Ai miei amici,
che ci sono sempre quando sono depressa.
Grazie Elena.
Caro Gerolamo,
mi era quasi parso che la vecchia signora
non si accanisse così tanto
su di me ultimamente, e invece… e invece vedo che il
navigatore satellitare le
funziona ancora benissimo e che come meta finale ci sono sempre io.
Prima di tutto, vi ho lasciati che dovevo
raccontarvi dell’incontro da
Selfridges ma non potevo perché dovevo partire.
Parto con il dirvi che un’ora dopo
che ho aggiornato, mentre ero in
viaggio per l’aeroporto, sono stata contattata da Mr
antipatia che mi chiedeva
di fare un secondo colloquio.
L’altro che mi fece il colloquio,
lo chiamerò Mr figaggine, perché è
veramente la cosa più bella che abbia mai visto dopo un paio
di scarpe di
Louboutin.
Niente, mi chiamavano per fissare un secondo
colloquio e che giorno
potevano scegliere se non il giorno del mio rientro alle 3?... non sono
mai
stata così brava a mentire in vita mia.
Ho detto che dovevo fare una visita medica
che avevo prenotato mesi fa
e che mi sarebbe dispiaciuto doverla rimandare, magari anche a un
giorno in cui
avrei lavorato… praticamente gli stavo dicendo “se
mi assumete ora, potrei
dovervi chiedere un giorno libero più avanti”.
Si lo so sono stata un genio. Non mi sono
scostata poi molto dalla
realtà, effettivamente devo fare le analisi del sangue per
controllare che
tutto sia ok e sicuramente avrò un livido così
grande il giorno del colloquio
che SE L’AEREO ARRIVA IN ORARIO loro potranno ammirare.
Giro caro, ti avevo promesso che ti parlavo
del colloquio da Selfridges
ma a sto punto preferisco aspettare al sedici e raccontarti ora COSA mi
è
successo dal momento esatto in cui ho deciso di muovermi da casa per
prendere
l’aereo.
Tanto per iniziare non si sa come mai ma la
macchinetta per fare i
biglietti mi ha fatto spendere 15 minuti per niente. Alla fine sto
stronzo si è
deciso di darmi il biglietto e meno male aggiungerei io visto che
cinque minuti
dopo partiva l’autobus che mi portava in aeroporto.
Nel momento stesso in cui sono entrata sul
bus si è messo a nevicare.
Cominciamo bene ho pensato, ti pareva che di
tutti i giorni possibili e
immaginabili non potesse iniziare a nevicare il giorno esatto della mia
partenza?...
Mi metto comoda sull’autobus e mi
accorgo, con mia estrema gioia che
fuori ci sono meno nove gradi mentre all’interno ce ne sono
45 e solo se stai
attaccato al finestrino che penetra un filo d’aria, se no ce
ne sarebbero
ottanta.
Ottimo, siccome sono una persona molto
fortunata appena scendo da qui
mi becco una bronchite.
Mi tolgo i duecento strati che ho addosso e
nonostante tutto continuo
ad avere caldo.
Ma non mi osno buttata giù di
morale. Mi sono buttata giù sui sedili e
ho dormito alla grande, certa che se la sfiga mi ha seguita fedelmente
fino ad
oggi sicuramente non avrebbe scioperato per la mia partenza.
Infatti arrivo e i voli sono tutti stati
annullati. In un’ora e venti
di neve hanno bloccato tre aeroporti. Poteva il mio aeroporto non
essere uno di
quei tre? Ovvio che no.
Decido di mettermi comoda di nuovo e mi
sdraio per terra in attesa di
sapere quando ripristineranno il mio volo.
Dopo SOLO due ore capisco che mi
farò la nottata in aeroporto e lì
partono le ostie e le madonne perché avevo preso il volo
delle 6 e non quello
delle dieci di sera per un motivo e ora quel motivo non sussisteva
più.
Vado a procacciarmi un po’ di cibo
poi mi rimetto (s)comoda per terra
con la testa sulla mia valigia e la faccia rivolta verso il tabellone.
Dalle
sei del pomeriggio in cui dovevo partire, sono partita alle sei del
mattino del
giorno dopo.
Ore di sonno: 4.
Prima mi si è piazzato di fianco
uno che russava come una tromba, poi è
passata una madre col passeggino doppio che urlava contro la figlia di
non più
di due anni “Luna! Ti ho detto di VENIRE QUI BRUTTA
DISGRAZIATA NON FARMI
CORRERE CHE MI SENTO MALE!!!!!” in italiano, svegliando tutti
nel raggio di tre
km. Ovviamente la figlia l’ha ignorata alla grande ed
è dovuto intervenire il
fratello maggiore (anni 11) per andare a recuperarla. La mamma poi
è sparita ed
è ritornata con la faccia verde, segno che effettivamente
stava male. In tutto
questo, solo poi, mi sono accorta che c’era
un’altra bambina dormiente che non
si sa ancora come ha continuato a dormire. Si è svegliata
giusto per mangiare
qualcosa, la madre le ha ficcato un biberon in bocca, lei ha mangiato,
si è
girata e si è rimessa a dormire. Contenta lei, contenti
tutti.
Avevamo fatto i conti senza
l’oste, ossia senza Luna. Luna aveva fame,
voleva giocare, voleva correre,
scherzareurlaredistruggereammazzarerompereicoglioni e non
c’è stato verso di
tenerla buona. Solo verso mezzanotte la mamma l’ha guardata e
l’ha minacciata
che appena arrivati in Italia la massacrava di botte se non la piantava
di
rompere gli attributi maschili altrui e si è messa buona a
dormire accanto al
fratello.
Il fratello, undici anni di età,
quando la madre è sparita per andare a
vomitare anche l’utero si è distratto mezzo
secondo e quando si è voltato Luna
era sparita. L’avevo tenuta d’occhio io, quella
bambina era un pericolo
pubblico, e stavo per dirgli “Guarda che è
lì” col mio tono più dolce e
zuccheroso, insomma un bambino così piccolo che aiuta la
madre è da encomiare,
che lui si gira, si guarda intorno e se ne è esce con un
“Ma dove cazzo è ora
Luna?”.
Dopo essere sbiancata ed essermi ripromessa
che se sentivo dire una
cosa del genere a mio fratello e mia sorella li massacravo di botte sul
serio,
mi riprendo e gli indico la bambina con un tono un filo meno scorbutico
di
quello di Wolverine.
“Ah minchia, mi è preso
un colpo” Non s’è perso
d’animo.
Credo che dopo un cazzo, minchia ci stesse
d’incanto, chi ero io per
poter dire ad un bambino di undici anni che si sarebbe dovuto lavare la
bocca
con l’acido?
Nessuno, difatti quando la mamma
è rientrata si è rivolta a lui
chiedendogli “ma adesso Luna che cazzo sta
facendo?” e ho capito che se il
bimbo era così messo male, i genitori c’entravano
un pochino.
Lungi da me fare le paternali a degli
sconosciuti, mi sono girata e mi
sono rimessa a dormire.
Ottimisticamente, mi son detta,
dormirò almeno cinque ore.
Avevo fatto anche io i conti senza
l’oste. Parlo di madama sfortuna.
Si è messa comoda sul mio collo e
non mi ha fatto chiudere occhio, mi
giravo a destra e il fianco mi faceva male, mi giravo a sinistra e il
collo
ululava alla luna, mi mettevo dritta e il mio collo protestava neanche
lo
avessi messo ad angolo retto, mi sono messa a testa in giù e
c’era troppo
freddo, mi sono alzata e mi sono messa a metà per terra e a
metà sulla valigia,
niente, un freddo porco che mi saliva dalle gambe.
Miracolosamente mi addormento.
Mi sveglio un’ora esatta
più tardi che non sentivo più il braccio, un
male, un male, UN MALE che non sto a spiegarvi.
Mi giro da un’altra parte certa
che quel braccio me lo dovranno
amputare in un modo o nell’altro… ovviamente
poteva non addormentarsi anche
l’altro?
Ore: 2 del mattino.
Mi tiro su, metto un braccio sulla valigia e
lascio l’altro ancora
morto dall’altra parte e dormo appoggiata al muro.
Dopo un’ora un paio di cornuti mi
sono passati di fianco con quattro e
ripeto QUATTRO trolley che hanno svegliato anche la regina a Buckingham
Palace.
Guardo la sezione check in e vedo che
neanche uno ci si è avvicinato e
mi rassegno a stare sveglia.
Ovviamente verso le tre e mezza mentre
pensavo a grossi problemi
esistenziali mi sono addormentata di nuovo. E poteva la sveglia non
suonare
alle 4 e 20? Meno male che l’avevo messa in previsione di un
mio possibile
collasso. Fra le cose noto che se prima al primo rumore mi svegliavo
non appena
la stanchezza vera ha preso il sopravvento non ho sentito niente,
compresa la
marea di gente che iniziava a destarsi dal torpore che a me non era
stato
concesso se non un’oretta prima.
Alla fine mi avvicino, passo il metal
detector… poteva non suonare la
mia valigia?
Per un fottutissimo Hard Disk esterno,
neanche avessi avuto una bomba a
mano dentro.
Finiti i controlli, finito di rivestirmi,
vado a fare shopping che mi
mancavano un paio di regalini. Me la sfango con due creme e finalmente
mi
dirigo verso il mio gate. Poteva non essere il numero 54?
15 minuti per raggiungerlo, una cosa
spaventosa.
Alla fine entro in quel dannatissimo aereo,
decolliamo, io mi
addormento e mi sveglio all’atterraggio con le gambe
addormentate. Scendo le
scale come una disabile, metto piede a terra, esco
dall’aeroporto per aspettare
la mia amica e… per poco non mi ammazzo scivolando sul
ghiaccio.
Ah già, mi sono scordata di dirvi
che quando mi sono svegliata, prima
dell’atterraggio, ho guardato fuori e ho visto tutta Bergamo
bianca, tant’è che
mi sono domandata “ma sono in Italia o in
Groenlandia?”
Pazzesco.
I miei non sapevano niente. Ho fatto una
sorpresa a tutti per il nono
compleanno di mia sorella.
Avevo pensato a tutto. Avrei suonato il
campanello, mia madre avrebbe
risposto e avrei detto “testimoni di Geova signora, apra le
sue porte al signore”.
Mia madre, molto poco credente avrebbe rifiutato, io avrei continuato a
suonare
poi l’avrei chiamata e le avrei detto “Disgraziata
apri la porta, non ricordi
neanche la voce di tua figlia!” le sarebbe venuto un colpo e
chi si è visto si
è visto.
In fondo, mi sono detta, è un
piano geniale, mia madre è sempre in
casa!
Poteva mia madre quel giorno con 4 gradi
sotto zero non decidere di
andare al mercatino? Evidentemente no.
Bon, partiamo alla ricerca della madre
perduta e mentre noi arriviamo
lei esce dal mercatino con due amici ai lati. Mi piazzo davanti a lei
che mi
guarda, abbassa gli occhi, continua a parlare e mentre io non mi sposto
rialza
gli occhi di scatto e si fa venire un infarto.
Scherzo numero uno: RIUSCITO. Dopo avermi
chiesto duemila volte “cosa
ci fai qui” si è ricordata che quella che aveva
davanti era sua figlia e si è
degnata di abbracciarmi e darmi un bacio.
Torniamo a casa, rischio di scivolare altre
tre volte, meno male che
c’era Lara che mi sosteneva se no vi scriverei
dall’ospedale.
Mia madre mi da le notizie principali, mio
zio si sposa a Giugno, che
culo, ho la scusa adatta per darmi alla pazza gioia comprando vestiti e
scarpe
(SEMPRE SE trovo lavoro), mia cugina è incinta, che sfiga
penso io, mia madre
ha trovato un nuovo lavoro ma ogni volta torna a casa
distrutta… e mia sorella
ha i pidocchi.
Potevo io scappare dalle pulci da letto e
non ritrovarmi davanti i
banali pidocchi? No, era chiedere troppo.
Scena: “Si guarda Rosa! Sono
incazzata NERAAAAAAAAAAAA! Dopodomani vado
a scuola, a proposito fino a quando ti fermi?, faccio un culo grande
come una
casa a tutti! E’ da ottobre che qualche bambino porta i
pidocchi a scuola e non
lo rimandano a casa! Anna se li è presi per ben 4 volte! E
via di aceto, e via
di olio d’oliva, (cazzo fai, l’insalata in testa ad
Anna?) e via di olio di
neem e poi!? Lo shampoo costa 23 euro, ma come si fa, ma vedi eh! Mi
sentono,
tiro giù l’edificio!”
La guardo e provo a dire “andare
per vie diplomat-…”
“Ma quali vie diplomatiche!!!!! Se
hanno i figli malati, con le pulci,
con le zecche, con il morbillo, con qualsiasi cosa che se li tengano a
casaaaaaaaaaaaaa”
Niente. Ho provato a dirle di calmarsi che
le scoppiava una vena ma si
è incazzata di più.
Poi, dato che non sto facendo palestra mia
madre ha deciso che si
doveva festeggiare l’evento con una torta diplomatica, le
frittelle, la pizza,
le pizzette, le focacce e i dolci al burro, che si sa, se non sono
calorici non
ci piacciono.
Risultato: tre chili presi in meno di 4
giorni.
E siccome le disgrazie non vengono mai da
sole, intorno alle sei di
pomeriggio di ieri è saltata la corrente. In tutto
l’edificio. Siccome la cosa
ci sembrava molto strana chiediamo ai vicini e… niente,
quelli dell’enel hanno
staccato la luce a tre edifici perché quello alla nostra
destra aveva un
nonsocosa di bruciato. Ovviamente avvisare era superfluo. Due ore a
lume di
candela e mia madre che mi prendeva in giro “Pensa Rosa, te
ne vai da Londra
con le pulci da letto e l’elettricità che va e
viene e arrivi a casa con i
pidocchi e l’elettricità staccata, ahahahah, che
sfiga che hai!”
Non le ho dato la risposta che si meritava
perché mi sarebbe crollato
l’edificio in testa.
Ora sono qui a scrivere dopo che tutti se ne
sono andati a letto a
domandarmi se abbia fatto bene o meno a tornare qui. Anche se solo per
pochi
giorni. Poi mi assale la tristezza, già lo so, mi
mancheranno i miei patatini e
…
Niente, mio fratello mi ha appena detto di
spostarmi che gli serve il
pc, vado a riempirlo di botte e poi ci si sente!
Alla prossima puntata, che vi devo
raccontare anche di quando ho
incontrato la mia amica biologa che è più sfigata
di me in amore! Non che mi
manchino gli argomenti di cui parlare... Come
minimo o l’aereo del ritorno fa ritardo, o non decolla, o mi
becco io i
pidocchi, quindi qualcosa da raccontarvi l’avrò di
sicuro.
Citazione
del giorno: "Tutte
le cose vanno male contemporaneamente" (HO VISTO, GRAZIE!) Quantizzazione delle Leggi di Murphy.
Sto
ascoltando:
Le grida di sofferenza di mio fratello
a seguito dell’attacco a tradimento ordito da me per fargli
il solletico. Come
sono malvagia! (p.s. se volete proprio una canzone allora di sottofondo
c’è
Devotion degli Hurts.)
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- La bassotta ha
aggiornato.
Andres alzò
lo sguardo dal pc e si
chiese per l’ennesima volta cosa avesse fatto di male per
meritarsi un
supplizio come Mark in ufficio.
- Immagino che dirti che
la cosa
non mi interessi sia di poco conto. – riprese a lavorare,
cercando una qualche
malvagia idea per farlo stare zitto.
- Immagini bene. Ah, la
sorella
ha dodici anni. Ed è sicura che non arriverà mai
in orario al colloquio. Ah, e
io sono Mr figaggine mentre tu sei Mr Antipatia.
- Non ci
dormirò la notte. Fra le
cose, sai che se si presenta in ritardo il lavoro se lo sogna.
Mark non si perse
d’animo e gli
fece il suo sorriso migliore.
- Sono sicuro che
arriverà all’ultimo
secondo, ma arriverà. E ti farà sputare sangue.
Andres alzò
un sopracciglio.
- Per quello ci sei
giù tu,
grazie, ne faccio volentieri a meno. E poi ricordati dove la stiamo
mandando. Con
CHI la stiamo mandando.
La faccia del suo
rompiscatole
preferito impallidì un poco.
- Già. Dodici
licenziamenti in
meno di cinque mesi. Ci sarà da divertirsi.
Merda.
Chiedo scusa per l'enorme ritardo. Come alcuni sapranno sono tornata in Italia per una decina di giorni nei quali ne sono successe di tutti i colori, manco a dirlo. Di rientro sembravo in stato comatoso, dormivo e mangiavo e non avevo voglia di fare niente. Non è nostalgia, non sono malatta, non sono incinta quindi sto andando in lertargo come i grandi orsi. Tanto la stazza è quella.