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Autore: marmelade    23/02/2012    5 recensioni
Scrollai le spalle, cercando di leggere per l’ennesima volta l’ennesima pagina, ma venni di nuovo interrotta.
"Scommetto che era tutto programmato".
[...]
Due occhi verdi mi stavano fissando e, se pur coperti da una cascata di riccioli castani, riuscivo a scorgere una luce allegra in essi. Inoltre, un sorriso bianchissimo, faceva da protagonista su quel volto dai lineamenti dolci, incorniciato da due adorabili fossette.

"Non avrei mai immaginato di innamorarmi di qualcuno che, inizialmente, avevo odiato.
Eppure quel qualcuno, era l’unico capace di farmi sentire felice semplicemente guardandomi negli occhi."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                                                                                                                                      {...Would you tremble if I touched your lips?
                                                                                                                                                                                                           Hero-Enrique Iglesias}.



Il giardino era coperto di foglie autunnali appena cadute da alberi, adesso colorati da una spruzzata di verde chiaro.
I fiori erano freschi, appena sbocciati da sotto lo strato di neve gelata invernale, emanando un profumo primaverile.

I miei piedi nudi erano poggiati sull’erba fresca e inumidita da qualche goccia di rugiada, caduta delicatamente da qualche ramo.
Non capivo bene cosa stessi facendo lì. Ero sola, in compagnia di qualche piccola margherita, ma non c’erano persone. C’era solo silenzio.
Assoluto silenzio.
Un venticello leggero faceva muovere rami e fiori, rimasti immobili.
Il cielo era limpido, senza nemmeno un piccolo accenno di nuvole o pioggia.

Il sole era tiepido e riscaldava le mie braccia scoperte e il mio corpo racchiuso in un vestito bianco e leggero, come il vento di quel giorno.
Iniziai a dirigermi verso un punto indefinito, camminando piano e quasi in punta di piedi, come a non voler schiacciare i fiori.
 Mi sentii improvvisamente bambina, così decisi di fare una giravolta, permettendo alla gonna del mio vestito di prendere aria.
Quella fu la prima di tante giravolte, che mi fecero venire mal di testa.
Caddi sul prato fresco, rimanendo in silenzio.
E poi risi. Come non ridevo da tanto tempo.
Non era una risata falsa, ma una risata piena di gusto, di gioia, quella che fa venire i mal di pancia e le lacrime agli occhi.
Ridevo di gioia per una stupida caduta.
Gli occhi erano chiusi e pieni di lacrime, che ricadevano veloci sulle guance rosate, le braccia aperte appoggiate sull’erba ei piedi scaldati dal tepore del sole.
Aprii gli occhi e voltai lo sguardo verso destra, facendo si che anche la mia guancia avesse un contatto con l’erba. Mi alzai immediatamente, rimanendo seduta e poggiando le mani sul terreno.
Una figura indefinita si stava avvicinando lentamente a me.
Mi alzai in piedi, dirigendomi verso di essa. Ero tranquilla.
Finalmente vicini, la figura mi prese le mani.
Le sue erano grandi, calde e morbide.
Alzai lo sguardo verso il suo viso per perdermi nei suoi occhi, ma non li vidi.
Il suo volto era come circondato da un alone di nebbia, impedendomi di guardarlo ma, nonostante ciò, non ebbi paura e non ero spaventata.
Mi abbandonai fra le sue grandi braccia, che subito mi avvolsero, cingendomi i fianchi e le sue mani mi massaggiavano lentamente e dolcemente la schiena.
Mi alzai sulle punte e affondai il mio volto nell’incavo del suo collo, perdendomi nel suo profumo.
“Hai paura?”.
La sua voce, pur se maschile, era angelica e melodica. Avrei potuto ascoltarla per ore, senza mai stancarmi.
Scossi il capo, ancora immersa nell’incavo del suo collo.
“Perché dovrei? Sono con te”.
Lo sentii sorridere e attirarmi ancora di più a se, stringendomi delicatamente.
Poggiai la testa sulla parte sinistra del suo petto. Potevo sentire il suo cuore battere all’unisono con il mio.
Premetti ancor di più il mio orecchio al suo petto, per ascoltare meglio quella dolce melodia che il suo cuore mi stava cantando.
Chiusi gli occhi per godermi la sensazione di calore e di felicità che mi travolgeva. Sentivo il suo respiro caldo e leggero sfiorarmi i capelli.
Alzai nuovamente verso il suo volto coperto e mi sentii ancora più tranquilla.
Era come se conoscessi tutto di lui: i contorni del suo viso, i suoi occhi, le sue labbra.
Come potevo avere paura?
Gli sorrisi, certa che lui riuscisse a vederlo e capire che era un sorriso di felicità.
Poggiai nuovamente l’orecchio contro il suo cuore, sentendolo battere ancora più forte.
“Sei felice di essere qui con me?”.
 Avevo paura che lui non lo fosse quanto me e che mi avrebbe lasciata sola in quel posto sconosciuto.
“Non mi sentirei felice se non fossi con te, in questo momento”.
Mi prese per mano e iniziammo a camminare lentamente per il parco.
 Anche il silenzio con lui era meraviglioso.
Quando si fermò, mi fece voltare nuovamente verso di lui. Cercai di poggiare l’orecchio sul suo petto, ma lui mi fece alzare il mento con un dito, permettendomi di guardare il suo volto coperto.
“Non sei spaventata dal fatto che non riesci a vedermi?”
Scossi la testa lentamente e lo sentii sorridere.
“Perché?”
Cercai di immaginarmi i suoi occhi e di parlare con loro, di esprimere tutto quello che sentivo.
“Perché è come se ti conoscessi già. Come se conoscessi tutto di te. E non ho paura di non vedere il tuo viso, perché non ho bisogno di amarti per il tuo aspetto esteriore. Io sono felice da quando sei qui con me”.
Il palmo della sua mano morbida sfiorò delicatamente la mia guancia rosea.
“Scapperesti via con me, senza guardarti indietro? Lasciare qui tutto, venire via con me per sempre. Essere felice per sempre.
Rideresti, se ti facessi ridere? La tua risata è il suono più bello dell’armonia creata dalle sfere celesti.
Piangeresti, se mi vedessi piangere? Asciugheresti le mie lacrime amare e salate e rimanere con me?”
Presi la sua mano e la strinsi forte fra la mia , facendo si che diventassero una cosa sola. Annuii lentamente col capo. Sarei scappata con lui da qualunque parte e mi sarei nascosta negli angoli più scuri di questo mondo, senza aver paura, perché lui sarebbe stano al mio fianco.
 “Tremeresti, se adesso ti sfiorassi le labbra?”
Mi alzai in punta di piedi, avvicinando il mio volto al suo.
Riuscii a scorgere la luce di gioia e felicità nei suoi occhi coperti, che avrei amato, nonostante tutto.
 
 
 

“Ehi? Ehi? Sveglia!”
Una voce diversa da quella melodica del sogno, mi disturbò.
Mi giravo insistentemente fra le lenzuola colorate, ora completamente disordinate.
Mi misi a pancia sotto, nascondendo entrambe le mani sotto il cuscino e il volto girato verso destra, rivolto verso il muro.
Cambiai nuovamente posizione dopo aver constatato che il braccio destro si era completamente addormentato nella posizione precedente, così mi rigirai sul fianco sinistro, le gambe rannicchiate allo stomaco, il braccio destro penzolone che usciva fuori dal letto e la mano sinistra appoggiata al materasso e sulle lenzuola calde e trapuntate.
 “A quanto pare qualcuno non ha voglia di alzarsi stamattina…” disse la voce con un ghigno.
Arricciai il naso e la bocca. Odiavo quando qualcuno cercava di svegliarmi parlando.
O quando la sveglia suonava insistentemente.
Insomma, odiavo essere svegliata e basta.
Sentii qualcuno spostarmi il braccio penzoloni sul cuscino, per poi sedersi sul letto accanto a me.
Cercai di riaddormentarmi, ma la mano della persona sconosciuta si posò delicatamente sul mio viso, spostandomi una ciocca di capelli, posatasi sugli occhi.
Avvicinai una mano alla bocca, appoggiando delicatamente le nocche delle dita sulle labbra, mentre la mano della persona accanto a me, iniziò ad accarezzarmi i capelli.
C’era dolcezza nei suoi movimenti e, nonostante non sapessi chi fosse, lo ringraziai mentalmente, poiché il tocco dolce della sua mano sui miei capelli mi stava facendo riaddormentare.
L’altra sua mano era appoggiata sul mio cuscino, così, con un movimento pigro del braccio, la feci incrociare con la mia.
Sentii la persona sorridere e continuare il dolce movimento sulla mia nuca, cosa che mi fece sorridere anche ad occhi chiusi.
“Non hai voglia di alzarti nemmeno se ti dico che giù in cucina c’è un cornetto caldo alla Nutella che aspetta solo te?”. La voce, stavolta, parlò avvicinandosi al mio orecchio scoperto.
Non potevo resistere ad un cornetto caldo, per di più con la Nutella, ma non avevo voglia di alzarmi dal letto.
E non avevo voglia di darla vinta alla persona che stava cercando di svegliarmi.
“Solo se me lo porti qui…” bofonchiai, con la voce impastata dal sonno.
“Non ci penso nemmeno” sussurrò nel mio orecchio, ridacchiando.
Sbuffai, facendo tremare le labbra per poi serrarle. Non avevo voglia di parlare, soprattutto a prima mattina.
“E se ti dicessi che se non ti alzi, farai tardi all’Università?”
Il suono di quelle parole, mi fece gelare il sangue e sentii il cuore salirmi in gola.
Spalancai gli occhi e cercai di liberarmi velocemente dalle lenzuola, ormai appiccicate al mio corpo.
“Cacchio, cacchio, cacchio! Ma perché non riesco ad alzarmi mai in tempo?!”
“Perché sei talmente tanto pigra, che non ti sei accorta nemmeno che oggi è sabato”.
Mi voltai verso la voce, ancora con gli occhi sbarrati.
Con quel solito ghigno stampato in faccia, incorniciato dalle sue fossette, Harry era seduto sul mio letto, con la mano ancora intrecciata alla mia.
Staccai immediatamente la presa delle nostre mani e lo guardai socchiudendo gli occhi.
“Che ci fai tu qui?” gli chiesi, con la voce ancora piena di sonno e, soprattutto, nervosa.
“Sono venuto a svegliarti, mi sembra ovvio!”
Mi aggiustai i capelli, portando il ciuffo all’indietro che però, cadde nuovamente sul mio viso.
“Intendevo qui, a casa mia”
“Passavo per di qui con i ragazzi e ho pensato di venirti a trovare. Ho portato dei cornetti, pensando che avessi fame, ma arrivo e ti trovo che dormi ancora!” rispose, sorridendo.
Mi gettai all’indietro, cadendo con la schiena sul materasso e misi le mani in faccia.
“Sono stanca!” mugugnai “Però ho fame, quindi il tuo cornetto lo mangerò!”
Harry si stese accanto a me a pancia sotto sul letto. Levai le mani dal viso e notai che i suoi occhi verdi mi stavano fissando.
“Che vuoi?” gli chiesi acida.
Sbuffò sonoramente. “Sei acida anche di prima mattina! Ma sei incredibile!”.
“Io sono sempre acida, ricordalo. Soprattutto di prima mattina!” gli dissi sorridendo soddisfatta.
Si alzò con uno scatto veloce dal materasso, facendo sobbalzare leggermente me e il letto.
Si voltò verso di me e allungò le braccia, inclinando leggermente la testa da un lato.
“Non avevi detto che il mio cornetto l’avresti mangiato?”
Il mio stomaco brontolò talmente forte al sol sentire la parola cornetto, che anche Harry riuscì a sentirlo e iniziò a ridere.
Feci una smorfia imbarazzata, poi risi anche io.
Mi alzai in piedi sul letto e presi le sue mani, ancora tese verso le mie. Saltai giù dal letto e mi fermai proprio di fronte a lui, ridendo ancora.
“Pare proprio che ci abbia pensato il mio stomaco a risponderti!”
Abbandonai la presa delle sue mani e, mentre stavo per dirigermi verso la porta, mi voltai verso di lui.
“Chi arriva per primo, mangia due cornetti!” urlai, prima di iniziare a correre e sentire i passi di Harry cercare di raggiungermi.
 
 
                                                                                                                          *
 

“Primo!”
Harry si fermò accanto al tavolo della cucina, afferrando un cornetto, mentre io gli corsi incontro cercando di fermarlo e prendermi ciò che mi spettava.
“Non vale, Harry! Mi hai fatto cadere per le scale!”
“In amore e in guerra tutto è lecito!” disse, mentre dava un morso al cornetto.
Sbuffai guardandolo mentre mangiava quello che doveva essere mio.
“Non è giusto! Avrei vinto io, hai barato!” dissi, avventandomi su di lui per prendermi il cornetto.
“Hai detto bene: avresti! Ma sei caduta…” rispose, alzando le braccia impedendomi di afferrare quello che doveva essere il mio bottino.
“Bugiardo! Mi hai fatta cadere tu! E adesso, dammi il cornetto!”
Mi alzai in punta di piedi, saltellando per arrivare alle sue braccia, ma non ci riuscii. Harry, intanto, rideva per i miei buffi movimenti e tentativi di riconquista e alzava ancora di più le braccia.
“Sei bassa, Mary! Arrenditi, il cornetto è mio adesso!”
“Questo lo dici tu!”
Mi misi dietro di lui e saltai agilmente sulla sua schiena, aggrappando le gambe attorno alla sua vita e poggiando le braccia sulle sue spalle per poi circondargli il collo.
Preso alla sprovvista, Harry sussultò e non riuscì a sottrarsi alla mia presa, ma teneva ancora lontano il cornetto da me.
“Ma sei pazza! Che stai facendo?!?” urlò.
“L’hai detto tu, no…” dissi, cercando di afferrare il cornetto dalle sue mani “in amore e in guerra tutto è lecito! E adesso, dammi ciò che mi spetta, prima che ti tiri i capelli!”
Harry si avvicinò al tavolo della cucina e ne posò il cornetto, poi, mi fece scendere dalle sue spalle non so in quale modo.
Con gli occhi che brillavano, mi avvicinarmi al tavolo e prendermi il mio bottino, ma venni afferrata all’improvviso per la vita, lasciando che i miei piedi scalciassero in aria, e venni condotta verso il salotto.
“Mollami subito!” urlai, cercando di liberarmi dalla presa delle sue braccia che stringevano forte i miei fianchi.
“Solo se tu stai lontana dal mio cornetto…!”
“Non ci penso nemmeno, il cornetto è mio!”
“E’ meglio se ci stai lontana…!” disse ansimando “perché non sei per niente leggera come una piuma!”
Riuscii a liberarmi dalla sua presa e, appena poggiai i piedi in terra, mi voltai verso di lui.
“Ripeti quello che hai detto, se ne hai il coraggio…” dissi, cercando di rimanere il più calma possibile.
Sul volto di Harry si dipinse un ghigno. “Cosa, che non sei leggera come una piuma?!? Ho tutto il coraggio di ripeterlo: non sei leggera come una piuma!” disse, scandendo per bene le ultime parole.
Fu la goccia che fece traboccare il vaso.
In un secondo gli fui addosso, mentre lui, cercando di liberarsi di me, mi cingeva nuovamente i fianchi.
“L’hai voluto tu, Styles!” urlai.
Fu un attimo.
Harry perse l’equilibrio andando a sbattere contro il bracciolo del divano e cadde su di esso, seguito a ruota da me, che gli caddi addosso, dandogli una gomitata nello sterno che lo fece piegare in due.
“Ahia! Mi hai fatto male!”
“Te lo meriti! Così la prossima volta impari a metterti contro di me!” gli dissi, puntandogli l’indice contro e con un ghigno soddisfatto stampato sul volto. Feci per alzarmi, ma le mani di Harry mi bloccarono nuovamente.
“Adesso me la paghi…” disse fra i denti, mentre uno stupido sorrisino gli si disegnò sul viso.
Le sue mani si posizionarono sui miei fianchi e iniziarono una tortura agonizzante per i miei gusti.
Il solletico.
“No…Har…Harry…ti…pre…go!” dissi fra le risate “tut…to ma non…il sol…letico!”.
“L’hai voluto tu!” rispose ghignando e mi posizionò sotto di lui.
Cercai di liberarmi dalla sua presa malefica, muovendomi e ribellandomi in continuazione, ma le sue mani sembravano non voler smettere, impedendomi di muovermi, mentre lui godeva del fatto che stessi soffrendo.
I miei occhi lacrimavano senza sosta e le mie e le sue risate, miste anche alle mie urla acute, invadevano il salotto completamente deserto.
“Bas…basta Harry…ti scon…giuro!”
“Allora posso mangiare il cornetto che mi spetta?!?” disse, continuando a farmi il solletico.
“S-si! Ades..so smettila, perfav…ore!”
Sorrise soddisfatto e smise di farmi il solletico, mentre io cercavo di riprendere il respiro regolare di sempre. Quando finalmente mi arrivò ossigeno al cervello, che durante la tortura era completamente svanito, constatai che avevo appena donato il mio bottino al nemico.
“Imbroglione che non sei altro!” urlai, ridendo “hai approfittato della mia debolezza, per farti dare il permesso di prendere qualcosa che non ti spetta?!?”
Lui ghignò. “Si, credo di averlo appena fatto…!”
Lo guardai sconvolta, ancora ridendo.
“Che bastardo! Adesso ti faccio vedere io, brutto…” e così dicendo, mi tolsi da sotto il suo corpo pesante e mi posizionai in ginocchio sui cuscini del divano, iniziando a dargli degli schiaffetti sulle braccia.
Harry rise, mentre i miei schiaffi passarono sulla sua schiena e infine, sulla sua nuca, dove gli tirai leggermente i ricci. Lui si voltò verso di me che ancora rideva e con una finta espressione sconvolta.
“No, i ricci no! I ricci no!” urlò ridendo, mentre mi prese per i polsi e si scaraventò nuovamente su di me.
“Guarda che ti faccio di nuovo il solletico…!” minacciò, mentre io scalciavo e battevo i piedi sui grandi cuscini del divano. Chiusi gli occhi, aspettando un altro attacco di solletico da parte sua, ma non accadde nulla.
La presa sui miei polsi si allentò, mentre le sue mani andarono ad intrecciarsi con le mie.
A quel caldo contatto, aprii gli occhi, che subito si incrociarono ai i suoi verdi intensi.
Li scrutava attentamente, come se volesse studiarne i particolari, scoprire i segreti più profondi e io, inevitabilmente, feci lo stesso con i suoi.
Brillavano, come non avevo mai visto, sarebbero riusciti ad illuminare una città per la luce che emettevano.
Guardandoli ancora più a fondo, si potevano scoprire tutti i pensieri e tutte le emozioni che provava, e ne ebbi paura.
Tremai. Non seppi se per la paura o per il contatto con i suoi occhi, che trasmettevano qualcosa in me che non riuscii a definire.
Harry se ne accorse e sorrise, avvicinando il suo viso al mio, facendo incrociare ancora di più i suoi misteriosi e bellissimi occhi ai miei, che in quel momento, facevano trasparire tutte le emozioni che stavo provando. Il suo respiro si mischiò al mio, che era sempre più irregolare. Per tutto il tempo, non staccò il contatto visivo. I nostri volti erano fin troppo vicini, talmente tanto che riuscivo a vedere le sue piccole e invisibili imperfezioni.
Sentivo il suo cuore battere forte almeno quanto il mio, il che mi fece tremare ancora di più.
Socchiuse gli occhi leggermente, senza impedirmi, però, di non vederli più.
Riuscivo ancora a perdermici dentro e da un lato, la cosa mi preoccupava.
“Ehm, ragazzi?!? Per caso, interrompiamo qualcosa?”
La voce improvvisa di Zayn, fece sussultare entrambi. Mi alzai di scatto e andai a finire contro la fronte di Harry, che era ancora vicina al mio viso.
Ci voltammo verso la porta e trovai Elyse, Helena e Louis ancora fermi sull’uscio di quest’ultima con le buste della spesa tra le mani.
“N-NO!” dissi, alzando il tono di voce. Mi alzai velocemente dal divano, cercando di aggiustare la felpa del pigiama “non avete interrotto nulla, perché lo chiedete?”
“Non saprei…” iniziò Louis, entrando in casa e scrutandola attentamente “forse… perché eravate fin troppo vicini?!?” concluse, puntandomi contro il suo sguardo alla Sherlock Holmes, inarcando un sopracciglio.
“N-noi, ehm… n-noi…” tentennai, iniziando a sudare freddo.
“Te lo dico io, Louis…” s’intromise Elyse, avvicinandosi al moro “loro stavano semplicemente controllando se i loro rispettivi nasi erano pieni di brufoli! Non è così, ragazzi?” concluse guardandoci entrambi, dato che intanto Harry si era avvicinato a me e continuava a guardarsi le scarpe con la testa bassa. Louis scoppiò a ridere, seguito a ruota da Helena e Zayn.
“Stava per cadere e io l’ho presa al volo, ma sono caduto anche io!” sbottò Harry “cosa dovevo fare, lasciarla cadere?!?”
“Oooh, ma quanto sei un gentiluomo, Harreh!” disse Zayn, avvicinandosi a lui con una faccia da cucciolo, mentre gli stritolava le guance.
“Z-Zay..n, bi bfai bale!” cercò di controbattere il riccio.
Sospirai sollevata. Fortunatamente ci avevano creduto. Che poi, in parte era la verità, anche se aveva cambiato il soggetto della caduta, facendo passare me per l’impedita che non sapeva stare in equilibrio. Me l’avrebbe pagata, soprattutto per il cornetto.
Presi le borse della spesa e le portai in cucina, lasciando che i ragazzi torturassero ancora un po’ Harry.
“Ciao” dissi entrando, dato che trovai Helena ed Elyse che mettevano a posto quello che avevano comprato.
“Ehi” rispose Helena, mentre Elyse si limitò ad un cenno della testa.
“Bel risveglio, vero?” chiese Helena, con un’espressione maliziosa in viso.
Mi voltai verso di lei, ridendo leggermente “che intendi dire, scusa?” chiesi, cercando di capire a cosa alludesse.
Roteò gli occhi al cielo e riprese a sistemare la roba nelle mensole e nel frigo, mentre Elyse si appoggiò ad un bancone.
“Sta dicendo che è stato un bel risveglio trovarsi Harry accanto, capito adesso?!?”.
Risi ancora. “Per niente”
“Mio Dio, Mary!” sbottò Elyse all’improvviso, tanto da farmi cadere il pacco di biscotti dalle mani. “Quando capirai che tu ed Harry siete fatti per stare insieme?!?”
“Mai” le risposi, raccogliendo in pacco da terra “perché non è per niente vero!”
“Ma dai! Non dire palle!” s’intromise Hel “ma, hai visto come ti guarda?! E come eravate vicini, a un passo da sfiorarvi labbra!”
“Chiariamo subito: io e lui ci odiamo da quando ci siamo incontrati la prima volta, non facciamo che punzecchiarci di continuo reciprocamente. Ed eravamo vicini solo perché sono caduta e lui mi ha presa. Fine della storia!” conclusi, scandendo per bene le ultime tre parole.
“Ehi ragazze, scusate se non vi abbiamo aiutato con la spesa” la voce di Zayn parlò dietro la mia schiena. Mi voltai e vidi i ragazzi fermi dietro di me, Harry si guardava ancora le scarpe appoggiato alla porta, mentre Louis e Zayn erano entrati in cucina, prendendo posto sugli sgabelli.
“Ma dove sono Liam e Niall?” domandai.
“Già, dove sono andati a finire?” domandò la voce di Harry mentre prendeva anche lui posto su uno degli sgabelli.
“Si sono avviati in sala prove e, in effetti, dovremmo andare anche noi” puntualizzò Zayn, che si soffermò a guardare Louis che, intanto, si stava ingozzando di latte e cereali.
Lou alzò lo sguardo dalla tazza, con gli occhi spalancati.
“Oh no, io rimbmangbo qbui finbché Mary nbon bi rabbconta dell’appuntambento!” disse, con la bocca piena di cibo.
“Giusto, Mary…” iniziò Elyse, prendendo posto accanto a Louis e passandogli un tovagliolo “dovresti raccontarci del tuo appuntamento di ieri con il ragazzo dei tuoi sogni!”
In effetti, avevo praticamente dimenticato di aver detto ai ragazza che sarei uscita con Robert e, quando Louis me lo ricordò, il mio cuore prese a battere velocemente e sentii le guance andare in fiamme.
“Beh, non c’è molto da dire, in effetti…” iniziai, sfregandomi le mani nervosamente. Notai che tutti erano in attesa del continuo, Louis in particolare, mentre Harry era a testa bassa che si toccava i ricci, ma sentivo addosso il calore e lo sguardo dei suoi occhi. Lo fissai per un po’, poi scossi il capo e continuai.
“Mi ha portata in un ristorante davvero carino. Luci basse e soffuse e c’era musica dal vivo, davvero fantastica. E poi era pieno di…”
“Si, vabbè ma noi non vogliamo sapere questo!” mi interruppe Zayn, alzando il tono di voce “vogliamo i particolari indecenti!” concluse, provocando il riso generale.
“Non ci sono particolari indecenti, Zayn!” risposi fra le risate “e, comunque, abbiamo parlato tutta la sera, ridendo e scherzando. Lui è gentilissimo e dolcissimo e mi ha fatto divertire per tutto il tempo. Sono stata benissimo con lui. E, quando mi ha riaccompagnata qui sotto…” rimasi in silenzio, mordendomi il labbro inferiore esorrisi leggermente al ricordo del bacio della sera prima, arrossendo nuovamente.
“Quando ti ha riaccompagnata qui sotto…?!?” mi fece eco Helena, mentre tutti gli altri attizzarono le orecchie incuriositi e si sporsero in avanti per ascoltare meglio.
Abbassai lo sguardo e mi portai la solita ciocca ribelle di capelli dietro l’orecchio destro.
“Ci siamo baciati” conclusi, guardandoli e mostrando un ampio sorriso.
La cucina fu invasa da vari “oooh” generali, misti a commenti vari, soprattutto da parte di Louis, che sembrava davvero aver preso a cuore la mia situazione sentimentale.
“E quindi, come siete rimasti?” domandò Elyse, che cercava di far calmare Lou.
La guardai confusa. “In che senso?”
“Nel senso che: state insieme o no?” continuò Zayn, ancora più curioso.
Rimasi un po’ interdetta alla loro domanda. In effetti, non me l’ero posta nemmeno io.
Io e Robert stavamo insieme, o no?
Lui mi aveva baciata, certo. Inoltre, mi aveva detto che stava bene con me e che aveva voglia di passare altro tempo insieme, almeno quanto ne volevo io. Ma non avevamo discusso sulla nostra “probabile relazione”.
“Allora?!?” chiese Helena, riportandomi sul pianeta terra.
“I-io… non saprei! Insomma, era la prima volta che uscivamo!” risposi, balbettando, ancora confusa.
“Mmh, hai ragione Mary!” intervenne Lou, dopo essersi calmato “però se state bene insieme e c’è affinità, come pare che ci sia, la cosa verrà da sé, sta tranquilla!” concluse, notando la mia espressione confusa, visibile sul volto, ma anche dentro di me.
Sorrisi nervosa. Louis aveva ragione, la cosa sarebbe sorta pian piano se io e Robert volevamo provare a stare insieme sul serio.
Concludemmo lì la conversazione che riguardava me e la mia situazione sentimentale, mentre Zayn ed Helena e Lou ed Elyse, parlavano come se si conoscessero da una vita. Li guardai sorridendo e mi soffermai a pensare che sembravano davvero affiatati, nonostante si conoscessero da un’ora.
L’unica voce che non avevo ancora sentito e che non sentii durante tutta la conversazione, fu quella di Harry, ancora a testa bassa, con il suo iPhone fra le mani, intento a scrivere un messaggio.
Mi avvicinai allo sgabello dove era seduto e gli tirai leggermente i capelli, per attirare la sua attenzione.
“Ehi” disse, con tono leggermente sorpreso, voltandosi verso di me.
“Ehi” gli risposi “per caso ti hanno mangiato quella lingua biforcuta che ti ritrovi?”
Accennò un sorriso. “Meglio così, no?! Così eviterai di sentire la mia voce irritabile” rispose, imitando il mio tono di voce alle ultime parole, poi mi rivolse una smorfia.
Risposi alla sua smorfia e gli diedi uno schiaffetto dietro la nuca.
“Cretino!”
Sorrise di nuovo, poi abbassò di nuovo la testa e rimase in silenzio. Per quel poco che lo conoscevo, potevo dire con certezza che Harry si stava comportando in modo davvero strano.
“Beh, ragazzi, io direi che è arrivato il momento di andare via”. La voce di Zayn parlò all’improvviso, facendomi distogliere il pensiero dal comportamento anomalo di Harry.
Ci dirigemmo tutti verso il salotto, accompagnando i ragazzi verso la porta.
“E voi dove andate?” chiesi ad Elyse ed Helena quando vidi che si infilarono anche loro i cappotti.
“Oh, Mary, giusto…” disse Elyse, con un sorriso a trecentosessanta gradi “Louis e Zayn ci hanno invitate allo studio di registrazione con loro”
“Perché non vieni anche tu?” mi chiese Louis.
“Beh, dovrei farmi una doccia prima, poi non saprei. Magari vi chiamo e vi faccio sapere, d’accordo?”.
Annuirono e iniziarono ad avviarsi verso le scale.
“Allora ci vediamo dopo, forse. Se non sarà così, ci rivedremo presto!” mi disse Zayn, salutandomi con due baci sulle guance.
“Sicuramente! E salutate Liam e Niall!” urlai, mentre li guardai svanire verso le scale.
Mi voltai e trovai Harry dietro di me, ancora occupato a mettersi il cappotto. Quando lo infilò, si avvicinò a me, ancora vicina alla porta aperta.
“Allora, ci vediamo presto…” gli dissi.
Lui sorrise leggermente. “Cerca di venire in studio, anche se so che ti sarà difficile”.
Annuii delicatamente con il capo, poi alzai lo sguardo e mi persi nuovamente nei suoi occhi.
Brillavano, come sempre, ma stavolta la luce che emettevano era triste e malinconica, come se avessero subito un male incurabile.
La sensazione indefinibile, si fece risentire nuovamente al contatto con i suoi occhi verdi, e ne distolsi immediatamente lo sguardo a malavoglia.
Harry mi accennò di nuovo un sorriso.
“Ciao Mary…” disse, uscendo e avviandosi verso le scale del palazzo.
“Ciao Harry” sussurai, prima di chiudere la porta dietro le mie spalle, lasciando che il silenzio s’impossessasse di me e della casa.
                                                                                                                                                 
                                                                                                                                                 
                                                                                                         *
 

Mi diressi verso la cucina, con lo stomaco in mano.
Per colpa di Harry, non ero riuscita a mangiare nulla e adesso vagavo come una disperata in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
D’un tratto, mentre aprivo l’ennesima dispensa, notai un pacchetto bianco su un bancone, decorato e chiuso da un fiocchetto dorato.
Quando lo aprii, un dolcissimo profumo invase le mie narici, cosa che mi fece avidamente aprire ancora di più il pacchetto.
Un cornetto alla nutella si trovava sul fondo di esso.
Lo presi tra le mani e iniziai a gustarlo, sporcandomi il viso e le mani di cioccolata. Anche se freddo, era pur sempre buonissimo.
Guardai ancora nella busta, speranzosa di trovarne un altro, ma l’unica sorpresa fu un bigliettino posto nel fondo di essa.
Era stato scritto di fretta e furia, probabilmente e la calligrafia non era delle migliori, ma riuscii a decifrare quel messaggio, che mi fece sorridere, nonostante tutto.
 
“Eccoti, come promesso, il tuo buonissimo cornetto. Sono riuscito a sottrarlo dalle fauci di quelle belve dei miei amici, prima che lo divorassero senza pietà.
Vedi, certe volte anche io so essere dolce!
Goditelo, anche se non sei per niente leggera come una piuma! Harry xx.”











Writer's Corner! :)
Buonaseera miei piccoli panda! :D
Vas'Happenin?
Sì, lo so... sono da uccidere.
E per questo, non mi ribellerò a tutte le critiche e agli insulti che mi rivolgerete, perchè sono consapevole di essere una cacca! ç____ç
E' non so quanto tempo che non aggiorno e vi giuro che siete state il mio unico pensiero per tutto questo tempo! 
Mi sento veramente in colpa! Perdonatemi, se potete! ç.ç

Anyway, nonostante tutto questo tempo, la mia storia riceve tantissime visualizzazioni e in più ci sono 22 persone che la seguono, 19 che hanno recensito, 5 che l'hanno messa nelle ricordate e 12 che l'hanno messa nelle preferite! :D
Ma, ditemi... Quanto posso amarvi io, eh?!? *w*
Non ho più parole, siete meravigliose, sul serio.
Grazie di tutto! :'D
ILoveUsoMuuch! :D

In tutto ciò, per farmi perdonare, questo capitolo è il più lungo che abbia mai scritto e il più sudato e lavorato, ma alla fine ce l'ho fatta! :D 
In più, c'è da aggiungere che la canzone che si trova all'inizio del capitolo, mi ha ispirata tantissimo! Per chi non la conoscesse, consiglio di andarla a sentire...E' stupenda! *w*
Spero che mi perdonerete per tutta questa bruuutta e lunghissima attesa!

Come al solito, ci tengo tantissimo a ringraziare chi segue, recensisce e chi si sofferma a leggere questa storia, anche solo i primi due righi! :D 
#taantotaaantoamore!
Ringrazio Alessia e Chiara che mi hanno supportata per tutto questo capitolo e che mi hanno spronata a scriverlo il prima possibile! :3 *Loveya*
Poooi, come sempre, Agnese&Federica che sopportano me e i miei momenti di sclero all days!
*alldayallnightDjMalik*
Okkeei, sto sbroccando e parlando troppo! :D

NightandLove :)

Per farmi perdonare ancora di più, eccovi una foto del nostro bellissimo Hazza, che vi ringrazia per la pazienza e per esservi soffermate a leggere! :D

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*se non si vede, non picchiatemi! Non sono pratica con queste cose! n.n*

-YoursM.


 

  
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