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Autore: _LostinLove    25/02/2012    2 recensioni
La storia narra di Amy, che grazie ad un vecchio amico d'infanzia, Louis Tomlinson, riuscirà a scoprire il vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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BENEDETTA’S POV

 Era il 12 febbraio, lo constatai accendendo il cellulare. Mancava poco a San valentino, e giusto quel giorno Amelia sarebbe stata trasferita. I ragazzi erano tornati il giorno prima, ma non ci eravamo ancora visti, perché il fuso orario li aveva storditi non poco: dopo il tour erano dovuti andare negli USA per due giorni, e poi tornati a Londra erano piuttosto confusi. Presi il bus e scesi alla fermata più vicina alla casa di Louis. Quando bussai alla porta erano le cinque passate ed ero in ritardo al solito appuntamento con Amelia.
“Ciao Beth!”, mi abbracciò harry.
“Ciao splendore.! Siete pronti?”, chiesi.
“Siamo solo io e zayn, gli altri sono già in macchina. Sali pure, è parcheggiata fuori il garage.”, gli sorrise e andai al garage, ed eccoli lì. Niall scese subito e  mi corse incontro. Mi abbracciò e mi baciò per un lungo minuto, poi ci staccammo col respiro affannoso e ci stringemmo. “Credevo foste già saliti.”, si lamentò harry salendo al posto del guidatore. Lo squadrai un secondo.
“tu guidi?”, chiesi.
“eggià, ma volete salire?”, borbottò liam, ansioso.
“adesso adesso …”, farfugliò niall che si mise vicino a harry, mentre io trovai posto tra zayn e louis. Partimmo subito e dopo una manciata di minuti, di sbandate pericolose, e di incroci passati col rosso, ci ritrovammo davanti all’ospedale.  Sapevamo tutti dov’era la stanza, ma solo io ricordavo il piano. Entrammo nell’ascensore e in quel mi ritrassi nelle braccia di niall, piangendo.
“cosa succede?”, chiese poi.
“ieri non sono riuscita a venire da amelia. E il giorno precedente sono andata via dopo circa un ora. Ero di fretta e ..”, borbottai tra le lacrime. Uscimmo dall’ascensore e liam mi accarezzò una spalla.
“non importa. Non credo sia così importante, lo capirà. Non credi?”, mormorò zayn cercando di sorridere.
“dici?”, mi asciugai le lacrime con la manica del giubbotto.
“ovvio. Amelia è comunque la ragazza più gentile di sempre.”
“l’unico grande favore che mi ha mai fatto è stato farmi copiare dei compiti.”, borbottai. Niall e harry risero, mentre a liam comparve un sorriso. Mi sentii quasi fiera di aver dato loro almeno qualche secondo di felicità. Louis mi prese per mano e i portò davanti alla porta di amelia. Poi si voltò verso gli altri e corrugò la fronte.
“che c’è?”, chiese liam preoccupato.
“è questa la stanza?”, chiese. Ridacchiai.
“sì, carota.”, risposi e aprii la porta. Una luce forte mi accecò per un istante, e poi lasciai cadere la sacca vicino all’entrata, come di solito. Entrai cercando di proteggermi gli occhi dalla finestra aperta. Guardai il letto e il mio sorriso si spense. “Dov’è amelia?”, chiesi. mi voltai.
“Non c’è?”, domandò zayn infilando la testa nella stanza. “ma, ma … abbiamo sbagliato stanza, allora.”
“ma no, è sempre stata qui!”, dissi. Quasi gridai esasperata. Presi la mia roba, furiosa, e uscii.
“non è che …”, sussurrò harry. Lo fulminai con lo sguardo.
“lei non è morta, okay? Mi rifiuto di crederci! Lei è sempre stata qui …”
“è possibile che abbiano posticipato  il trasferimento?”, domandò louis.
“no, insomma … è una cosa crudele questa. vado dal dottore, e mi sente!”, dissi ma questa volta controllai il tono della mia voce. Non volevo svegliare gli altri pazienti, o disturbagli in qualche modo. Era arrabbiata anche con me, per non essere stata attenta con lei. Di non averle più fatto così tanta compagnia, ma vederla ogni giorno in quel letto sembrava fosse quasi un modo per accertarmi del fatto che non si sarebbe più svegliata. E poi mi ricordai di quel programma che avevamo visto alla TV. Che io avevo visto, perlomeno, appena una settimana prima, e che poi mi ero pure addormentata. Quel programma che parlava di una donna risvegliatasi da un coma durato 17 anni.
Bussai alla porta dove c’era lo studio del dottore, vidi un’ombra spostarsi all’interno e aprii la porta di colpo, senza attendere risposta. “Buongiorno.”, disse.
“Buongiorno a lei, dottore.”, dietro di me comparvero i ragazzi. Il dottore fece un gesto con la testa, come per salutare anche gli altri. “La signorina Amelia ..”, non potei continuare che mi fermò con una mano. Afferrò la cartella che era posizionata sotto una pila e si avvicinò a me.
“Allora, il suo caso è stato molto particolare.”, cominciò.
“Ci dica dov’è, semplicemente dov’è!”, si infuriò liam.
“E’  qui.”, rispose il dottore. Un po’ contrariato dal tono di voce di liam.
“no, non è qui.”, rispose di rimando.
“Senta, signor …”
“Payne.”, rispose secco.
“Signor Payne, ho provveduto personalmente a far sistemare la signorina Amelia in un'altra stanza …”
“Quindi è stata portata in quella clinica?”. Domandò louis. Il dottore rise.
“No, no… non capisco perché tanta preoccupazione.”, borbottò infine. “Andate al piano due, stanza 187.”
Uscimmo di corsa, senza salutarlo a dovere. C’era una sola cosa che mi infastidiva, e avevo quella domanda in mente che mi tormentava: cosa li aveva spinti a spostare amelia di piano e di stanza?
Usammo le scale, questa volta, e ci mettemmo di meno. Zayn chiese aiuto ad una infermiera che rimase stupita dalla bellezza del signorino malik, ma lui non la osservava nemmeno. Aveva gli occhi un po’ lucidi, ma comunque era il primo della fila. Liam gli stava giusto dietro e appena gli furono date le indicazione quasi corsero nel corridoio giusto. Ci fermammo davanti alla stanza 187, e poi liam aprì la porta.
Entrammo tutti di corsa, e ci guardammo subito intorno. C’erano due letti, un armadio, una finestra enorme e un tavolino. E poi una porta per il bagno.
“Non c’è …”, borbottò zayn. E questa volta cominciò a piangere. Lo abbracciai.
“non ti preoccupare … ci, ci sarà un motivo. no?”, mormorai mentre continuavo a osservare la stanza in cerca di qualche cosa di amelia. L’ultima cosa che vidi fu harry che scivolava a terra, e poi i miei occhi divennero troppo lucidi e la vista si offuscò.


AMELIA’S POV

Non sapevo, se era realtà o no. Ma sentivo la voce di liam,mentre mormorava qualcosa. Zayn piangeva, mentre beth cercava di consolarlo con parole dolci. Louis stava dicendo qualche maledizione all’ospedale e ai dottori mentre niall rimaneva in silenzio. Erano tutti disperati. E io mi sentii invadere da una infelicità, ma allo stesso ero entusiasta.
Aprii la porta del bagno. “ragazzi?”, chiesi. tutti si voltarono verso di me, invece harry alzò la testa dalle mani. Avevano tutti gli occhi lucidi, e chi le guancie bagnate. Liam aveva la bocca arrossata, e i capelli disordinati. Zayn aveva una faccia sconvolta.
“amelia?”, chiese beth, quasi non credeva fossi io. mi venne incontro e pianse più forte, stringendomi in un abbraccio. Prima che potessi dirle di smettere, prima che cercassi di convincere anche gli altri a non piangere, avevo cominciato anche io. e più io cercavo di smettere, più le lacrime scendevano grosse e veloci. Mi ritrovai, dopo alcuni secondi, stretta da tutti quanti. Il mio corpo era quasi stritolato da altri sei, e mi sentivo al sicuro. Poi, qualcuno mi baciò sulla fronte, chi sulla guancia, chi sulla punta del naso e finii con piangere ancora di più. Dopo circa una decina di minuti, entrò una infermiera che li fermò.
“Forza, levatevi! Non è così forte da riuscire a restare in piedi così a lungo, forza fatela distendere!”, gridò lei con una pastiglia in mano.

“Cosa è successo?”, chiese beth dopo che ebbi preso la pastiglia e l’infermiera se ne fu andata. I ragazzi si sedettero sull’altro letto, mentre niall e beth vicino a me.
“L’altro giorno quando te ne sei andata, sono riuscita a muovermi. Sai, è tutto così strano quando sei in coma. Senti tutto, ma non puoi muoverti e non puoi vedere. L’unica cosa che puoi fare è ascoltare. Circa dopo un ora che te sei uscita mi sono mossa e ho aperto gli occhi, poi nella notte sono riuscita anche ad alzarmi. Naturalmente non era abbastanza forte così stavo quasi per cadere. La mattina dopo mi hanno visitato e hanno deciso di spostarmi in un'altra stanza, ma non sono riusciti a chiamare neppure i miei. Quindi ti hanno aspettato, beth, ma siccome non venivi hanno deciso che questa sera avrebbero riprovato a chiamare.”
“cioè … tu sentivi tutto?”, chiese niall.
“Già, da quello che mangiavi a pranzo, alle lezioni di scienze. Dalle telefonate, alle prima cose che mi avete detto appena in coma.”
“quindi …”, mormorò liam.
“già, liam. Ho sentito tutto.”, aprì bocca ma lo fermai. “liam, ho capito cosa ti è successo. Ti perdono perché nonostante tutto, in queste settimane hai dimostrato di amarmi come non mai. Quindi vieni qui e baciami.”, dissi. Lui si alzò e mi sorrise. Mi prese per i fianchi e mi fece alzare. Avvolsi le braccia attorno al suo collo, e mi baciò. Appoggiò le sue labbra sulle mie con premura e dolcezza, lasciando che entrambi potessero assaporarne il piacere, e goderne fino in fondo. Le nostre labbra erano state troppo tempo distante le une dalle altre, e ora sentivamo entrambi la necessità di baciarci. Mi lasciò dopo circa mezzo minuto, baciandomi la punta del naso. Tornai a sedermi sul letto e lui vicino a me. ci stringemmo un po’, e io mi accoccolai tra le sue braccia. Sentii di nuovo i suoi muscoli sotto la maglietta, i capelli riccioluti, e ancora meglio potevo osservare la fisionomia del suo viso, il colore degli occhi e della bocca.
“ti amo.”, mi sussurrò poi.
“lo so. Me lo hai detto così tante volte. E comunque anche io ti amo.”, sorridemmo e poi mi lasciò un altro bacio sulle labbra.

***AUTRICE***

Ciao ragazze e ragazzi. Ho scritto un capitolo lungo, spero non vi dispiaccia e spero che sia di vostro gradimento. Come credevate si svegliasse amelia? oppure credevate che rimanesse in coma? Avreste preferito che amelia non avesse perdonato liam? Recensite, anche per cose che non vi piacciono. ditemi cosa ne pensate, e ... non preoccupatevi, la storia non è ancora finita!
Un bacione xx
  
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