Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: penny3    25/02/2012    4 recensioni
You're a bedtime story
The one that keeps the curtains closed
And I hope you're waiting for me
'Cause I can't make it on my own
I can't make it on my own
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Hermione… Hermione?»
Era calata la sera, dovevano essere le dieci circa e in infermeria non era rimasto nessuno, apparte una ragazza dai capelli ricciuti, seduta ad un tavolino da lei trasfigurato, che dormiva circondata dai libri.
Ron si era svegliato da qualche minuto ormai e si sentiva più frastornato che mai: era in un letto in infermeria e, accanto, su ad un tavolino, dormiva Hermione.
Che ci faceva lei qui?
Come mai lui era finito in infermeria?
Ricordava solo che l’Idromele Barricato di Lumacorno aveva uno strano sapore. Poi il buio.
Gli faceva un po’ male la testa e mentre se la massaggiava, si tirò su a sedere, appoggiando le spalle alla testata del letto.
Da quella posizione iniziò a fissare la ragazza che dormiva lì accanto.
Sembrava un angioletto; dormiva su uno dei suoi mille libroni e non seppe dire quale fosse, anche se non gliene importava per niente.
In quel momento iniziò a studiare i suoi dolci lineamenti: la fronte liscia, il piccolo naso, le guance che dovevano essere morbide come pesche.
Aveva la bocca socchiusa, il mento era poggiato sulla pagina dai numeri pari.
Desiderò ardentemente che quegli occhi color nocciola fossero aperti, così da potersi perdere al loro interno.
Un ciuffo di capelli le era caduto sul viso e, guardandola dormire in quel modo, così in pace, così dolce e così bella un gran sorriso gli dipinse la faccia di felicità.
Il mal di testa era improvvisamente sparito.
Si sporse sul letto, con una mano le scostò il riccio e le sussurrò all’orecchio:
«Hermione… Hermione?»
La ragazza aprì gli occhi e, quando vide Ron sveglio che le sorrideva, le venne un tuffo al cuore, ma si finse tranquilla, sorridendogli a sua volta.
«Ben svegliato, come ti senti?» chiese alzandosi dalla sedia per poter sistemare i libri.
Ron, intanto, si era imbambolato a guardarla. Il sorriso non era sparito e, non avendo sentito la domanda, la ragazza dovette ripeterla. A quel punto il rosso si riscosse e le rispose sereno:
«Bene, molto bene ora. Ma che cosa mi è successo?»
A questa domanda, Hermione fece per sedersi sulla sedia, ma Ron, scostando le gambe sotto le lenzuola, le fece cenno di sedersi sul letto.
La ragazza accettò titubante, incoraggiata dalla punta rossa delle orecchie del ragazzo e iniziò a raccontargli tutto ciò che era successo, omettendo la parte del sussurro ma dicendogli che aveva rotto con Lavanda la mattina stessa.
Con grande sorpresa di Hermione, lui parve sollevato e felice.
Ron fu dimesso la mattina seguente ed andò in Sala Grande a fare colazione dove ringraziò Harry per avergli salvato la vita.
Mentre mangiavano, Ron si accorse che Lavanda lo stava fissando con sguardo omicida e così chiese nuovamente a Hermione come l’aveva lasciata.
Harry, sentendo omettere la parte più importante, s'irrigidì ma non disse nulla; molto probabilmente Hermione aveva le sue ragioni per non dirlo che non tardarono ad arrivare.
 
«Dici di non ricordare niente di quella sera, niente di niente…?»
«C’è qualcosa… ma non può essere. Ero completamente fuso, dico bene?»
«Già… Eri fuso…»
{Il Principe Mezzosangue, Film}
 
* * *
Harry, per adempiere al compito assegnatogli dal professor Silene, prese la Felix e si diresse da Hagrid.
«No Harry! Ricordi il piano?»
«Si Hermione, lo so, ma sento che è il giusto posto dove devo andare, mi spiego?»
«No» risposero all’unisono la riccia e il rosso.
«Va bè, non preoccupatevi» disse, sparendo oltre il ritratto della Signora Grassa.
«Bè, speriamo sia consapevole di quello che sta facendo…» disse Hermione, sprofondando nel divano.
«Ma sì, dai! Stai tranquilla! Lo sta guidando la Felix!» le disse sorridendo Ron, sedendosi accanto a lei.
Hermione, con la coda dell’occhio, vide che il ragazzo la stava fissando, ma fece finta di non accorgersene.
Dentro la testa di Ron, intanto, cominciarono a presentarsi un’infinità di domande e quando finalmente le disse:
«Hermione… Io… Cioè… Vorrei… Vorrei parlarti, ecco…» le sue orecchie si accesero talmente tanto, che non erano più distinguibili dai capelli.
Hermione parve scossa da quel suo improvviso imbarazzo; cosa c’era di imbarazzante nel voler parlare?
«Certo, dimmi pure» le disse sorridendo
«Si… Ecco… Andiamo a fare una passeggiata nel parco?»
«D’accordo, anche se è un po’ tardi…»
«Oh, non importa, prendiamo il mantello di Harry!» disse lui, sicuro.
Ron sembrava irrequieto: aveva le orecchie sempre più rosse e anche il collo iniziava a tingersi, così come le sue guance.
Hermione lo guardò divertita, sorridendo ai propri piedi, così da non metterlo ancor più a disagio di quanto già non fosse.
Più vedeva Ron così imbarazzato, più non riusciva a capire cosa lo rendesse così agitato.
Usciti dal portone principale, presero a passeggiare senza ancora dire una parola.
Sentendo quel silenzio peso come un grosso macigno, Ron si fece coraggio e chiese:
«Hai mai visto il tramonto dalla riva del Lago?»
«A dire il vero no, in genere sono…»
«In biblioteca, come pensavo» finì per lei il ragazzo, sorridendole così da poter scaricare tutto il suo imbarazzo.
«Bene, allora andiamo, è veramente bello; non puoi perderti una cosa del genere!» continuò lui, prendendole la mano e trascinandola dietro di sé.
Hermione, presa alla sprovvista, rimase immobile spalancando la bocca dalla sorpresa. Quando Ron si voltò per vedere come mai lei si fosse bloccata, il volto della ragazza di colorò di rosso e, con un timido sorriso, si fece guidare fino alla riva del Lago.
«Che stupido! Non ho neanche preso una coperta!»
«Fa niente, aspetta» disse Hermione, prendendo la sua bacchetta.
Si tolse la sciarpa e, borbottato un incantesimo, la trasfigurò in una calda e grande coperta.
Ron l’aiutò a stenderla sorridendo.
«Sei fantastica, tu»
Le guance della riccia si tinsero nuovamente e questo dette molta più sicurezza a Ron.
Dopo essersi seduti, il ragazzo fu il primo a parlare e le chiese come aveva passato il Natale, visto che era da quasi tre mesi che non si parlavano.
Da lì iniziarono a parlare di tutto, si dissero tutto ciò che non si erano potuti dire in quei tre mesi e risero come facevano di solito quando non bisticciavano.
Dopo una battuta di Ron, Hermione prese a ridere talmente tanto, che le uscirono persino le lacrime e Ron, guardandola, le sorrise ridacchiando a sua volta.
Pian piano tornò serio: era giunto il momento, doveva parlare di ciò che era successo in infermeria, non era sicuro di quello che si ricordava, ma voleva scoprirlo.
Appena Hermione si riprese, si accorse che Ron la stava fissando; aveva la punta delle orecchie leggermente rosse.
«Senti Hermione… Io… Io vorrei farti una domanda…» iniziò lui guardandola negli occhi.
Fece un respiro profondo, chiuse gli occhi, e quando li riaprì era più sicuro che mai.
«Ieri mattina, in infermeria, quando c’era Lavanda, ho detto il tuo nome?» chiese il ragazzo spiazzando Hermione che lo guardò con gli occhi sbarrati e le guance tinte d'imbarazzo.
«Perché me lo chiedi?» chiese lei, guardandosi le mani.
«Perché mi ricordo di averti sentito parlare con Lavanda e non sopportavo il modo con cui ti rispondeva, così le volevo dire di smettere, ma l’unica cosa a cui pensavo eri te… Quindi ho detto il tuo nome» rispose lui sereno.
Chinò la testa per cercare gli occhi di Hermione che erano fissi sulle sue mani e, quando li trovò, sorrise tranquillo.
«Allora, è così? Ho detto il tuo nome?»
Hermione, torturandosi ancor più le mani, annuì completamente rossa in volto.
Se si fosse voltata per guardare il ragazzo, avrebbe visto che il suo sguardo era pieno di orgoglio e, compiaciuto, stava sorridendo a se stesso.
Ce l’aveva fatta: era riuscito a far capire a Hermione quanto lei fosse importante per lui.
Certo, c’era voluta una bottiglia di veleno e un semi-coma, ma alla fine c’era riuscito.
Si stese sulla coperta, incrociando le braccia sotto la testa e, sempre sorridendo, chiese:
«E ora, che facciamo?»
Hermione si voltò a guardarlo, confusa.
«Che vuoi dire?»
Ron la guardò negli occhi, e proseguì:
«Bè, ormai sai cosa provo per te, non avrei tetto il tuo nome se ti pensavo solo come amica, no?»
Hermione rimase di stucco.
No.
Non era possibile.
Era tutto vero?
No.
Non voleva crederci.
Era solo un sogno.
«C… Cioè… M-mi vuoi dire che… Che… Che ti p-piaccio? I-Io?» chiese lei, indicandosi il petto con l’indice, sbalordita.
A quel punto, tutta la sicurezza di Ron svanì, si mise a sedere e si strinse nelle spalle diventando improvvisamente rosso come il cielo; stava tramontando.
«Emh… Ecco… Si… Però… Insomma… Non importa… Cioè… Non fa niente… Cioè… Ti capisco… Voglio dire… Io sono io e tu… Tu sei tu, ecco… Non importa… Fa… Fa niente» disse alzandosi.
Voleva poter tornare indietro nel tempo. Voleva non aver detto quelle cose. Voleva cancellare tutto.
Cosa gli era preso? Come poteva pensare che a lei potesse piacere uno come lui? Cosa aveva da offrirle, lui? Non era nessuno, non lo era mai stato e mai lo sarebbe diventato.
Lei invece, lei era brillante, bella, gentile, perspicace: sarebbe diventata qualcuno; lo era già. Era la strega più brillante di Hogwarts, anche più brava di quelli del settimo anno.
Fece per andarsene, quando sentì la mano di Hermione afferrare la sua.
«Dove stai andando?»
«Ti prego, lasciami andare.»
«Che cosa? No! E poi, scusa, cosa vuol dire tu sei tu e io sono io, non capisco?»
«Vuol dire» le rispose Ron senza voltarsi «che ho capito che tu non provi le stesse cose che io provo per te»
«Non dire stupidaggini, Ronald» rispose Hermione alzandosi.
Il ragazzo, a quel punto, si voltò.
«Come scusa?»
«Non dire stupidaggini, Ronald» ripeté Hermione
«Cioè… V… Vuoi dirmi che anche… Anche tu provi qualcosa per me?» chiese stupito, euforico e imbarazzato Ron.
Hermione annuì leggermente, sorridendo timidamente al ragazzo, diventando tutta rossa.
Ron rimase paralizzato, fissandola finché una forza sconosciuta non lo spinse ad abbracciarla, cercando di avvolgerla il più possibile: voleva trasmetterle tutto ciò che provava.
Hermione iniziò a stringerlo a sé con più forza che poteva; aveva paura che fosse tutto solo un sogno, che di lì a poco si sarebbe svegliata nel suo letto senza nessun Ron accanto.
Non seppero dire quanto tempo rimasero abbracciati, ma alla fine Ron riemerse dai profumati ricci di Hermione e lei dal petto caldo del ragazzo,  guardandosi.
Nessuno disse nulla e la prima a parlare fu Hermione:
«Io… Io credo che dovremo aspettare… Cioè… Harry ha un estremo bisogno di noi, dobbiamo pensare a lui prima…»
Ron la guardò negli occhi, sereno.
«Perché devi sempre avere ragione?» e sorrise.
Dopo averle posato un bacio sulla fronte, le disse:
«Ok, faremo così, quando tutto sarà finito, penseremo a noi, d’accordo?»
Hermione sorrise e disse:
«Si, per me va bene… Cercherai di non sbaciucchiarti con qualche altra gallina scappata dal pollaio?»
Ron iniziò a ridere e, poggiando la fronte su quella della ragazza, le disse:
«Certo, basta che tu non vada a qualche ballo con dei rinomati giocatori di Quidditch»
Risero entrambi e si presero per mano, avviandosi al Castello, coperti dal Mantello dell’Invisibilità.
Era ormai notte quando arrivarono in Sala Comune.
Appena furono davanti ai loro rispettivi dormitori, sciolsero le loro mani, si guardarono e, con un bacio sulla guancia, Hermione augurò buona notte a Ron.
* * *
Quella notte la sognò: era seduta su un tappeto di stelle. Sembrava fosse lì da sempre e lo stesse aspettando, tendendogli la mano. Lui l’afferrò e si sentì in paradiso.
Era stato il giorno più bello della sua vita.
Della loro vita.

------------------------
Ciao a tutti! 
La mia FF si conclude qui! :) 
Il capitolo fose è più lungo degli altri... Non sono riuscita a dividerlo in due, ma credo possa andare bene lo stesso!
Comunque... Spero vivamente sia stata di vostro gradimento! 
Vorrei dirvi che i titoli dei capitoli li ho presi da varie canzoni (che vi consiglio di ascoltare, se vorrete farlo), ho scelto queste, non perchè mie preferite o cos'altro, ma perchè pensavo descrivessero bene ciò che era presente nel capitolo:
The Night - Morphine , To Another Abyss - Bad Religion , You Look Like Rain - Morphine , I Choose - Offspring , Waiting - Pennywise
La canzone The Night dà anche il titolo alla storia.

Non ci sono aggettivi per descrivere la canzone: ascoltatela, se vi va. Non ve ne pentirete! Ve lo garantisco! :)
Volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto questa mia piccola storiella, ve ne sono grata! 
Ringrazio anche chi ha recensito e chi mi ha consigliato, mille grazie anche a voi!
Spero di tornare presto con una nuova FF, non so se ce la farò, ma spero vivamente di si! :D
Grazie a tutti, davvero! :)
penny3 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: penny3