tra i miei piedi e al mio desiderio di andarmene in silenzio. Impreco silenziosamente e senza voltarmi inizio a camminare per tornare giù. Adesso che ho trovato questo piccolo angolo di paradiso ci verrò un altra volta, da sola. Faccio due passi, solo due, perché una mano grande mi circonda il polso. Non mi fa male. Sto per urlare contro al mal capitato che dovrà subire i miei sbalzi ormonali quando lo sconosciuto mi abbraccia. Non appena il mio viso si scontra con il suo petto e le mie narici aspirano il suo profumo lo sconosciuto smette di essere tale e nella mia mente solo un immagine affiora. La sua. Inconsciamente circondo la sua vita con le mie braccia stringendolo forte. Ho paura che lui sia solo frutto della mia immaginazione, che non appena alzerò il viso per guardare i suoi occhi dannatamente azzurri,che Dio solo sa quanto mi sono mancati in questi due gironi, lui sparisca. E so, ne sono più che sicura, che questo mi ucciderebbe. Lui porta entrambe le mani a circondandomi il viso per alzarmelo ma scuoto la testa. -No.- sussurro con la voce spezzata. -Perché?- mi domanda avvicinando il suo volto al mio. -Perché ho paura che non appena ti guarderò tu scomparirai.- dico mentre le lacrime iniziano a rigarmi le guance. Chiudo gli occhi con forza mentre sento la sua bocca iniziare a dare piccoli baci sulle guance per cercare di fermarle. -Guardami, Charlie. Non impedirmi di vedere i tuoi occhi. E ti prego non piangere più perché il solo sapere di farti ancora soffrire dopo tutto il male che ti ho fatto mi uccide.- mi sussurra al orecchio per poi soffiarci dentro. A malincuore mi allontano dandogli le spalle e abbracciandomi tentando di coprirmi dal vento che improvvisamente gelido. -Charlie, sono reale. E ti giuro, ti prometto che non ti lascerò MAI più. Non so neanche come ho potuto pensare di riuscire a stare senza di te anche soltanto un secondo. Senza di voi.- mi dice avvicinandosi di nuovo e abbracciandomi da dietro e accarezzando la pancia dove sa che c'è il suo bambino. -Io ti amo piccola, amo te e nostro figlio più di qualsiasi altra cosa al mondo, le cose che ti ho detto, quello che ti ho fatto sono imperdonabili, e se non vuoi più stare con me, se non mi vuoi, se non mi ami, dimmelo. Dimmelo e io sparisco dalla vostra vita. Tu meriti molto di più di quello che ti posso offrire io, meriti un uomo capace di proteggerti, che ti ami, che non ti faccia soffrire. Anche se pensarti con un altro mi fa imbestialire, io lo devo fare perché ho imparato che amare qualcuno vuol dire anche lasciarlo andare.- 
sorrido alle sue parole e facendo un respiro profondo mi volto verso di lui. -Io non merito nessun altro se non te. Tu sei il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Non potrei amare nessun'altro come ho amo te, no ne sarei capace. La mia mente e il mio cuore sono totalmente dipendenti da te. Ian è vero che quello che hai fatto, che mi hai fatto è orribile. Ma so per certo che se adesso io ti dicessi che non ti amo più direi una bugia, e farei l'errore più grande della mia vita. E probabilmente, avrai pensato che per me incontrarti tanto tempo fa sia stato un male, che fare un figlio a quest'età sia un male. Ma io penso, e continuerò a pensare sempre, qualunque cosa gli altri penseranno, che un uomo da amare e il frutto del loro amore, tu e il nostro bambino , siate la cosa più bella che una donna di qualsiasi età abbia desideri più di ogni altra cosa al mondo. Io desidero te Ian e non permetterò più a nessuno di separarmi da te.- dico sorridendogli e accarezzandoli una guancia. -Non dovresti perdonarmi così facilmente.- mi sussurra all'orecchio stringendomi forte. -Infatti dovrai fare tante cose per farti perdonare.- gli dico ridendo. Lui mi bacia una guancia. -Che ne dici se iniziamo subito?- mi domanda sorridendomi. Lo guardo confusa, senza sapere cosa fare. Poi lo vedo inginocchiarsi davanti a me e tirare fuori una scatola di velluto blu. Lo guardo scioccata e lui sorride malizioso aprendo la scatola. -Charlotte Eleanor Moore visto che ho tutte le intenzioni di farti più scappare via da me...Vuoi sposarmi e passare il resto della nostra vita insieme?- mi dice prendendomi la mano e infilandoci li bellissimo e semplice anello, di cui non mi azzarderò mai a chiedere il prezzo. Non dico un parola e continuo a fissarlo mentre lui non da cenno di volersi alzare da terra. -A questo punto dovresti darmi una risposta...- mi dice guardandomi con occhi da cucciolo abbandonato. Sorrido sadica e gli accarezzo una guancia.

PovIan

-A questo punto dovresti dire qualcosa..- le dico guardandola teneramente e preoccupato come non mai. Mi sorride sadica e mi accarezza la guancia. -Sei arrogante, pignolo, testardo, suscettibile e maschilista e spero che nostro figlio prenda il carattere da me. Ma ti amo e non vorrei sposare nessuno al di fuori di te. Quindi Sì, Ian King io voglio sposarti e passare il resto della mia vita con te, sperando sempre che il tempo ti metta un po' di sale in zucca.- mi risponde e senza darle il tempo di capire altro mi avvento sulle sue labbra, quella dannatissime labbra che ormai sono diventate il mio pane quotidiano, la mia aria. Anzi no, Lei è la mia aria. Sorrido stringendola a me e accarezzandole i capelli. -Ti amo, scimmietta.- le dico all'orecchio. Lei alza il viso e mi mima con le labbra un “Anche io, idiota”. Rido prendendole la mano per dirigermi di sotto dove ci sono gli altri che ci aspettano. -Aspetta.- mi dice mi volto verso di lei che mi sorride alzando un dito verso l'alto. Sposto lo sguardo e mi accorgo che ha iniziato a nevicare. Rido ricordando due anni fa, ci odiavamo. Ci odiavamo davvero. Aveva nevicato ed eravamo in montagna con la scuola. Lo lanciata giù dalla pista nera e si è rotta una gamba e io sono stato costretto a farle da baby-sitter per il resto della settimana, ed era solo lunedì. Lei capendo a quello che sto pensando scoppia a ridere, per poi darmi un pugno sulla spalla. -Ehi.- esclamo massaggiandomi facendole credere di essermi fatto male col suo misero pugnetto. -Te lo meriti!- mi dice facendomi la linguaccia. -Che ho fatto?!- le chiedo non capendo. -Mi hai buttato giù dalla discesa!- esclama incazzata. -E successo due anni fa, scommetto che non te lo ricordavi neanche!- le dico mettendole un braccio intorno alle spalle. Mi guarda male e sbuffa. -Forse, ma me ne sono ricordata, e il caso vuole che non te l'ho fatta ancora pagare per quello scherzetto di pessimo gusto.- mi dice iniziando a fare gli scalini uno alla volta: occhi puntati sui suoi piedi e lingua fuori per la troppa concertazione. A quel esilarante immagine scoppio a ridere come un idiota. Si volta verso di me. E credo che se non fosse incinta mi avrebbe buttato giù dalle scale. -Smettila. Subito. di. Ridere.- mi dice alterata. Faccio un breve calcolo. Mancano quattro mesi al parto. Quattro mesi di cambi d'umore. Sorrido, quattro mesi assolutamente magnifici. L'abbraccio. -Andiamo mammina, ho un cognato da conoscere prima che diventi zio.- le dico prendendola in braccio e scendendo le scale. Inizia a scalciare e a urlare. -Spiritoso, mettimi giù, sono capacissima di scendere le scale anche da sola.- esclama lei mettendo il broncio. Rido. -Ne sono sicurissimo scricciolo, ma se andiamo al tuo passo arriviamo in sala fra ottant'anni.- le rispondo sorridendole. Lei ghigna malefica. -Bene allora vorrà dire che fino a che non saranno passati questi famosi ottant'anni tu non ti avvicinerai alla mia zona bassa. Tutto chiaro amore della mia vita?- mi dice dolce e sbattendo le ciglia. Ringhio e lei scoppia a ridere. Le scale sono finite così la metto giù e l'abbraccio. -Non faresti mai un tale sacrificio.- le sussurro all'orecchio. Lei mi sorride. -Infatti non ho parlato di me, parlavo di te.- mi risponde dirigendosi verso gli altri. Rimango imbambolato e poi corro da lei. Appena arrivo al suo fianco alza la mano sinistra mostrando l'anello che le ho regalato. -Ci SPOSIAMOOOO!!!- urla venendo poi inghiottita da Alex e da suo fratello. Matt mi si avvicina malizioso. -Hai trovato l'unico modo per attaccartela al cuore eh, amico?- mi dice dandomi una pacca amichevole sulla spalle. Annuisco. -Non credo che riusciranno più a staccarmela di dosso, e sono fermamente convinto che se ci riuscissero la rincollerei.- gli rispondo facendolo ridere. Mi abbraccia. -Congratulazioni amico mio. Te lo meriti.- mi dice per poi staccarsi. -Per questo vorrei chiederti un favore...- inizio a dire. Lui annuisce incuriosito. -Mi fai da testimone?- gli domando. Lui annuisce felice e scoppia a ridere. -Immagino niente Nightclub per l'addio al celibato, vero?- mi dice triste. Le ragazze smettono improvvisamente di parlare e si voltano verso di noi con sguardo assassino io e il deficiente ci allontaniamo lentamente dalle arpie e sorridiamo preoccupati. -Tranquilla, Matt, stava solo scherzando, vero Matt che stavi scherzando?- gli chiedo dandogli una gomitata nelle costole. Lui annuisce sorridente e si avvicina ad Alex che dopo averlo guardato malissimo si fa abbracciare. Luka si avvicina a me, mentre gli altri si fanno improvvisamente serie. Mi porge la mano, che io stringo e mi sorride. -Spero per il tuo bene che l'errorino commesso non si ripeta più. Per il resto ben venuto in famiglia.- mi dice scoppiando a ridere per la mia faccia terrorizzata. Sospiro quando capisco che per adesso ho la vita ancora attaccata al corpo. Charlie mi si avvicina sorridendomi dolce. -Sono contenta che tu sia venuto a prendermi. Sono contenta di averti incontrato.- mi dice abbracciandomi. -Sono contento di aver ricominciato a girare intorno al mio sole.- le dico al orecchio e baciandola. Perché è vero, la terra non è nulla senza il suo sole a qui girare intorno e io non sono niente senza di Lei.



Ultimo capitolo ragazze :( o meglio penultimo...il prossimo sarà l'epilogo. Sono tristissima che la storia finisca, ma almeno ha un lieto fine. Sto pensando di fare una storia che parla di come si sono conosciuti i quattro ragazzi e di quello che hanno fatto prima dell'estate 2011 ;) Ditemi cosa ne pensate eh! :) Vi ringrazio TUTTE, anche chi non recensisce :) 
 A presto! <3

   
 
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