Prologo


1663
-Prego, accomodati
Era cominciata così, con un cordiale tono formale.
-Figlio mio
Quanto tempo era passato dall’ ultima volta che aveva udito quelle parole? Forse non erano state mai pronunciate.
-Ormai gli anni hanno passato il confine ed ogni lustro porta via con sé un po’ della mia forza
Cominciava ad intuire il filo del discorso.
Anzi, forse lo aveva capito quando era stato convocato, così improvvisamente.
Forse le ultime settimane gliel’avevano già suggerito.
Forse lo aveva sempre saputo.
Deglutì, ma la bocca era secca.
-Col passare del tempo la lotta è divenuta sempre più aspra e crudele
La pioggia aveva cominciato a picchiettare violenta contro le tegole del tetto, ma nessuno se ne accorse.
- È giunto il momento che tanto abbiamo atteso
In controluce vide il padre che si allontanava dalla finestra per raggiungerlo. Un’ombra al cui cospetto si alzò sulle gambe tremanti; il momento era solenne e la tensione palpabile.
- È giunta l’ora che sia tu a combattere
Con una mano sulla sua spalla lo costringeva a guardarlo dritto negli occhi.
Occhi attenti e vigili.
Iridi chiare troppo giovani e vive per quel viso abbronzato solcato da rughe.
Era lo sguardo di un folle.
-Rendimi fiero di te
Le sue labbra si sollevarono in un sorriso freddo, lontano da ogni gioia o dolore.

Era cominciata così, senza una scelta.