Nonsense rain
Questa pioggerellina che tamburella sul mio ombrello giallo ha un ritmo rilassante che sa di sogno fatto all’alba.
Sembra che il cielo lasci cadere solo queste misere goccioline d’acqua perché ha intuito che c’è già abbastanza tempesta dentro di me e ho bisogno di calma.
E poi la pioggia la senti solo se ascolti con attenzione, come se non volesse disturbare quelli troppo impegnati per aprire le orecchie del cuore.
Sono tutti indaffarati nel loro rumoroso viavai di smog, per loro la pioggia non è che un inconveniente in più nella loro già marcia giornata.
Non ho mai capito a cosa serva la velocità nella vita. A che scopo correre ed incespicare concitatamente per arrivare già affannati alla meta?
Tanto alla fine ci arrivi lo stesso, salvo imprevisti. Ma la gente si comporta come se agendo con più velocità possibile si possano arginare le possibilità di eventuali imprevisti, ma già lo dice la parola, non puoi prevedere che accadano.
La prospettiva del futuro è terrificante per la maggior parte della gente, hanno tutti paura di trovarsi ammanettati a qualcosa che non desiderano veramente.
L’irreversibilità di alcune scelte. Il motivo della debolezza di molti.
Sembra sempre che gli altri siano talmente forti da bastare per due, ed alla fine ci si trova a rincorrere il sogno di qualcun altro, felici di non aver avuto la responsabilità di una decisione.
Sarebbero stati incapaci di reggere la tensione e l’ angoscia che derivano dal pensare seriamente a se stessi, probabilmente. Si potrebbero anche avere riscontri spaventosi, autoanalizzandosi.
Ma che vita è? A che scopo vivere secondo i piani di qualcun altro solo perché il coniglio dentro di noi implora di prendere la scorciatoia?
Di errori se ne commetteranno tanti comunque, allora meglio commettere quelli che sono destinati a noi.
Non dovrebbe attrarci più la prospettiva di una libertà personale che quella di un’esistenza comoda ma incompleta?
Ecco a cosa penso nel grigiume nebbioso di una giornata ad inizio settembre.