Ecco un nuovo capitolo della mia stupenda fanfic!!!
Sasuke< non è che ti stai montando la testa?
Autrice< Ingrato! Sei quasi il personaggio principale!
Asako< Ma non ero io la protagonista??? ç_ç
Au< Certo, certo, anche tu!
Kakashi< E io?
Naruto< E io?
Sakura< E io?
Au< Si, tutti!!! Allora, Kakashi-bonazzi è un
personaggio secondario, Naruto pure, e Sakura è… ma non vi rivelo nulla! Eheheh!!!
Iniziamo!
-
Ehm…
quale sarà camera mia?
-
O.O
-
Kakashi
sensei?
-
O.O
-
???
-
Me
ne sono dimenticato!
Tutti a gambe all’aria. Gocciolina sulla testa di Sasuke.
-
^^’’
ehm… eheheh…
-
=_=
-
Come
ci aggiustiamo ora?
-
Beh,
Asako, dovrai pur dormire da qualche parte!- azzardò Naruto
-
Ma
davvero? Pensavo che dormisse in piedi come i cavalli!- Rimbeccò il moro.
-
Lo
sa fare?- si stupì il biondino.
-
=_=…-
Sakura si schiaffò la mano in faccia. – da me non può stare.
-
E
perché mai?- chiese Kakashi.
-
Ho
bisogno di una mia intimità!
“ ovverosia voglio avere il
sacrosanto piacere di lasciare i vestiti a terra dopo un allenamento, ti sta
bene? No? Chissenefrega!!! Muhahahahah!!!” (discorso sensato della Vera
Sakura.)
-
Naruto?
-
Ehm…
-
La
verità è che la notte parla nel sonno, facendo sogni sconvenienti su Sakura!!!-
Rivelò Sasuke.
-
Non
è vero!- cercò di piegare il povero ragazzo, mentre la rosa, con un martello
pneumatico, gli forava il cranio.
-
Beh,
chi rimane? Sasuke, tu no vero?
-
NO!
ASSOLUTISSIMAMENTE NOOOO!!! LUI DEVE RESTARE COMODO, SOLO IN STANZA, HA BISOGNO
DI SILENZIO!- Strepitò Sakura “E SOPRATTUTTO NON DEVE AVERE ALTRE RAGAZZE FRA I
PIEDI!!!”
-
È
vero, lui non tollera queste cose!- saltò su Naruto.
-
Già!-
asserì il sensei.
-
Ehm…
se a qualcuno interessa ANCHE il mio parere, per me va bene…- disse il tipo in
questione.
-
COOOOOOOSAAAAAAAAAA????
O.O
-
Ma
sì… tanto resto in camera mia solo per dormire…
-
Allora
è risolto. Obiezioni, Asako?
-
No,
se non disturbo.
La riunione fatidica si sciolse. Eccone le conseguenze:
Sakura era fuori di testa dalla gelosia, e per poco non
sfondava la porta del bagno.
Sasuke si chiedeva se gli conveniva usare psicofarmaci, perché
non riusciva più ad essere l’acidone di un tempo.
Naruto era felice, sperando che la tipa dai capelli rosa si
mettesse il cuore in pace (povero illuso).
Kakashi era tornato al suo libro, libero da ogni problema,
finalmente.
Asako seguì Sakura nel bagno a lavarsi le mani prima di
cena, canticchiando fra se’:
Un tamarro dietro l’angolo voleva
incularmi la vespa
Un tamarro dietro l’altro angolo
voleva incularmi la catenina
Ma io ho chiamato Shpalman…
E lui mi dice dimmi…
E io gli dico vieni qui
Che c’è bisogno di te
Per difendere me.
Attenti cattivissimi
Perché è arrivato Shpalman
…
(questo per dire quanto gliene fregava di dove dormiva).
-
Contenta
di stare in camera con Sasuke, vero?
-
?
-
Non
fare la finta tonta, e giù le mani da lui.
-
Ma…
-
Lui
non vuole te!
-
Sakura…
-
Lui
è mio!
-
Sakura…
-
Non
ti vorrà mai, non ci pensa neanche! C’ero prima io!
-
Sakura…
-
Ti
sei fatta false speranze, ma lui ti ha accolta solo perché gli facevi pena!
-
Sakura…
-
Che
vuoi?
-
Stai
perdendo sangue dal naso... e macchiando anche il pavimento.
-
Grrr!!
Dopo la discussione sanguinosa (in tutti i sensi), si
ritrovarono tutti intorno al tavolo.
-
Asako?-
domandò Naruto sottovoce.
-
Mh?
-
Ti
piace Sasuke?
-
Perché
questa domanda?
-
Vuoi
sapere se a lui piaci?
-
Devi
comportarti per forza in modo così infantile?
-
Perché
rispondi alle domande con altre domande? Non è educato.
-
Neanche
parlare con la bocca piena lo è.
-
Non
hai risposto alla mia domanda.
-
Non
mi interessa quello di cui stai parlando.
-
Sicura?
-
Molto
più che sicura. Ora, con permesso, tornerei al mio piatto.
Sasuke aveva sentito tutto, ammirando il sangue freddo
della bionda. Anche lui avrebbe risposto più o meno così a tali domande,
davvero tanto stupide.
La cena finì, e tutti si ritirarono nelle proprie stanze.
Il moro osservava i movimenti armoniosi della ragazza nel
salire le scale, nel cercare la propria roba nello zaino. Il suo modo di
sorridere. Entrarono a turno in bagno per mettersi la tenuta da notte. Seduto
sul letto aspettava con impazienza di vedere la mise che optava di notte.
Si potevano capire tante cose dal pigiama. Si poteva
ostentare qualsiasi temperamento di giorno, ma è di notte che si scoprono le
proprie carte.
Aveva indovinato il carattere di Sakura dalla prima volta
che l’aveva vista con un indumento di spugna rosa e bianco a cuori e orsetti. Anche
Naruto si rispecchiava nei suoi vestiti: un giacca e pantaloni rossi con lampi
e spirali gialle. La porta del bagno si aprì, ne uscì lei. Dovette farsi forza
per non spalancare la bocca.
Indossava una camicia da notte di seta bianca, lunga fin
sopra le ginocchia, che le fasciava i fianchi, non aderente, non larga. Sembrava
eterea, come un angelo. Arrossì un pochino sotto lo sguardo di lui.
Asako, cercando di non farsi notare, squadrava la piacevole
figura del ragazzo, nei suoi boxer neri, il fisico scolpito, la pelle argentea
sotto al luce lunare. Dovette posare lo sguardo altrove per impedirsi di
scappare via per la tempesta di emozioni. Senza dire nulla s’infilò sotto le
lenzuola.
Non sapeva che dire, che fare. La voce risuonò nella
penombra:
-
Sasuke?-
richiamò la biondina.
-
Sì?
-
Grazie
per essere così disponibile…
-
Oh,
di nulla.
-
Sul
serio.
Gli si avvicinò e gli dette un leggero bacio sulla guancia.
Sasuke sentì un brivido lungo la schiena, la pelle d’oca, mentre un ricciolo
prese a sfiorargli la bocca. Ricambiò, quasi sbagliando mira, il bacio che andò
a posarlesi sull’angolo delle labbra. Asako accennò un sorriso. Il moro sentiva
un calore sul viso che nulla era al confronto di quello che provava più in
basso…
-
Buona
notte.
-
‘notte…
Poco dopo si assopirono entrambi.
L’indomani Asako venne svegliata dal sole che trapelava
dalle persiane. Sentiva del peso addosso.
Sasuke dormiva ancora, con la testa poggiata a pochissimi
centimetri da lei, tanto che poteva sentire il suo respiro, e un braccio
attorno alla vita di lei, le gambe aggrovigliate. Con un risolino, la bionda,
tanto per ingannare il tempo, lo guardò.
Era davvero bello, e presto, solo vederlo non bastò più. Con
le dita prese a sfiorargli i capelli. In quell’istante lui la strinse di più, infilando
il viso sotto il mento di lei, nella cavità fra la gola e le spalle, con un
sospiro di gradimento.
Intenerita, riprese a far scorrere i polpastrelli su quei
fili di seta neri come l’ala di un corvo. Passarono alcuni minuti, forse mezz’ora,
forse dieci anni. La luce si fece più forte, e Asako, prevedendo un risveglio
ormai prossimo, cercando di non muoverlo troppo, si staccò da lui e filò a
lavarsi i denti.
Sasuke finalmente riprese coscienza, e la prima cosa che
sentì fu il profumo di lei. Insinuò il naso più a fondo nel cuscino, poi,
rendendosi conto della cosa stupida che stava facendo, si rigirò supino.
Eppure, anche ora che era sveglio, gli era rimasto impresso
un gesto dolcissimo, come una mano morbida che lo carezzava.
Doveva aver sognato.
Di sicuro.
Finito questo chappy!!!
Chihiro, dedicato a te, mio angelo!