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Autore: SoloDolo    06/03/2012    0 recensioni
Ok, un attimo di attenzione: questa per me non è una semplice storia. E' uno sforzo artistico che ho partorito in un momento di pura inclinazione spirituale, quindi vorrei che chiunque, prima di affrontare questo racconto si faccia un piccolo esame di coscienza: se state girando il sito solo per non annoiarvi, fermatevi qui. Se avete voglia solo di storie tranquille, non azzardatevi ad aprire. Voglio che, una volta entrati, leggiate il racconto dall'inizio alla fine. Se non è finito, potete mettetelo in ricordati, o anche no, cosa me ne frega. L'importante è che non lo affrontiate con frivolezza. Sarebbe come crocifiggermi. Grazie.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jude rimase immobile per qualche secondo.
-Hai intenzione di parlare? O per caso, quando hai chiesto al signore una vagina, te l’ha data in cambio della bocca?
L’aveva sconvolto. L’aveva bersagliato con una saetta che ora rimbalzava tra le sue budella, sconquassando i suoi organi interni. L’aveva disfatto. Tutto, tutto si aspettava da Larry. Ma non questo. Non che perdesse anche la speranza di vivere. Si portò le mani alla fronte; Larry lo notò.
-Se vuoi ti indico qual è.
-Lo so qual è, Larry.
Larry sospirò sommessamente.
-Ascoltami. Lo so, ti ha colpito in fronte questa mia decisione, perché ti sembra improvvisa. Ma non lo è. E’ meditata. Ed è pure legale da un po’ di anni. L’avessero concesso alla mia età mia madre non avrebbe rotto i coglioni per due mesi di fila.
Jude si rialzò dalla sedia di scatto, si voltò e prese il giubbotto dall’attaccapanni, facendolo pericolosamente oscillare. Pensò a non pensare. Pensò alla vita, e non alla morte. Poi, posata la mano sulla maniglia di plastica nera della porta antincendio, si fermò e sospirò.
-Calmati, Jude.
Si risedette, poggiando il giubbotto sulle sue ginocchia.
-Non lo farò.
-Ti ho detto di calmarti.
-E’ inutile, non lo farò.
Jude ebbe il coraggio di alzare lo sguardo e sbirciare tra le pieghe della sofferenza: scorse gli occhi di Larry a metà strada, che gli venivano incontro come raggi del sole. Si guardarono senza proferire parola. Due minuti, cinque minuti. Poi a Jude scappò una lacrima, e Larry sentì le membra strette dal gelo. Ormai bofonchiava versi confusi.
-Vieni qui.
Jude si alzò, lasciando cadere il giubbotto sul pavimento candido, e si avvicinò al lettuccio, cullato dalla monotonia del cardiogramma.
-Ti prego. Non farlo.
-Ascoltami attentamente, per favore.
-Non ti voglio ascoltare. Stai invecchiando e ti stai instupidendo.
Ridacchiò tra i baffi.
-Sei proprio un coglione- disse Larry -penso che ora farò un pisolino.
-Io vado, che tra poco ho il turno in ospizio.
Larry tossì.
-Quando torni, per favore, fai quello che devi fare.
-E’ inutile, Larry. Sei un uomo disperato. Calmati e vedrai che passerà.
Uscendo, avrebbe potuto giurare di averlo visto lacrimare, quel povero vecchietto.
  
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