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Autore: LauriElphaba    27/02/2012    6 recensioni
“Mi chiamo Olympe Maxime.
Sono nata nel 1934, sono diventata Preside dell'Accademia di Magia di Beauxbatons nel 1984.
Mio padre era Fabrice Maxime. Di mia madre so ben poco. Quel che è certo è che si chiamava Alexane, ed era una Gigantessa."

Dedicata a chi ama i personaggi minori :)
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Fleur Delacour, Rubeus Hagrid, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Volevo ringraziare Ferao e Iurin per aver letto e recensito il prologo per prime, e tutti coloro che lo hanno letto o gli hanno dato almeno una scorsa :D

Se non altro, mi avete incoraggiato a pubblicare anche il secondo capitolo...grazie! <3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

I. L'Olimpo di mio padre

 

 

 

 

Non so di preciso dove sono nata, mio padre è sempre stato il più vago possibile su quella parte della sua vita. Ma da tante mezze frasi, allusioni, e riassunti sommari che ho raccolto con avidità sin da piccola, penso di essere riuscita a capire più o meno come andarono le cose.

Nel '32, Fabrice era un insegnante di Cura delle Creature Magiche fresco di assunzione, e nell'estate dell'anno successivo aveva deciso di intraprendere un viaggio di qualche mese sulle Alpi, per studiare i Giganti. Ce n'era una piccola colonia proprio nel Sud della Francia e il viaggio da Beauxbatons, dove insegnava, non era troppo lungo. Mi ha raccontato di averli trovati senza troppe difficoltà, proprio nel cuore delle montagne.

Non erano enormi come se li era aspettati. Erano grandi, e violenti, questo sì, ma... innanzitutto, erano pochi. Una decina scarsa, mi sembra di ricordare. E poi, erano stranamente piccoli, tanto che il Gurg raggiungeva a stento i tre metri e mezzo contro i sei minimi per un gigante normale. Inoltre, avevano fattezze più marcatamente umane rispetto a quelli dell'Est-Europa. Probabilmente era stato l'allontanamento dalle comunità principali dei loro simili avvenuto secoli prima, e l'assenza di pericoli veri e propri, a farli sviluppare in quel senso. Alcuni di loro parlavano addirittura un po' di francese.

Nonostante ciò, i maschi avevano scacciato subito mio padre con la violenza propria della loro razza.

Ma lui non si era arreso. Aveva aspettato, poco lontano dalle loro grotte. In fondo, era andato solo per osservarli.

Ma accadde qualcosa che non aveva osato sperare. Una mattina, lei andò alla sua tenda.

Si chiamava Alexane, ed era la figlia più piccola del Gurg.

Mio padre è sempre stato un uomo molto imponente, ma la Gigantessa era comunque più alta di lui di almeno mezzo metro. Per un attimo, ebbe paura che fosse stata mandata dal padre per costringerlo ad andarsene del tutto: ci sarebbe riuscita benissimo.

Ma Alexane non era come gli altri. Alexane era curiosa.

Si avvicinò a mio padre, che era appena uscito dalla sua tenda scarmigliato, assonnato e decisamente spaventato, e con un espressione seria appoggiò una delle sue manone contro il petto di lui.

"T'es si beau", disse semplicemente.

 

Così cominciò.

Per una settimana, Alexane fu la sua guida sulle Alpi. Di nascosto dal Gurg, mostrò a Fabrice i nascondigli dei Giganti, nel miglior francese che riuscì a mettere insieme gli spiegò la loro cultura, il modo in cui vivevano, l'amore per le montagne e per quella roccia che, così simile ai suoi abitanti, sfidava il gelo e sembrava alzarsi fino in cielo.

Come tutti i suoi simili, Alexane non era bella, o affascinante. Ma i suoi piccoli occhi azzurri, piantati in quel faccione sgraziato, esprimevano più di quanto Fabrice avesse mai pensato possibile per una creatura come lei. E inspiegabilmente, era attratto da quegli occhi quanto dalla potenza della sua figura, e da quella dolcezza così fuori luogo. Da quella spontaneità ingenua che lo aveva colpito il primo giorno, quando si era avvicinata a lui solo per dirgli che "era così bello".

In capo ad una settimana, entrambi avevano conosciuto l'amore.

Ma la natura dei giganti è ben nota, e quando Fabrice ebbe raccolto tutte le informazioni di cui aveva bisogno, Alexane gli chiese fermamente di andarsene.

Gli era grata per tutto ciò che avevano condiviso, spiegò nel suo francese incerto, ma quello non era il posto per lui, nè la vita adatta a lei.

Mio padre raccolse le sue cose, salutò Alexane con un'ultima notte d'amore, e il mattino dopo semplicemente se ne andò, con la consapevolezza di aver imparato, sui Giganti, molto più di quanto avesse sperato alla sua partenza.

 

Nella primavera del '34, Fabrice aprì la porta per ritirare il latte come tutte le mattine, e trovò sua figlia ad attenderlo sullo zerbino, in un grande cesto di vimini.

Era primavera, come dicevo, e nel Sud della Francia i campi di lavanda erano un'orgia di colori e profumi.

Probabilmente è per questo che la prima cosa che ricordo, in assoluto, è l'odore di lavanda.

Ma sto divagando.

Mio padre era lì sull'uscio, in pigiama. Mi ha confessato, una volta, che nel vedere un bebè così grosso, ebbe un lungo momento di esitazione.

Mille incertezze si riversarono su di lui: era troppo giovane per una responsabilità così grande. Cosa sarei diventata? Come mi avrebbe cresciuta? E soprattutto, quanto sarei cresciuta?

Ma gli bastò guardarmi negli occhi per un istante.

Ricordò Alexane, il coraggio della sua curiosità. Ricordò il mondo meraviglioso che aveva scoperto grazie a lei, dove creature possenti si muovevano agili tra le cime aspre e congelate delle Alpi come esseri millenari, con la sicurezza e la maestosità degli dei sull'Olimpo.

Prese il cestino tra le braccia e mi guardò a lungo negli occhi, come se volesse ricordare l'essenza di quello che ero.

Poi mi accarezzò leggermente tra i pochi capelli.

"Benvenuta a casa, Olympe", sussurrò con un sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

NdA:

Su questo capitolo non ho molto da dire, è semplicemente l'inizio di tutto ^-^

Ho cercato di rendere la storia tra Fabrice e Alexane il più credibile possibile – chi non ha avuto orrore pensando ai rapporti tra il padre e la madre di Hagrid alzi la mano – e spero di esserci riuscita, ma ogni critica o consiglio è d'aiuto, come sempre :D

In generale, mi interessa sapere se la storia fila o è troppo assurda/banale/inutile, quindi...sbizzarritevi a recensire, mi farete un gran piacere e avrete in cambio il solito bacio sul naso!u.u/

Baci

Lau

  
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