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Autore: gleekitalian    05/03/2012    2 recensioni
Vi porterà alla scoperta dei sintomi di un amore indissolubile, destinato a durare per sempre anche oltre gi ostacoli, vinto all'estremo soltanto dalla morte. "Mi manca così tanto Finn... e nessuno potrà mai ridarmelo indietro.. ricordo quando eravamo ragazzi e pensavamo che saremmo stati invincibili anche davanti alla morte, che saremmo stati insieme per sempre, ma non è stato così perchè nella vita non esiste il per sempre, tutto è finito perchè siamo fatti di carne ed ossa e come tutto si trasforma e muore e se esiste un anima beh allora so che quella di Blaine è sicuramente in paradiso tra gli angeli..". Buona lettura, spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  1 Settembre 2012
Kurt si muoveva incerto in mezzo alla confusa marmaglia di persone che affollavano il JFK, l'aeroporto di New York, era la seconda volta che prendeva un aereo quindi era comprensibile che non si sapesse muovere bene all'interno di un aeroporto così affollato, in più era anche da solo con una valigia pesantissima da trainare che racchiudeva tutti i suoi vestiti costosi. C'erano un sacco di cartelli con indicazioni ma lui non riusciva comunque a trovare l'uscita.
Un giovane addetto del personale notò la sua difficoltà e lo condusse all'esterno dell'edificio dove Kurt dopo averlo lautamente ringraziato ebbe la possibilità di chiamare un taxi.
"Alla Nyada signore, sa qual'è? La mia amica Rachel mi aspetta già la, quindi vediamo di sbrigarci, è lontana? Perchè non vorrei che fosse tipo come da casa mia a casa di Santana a Lima, allora sarebbe un bel guaio.."
"Senti ragazzino se vuoi salire sul mio taxi devi chiudere la bocca e rimanere tranquillo per tutto il tragitto!"
"Oh mi scusi, sa è solo un po' l'agitazione, è la mia seconda volta a New York.."
"Nessun problema, vuoi salire?"
"Oh sì, certo"
Kurt non parlò durante tutto il viaggio, pensava che il tassista fosse uno stronzo e cominciava a credere che i manifesti che acclamavano New York come la città cosmopolita si erano dimenticati di dire che gli abitanti sono proprio dei maleducati.
Aveva fatto un volo tranquillo seppur da solo e non vedeva l'ora di riabbracciare Rachel, la sua migliore amica, che era arrivata nella grande mela due giorni prima di lui per risolvere alcune faccende burocratiche. Lui e Rachel avrebbero vissuto in un piccolo appartamento a due isolati dall'università, generosamente offerto da Burt che non poteva sopportare l'idea che suo figlio avrebbe vissuto nei dormitori annessi al college con la possibilità di nuovi atti di bullismo o violenza.
Finn invece era stato preso alla NYU (New York University) dove avrebbe studiato economia, un po' spinto dalla voglia di stare accanto a Rachel un po' per provare a se stesso che era in grado laurearsi.
Kurt non potè fare a meno di pensare fissando il finestrino; aveva cominciato a piovere, la periferia della città si rivelava così grigia e spoglia pronta a lasciare spazio alla città più luminosa e caotica del mondo. Contava le gocce di pioggia che picchiettavano sul vetro, quel suono dolce gli ricordava quella volta che lui e Blaine erano in camera di Kurt e fuori pioveva ma a loro non interessava, anzi avevano una scusa per stare in casa, accoccolati sul letto, si amavano e quello era tutto ciò che contava. Kurt lo amava ancora perchè Blaine si era preso un pezzo del suo cuore e l'aveva tenuto con sè, se l'era portato via e Kurt adesso si sentiva tanto solo e incompleto.
Erano statti costretti a lasciarsi, Blaine, avrebbe frequentato quest'anno l'ultimo anno di liceo e nonostante le promesse tra lui e Kurt, che si erano giurati di rimanere insieme e vedersi una volta al mese, entrambi avevano realizzato che tutto ciò era impossibile, perchè entrambi erano impegnati ognuno alle prese col proprio futuro, quindi con una grande tristezza nel cuore si erano salutati, sicuri che si sarebbero rincontrati un giorno.
20 Agosto 2012
"Immagino che questo sia un addio.."
"Kurt lo sai anche tu, non potremmo mai andare avanti in questo modo.."
"Ma Blaine, io potrei venire a Lima ogni mese, prenderei l'aereo solo per vederti, per vedere te! Blaine capiscimi, io non posso stare senza di te.. ti prego"
Kurt stava ora piangendo, e Blaine si trovava lì impotente davanti a lui, davanti al ragazzo che amava, con cui aveva condiviso un anno bellissio della sua vita e un'estate insieme, erà lì davanti a lui e non poteva fare nulla perchè il corso del tempo inesorabile aveva deciso per loro che si sarebbe separati, e anche se entrambi sapevano che i loro cuori sarebbero stati legati per sempre da un lunghissimo filo che li teneva uniti in qualunque parte del mondo si trovassero, sapevano anche che non si sarebbero visti prima di Natale e questo faceva molto male.
"Kurt non rendere le cose ancora più difficili di quanto siano, sai anche tu quanto vorrei poter stare con te .. ma non si può cazzo! Non si può Kurt capisci? Io, io non ce la faccio, ho bisogno di vederti, toccarti, stare con te e non mi basta .." Anche Blaine stava piangendo, un pianto di rabbia, rabbia perchè la vita era sempre stata ingiusta con lui e anche adesso voleva toglierli l'unica cosa bella che gli fosse mai capitata, il suo Kurt "e poi anche mio padre ha detto che .."
Quando Kurt sentì nominare suo padre si ridestò dal pianto "Tuo padre Blaine? Tuo padre? Non era forse lui che diceva che non dovevi stare con me perchè questa storia dell' "essere gay" era soltanto un tuo capriccio, un modo per ribellarti ai tuoi genitori? Blaine dimmi che lo fai per tuo padre e io potrei sparire per sempre."
Blaine aveva sempre vissuto un'infanzia felice, era il figlio perfetto di John e Margaret Anderson, un figlio modello in tutti i sensi, amava giocare a tennis con la madre al club, era bravo a scuola, aveva molti amici e i genitori pensavano per lui a un futuro come dirigente della società del padre. Quando Blaine aveva fatto il coming out tutto era cambiato, i genitori inizialmente credevano fosse solo un suo capriccio, un modo per mettersi contro di loro, comportamento tipico degli adolescenti, poi aveva iniziato il liceo ed erano iniziati anche i primi attacchi dei bulli.
Blaine ricordava bene quando lui e Chris furono pestati a sangue la sera del ballo; Blaine aveva deciso di andare con Chris perchè era l'unico altro ragazzo che gay della scuola e i bulli avevano ben pensato di dare loro una lezione che non avrebbero scordato.
 
Fu costretto a cambiare scuola e si trasferì alla Dalton. Alla Dalton c'era una politica di tolleranza zero per ogni tipo di discriminazione e grazie anche alla disponibilità di un dormitorio aveva la possibilità di rimanere là durante la settimana e di tornare solo per il weekend, ma lui decise di fermarsi anche nei fine settimana e i genitori furono contenti perchè volevano allontanare quel figlio che aveva rovinato i loro piani, quel figlio che si era inaspettatamente rivelato gay e ora stava scombussolando la loro vita, così avrebbero anche potuto evitare gli sguardi indiscreti dei vicini di casa e le chiacchiere di tutte le persone che frequentavano il club.
Intanto Blaine cresceva e i suoi genitori si rivelavano sempre più assenti e quando c'erano il padre cercava soltanto di fargli cambiare idea riguardo la sua sessualità presentadogli qualche ragazzina, figlia di colleghi, e la madre cercando di parlargli e fargli capire che era solo confuso.
Alla Dalton si fece un sacco di amici, divenne il capitano del glee club della Dalton, gli Usignoli, si era costruito un personaggio sicuro di sè, un punto di riferimento per tutti, fino a quando non arrivò Kurt che entrò inesorabilmente nella sua vità deviandone il corso, allora capì cosa significava davvero amare una persona con tutto il cuore, sentirsi parte di una stessa cosa, non curarsi di nulla se non di essere insieme a lui, un dono venuto da chissà dove per portare un po' di felicità a Blaine.
 
"Kurt, ascoltami, sai come la penso su mio padre e non potrei mai seguire un suo consiglio, quindi non pensarlo nemmeno, il fatto è che non voglio soffrire e stare lontano da te mi fa soffrire tanto, quindi per accettare la realtà è meglio salutarci, non che sia facile ma la vedo la strada meno dolorosa per entrambi.."
"Io dico solo Blaine che quando l'amore ti attraversa il cuore, quando ti senti bene soltanto perchè sai che c'è qualcuno per te pronto a combattare, a lottare, a starti accanto, beh allora forse non ti verrebbe mai in mente di dirgli ciao Blaine, ma evidentemente siamo diversi quindi, ciao Blaine, ti amo.."
"No Kurt aspetta!" Ma Kurt se n'era già andato, Blaine era rimasto seduto sul prato del parco di Lima, il sole caldo di agosto che gli risplendeva in faccia, non sorrideva più e si sentiva uno stronzo, ma sapeva che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo, era solo questione di tempo.
"Siamo arrivati bello" Disse il tassista incalzando Kurt.
"Oh si, quant'è?"
"40"
"Grazie e buona giornata"
Adesso Kurt non voleva distogliere l'attenzione per nessun motivo al mondo dai suoi piani, era a New York, pronto a varcare la soglia di quella che sarebbe stata la sua scuola per cinque anni e forse anche il trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo.
Quanti sogni racchiusi nel cassetto che ora erano pronti ad uscire con prepotenza, ad impossessarsi di Kurt e guidarlo fino alla loro realizzazione. Adesso Kurt era felice, non desiderava essere in nessun altro posto se non lì, Blaine era stato per un attimo messo da parte e da adesso aveva intenzione di concentrarsi soltanto su se stesso e sulla sua carriera, sperando che i ricordi legati a Blaine si sarebbero affievoliti col tempo fino a diventare delle idee confuse di cui non avrebbe avuto più cognizione se non per qualche pensiero vago.
D'altra parte in cuore suo sapeva che Blaine non se ne sarebbe mai andato dal suo cuore, dalla sua testa, sarebbe forse rimasto lì per sempre, e Kurt un po' insofferente avrebbe perso colpi a causa dei ricordi fino a quando non sarebbe crollato e allora soltanto Blaine avrebbe potuto salvarlo.
 
Preferiva comunque non pensarci un po' per rabbia un po' per rassegnazione, così dopo aver firmato dei moduli nella segreteria dell'università si diresse all'appartamento che suo padre e Carole avevano scelto per lui e Rachel, dove la ragazza aveva sicuramente già posizionato le sue cose. Non era molto lontano quindi optò per andare a piedi.
Arrivato all'angolo svoltò a sinistra e pochi passi più avanti notò un grosso portone rosso e lo torvò aperto, salì le scale e al secondo piano trovo un'appartamento con la porta spalancata, dall'interno proveniva una voce melodica.
 
Tonight, tonight
It all began tonight
I saw you and the world went away
Tonight, tonight
There's only you tonight
What you are, what you do, what you say

Non c'era dubbio che quella fosse Rachel, notò compiaciuto che fosse un appartamento pulito e discreto e non appena fece per entrare Rachel si catapultò verso di lui.
"Oh Kurt come sono felice di vederti! Allora stavo pensando che potevamo cominciare a mettere su qualcosa da presentare all'università! Vedrai saremo imbattibili Kurt e io andrò a Broadway e vincerò un Tony! E poi un Grammy, un People Choice!
"Sono felice anch'io di vederti Rachel!"
"Entra su!"
"Si ecco devo poggiare le mie cose e poi vorrei riposarmi, sono decisamente stanco.."
"No no caro, è proibito riposarsi, oggi usciamo e andiamo a fare shopping!" Kurt non poteva certo dire di no allo shopping per cui si lasciò convincere dalla proposta della ragazza e questo gli riportò il sorriso. Si preannunciava un anno di scoperte, nuove esperienze e tanto divertimento Kurt era sicuro che Blaine sarebbe stato davvero un ricordo lontanto e che lui avrebbe forse trovato un altro ragazzo che avrebbe saputo amarlo e seguirlo ugualmente, ah quanti sogni!
 
Angolo dell'autore:
Mi scuso per non essermi ancora presentato, è la mia prima fanfiction e spero che possa riuscire bene, mi sto ancora ambientando quindi consigli e critiche sono ben accette.
Questo capitolo è di passaggio ma se avrete la pazienza di continuare a leggere la mia storia, potrete capire come tutto è collegato, grazie. :)

  

 1 Settembre 2012
Kurt si muoveva incerto in mezzo alla confusa marmaglia di persone che affollavano il JFK, l'aeroporto di New York, era la seconda volta che prendeva un aereo quindi era comprensibile che non si sapesse muovere bene all'interno di un aeroporto così affollato, in più era anche da solo con una valigia pesantissima da trainare che racchiudeva tutti i suoi vestiti costosi. C'erano un sacco di cartelli con indicazioni ma lui non riusciva comunque a trovare l'uscita.
Un giovane addetto del personale notò la sua difficoltà e lo condusse all'esterno dell'edificio dove Kurt dopo averlo lautamente ringraziato ebbe la possibilità di chiamare un taxi.
"Alla Nyada signore, sa qual'è? La mia amica Rachel mi aspetta già la, quindi vediamo di sbrigarci, è lontana? Perchè non vorrei che fosse tipo come da casa mia a casa di Santana a Lima, allora sarebbe un bel guaio.."
"Senti ragazzino se vuoi salire sul mio taxi devi chiudere la bocca e rimanere tranquillo per tutto il tragitto!"
"Oh mi scusi, sa è solo un po' l'agitazione, è la mia seconda volta a New York.."
"Nessun problema, vuoi salire?"
"Oh sì, certo"
Kurt non parlò durante tutto il viaggio, pensava che il tassista fosse uno stronzo e cominciava a credere che i manifesti che acclamavano New York come la città cosmopolita si erano dimenticati di dire che gli abitanti sono proprio dei maleducati.
Aveva fatto un volo tranquillo seppur da solo e non vedeva l'ora di riabbracciare Rachel, la sua migliore amica, che era arrivata nella grande mela due giorni prima di lui per risolvere alcune faccende burocratiche. Lui e Rachel avrebbero vissuto in un piccolo appartamento a due isolati dall'università, generosamente offerto da Burt che non poteva sopportare l'idea che suo figlio avrebbe vissuto nei dormitori annessi al college con la possibilità di nuovi atti di bullismo o violenza.
Finn invece era stato preso alla NYU (New York University) dove avrebbe studiato economia, un po' spinto dalla voglia di stare accanto a Rachel un po' per provare a se stesso che era in grado laurearsi.
Kurt non potè fare a meno di pensare fissando il finestrino; aveva cominciato a piovere, la periferia della città si rivelava così grigia e spoglia pronta a lasciare spazio alla città più luminosa e caotica del mondo. Contava le gocce di pioggia che picchiettavano sul vetro, quel suono dolce gli ricordava quella volta che lui e Blaine erano in camera di Kurt e fuori pioveva ma a loro non interessava, anzi avevano una scusa per stare in casa, accoccolati sul letto, si amavano e quello era tutto ciò che contava. Kurt lo amava ancora perchè Blaine si era preso un pezzo del suo cuore e l'aveva tenuto con sè, se l'era portato via e Kurt adesso si sentiva tanto solo e incompleto.
Erano statti costretti a lasciarsi, Blaine, avrebbe frequentato quest'anno l'ultimo anno di liceo e nonostante le promesse tra lui e Kurt, che si erano giurati di rimanere insieme e vedersi una volta al mese, entrambi avevano realizzato che tutto ciò era impossibile, perchè entrambi erano impegnati ognuno alle prese col proprio futuro, quindi con una grande tristezza nel cuore si erano salutati, sicuri che si sarebbero rincontrati un giorno.
20 Agosto 2012
"Immagino che questo sia un addio.."
"Kurt lo sai anche tu, non potremmo mai andare avanti in questo modo.."
"Ma Blaine, io potrei venire a Lima ogni mese, prenderei l'aereo solo per vederti, per vedere te! Blaine capiscimi, io non posso stare senza di te.. ti prego"
Kurt stava ora piangendo, e Blaine si trovava lì impotente davanti a lui, davanti al ragazzo che amava, con cui aveva condiviso un anno bellissio della sua vita e un'estate insieme, erà lì davanti a lui e non poteva fare nulla perchè il corso del tempo inesorabile aveva deciso per loro che si sarebbe separati, e anche se entrambi sapevano che i loro cuori sarebbero stati legati per sempre da un lunghissimo filo che li teneva uniti in qualunque parte del mondo si trovassero, sapevano anche che non si sarebbero visti prima di Natale e questo faceva molto male.
"Kurt non rendere le cose ancora più difficili di quanto siano, sai anche tu quanto vorrei poter stare con te .. ma non si può cazzo! Non si può Kurt capisci? Io, io non ce la faccio, ho bisogno di vederti, toccarti, stare con te e non mi basta .." Anche Blaine stava piangendo, un pianto di rabbia, rabbia perchè la vita era sempre stata ingiusta con lui e anche adesso voleva toglierli l'unica cosa bella che gli fosse mai capitata, il suo Kurt "e poi anche mio padre ha detto che .."

Quando Kurt sentì nominare suo padre si ridestò dal pianto "Tuo padre Blaine? Tuo padre? Non era forse lui che diceva che non dovevi stare con me perchè questa storia dell' "essere gay" era soltanto un tuo capriccio, un modo per ribellarti ai tuoi genitori? Blaine dimmi che lo fai per tuo padre e io potrei sparire per sempre."
Blaine aveva sempre vissuto un'infanzia felice, era il figlio perfetto di John e Margaret Anderson, un figlio modello in tutti i sensi, amava giocare a tennis con la madre al club, era bravo a scuola, aveva molti amici e i genitori pensavano per lui a un futuro come dirigente della società del padre. Quando Blaine aveva fatto il coming out tutto era cambiato, i genitori inizialmente credevano fosse solo un suo capriccio, un modo per mettersi contro di loro, comportamento tipico degli adolescenti, poi aveva iniziato il liceo ed erano iniziati anche i primi attacchi dei bulli.
Blaine ricordava bene quando lui e Chris furono pestati a sangue la sera del ballo; Blaine aveva deciso di andare con Chris perchè era l'unico altro ragazzo che gay della scuola e i bulli avevano ben pensato di dare loro una lezione che non avrebbero scordato.
 
Fu costretto a cambiare scuola e si trasferì alla Dalton. Alla Dalton c'era una politica di tolleranza zero per ogni tipo di discriminazione e grazie anche alla disponibilità di un dormitorio aveva la possibilità di rimanere là durante la settimana e di tornare solo per il weekend, ma lui decise di fermarsi anche nei fine settimana e i genitori furono contenti perchè volevano allontanare quel figlio che aveva rovinato i loro piani, quel figlio che si era inaspettatamente rivelato gay e ora stava scombussolando la loro vita, così avrebbero anche potuto evitare gli sguardi indiscreti dei vicini di casa e le chiacchiere di tutte le persone che frequentavano il club.
Intanto Blaine cresceva e i suoi genitori si rivelavano sempre più assenti e quando c'erano il padre cercava soltanto di fargli cambiare idea riguardo la sua sessualità presentadogli qualche ragazzina, figlia di colleghi, e la madre cercando di parlargli e fargli capire che era solo confuso.
Alla Dalton si fece un sacco di amici, divenne il capitano del glee club della Dalton, gli Usignoli, si era costruito un personaggio sicuro di sè, un punto di riferimento per tutti, fino a quando non arrivò Kurt che entrò inesorabilmente nella sua vità deviandone il corso, allora capì cosa significava davvero amare una persona con tutto il cuore, sentirsi parte di una stessa cosa, non curarsi di nulla se non di essere insieme a lui, un dono venuto da chissà dove per portare un po' di felicità a Blaine.
 
"Kurt, ascoltami, sai come la penso su mio padre e non potrei mai seguire un suo consiglio, quindi non pensarlo nemmeno, il fatto è che non voglio soffrire e stare lontano da te mi fa soffrire tanto, quindi per accettare la realtà è meglio salutarci, non che sia facile ma la vedo la strada meno dolorosa per entrambi.."
"Io dico solo Blaine che quando l'amore ti attraversa il cuore, quando ti senti bene soltanto perchè sai che c'è qualcuno per te pronto a combattare, a lottare, a starti accanto, beh allora forse non ti verrebbe mai in mente di dirgli ciao Blaine, ma evidentemente siamo diversi quindi, ciao Blaine, ti amo.."
"No Kurt aspetta!" Ma Kurt se n'era già andato, Blaine era rimasto seduto sul prato del parco di Lima, il sole caldo di agosto che gli risplendeva in faccia, non sorrideva più e si sentiva uno stronzo, ma sapeva che un giorno si sarebbero incontrati di nuovo, era solo questione di tempo.
"Siamo arrivati bello" Disse il tassista incalzando Kurt.
"Oh si, quant'è?"
"40"
"Grazie e buona giornata"
Adesso Kurt non voleva distogliere l'attenzione per nessun motivo al mondo dai suoi piani, era a New York, pronto a varcare la soglia di quella che sarebbe stata la sua scuola per cinque anni e forse anche il trampolino di lancio per il mondo dello spettacolo.
Quanti sogni racchiusi nel cassetto che ora erano pronti ad uscire con prepotenza, ad impossessarsi di Kurt e guidarlo fino alla loro realizzazione. Adesso Kurt era felice, non desiderava essere in nessun altro posto se non lì, Blaine era stato per un attimo messo da parte e da adesso aveva intenzione di concentrarsi soltanto su se stesso e sulla sua carriera, sperando che i ricordi legati a Blaine si sarebbero affievoliti col tempo fino a diventare delle idee confuse di cui non avrebbe avuto più cognizione se non per qualche pensiero vago.
D'altra parte in cuore suo sapeva che Blaine non se ne sarebbe mai andato dal suo cuore, dalla sua testa, sarebbe forse rimasto lì per sempre, e Kurt un po' insofferente avrebbe perso colpi a causa dei ricordi fino a quando non sarebbe crollato e allora soltanto Blaine avrebbe potuto salvarlo.
 
Preferiva comunque non pensarci un po' per rabbia un po' per rassegnazione, così dopo aver firmato dei moduli nella segreteria dell'università si diresse all'appartamento che suo padre e Carole avevano scelto per lui e Rachel, dove la ragazza aveva sicuramente già posizionato le sue cose. Non era molto lontano quindi optò per andare a piedi.
Arrivato all'angolo svoltò a sinistra e pochi passi più avanti notò un grosso portone rosso e lo torvò aperto, salì le scale e al secondo piano trovo un'appartamento con la porta spalancata, dall'interno proveniva una voce melodica.
 
Tonight, tonight
It all began tonight
I saw you and the world went away
Tonight, tonight
There's only you tonight
What you are, what you do, what you say

Non c'era dubbio che quella fosse Rachel, notò compiaciuto che fosse un appartamento pulito e discreto e non appena fece per entrare Rachel si catapultò verso di lui.
"Oh Kurt come sono felice di vederti! Allora stavo pensando che potevamo cominciare a mettere su qualcosa da presentare all'università! Vedrai saremo imbattibili Kurt e io andrò a Broadway e vincerò un Tony! E poi un Grammy, un People Choice!
"Sono felice anch'io di vederti Rachel!"
"Entra su!"
"Si ecco devo poggiare le mie cose e poi vorrei riposarmi, sono decisamente stanco.."
"No no caro, è proibito riposarsi, oggi usciamo e andiamo a fare shopping!" Kurt non poteva certo dire di no allo shopping per cui si lasciò convincere dalla proposta della ragazza e questo gli riportò il sorriso. Si preannunciava un anno di scoperte, nuove esperienze e tanto divertimento Kurt era sicuro che Blaine sarebbe stato davvero un ricordo lontanto e che lui avrebbe forse trovato un altro ragazzo che avrebbe saputo amarlo e seguirlo ugualmente, ah quanti sogni!
 
Angolo dell'autore:
Mi scuso per non essermi ancora presentato, è la mia prima fanfiction e spero che possa riuscire bene, mi sto ancora ambientando quindi consigli e critiche sono ben accette.
Questo capitolo è di passaggio ma se avrete la pazienza di continuare a leggere la mia storia, potrete capire come tutto è collegato, grazie. :)

  
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