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Autore: IwannabeaCarrot    26/02/2012    7 recensioni
'Se devo esser sincera, non potrei giurare che tutto questo sia successo davvero.'
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma se la mia storia venisse allo scoperto e tutto cambiasse?

Mi ritrovai in bagno, e dopo essermi guardata attorno, mi infilai subito sotto il getto caldo della doccia.
Ripensai alla conversazione con Harry e mi accorsi che quello che provavo per lui era solo la conseguenza di troppe attenzioni che mi aveva prestato.
Ero troppo felice per loro, perchè mi piacesse. Per me l'amore non esisteva, o se esisteva non c'era nel mio futuro, e non sapevo come comportarmi. Era stato tutto un malinteso, ed io ne ero felice.
Avevo cinque nuovi amici, e due nuove amiche, e per una ragazza che se ne stava sempre con la sua migliore amica e qualche ragazzo con cui giocava a calcio, era un gran passo avanti.
Mi risciacquai, uscì dalla doccia, e presi il primo asciugamano che trovai.
Lo specchio era appannato, e fortunatamente non vidi la mia immagine riflessa. Non ero come loro, e immaginarmi con qualche difetto in meno migliorava, anche di poco, la situazione.
Mi rivestì, e mentre m'infilavo la felpa che mi aveva dato Harry, venni inondata da un profumo che mi mandò in tilt. Ero sicura, però, non fosse il suo.
Ritornai in me, mi diedi una pettinata ai capelli e li raccolsi in una coda, per poi dirigermi verso la porta. Riguardai quella stanza, e mi scesi le scale.
Orientarsi in quella casa era impossibile, ma fortunatamente tornai in salotto sana e salva.

Nessuno si accorse di me, erano tutti troppo occupati. Solo Louis si alzò dal divano per andare a cambiarsi. Anche lui era nelle situazione in cui mi trovavo io venti minuti prima.
Li osservai dalla porta.
Danielle e Carol parlavano di qualcosa come scarpe, o unghie: il loro discorso non mi era molto chiaro, se devo essere sincera.
Sul divano, c'era Niall spaparanzato che mangiava patatine e beveva Coca Cola, e, davanti al divano Liam e Zayn sbraitavano contro la televisione con in mano un joystick a testa, mentre facevano una partita a FIFA.
Vidi Harry trafficare in cucina da solo, attraversai la stanza e, da brava ospite, gli andai a dare una mano.
'Harry hai bis..' - non feci in tempo a finire la frase che iniziò a urlarmi contro minacciandomi con una frusta per dolci.
'ESCI DALLA MIA CUCINA, RAGAZZA!'
'Ma volevo soltan'
– Mi interruppe ancora.
'HO DETTO FUORI!'
'Stai tranquillo, non ti rubo le ricette. Stavo facendo la brava ragazza, non lo farò più Mister Permaloso-è-il-mio-nome.'
- dissi appoggiandomi al lavandino.
'Ma esci o no?'
'Lasciami prendere solo quel pacchetto di patatine e vado.'
'Quella è la nostra cena, lascialo lì, ed esci.'
'Ho capito che ci vuoi avvelenare, sai? Io vado a mangiar fuori, torno fra un'oretta, se ci sarà ancora qualcuno vivo.'
'Fai un favore a tutti.'
'Più che altro faccio un favore a me stessa.'
- dissi uscendo dalla stanza.
Presi il giubbotto che era appoggiato sul bracciolo del divano, e mi diressi verso la porta.
Credevo che come prima nessuno mi avesse visto, e invece Niall mi prese per un braccio.
'Dove vai?'
'Fuori a mangiare. Ho scoperto che Harry ci vuole avvelenare tutti, ma shh'
– mi portai la mano alla bocca, in segno di silenzio.
'Uh, uh. Aspetta, prendo il giubbotto e vengo anch'io.'
'Intanto esco.'
Ero fuori dalla porta ad aspettare Niall da qualche minuto. Guardavo per terra, tirando di tanto in tanto dei calci ai sassi del vialetto.
Pensavo ad Alessia, che non sentivo da due giorni e mi mancava immensamente, per quanto mi costasse ammetterlo.
A papà che era da più di due mesi in quella dannata camera di ospedale, senza aprire occhio, o bocca. Sentivo, anzi sapevo, che non sarebbe ritornato più niente come prima. Stava morendo a poco a poco.
A mamma, che non andavo a trovare da mesi e mesi, ma che era sempre nel mio cuore. Sapevo che stava aspettando papà. Lui senza di lei non poteva resistere. Si amavano troppo, per stare così tanto tempo lontani.
Ero completamente persa nei miei pensieri, alla fioca luce dei lampione che illuminavano il sentiero, quando mi sentii prendere i fianchi e un Bu che mi fecero urlare. Tutto il vicinato mi aveva sentito, sicuramente.
Mi girai. Il biondino rideva come uno stupido piegato in due.
'Ma sei cretino? Stavo per morire! Mi avresti avuto sulla coscienza! Ma dove hai il cervello?!'
Rideva. Lo conoscevo solo da due giorni ma ormai avevo capito che rideva per tutto e per tutti.
Mi girai.
'Allora andiamo o no a mangiare?'
'Ti lascerei a digiuno, te lo meriteresti. Ma io ho troppa fame, quindi andiamo.'
- e poi aggiunsi – 'Ah, e smettila di ridere.'
'Tanto lo so che vorresti ridere anche tu, ma che per orgoglio ti trattieni!'
'Chi, io?'
'Si, tu.'
Mi si avvicinò e mi mise una mano intorno al collo.
'Tutta sta confidenza?!'
'Vedrà in che bel posto la porto, Nadai.'
'Ah, quindi paghi tu?'
'Vedremo..'
'Sbrigati, se non vuoi che ti mangi per traverso.'

Salimmo in macchina e ci dirigemmo verso il 'bel posto' in cui avremmo dovuto cenare.

Stare in macchina con Niall era diverso. Non era come con Harry o Louis, che o parlano troppo, o fischiettano facendoti venire il nervoso.
Niall parla quanto basta, e le domande più personali che può farti sono riguardo il tuo cibo preferito.
'Niall, fammi un favore. Non portarmi in un ristorante italiano.' - esordì non so come io.
'Da buona italiana che sono, quello che qua spacciano per cucina italiana è solo un'enorme schifezza. La pizza napoletana, la pasta.. Ah, non puoi capire!'
'Sei italiana?'
'Federica Nadai ti sembra un nome inglese?'
'Ma non lo so, magari i tuoi bisnonni si erano trasferiti qua e tu non avevi mai visto la tua terra d'origine.'
'E invece io ho vissuto fino ai tre anni in Italia, e fino a tre anni fa mangiavo tutte le estati le squisitezza di lì.'
'Oddio, ma qualche volte mi ci inviti, vero?'
- disse supplicandomi. Penso che neanche si accorse di non guardare più la strada, talmente preso dai suoi pensieri erotici con qualche bella pizza alla diavola.
'Guarda la strada!'
'Ah, si.. Ma tu mi ci porti vero?'
'Penso che non tornerò più in Italia.'
- mi girai per guardare fuori dal finestrino. Ormai era inverno e le giornate erano sempre più buie.
'Perchè?'
Passarono alcuni secondi, senza che nessuno dei due parlasse. Poi sbandammo, io mi girai di scatto, e spostai il volante.
'Ma dove hai trovato la patente? Come sorpresa in un pacchetto di patatine?!'
Scoppiò a ridere. Era proprio vero quello che mi aveva detto Hilary, lui rideva p..
Hilary!
Frugai nelle tasche, ma mi accorsi di aver lasciato il cellulare in bagno, nella tasca dei pantaloni.
'Merda!'
'Che è successo a Miss Finezza?'
'Ah-ah. Simpatico, davvero.'
- risposi ironica.
La macchina in quel momento si fermò, mi guardai attorno e vidi un piccolo locale con un insegna rossa.
'Benvenuta da Nando's. Qua i sogni di tutti i 'pozzi senza fondo' come me, diventano realtà.'
'E cosa aspettiamo ad entrare?'

Scendemmo dalla macchina, e ci dirigemmo insieme nel ristorante.

'Oh, Horan! Solito tavolo?'
'No, oggi non son da solo, c'è anche lei, Ed!'
Accennai un sorriso, mentre quell'Ed, ricambiando il sorriso, veniva verso di noi per poi farci accomodare a un tavolo.
'Il solito, Niall?'
'Si, Ed, il solito.'
'E tu?'
- chiese rivolgendosi a me.
'Non so in cosa consiste quel 'solito', ma lo prendo anch'io.' - e poi aggiunsi con un sorrisino – 'Tanto paghi tu..'
I due rimasero in silenzio per un po'.
'Il solito?' - chiese Ed con una faccia sorpresa. - 'E' chiaro che tu non sappia cos'è il 'solito' di Niall..'
'Non lo so, e non rovinatemi la sorpresa.'
- dissi sorridendo.
'Agli ordini, capo!' - per poi rivolgersi a Niall – 'Questa ragazza è forte, dove l'hai trovata?'
'Me la son trovata a casa. Non chiedermi da dove sbuchi.'
'Guardate che vi sento..'
- dissi scocciata.

Dopo neanche dieci minuti arrivò al tavolo la nostra ordinazione.
Su quei vassoi c'era praticamente tutto il menu, due volte. E non due volte in tutto. Due menu completi, a testa.
Niall si fiondò subito sul cibo, mentre io rimasi a contemplare tutto quel ben di Dio.
'Se è troppo lascialo lì. Io mangio tanto, non è cosa da tutti.'
'Tanto? Macchè, scherzi? Questa non è cena, è uno spuntino!'

Mangiammo in silenzio, totalmente presi dal cibo.
Poi, improvvisamente, Niall iniziò l'ennesima conversazione della serata.

'Prima che è successo?'
'Prima quando?'
- dissi continuando a mangiare.
'Ma, non saprei.. Forse quando hai tirato fuori la ragazza tutta finezza che c'è in te?'
'Ah, ' - sollevai lo sguardo – 'ho solo dimenticato a casa il cellulare.. Dovevano arrivarmi un messaggio e una chiamata importanti.' - mi fermai, guardai il cibo ed aggiunsi – 'credo'.
'Fammi indovinare..'
- disse con un mezzo sorrisetto – 'Scommetto che il messaggio era del tuo fidanzato e la chiamata del Presidente degli Stati Uniti D'America'. - disse con fare autoritario.
'Guardavi anche tu Cory alla Casa Bianca?' - chiesi.
'Sempre.' - e poi – 'Ho indovinato allora?'
'Si, Horan, si. In realtà sono una spia, mandata a casa vostra per controllarvi. Girano voci a Washington su voi cinque che non potete neanche immaginare..'
- dissi sussurrando mentre mi avvicinavo per farmi sentire.
'Lo sapevo!'
'Non dirmi che ci credi davvero!'
- iniziai a ridere. Era così stupido da mettere tenerezza.
Cioè, non a me, ma credo che a qualsiasi altra persona sulla faccia della Terra facesse tenerezza. Un po' come un cucciolo, o un bambino piccolo. Mi guardò con aria spaesata. Ci aveva creduto seriamente. Mi sentivo in colpa a ridere di lui, ma era più forte di me. È.. È.. È ingenuo, ecco.
'No, Niall, no. Sono due delle ose più assurde che potessi dire sul mio conto.'
'Ma io ci speravo. Eri così fredda, non volevi parlare della tua famiglia.. Una spia! Era tutto così ovvio..'
'Si, infatti, ovvio.'
- scoppiai in una fragorosa risata, di nuovo. Mi sentivo stupida, a dire il vero.
'Se ti serve..' - posò il suo cellulare vicino al mio piatto.
'No, grazie.. Quando torneremo a casa risponderò.'
'Ma erano importanti, l'hai detto tu. Almeno avvisa chi ti doveva chiamare che non hai con te il cellulare e lo richiami più tardi.'
- mi sorrise.
'Ti farei spendere una fortuna, non devo chiamare qua. Mia sorella è in Italia da mia zia.'
'Allora chiama e di alla zia che prima o poi dovrà ospitare anche me.'
'Quando torniamo l'avviso, prometto, adesso riprendilo.'
- gli porsi il cellulare.
'Come mai tu sei qua, e tua sorella in Italia? Harry ci ha detto che l'hai conosciuto per via di Joe, ma non ci ha voluto dire nient'altro..'
Speravo gli avesse detto tutto, ma era ovvio che non era stato così. Non sapevano niente di me, e andava bene così. Adesso cosa mi sarei inventata? Cosa gli avrei detto? Sono praticamente orfana, si. Certo, come no.
'Lunga storia..' - ma cosa?!
Stupida. Sono una stupida. Pensai.
'Mi piacciono le lunghe storie, credo..' - sorrise ancora.
Smettila, cazzo. Smettila. Quei sorrisi, quei bei modi. Smettila.
'La mia non è così bella' – sorrisi. Lui così gentile, e io scorbutica. Fantastico.
'Se mai vorrai raccontarmela, io sono qui.'
'Se mai vorrò raccontarla non sarà qui. E neanche a casa tua, dove quando pagherai, andremo.'
- sorrisi. Mi sentivo così in colpa da sorridere.
Dov'era finita Federica? Dov'era? Niente sorrisi, niente sensi di colpa. Sarebbe stato tutto più facile.
'Vado a pagare, allora.'
'T'aspetto qua.'
gli dissi mentre si allontanava.



Piacere, sono una Carota.

Sono 21 giorni dal capitolo precedente, ma, lo ririririripeto
(si, ci manca un altro ri, anche secondo me.) :
devo aspettare che KeepSmiling
aggiorni, prima di farlo io.
Sono testarda, si, lo so. èé
E sono anche una fottuta logorroica, che anche se
sta scrivendo, riempie i capitoli di dialoghi. :')
Oh, non so che farci, è la mia natura. LOL
Ringrazio voi gente, più coraggiosa di bear Grills (?)
Che recensisce anche su comando. :')
Non ho assolutamente voglia di dilungarmi troppo,
sto capitolo fa più schifo degli altri
ma salta fuori anche Niall.
Ps: sti sdfghjk di codici http mi fan girare le palle,
non mi si leva il corsivo, tenetevelo così. Ma con amore, però. <3
Pace, amore e One Direction.
/Fede.

  
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