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Autore: WendyAddams    01/03/2012    1 recensioni
Raccolta di brevi racconti critici basati su avvenimenti quotidiani, a volte addirittura futili, che dipingono come il mondo e soprattutto i tipi umani possano essere riportato al mondo degli insetti.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Sei un mito Sirio!!!Woooooow!!- Una coppia di agenti della sicurezza, scavalcando le transenne, si affrettò ad acciuffare una ragazzina che era riuscita a scivolare fino alla scalinata laterale del palco. Indossava un paio di jeans attillati e una maglietta bianca annodata sopra l’ombelico, con davanti stampato in lettere glitterate Remember me. La ragazzina si dimenava tra le braccia dei due agenti che, per riuscire a riportarla sugli spalti, avevano dovuto sollevarla di peso. –E’ già la terza volta che succede una cosa del genere, Giobbe.- La matrona in giaccone di pelle estrasse dalla tasca interna un pacchetto di tabacco marca Pueblo, e lo scosse davanti agli occhi per cercare di capire quanto ne fosse rimasto. –Ehm, lo so, hai ragione, Irma, ma sono sempre così tante e viscide che schizzano da tutte le parti e controllarle sembra impossibile. Vuoi che chieda di raddoppiare gli agenti di sicurezza?- La matrona esplose in una risata tonante che fece rizzare i capelli a tutto il personale nello studio di registrazione. – Ma che stai dicendo, idiota? Ti devo sempre spiegare tutto, eh?Quello che intendevo dire, ovviamente, è che Sirio sta avendo un successo da urlo, al contrario delle nostre previsioni. Reggi qua-. Le statistiche parlavano chiaro: nel giro di sole due settimane, gli ascolti erano aumentati di quasi del 50 %. Le adolescenti adoravano il suo sguardo seducente e la sua voce calda, e anche tra le donne più mature erano in molte a trattenere il fiato quando stendeva al massimo i muscoli del collo in avanti verso il microfono, e da dietro il lungo ciuffo castano sussurrava che –all I want you to do is to remember me-. Il graphic designer aveva proposto infatti di immortalarlo proprio in quell’istante per la foto della copertina del suo primo album, e Irma aveva dato il suo consenso. – Duecentodieci spettatori…Ci sono veramente duecentodieci spettatori oggi?- Domandò Giobbe instupidito, facendo scendere lo sguardo sulla busta di tabacco che Irma gli aveva ficcato in mano. Aveva rischiato di farne cadere il contenuto mentre si era voltato a guardare lo schermo del calcolatore dietro di lui, ma per sua immensa fortuna la donna non se n’era accorta. Irma si sistemò tra le labbra un filtro da sigaretta, trafficò di nuovo nelle tasche del giaccone e, non senza fatica, riuscì ad estrarne una cartina. –Ne sono previsti anche di più per le prossime tre puntate-bofonchiò, prendendo una manciata di tabacco e avvolgendolo lentamente nella cartina. – E se gli ascolti restano alti, aumento dello stipendio per tutti!- esclamò eccitato Giobbe, ma il suo entusiasmo scemò di colpo quando si accorse che, nell’ impeto, aveva rovesciato per terra tutto il contenuto del pacchetto che la matrona gli aveva affidato. Rimase a fissarla pietrificato per alcuni secondi, poi si inginocchiò di scatto, cercando di risucchiare nelle proprie mani tutte le pagliuzze di tabacco possibili con la velocità di un aspirapolvere. –Sta’ calmo, sta’ calmo, dopo andrai a comprarmene un'altra busta, questa era quasi finita. E comunque- aggiunse, prima di inumidire con la lingua il rotolino per sigillare la sigaretta- scordati dell’aumento. Il successo di Sirio finirà prima che tu riceva la tua prossima busta paga.- Il gruppo di operatori nello studio si voltò di scatto verso di loro, e quello più vicino ai comandi si alzò di scatto per assicurarsi che i microfoni fossero spenti. Giobbe si sistemò gli occhiali, e se ne rimase a tormentarsi i radi ciuffi di capelli che aveva in testa mentre guardava Irma accendersi la sigaretta di fianco al cartello del “vietato fumare” . Dopo la prima boccata di fumo, gli fece cenno di passarle il posacenere. Giobbe obbedì subito, ma nel muoversi inciampò su una pila fogli di giornale ammonticchiati davanti ad una sedia. Irma si coprì il viso con una mano. Rivolse una rapida occhiata compassionevole a Giobbe, e gli strappò dalle dita il posacenere. Una sottile foschia di fumo aveva iniziando a spargersi per lo studio; qualcuno tossì. Giobbe si lasciò cadere sulla sedia, e si mise a scorrere i giornali uno ad uno. Su ogni pagina c’erano articoli o parti di articoli evidenziati in giallo. -[…]Tuttavia, è il 24 marzo la data più attesa in tutta Italia dagli amanti del pop nostrano: dopo il successo dilagante avuto in rete, Sirio (nome d’arte per Pasquale Caruso,24 anni), grazie al successo ottenuto con la vittoria della terza edizione di Grease it!, farà uscire il suo primo album, Pantomima. I numerosi fan (già, perché una parte considerevole del pubblico del talentuoso messinese è di sesso maschile)attendevano l’annuncio da settimane, ma la tanto attesa notizia è giunta solamente lunedì nientemeno che dalla bocca di Irma Strozzi, proprietaria dell’omonima casa discografica…- Giobbe mise da parte un mazzetto di articoli praticamente identici al primo, e passò a sfogliare delle interviste tratte da riviste di vario genere.  Cosa faresti se potessi passare una serata con Sirio? Giulia, 15 anni: Gli chiederei di poterne passare con lui ancora tantissime!Lo implorerei di cantarmi ogni sera una canzone diversa, e di stringermi forte a lui. Dato che so suonare la pianola ed ho imparato le note del ritornello di tutte le sue canzoni, gli farei da accompagnamento. Non vorrei mai andarmene da lui, è sempre nei miei sogni…. Maria Stella, 40 anni: Gli preparerei una cena coi fiocchi, cucinerei per lui per due giorni interi! Mi metterei a dieta per riuscire a rientrare nell’abitino nero che mi hanno regalato delle amiche per l’anniversario di matrimonio, e lo intratterrei tutta la notte. Vorrei sapere tutto su di lui: cosa gli piace fare nel tempo libero, com’era da bambino, come ha iniziato a cantare e perché. Se potessi passare una serata con lui, approfitterei di una simile opportunità per godermelo, per provare fino in fondo all’anima ciò che canta nelle sue canzoni. Maurizio, 31 anni: Secondo il mio parere, ha ottime doti canore, e la mia ragazza impazzisce per lui. Gli chiederei quali sono i segreti per poter conquistare fino in fondo il cuore di una donna. L’uomo si grattò la testa, perplesso. Alzò gli occhi verso Irma per dirle qualcosa, ma frenò la lingua quando la colse con lo sguardo fisso al di là del vetro, dove Sirio salutava il pubblico.-Vieni qui, Giobbe- ingiunse la donna. Ma Giobbe era ancora assorto nelle sue riflessioni, e ci mise un po’ soltanto per alzarsi dalla sedia e ripiegare i fogli di giornale.-Avanti, sfaticato, ti ho chiesto di venire qui vicino a me, quando credi di impiegarci? E meno male che non ti ho chiesto di andarmi a prendere un caffè, se no avrei fatto prima a tornare a casa mia e prepararmelo lì!- In meno di quattro secondi, Giobbe era a fianco di Irma. Erano una buffa coppia: lei alta, piuttosto corpulenta, sempre vestita con abitoni in velluto o capotti mastodontici, di lingua sprezzante e tagliente; lui magrolino, un po’ rachitico, di una spanna più basso di Irma, servizievole, fedele, ma incurabilmente impacciato e ossequioso. Alcuni avevano iniziato a soprannominarli “Ollio e Stanlio”. –Che fine ha fatto Maira?- -Maira? Intendi Maira Castelli, la vincitrice di due anni fa?- domandò Giobbe, grattandosi la testa nuovamente. Irma rispose roteando gli occhi esasperata, bofonchiando qualcosa con voce seccata. –Certo certo, intendevi sicuramente lei…Non lo so, non lo so veramente, dopo la sua stagione estiva di due anni fa non ho più letto notizie su di lei. Ma posso informarmi se vuoi- si affrettò ad aggiungere l’uomo, cercando disperatamente nelle tasche il telefono cellulare.- No, no, NO! Perché non capisci mai qual è il punto?!- -Il punto?- fece Giobbe, con espressione perplessa fino all’esilarante. La matrona si spazientì, lo prese per il colletto posteriore della camicia e lo trascinò fino alla vetrata dello studio con estrema brutalità, fin quasi a fargli sbattere contro la faccia. Di nuovo, gli operatori si misero tutti sull’attenti, allarmati.- Quante volte hai già visto queste scene, Giobbe? Rispondimi!- Giobbe premette le mani contro il vetro per allontanarsi, ma Irma aumentò la pressione, spingendogli anche la schiena. –Io…Beh, tutte le volte che qualcuno è riuscito ad avere successo in questo programma…No?- balbettò il povero Giobbe, sudando. –Esatto, caro mio- commentò la matrona, mollando la presa e rimettendo in bocca la sigaretta che aveva ormeggiato nel posacenere. –Precisamente. Non speravo più che ci saresti arrivato. E di quanti sai ancora qualcosa?- -Oh, ce ne sono!- Irma lo guardò contrariata. –Beh, c’è Felix, tanto per incominciare. So che è stato ospite in alcune discoteche di Milano, cinque o sei mesi fa. E poi Cindy Rossi…Rosso, volevo dire. E finita sui rotocalchi perché il calciatore con cui aveva una relazione è stato fotografato in atteggiamenti molto intimi con una rossa mozzafiato-. -Appunto- lo interruppe la donna, dopo l’ultimo, lungo tiro di sigaretta, con un ghigno straripante di sarcasmo. –Nessuno di loro dura, Giobbe. Nemmeno uno.- Giobbe portò una mano al mento e, dopo alcuni secondi di riflessione, sgranò gli occhi come in seguito ad un’illuminazione di tipo mistico. –Già- assentì Irma, mettendogli una mano sulla testa come si fa di solito con i bambini quando hanno mangiato tutta la pappa che c’era nel piatto.- Sono come una stella cometa che appare nel cielo per poche frazioni di secondo regalandoci emozioni straordinarie quanto fugaci. Se ne restano nel loro bozzolo, poi ne escono e svaniscono in un sol giorno, dandoci appena il tempo di intravedere le loro ali sottili. Sono completamente privi di carisma, copiano, smuovono un po’ le corde vocali, strappano qualche lacrima qua e là e ricadono nell’ombra. Sono vacche sterili, mio caro Giobbe, per questo bisogna mungerle fino all’ultima goccia di latte finché ne hanno. E che faremo dopo avere munto Sirio?- domandò Irma, sollevando il mento con fare minaccioso. –Non so…Cercheremo un’altra..vacca?-tentò Giobbe, già pronto a proteggersi il viso con le mani. –Bene bene, molto bene. Sono soddisfatta di te, Giobbe, per questo voglio farti un regalo. Oggi non rischierai di ingrassare, perché utilizzerai la pausa pranzo per andare dritto a Milano per sapere i risultati delle nuove audizioni. Fila!- Uscito Giobbe dalla stanza, Irma diede un’occhiata alle statistiche del giorno sulla schermata del computer. –Sei all’apice, Sirio- mormorò tra sé e sé.- Vola fin che puoi. Presto ti cadranno le ali.-
  
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