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Autore: Ladynotorius    08/03/2012    2 recensioni
Quando la sfiga ti perseguita hai due possibilità: o la prendi con filosofia o lasci trappole sparse per stanarla.
Lei si chiama Rosa, vive a Londra e sta cercando lavoro. E scrive. Un blog personale in cui mette in bianco e nero che la fortuna è cieca ma la sfiga ha quindici decimi nel suo caso. E quando finalmente trova lavoro capisce il perché di tutti i bonus di cui parlavano nell'application online che ha dovuto compilare e che le ha richiesto ben DUE ore.
"Me ne f***o se mi danno il giorno del compleanno libero se per lavorare devo sopportare un'ameba e un branco di imbecilli!"
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ai miei amici,
che ci sono sempre quando sono depressa.

Grazie Elena.

Caro Gerolamo,

mi era quasi parso che la vecchia signora non si accanisse così tanto su di me ultimamente, e invece… e invece vedo che il navigatore satellitare le funziona ancora benissimo e che come meta finale ci sono sempre io.

Prima di tutto, vi ho lasciati che dovevo raccontarvi dell’incontro da Selfridges ma non potevo perché dovevo partire.

Parto con il dirvi che un’ora dopo che ho aggiornato, mentre ero in viaggio per l’aeroporto, sono stata contattata da Mr antipatia che mi chiedeva di fare un secondo colloquio.

L’altro che mi fece il colloquio, lo chiamerò Mr figaggine, perché è veramente la cosa più bella che abbia mai visto dopo un paio di scarpe di Louboutin.

Niente, mi chiamavano per fissare un secondo colloquio e che giorno potevano scegliere se non il giorno del mio rientro alle 3?... non sono mai stata così brava a mentire in vita mia.

Ho detto che dovevo fare una visita medica che avevo prenotato mesi fa e che mi sarebbe dispiaciuto doverla rimandare, magari anche a un giorno in cui avrei lavorato… praticamente gli stavo dicendo “se mi assumete ora, potrei dovervi chiedere un giorno libero più avanti”.

Si lo so sono stata un genio. Non mi sono scostata poi molto dalla realtà, effettivamente devo fare le analisi del sangue per controllare che tutto sia ok e sicuramente avrò un livido così grande il giorno del colloquio che SE L’AEREO ARRIVA IN ORARIO loro potranno ammirare.

Giro caro, ti avevo promesso che ti parlavo del colloquio da Selfridges ma a sto punto preferisco aspettare al sedici e raccontarti ora COSA mi è successo dal momento esatto in cui ho deciso di muovermi da casa per prendere l’aereo.

Tanto per iniziare non si sa come mai ma la macchinetta per fare i biglietti mi ha fatto spendere 15 minuti per niente. Alla fine sto stronzo si è deciso di darmi il biglietto e meno male aggiungerei io visto che cinque minuti dopo partiva l’autobus che mi portava in aeroporto.

Nel momento stesso in cui sono entrata sul bus si è messo a nevicare.

Cominciamo bene ho pensato, ti pareva che di tutti i giorni possibili e immaginabili non potesse iniziare a nevicare il giorno esatto della mia partenza?...

Mi metto comoda sull’autobus e mi accorgo, con mia estrema gioia che fuori ci sono meno nove gradi mentre all’interno ce ne sono 45 e solo se stai attaccato al finestrino che penetra un filo d’aria, se no ce ne sarebbero ottanta.

Ottimo, siccome sono una persona molto fortunata appena scendo da qui mi becco una bronchite.

Mi tolgo i duecento strati che ho addosso e nonostante tutto continuo ad avere caldo.

Ma non mi osno buttata giù di morale. Mi sono buttata giù sui sedili e ho dormito alla grande, certa che se la sfiga mi ha seguita fedelmente fino ad oggi sicuramente non avrebbe scioperato per la mia partenza.

Infatti arrivo e i voli sono tutti stati annullati. In un’ora e venti di neve hanno bloccato tre aeroporti. Poteva il mio aeroporto non essere uno di quei tre? Ovvio che no.

Decido di mettermi comoda di nuovo e mi sdraio per terra in attesa di sapere quando ripristineranno il mio volo.

Dopo SOLO due ore capisco che mi farò la nottata in aeroporto e lì partono le ostie e le madonne perché avevo preso il volo delle 6 e non quello delle dieci di sera per un motivo e ora quel motivo non sussisteva più.

Vado a procacciarmi un po’ di cibo poi mi rimetto (s)comoda per terra con la testa sulla mia valigia e la faccia rivolta verso il tabellone. Dalle sei del pomeriggio in cui dovevo partire, sono partita alle sei del mattino del giorno dopo.

Ore di sonno: 4.

Prima mi si è piazzato di fianco uno che russava come una tromba, poi è passata una madre col passeggino doppio che urlava contro la figlia di non più di due anni “Luna! Ti ho detto di VENIRE QUI BRUTTA DISGRAZIATA NON FARMI CORRERE CHE MI SENTO MALE!!!!!” in italiano, svegliando tutti nel raggio di tre km. Ovviamente la figlia l’ha ignorata alla grande ed è dovuto intervenire il fratello maggiore (anni 11) per andare a recuperarla. La mamma poi è sparita ed è ritornata con la faccia verde, segno che effettivamente stava male. In tutto questo, solo poi, mi sono accorta che c’era un’altra bambina dormiente che non si sa ancora come ha continuato a dormire. Si è svegliata giusto per mangiare qualcosa, la madre le ha ficcato un biberon in bocca, lei ha mangiato, si è girata e si è rimessa a dormire. Contenta lei, contenti tutti.

Avevamo fatto i conti senza l’oste, ossia senza Luna. Luna aveva fame, voleva giocare, voleva correre, scherzareurlaredistruggereammazzarerompereicoglioni e non c’è stato verso di tenerla buona. Solo verso mezzanotte la mamma l’ha guardata e l’ha minacciata che appena arrivati in Italia la massacrava di botte se non la piantava di rompere gli attributi maschili altrui e si è messa buona a dormire accanto al fratello.

Il fratello, undici anni di età, quando la madre è sparita per andare a vomitare anche l’utero si è distratto mezzo secondo e quando si è voltato Luna era sparita. L’avevo tenuta d’occhio io, quella bambina era un pericolo pubblico, e stavo per dirgli “Guarda che è lì” col mio tono più dolce e zuccheroso, insomma un bambino così piccolo che aiuta la madre è da encomiare, che lui si gira, si guarda intorno e se ne è esce con un “Ma dove cazzo è ora Luna?”.

Dopo essere sbiancata ed essermi ripromessa che se sentivo dire una cosa del genere a mio fratello e mia sorella li massacravo di botte sul serio, mi riprendo e gli indico la bambina con un tono un filo meno scorbutico di quello di Wolverine.

“Ah minchia, mi è preso un colpo” Non s’è perso d’animo.

Credo che dopo un cazzo, minchia ci stesse d’incanto, chi ero io per poter dire ad un bambino di undici anni che si sarebbe dovuto lavare la bocca con l’acido?

Nessuno, difatti quando la mamma è rientrata si è rivolta a lui chiedendogli “ma adesso Luna che cazzo sta facendo?” e ho capito che se il bimbo era così messo male, i genitori c’entravano un pochino.

Lungi da me fare le paternali a degli sconosciuti, mi sono girata e mi sono rimessa a dormire.

Ottimisticamente, mi son detta, dormirò almeno cinque ore.

Avevo fatto anche io i conti senza l’oste. Parlo di madama sfortuna.

Si è messa comoda sul mio collo e non mi ha fatto chiudere occhio, mi giravo a destra e il fianco mi faceva male, mi giravo a sinistra e il collo ululava alla luna, mi mettevo dritta e il mio collo protestava neanche lo avessi messo ad angolo retto, mi sono messa a testa in giù e c’era troppo freddo, mi sono alzata e mi sono messa a metà per terra e a metà sulla valigia, niente, un freddo porco che mi saliva dalle gambe.

Miracolosamente mi addormento.

Mi sveglio un’ora esatta più tardi che non sentivo più il braccio, un male, un male, UN MALE che non sto a spiegarvi.

Mi giro da un’altra parte certa che quel braccio me lo dovranno amputare in un modo o nell’altro… ovviamente poteva non addormentarsi anche l’altro?

Ore: 2 del mattino.

Mi tiro su, metto un braccio sulla valigia e lascio l’altro ancora morto dall’altra parte e dormo appoggiata al muro.

Dopo un’ora un paio di cornuti mi sono passati di fianco con quattro e ripeto QUATTRO trolley che hanno svegliato anche la regina a Buckingham Palace.

Guardo la sezione check in e vedo che neanche uno ci si è avvicinato e mi rassegno a stare sveglia.

Ovviamente verso le tre e mezza mentre pensavo a grossi problemi esistenziali mi sono addormentata di nuovo. E poteva la sveglia non suonare alle 4 e 20? Meno male che l’avevo messa in previsione di un mio possibile collasso. Fra le cose noto che se prima al primo rumore mi svegliavo non appena la stanchezza vera ha preso il sopravvento non ho sentito niente, compresa la marea di gente che iniziava a destarsi dal torpore che a me non era stato concesso se non un’oretta prima.

Alla fine mi avvicino, passo il metal detector… poteva non suonare la mia valigia?

Per un fottutissimo Hard Disk esterno, neanche avessi avuto una bomba a mano dentro.

Finiti i controlli, finito di rivestirmi, vado a fare shopping che mi mancavano un paio di regalini. Me la sfango con due creme e finalmente mi dirigo verso il mio gate. Poteva non essere il numero 54?

15 minuti per raggiungerlo, una cosa spaventosa.

Alla fine entro in quel dannatissimo aereo, decolliamo, io mi addormento e mi sveglio all’atterraggio con le gambe addormentate. Scendo le scale come una disabile, metto piede a terra, esco dall’aeroporto per aspettare la mia amica e… per poco non mi ammazzo scivolando sul ghiaccio.

Ah già, mi sono scordata di dirvi che quando mi sono svegliata, prima dell’atterraggio, ho guardato fuori e ho visto tutta Bergamo bianca, tant’è che mi sono domandata “ma sono in Italia o in Groenlandia?”

Pazzesco.

I miei non sapevano niente. Ho fatto una sorpresa a tutti per il nono compleanno di mia sorella.

Avevo pensato a tutto. Avrei suonato il campanello, mia madre avrebbe risposto e avrei detto “testimoni di Geova signora, apra le sue porte al signore”. Mia madre, molto poco credente avrebbe rifiutato, io avrei continuato a suonare poi l’avrei chiamata e le avrei detto “Disgraziata apri la porta, non ricordi neanche la voce di tua figlia!” le sarebbe venuto un colpo e chi si è visto si è visto.

In fondo, mi sono detta, è un piano geniale, mia madre è sempre in casa!

Poteva mia madre quel giorno con 4 gradi sotto zero non decidere di andare al mercatino? Evidentemente no.

Bon, partiamo alla ricerca della madre perduta e mentre noi arriviamo lei esce dal mercatino con due amici ai lati. Mi piazzo davanti a lei che mi guarda, abbassa gli occhi, continua a parlare e mentre io non mi sposto rialza gli occhi di scatto e si fa venire un infarto.

Scherzo numero uno: RIUSCITO. Dopo avermi chiesto duemila volte “cosa ci fai qui” si è ricordata che quella che aveva davanti era sua figlia e si è degnata di abbracciarmi e darmi un bacio.

Torniamo a casa, rischio di scivolare altre tre volte, meno male che c’era Lara che mi sosteneva se no vi scriverei dall’ospedale.

Mia madre mi da le notizie principali, mio zio si sposa a Giugno, che culo, ho la scusa adatta per darmi alla pazza gioia comprando vestiti e scarpe (SEMPRE SE trovo lavoro), mia cugina è incinta, che sfiga penso io, mia madre ha trovato un nuovo lavoro ma ogni volta torna a casa distrutta… e mia sorella ha i pidocchi.

Potevo io scappare dalle pulci da letto e non ritrovarmi davanti i banali pidocchi? No, era chiedere troppo.

Scena: “Si guarda Rosa! Sono incazzata NERAAAAAAAAAAAA! Dopodomani vado a scuola, a proposito fino a quando ti fermi?, faccio un culo grande come una casa a tutti! E’ da ottobre che qualche bambino porta i pidocchi a scuola e non lo rimandano a casa! Anna se li è presi per ben 4 volte! E via di aceto, e via di olio d’oliva, (cazzo fai, l’insalata in testa ad Anna?) e via di olio di neem e poi!? Lo shampoo costa 23 euro, ma come si fa, ma vedi eh! Mi sentono, tiro giù l’edificio!”

La guardo e provo a dire “andare per vie diplomat-…”

“Ma quali vie diplomatiche!!!!! Se hanno i figli malati, con le pulci, con le zecche, con il morbillo, con qualsiasi cosa che se li tengano a casaaaaaaaaaaaaa”

Niente. Ho provato a dirle di calmarsi che le scoppiava una vena ma si è incazzata di più.

Poi, dato che non sto facendo palestra mia madre ha deciso che si doveva festeggiare l’evento con una torta diplomatica, le frittelle, la pizza, le pizzette, le focacce e i dolci al burro, che si sa, se non sono calorici non ci piacciono.

Risultato: tre chili presi in meno di 4 giorni.

E siccome le disgrazie non vengono mai da sole, intorno alle sei di pomeriggio di ieri è saltata la corrente. In tutto l’edificio. Siccome la cosa ci sembrava molto strana chiediamo ai vicini e… niente, quelli dell’enel hanno staccato la luce a tre edifici perché quello alla nostra destra aveva un nonsocosa di bruciato. Ovviamente avvisare era superfluo. Due ore a lume di candela e mia madre che mi prendeva in giro “Pensa Rosa, te ne vai da Londra con le pulci da letto e l’elettricità che va e viene e arrivi a casa con i pidocchi e l’elettricità staccata, ahahahah, che sfiga che hai!”

Non le ho dato la risposta che si meritava perché mi sarebbe crollato l’edificio in testa.

Ora sono qui a scrivere dopo che tutti se ne sono andati a letto a domandarmi se abbia fatto bene o meno a tornare qui. Anche se solo per pochi giorni. Poi mi assale la tristezza, già lo so, mi mancheranno i miei patatini e …

Niente, mio fratello mi ha appena detto di spostarmi che gli serve il pc, vado a riempirlo di botte e poi ci si sente!

Alla prossima puntata, che vi devo raccontare anche di quando ho incontrato la mia amica biologa che è più sfigata di me in amore! Non che mi manchino gli argomenti di cui parlare...  Come minimo o l’aereo del ritorno fa ritardo, o non decolla, o mi becco io i pidocchi, quindi qualcosa da raccontarvi l’avrò di sicuro.

Citazione del giorno: "Tutte le cose vanno male contemporaneamente" (HO VISTO, GRAZIE!) Quantizzazione delle Leggi di Murphy.

Sto ascoltando: Le grida di sofferenza di mio fratello a seguito dell’attacco a tradimento ordito da me per fargli il solletico. Come sono malvagia! (p.s. se volete proprio una canzone allora di sottofondo c’è Devotion degli Hurts.)

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- La bassotta ha aggiornato.

Andres alzò lo sguardo dal pc e si chiese per l’ennesima volta cosa avesse fatto di male per meritarsi un supplizio come Mark in ufficio.

- Immagino che dirti che la cosa non mi interessi sia di poco conto. – riprese a lavorare, cercando una qualche malvagia idea per farlo stare zitto.

- Immagini bene. Ah, la sorella ha dodici anni. Ed è sicura che non arriverà mai in orario al colloquio. Ah, e io sono Mr figaggine mentre tu sei Mr Antipatia.

- Non ci dormirò la notte. Fra le cose, sai che se si presenta in ritardo il lavoro se lo sogna.

Mark non si perse d’animo e gli fece il suo sorriso migliore.

- Sono sicuro che arriverà all’ultimo secondo, ma arriverà. E ti farà sputare sangue.

Andres alzò un sopracciglio.

- Per quello ci sei giù tu, grazie, ne faccio volentieri a meno. E poi ricordati dove la stiamo mandando. Con CHI la stiamo mandando.

La faccia del suo rompiscatole preferito impallidì un poco.

- Già. Dodici licenziamenti in meno di cinque mesi. Ci sarà da divertirsi.

Merda.

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Chiedo scusa per l'enorme ritardo. Come alcuni sapranno sono tornata in Italia per una decina di giorni nei quali ne sono successe di tutti i colori, manco a dirlo. Di rientro sembravo in stato comatoso, dormivo e mangiavo e non avevo voglia di fare niente. Non è nostalgia, non sono malatta, non sono incinta quindi sto andando in lertargo come i grandi orsi. Tanto la stazza è quella.

  
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