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Autore: Edithed_    24/02/2012    1 recensioni
E se il Dottore decidesse di atterrare a Baker Street, per incontrare Sherlock, cosa mai potrebbe accadere?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Quasi tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Lo seguii con lo sguardo scivolare dietro l'angolo.
Mi aveva urtato volontariamente 43 secondi prima, davanti alla porta del 221B di Baker Street.
Ci fermammo entrambi, uno di fronte all'altro.
-"Oh, scusami."
Aveva sollevato entrambe le mani, in segno di scusa.
Mi sorrise provocante, fissandomi negli occhi.
Grigi, tendenti al verde, con diverse sfumature dorate vicino la pupilla.
Quel ragazzo era sicuramente giovane, almeno esteriormente.
Ma i suoi occhi.
I suoi occhi erano così vecchi.
Mi leccai le labbra, curioso di scoprire qualche altro suo aspetto.
Lo scrutai attentamente: un papillon? Delle bretelle?
Chi era, un attore comico?
Aggrottai le ciglia, confuso.
Era successo esattamente come con La Donna.
Non riuscii a scoprire niente di più.
Cercai orli doppi alle maniche, spiegazzature, tracce di cibo, borse sotto gli occhi, cicatrici, voglie, macchie d'inchiostro.
Niente.
Il ragazzo abbassò le braccia.
Ci limitammo a guardarci negli occhi, in silenzio.
Socchiusi leggermente l'occhio sinistro, incuriosito.
Mi accorsi che stava stropicciando i polpastrelli della mano destra contro il proprio palmo.
-"Ci vediamo."
Di nuovo, lo stesso sorriso.
Inclinò leggermente la schiena, e dandosi una piccola spinta con i piedi, progredì per la sua strada.
Aveva un'andatura abbastanza galoppante, camminava con la schiena inclinata, le gambe divaricate, goffamente.
La forma e il peso dell'oggetto che si poggiò delicatamente sulla mia spalla destra, pochi secondi dopo, apparteneva alla mano destra di John, che mi rivolse stranito un'occhiata, invitandomi a salire sul taxi che attendeva sotto l'appartamento messoci a disposizione dalla Signorina Hudson da poco più di 3 minuti.
-"Sherlock?"
Aspirai rumorosamente col naso, avvoluppandomi la mia solita sciarpa blu al collo.
-"Tutto okay?"
Mi voltai di scatto verso di lui, accigliandomi ed inclinando leggermente la testa verso destra.
-"Perché non dovrebbe esserlo?"
John serrò le labbra scuotendo la testa, e sospirò.
-"Per nessun motivo al mondo."





Due ore e 45 minuti dopo scendemmo di nuovo al 221B di Baker Street, accompagnati da un taxi, avendo risolto un caso dove Lestrade, come al solito, non sapeva da che parte mettere le mani.
Aprii la portiera, spingendola con il piede destro.
-"Sei stato fantastico."
Scesi dalla macchina, guardandomi intorno.
Destra.
Uno, due, tre, sei, otto, dieci pedoni.
Un taxi.
Un autobus.
Tre Ford, una Chevrolet, una Kia, due Fiat.
Perché la gente usa le auto?  I taxi sono così rilassanti.
Sinistra.
Uno, due, sette pedoni.
Un autobus.
Un camion.
Vetri per terra.
Residui plastici gialli, probabilmente appartenenti a dei fanali.
-"Mhn."
-"Davvero, sei stato fantastico."
John cercò di attirare la mia attenzione, scendendo velocemente dal taxi e richiudendo violentemente la portiera dell'auto.
Misi le mani in tasca, girando su me stesso.
-"Sei riuscito a risolvere il caso.. solo perché la segretaria aveva dimenticato delle mentine sul tavolo? Sherlock.."
-"Shht."
John si zittì - finalmente.
Scrutai meglio i pezzi di vetro a terra.
Oh, sangue.
-"Sherlock, cosa stai fissando?"
Sospirai deluso, rivolgendo uno sguardo infastidito a John, che alzò le sopracciglia, in segno d'arresa, accorgendosi finalmente su cosa avevo posato la mia attenzione.
-".. Oh, c'è stato-"
-"Un incidente fra le tre e mezza e le tre e quarantacinque, una Limousine si è scontrata contro una Panda, provocando due feriti. Fortunatamente non è niente di grave, se non che il proprietario della piccola Panda dovrà pagare una bella sommetta ai ricconi." - Ghignai - "Oh, ma c'è dell'altro. Sembra che abbiano bucato una gomma alla Panda mentre stesse guidando, provocando così lo sbandamento. Perché mai dovresti voler far sbandare una panda? Miravi forse al suo conducente? O volevi semplicemente che una persona che si trovava nella Limousine decedesse?" -Aggrottai le ciglia - "Pfft, dilettanti. Ci sono modi migliori per far fuori una persona."- Anticipai John, voltandomi divertito verso di lui.
-".. Come-"
-"Oh, andiamo John. Guarda."
-"Sto guardando."
-"Sì.."- Concordai -"Ma non stai osservando."
Ho una minima percezione dell'odio che John prova verso di me quando faccio questo tipo di uscite, e so anche che forse dovrei smetterla di essere così acuto e intelligente di fronte a lui e alle altre comunissime menti umane, solo che non ci riesco.
Osservare i loro sguardi sconvolti e infastiditi non ha prezzo.
Mi diressi verso la porta d'ingresso nera del nostro appartamento, aprendola con nonchalance.
-"Entri?"
Mi rivolsi di nuovo al ragazzo, che sbuffando mi seguì a ruota.
-"Sherlooock!"
Una vocina familiariamente stridula raggiunse i miei timpani appena richiusi la porta, in perfetto orario.
-"Mrs. Hudson, per me due cucchiaini, grazie." - Replicai, non prestando attenzione a ciò che stava per uscire dall'appartamento della tanto affezionata vecchina.
Mi diressi poi verso le scale, l'unica cosa che volevo fare era sdraiarmi un attimo sul divano.
-"Sherlock." - La voce di John mi raggiunse.
Mi fermai così a metà scale, guardando infastidito il soffitto.
-"Cosa c'è."
La signorina Hudson si affacciò timidamente sulle scale, indicandomi qualcosa con lo sguardo.
-"Abbiamo un nuovo coinquilino. Che ne dici di prendere un po' di thé tutti assiem-"
-"Declino l'offerta, mrs. Hudson. Sono alquanto occupato in un caso appena assegnatomi da Lestrade, ho bisogno di lavorarci su."
-"Sherlock, non è vero!" - Mi buttò giù la copertura John.
-"Beh, effettivamente, non lo è."
Salii finalmente le restanti scale, entrando voglioso di nicotina nel mio appartamento, richiudendo violentemente la porta dietro di me.
-"Oh, perdonalo.. Sherlock è sempre così.."
Udii la tenera voce della vecchina cercare di giustificarmi da sotto le scale, mentre cercavo impaziente il pacchetto di sigarette comprato tre giorni fa da John, che aveva sapientemente nascosto.
Sotto il cuscino del sofà.
Wrong.
Sotto il tappeto?
Wrong.
Nel camino.
Wrong.
In frigo?
Wrong.
Nel teschio.
Ahah, trovate.
Wrong.
Mi buttai sul divano sospirando e congiungendo le mani sotto al mento.
Udii dei passi salire velocemente le scale.
-"Prenderemo il thé tutti insieme in casa di Sherlock, allora.."
Signorina Hudson, davvero. Per una volta, non poteva semplicemente lasciarmi nel mio palazzo della mente, a fare l'asociale?
No, eh?
Cigolando, la porta si spalancò, facendo entrare John, la vecchietta e il nuovo coinquilino, in cui non ero affatto interessato.
-"Sherlock, lui è.."
-"Non mi interessa."
-"Sherlock! Non essere maleducato!"
-"Davvero, non mi interessa."
La signorina Hudson sbatte i tacchi sul parquet, sdegnata.
-"Signorino, alzati subito da quel divano e present-"
-"Tranquilla, Mrs. Hudson. Non ce n'è bisogno. Capisco perfettamente. Avremmo altre occasioni per presentarci."
Quella voce.
A tratti divertente, a tratti dolce. A tratti misteriosa.
Mi ricordava..
Balzai subito in piedi, voltandomi di scatto verso quello che doveva essere il mio nuovo coinquilino.
Un metro e ottantacinque di ragazzo, probabilmente sui 27, capelli mori e corti, leggermente più lunghi sulla parte frontale, i quali ricadevano ribelli sulla parte destra del viso lungo e quadrato del ragazzo dagli occhi grigi, tendenti al verde, con diverse sfumature dorate vicino la pupilla. La postura non eretta, leggermente gobba, e le gambe vistosamente divaricate, con quel farfallino, quelle bretelle e quella giacca color marrone, i pantaloni neri pece e le scarpe buffe.. Oh, era lui.
Serrai leggermente gli occhi, scrutandolo curioso.
-"Che.. che ci fai qui?"
Il ragazzo spostò il peso sui talloni, indietreggiando leggermente, leccandosi le labbra e giocando con l'orlo della giacca, guardandosi distratto intorno, per poi guardarmi negli occhi, puntandosi indeciso l'indice mancino contro, socchiudendo la bocca.
-"Dici a me?"
Annuii leggermente, rivolgendo tutta la mia attenzione a quel ragazzo misterioso, di cui non riuscivo a capire niente.
-"B-beh." - Sbattè rumorosamente la mancina che ricadde sulla coscia, scrollando le spalle - "Sono il tuo nuovo coinquilino.. semplicemente." - Replicò distratto, con nonchalance, guardandomi negli occhi.
Deglutii, serrando ancora entrambi gli occhi.
-"Ci deve per forza essere una spiegazione logica a tutto quello che ti circonda.. Sherlock Holmes?"
Il ragazzo si portò le mani ai fianchi, sorridendo maliziosamente, rivolgendosi a me.
Spalancai gli occhi, confuso.
Deglutii, e, portandomi una mano alla testa che subito feci scendere nuovamente verso il basso esclamai, irritato:
-"Chi sei?"
Il misterioso ragazzo fece goffamente due passi verso di me, avvicinandosi vertiginosamente al mio viso, e, leccandosi il labbro inferiore, mi scrutò divertito, sorridendo.
-"Chi sono io? Mhh, piuttosto vediamo. Il grande Sherlock Holmes non riesce a vedere niente?"
Aggrottai le ciglia, incuriosito.
-"Sono io che faccio le domande, qui."
Intravidi la lingua del ragazzo poggiarsi sul proprio palato, rinchiuso dalle umide labbra socchiuse, che si allargarono, dando spazio ad un ampio sorriso.
-"Giusto."
Il ragazzo abbassò la testa ridacchiando, infilando lentamente le mani in tasca e voltandosi di nuovo verso la signorina Hudson e John, che erano rimasti perplessi a fissarci.
-"Sono il Dottore."
Piroettò divertito su sé stesso, fermandosi vicino a me.
-"Molto piacere."
  
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