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Autore: Akane    10/10/2006    1 recensioni
‘Cerco un posto per me, per la mia testa, per la mia anima’.
Una ragazzina orfana cresciuta sola, selvatica e indomabile arriva in una famiglia fuori dal comune che l'aiuterà. La sua vita, il suo buio e come ne esce. La sorpresa di un nuovo arrivo nella sua vita e scoperte che sconvolgerebbero chiunque ma non lei che la rafforzano.
(la sto rimettendo rivisitata e sistemata un po'...)
Genere: Drammatico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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*PREMESSA LUNGA:

Vi presento così l’ultimo capitolo di questa original mini…qua c’è il famoso salto di tempo di 7 anni dove i 2 protagonisti sono adulti. Cosa sarà successo in questo lasso di tempo? Come si risolveranno le cose? Scopritelo leggendo! Prima di passare ai ringraziamenti, vi lascio il link al disegni che ho fatto su Luca e altri invece su foto che ho scelto per gli interpreti adulti dei protagonisti…e anche per il Luca bambino!

Luca ragazzo disegnato: http://img400.imageshack.us/img400/6278/lucadisegnoet2.jpg 

Luca bambino foto, modello mio fratello: http://img220.imageshack.us/img220/4558/image005si3.jpg

Luca ragazzo fino ai 19 anni circa foto, modello Adam Rickitt: http://img366.imageshack.us/img366/1192/image017tm0.jpg , http://img103.imageshack.us/img103/4986/image021su7.jpg

Luca ragazzo dai 26 anni circa foto, modello Chad Michael Murray: http://img103.imageshack.us/img103/2357/luca12ha5.jpg , http://img103.imageshack.us/img103/593/luca13ou3.jpg , http://img207.imageshack.us/img207/8104/luca6eg4.jpg , http://img56.imageshack.us/img56/1724/luca8hg7.jpg , http://img74.imageshack.us/img74/4522/luca9qu2.jpg

Nike ragazza e adulta versione bionda foto, modella Elisha Cutberth: http://img213.imageshack.us/img213/4995/image012ac7.jpg , http://img220.imageshack.us/img220/8771/image014dm4.jpg

Bryan ragazzo foto, modello Jhonny Depp(da giovane!): http://img204.imageshack.us/img204/2448/image010ru0.jpg

Simone(il figlio di lei)ragazzo foto, modello Damon Alabarn(non ne ho di lui da piccolo, anche se nella storia appare solo da bambino…): http://img204.imageshack.us/img204/9956/simone2ex1.jpg

Ed ora passiamo ai ringraziamenti: grazie ai lettori e a chi ha commentato questa storiella: Yama An, Darkgirl, Bychan, Sisil85, Eyesice, Parsifal, Yukino, Sawadee, Yuyu. Poi vorrei dire grazie anche alla mia famiglia reale perché esiste e mi ha dato l’ispirazione per creare quella della storia(che è identica alla mia…), tutto ciò che ho inserito, fra scene e descrizioni varie, esiste veramente e per questo devo dire grazie anche alla mia vita reale. Infine il grazie più grande non può non andare a Kyo, la nostra gatta che mi ha ispirato Nike e quindi tutta l’intera storia! Grazie micia! Anche se ti ho dato un nome da maschio(per Kyo di Furba!)sei qua con noi ormai da 3 anni o forse più e non ti sei mai ribellata…sono commossa! A onor del vero devo ringraziare anche il gatto che quando Kyo fu appena presa, c’era con noi, Yuki(anche lui per Furba). Quel gatto che poi è morto dopo un anno di convivenza con Kyo, ha aiutato molto quest’ultima poiché appena raccolta era proprio randagia, impaurita ed intrattabile, lui le è stata accanto paziente col suo carattere calmo, placido e pigro e sono diventati amici…facendo sì che Nike l’imitasse in diverse cose, come mangiare nella ciotola, fare pipì e cacca nella vaschetta, dormire in casa(anche se nascosta…)e cose così…in compenso lei ha insegnato a lui a lavarsi, poiché il puzzone gatto grigio, Yuki, non si leccava mai ed era sempre sporco…così lei per stargli vicino gli faceva il bagnetto! Che coppia….però è durata solo un anno, poi lui è morto di malattia!

Bene, dopo la storia dei miei gatti, di cui parlo come se fossero essere umani, posso passare ai consigli di lettura. Se siete affezionati a storie d’amore come queste potete dedicarvi a Frammenti, un original a capitoli che in effetti sto finendo in questi giorni anch’essa. Parla di 2 principi e una principessa e un ragazzo di strada. È etero però c’è un cenno ad una secondaria storia yaoi. È molto soft con un certo stile curato visto che si parla di principi moderni! Altrimenti ci saranno non so quando spero presto in sostituzione a questa, sempre però etero e a pochi capitoli, 2 original, entrambe NC17, un bel po’ fortine per i temi trattati e il modo: Amore Velenoso per il sesso, invece Puro Amore oltre che per il sesso anche per temi più adulti e delicati come la droga, la depressione, il suicidio e l’anoressia. Lo dico subito visto che non si tratteranno di storie come queste ma sempre d’amore, brevi e etero sono! Altrimenti tenete d’occhio altre mie nuove o dedicatevi alla lettura della mia etero original lunga più famosa che per ora scrivo: Smoke on the water! Ecco, dopo essermi fatta pubblicità vi dico solo che ci sentiamo in giro se non muoio prima(gli incidenti accadono, bisogna metterli in preventivo!) e buona lettura.

Baci Akane*

 

CAPITOLO 9:

I’M WITH YOU

 

 

- Era ora che arrivasse mattina, non ne potevo più di stare a dormire!-

A voce squillante per nulla insonnolita, il bambino di 7 anni si alzò dal letto con uno scatto veloce finendo in piedi sul materasso. Cominciando a saltellare con un risolino negli occhi furbi e le fossette birichine nelle guance vide sua mamma che con un alzata d’occhi al cielo apriva la saracinesca della porta vetrata che dava sulla terrazza, entrò così la luce che illuminò i capelli arancioni del piccolo e gli occhi dorati più simili a quelli di un gatto sia per grandezza che per forma. Le lentiggini che gli coprivano il corpo furono presto visibili vista la fine del pigiama, subito buttato a terra! Sembrava il classico rosso ma aveva semplicemente preso dalla madre, quindi anche da adulto sarebbe diventato semplicemente biondo e senza lentiggini.

Questo lo rassicurava poiché non gli andava molto a genio l’idea di avere quei puntini arancioni per tutta la vita. Inoltre se sarebbe diventato come lei allora avrebbe anche potuto vincere il concorso di Mr Universo poiché sicuramente sarebbe stato bellissimo! Sua mamma era la donna più bella del mondo, ai suoi occhi appariva così ed in effetti non aveva torto.

Dopo essersi spogliato le saltò al collo coprendola di baci, lei così ne approfittò per portarlo in bagno e posarlo nella vasca dove gli fece una doccia veloce, si levarono gli urli di Tarzan, lui odiava l’acqua ma gli piaceva essere pulito e profumato quindi ogni volta c‘era un gran conflitto in lui per lavarsi e spesso preferiva rimanere sporco!

Riuscì a bagnare abbondantemente anche sua mamma che con aria di sopportazione si era tolta la camicia da notte ed era rimasta in biancheria intima, lui se ne riempì gli occhi sbrilluccicosi…sua mamma non era solo la donna più bella del mondo, era anche la SUA donna, l’amava alla follia e qualunque cosa facesse a lui piaceva…anche vederla nuda, cosa del tutto naturale per lui.

Gli sembrava una cosa da grandi e quindi lo divertiva molto. Del resto lei non aveva nessun uomo nella sua vita e quindi era ovvio che la considerasse solo sua. Senza padre, il piccolo bambino pestifero, si era autoconvinto di essere figlio e marito allo stesso tempo…fortuna era che ancora non sapeva cosa facevano marito e moglie!

Quando la tortura della doccia terminò e la madre l’avvolse con un enorme asciugamano, lui tirò un sospiro di sollievo e facendosi prendere in braccio dalla sua donna preferita, appiccicò il viso al suo bagnandola ancora, lei fece una smorfia, aveva la stessa fobia dell’acqua, suo malgrado lo portò in camera e l’asciugò con grande pazienza e lo vestì.

Il tutto si svolse con un lungo monologo di quel bambino allegro e chiacchierone!

La donna lo guardò mentre fra una frase e l’altra si gettava in nuovi passi di break dance appena imparati, era dura avere a che fare con uno come lui, completamente diverso da lei: iperattivo, superallegro, fantasioso, spericolato, combinaguai, chiacchierone, pasticcione, tonto, ingenuo, affettuoso e con una grande mania per l’esplorazione del mondo! Lei invece non usciva quasi mai di casa ed aveva una paura assurda del mondo, non faceva mai nulla se non ne era costretta e lo faceva con grande attenzione, non era quasi mai allegra, piuttosto malinconica e selvatica, inavvicinabile e scontrosa, silenziosa e realista. Da chi avesse preso quel carattere, quel bambino, era un mistero! Forse dal vero padre…ma non avrebbe potuto dirlo con certezza, non erano stati abbastanza insieme da potersi conoscere, se ne era andato appena aveva saputo che lei era incinta, classico vigliacco. Di lui non aveva più ricevuto nessuna notizia!

Dopo averlo visto ingozzarsi come una fogna, questo lato però l’aveva preso da lei, (nel frattempo si era rivestita)il campanello suonò.

- Simo, è arrivata la zia Elisa, sbrigati!-

Aprendo la porta si era trovata davanti una bambina di 7 anni dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi ed un maschietto moro coi ricci che gli si spettinavano anche sugli occhi azzurri.

- Sam, Jesai!-

Il grido di Simone, dall’interno della casa aveva superato il saluto che prontamente il bambino aveva ripetuto:

- Ciao zia Nike…-

L’altra invece si era messa a gridare alla bellezza delle 7.45:

- SIMOOOO DAI SBRIGATI! SEI SEMPRE TARDI!-

Quelli erano i cugini dello spericolato figlio di Nike. Samantah era il terremoto di Astrid mentre Jesai dal nome strano era il gioiello di Elisa! Lei somigliava fisicamente ai genitori ed ai 2 fratelli maggiori, i gemelli Michael e Daniele, aveva preso le parti migliori di mamma e papà ed era una bellissima bambina, fin troppo allegra e pestifera…considerando che fino ai 6 anni era stata un angioletto esemplare e che da quando aveva iniziato scuola si era scatenata, la si poteva chiamare creatura schizofrenica. Lui era la copia del padre tranne che per gli occhi che erano della mamma. In quanto a carattere era tranquillo e calmo, molto maturo e adulto per la sua età, proprio come Filippo, il padre; l’opposto di Miriam la sorella maggiore.

Simone, Samantah e Jesai erano un trio di cugini, Simone non lo era di sangue ma era come se lo fosse, molto affiatati facevano tutto insieme e anche se lei ormai era andata e vivere da sola in una casa popolare pur di essere indipendente e non pesare ancora sulla sua famiglia adottiva, erano comunque un unico grande danno…come lo erano anche il trio della prima generazione: Michael, Daniele e Miriam!

- La mamma ha detto che la nonna le ha detto di dirle di dire a te che…-

Sam aveva iniziato un discorso molto complicato e confuso, come lei riusciva sempre ad essere grazie ai geni di sua madre, Astrid. In suo aiuto era arrivato il cugino Jesai che al contrario suo, con la stessa capacità incredibile di sintesi ereditata dal padre, aveva preso la parola:

- Sabato siamo tutti al compleanno della nonna…-

sia Nike che la cugina accanto a lui lo guardarono con grande ammirazione, era proprio la copia in miniatura di Filippo!

Il clacson suonò per richiamarli all’attenzione, così Sam corse dentro, afferrò per mano Simone che ancora correva a destra e a sinistro con il boccone in bocca e lo tirò fuori:

- Dai, la zia ha fretta, su!-

Salutarono Nike e correndo come dei pazzi, facendo a gara, arrivarono alla macchina; non si affannò come loro Jesai, non ne aveva la minima intenzione!

 

Sabato arrivò in fretta.

Ormai in casa coi genitori viveva solamente Luca, persino Selene si era spostata ed aveva messo su famiglia, quella sera infatti sarebbe arrivata col piccolo che aveva cominciato a camminare da poco a cui tutti ponevano la maggior parte dell’attenzione, per evitare che il nuovo gioiello di famiglia potesse cadere e farsi male…ma soprattutto non si ficcasse in qualche guaio! Il piccolo Gabriele somigliava alla mamma dalla punta dei piedi a quella dei capelli e quindi con lei aveva ereditato anche la mania di combinare disastri e far urlare chiunque! Adorava aprire il frigo e buttare giù uova e tutto ciò che gli capitava sotto mano, in bagno prendeva i detersivi e li apriva rovesciandoli tutti, in cantina si imbiancava di farina…e queste erano solamente poche, di quelle che faceva! Un vero terremoto, del resto degno cuginetto delle altre pesti!

I primi ad arrivare furono Nike e Simone, ovviamente il piccolo corse veloce come un fulmine per arrivare primo ed attaccarsi al campanello, una volta che Nike riuscì a staccarlo la porta si aprì per farli entrare. Ad accoglierli era arrivato Luca e per un attimo la ragazza rimase senza fiato a guardarlo. Era veramente da molto che non lo vedeva. Simone si appese a lui gridando felice:

- CIAO ZIOOOO!-

Il biondo dai capelli lisci che si sistemavano sulle spalle, liberando il volto grazie alla riga in parte, prese in braccio il nipote che nonostante i 7 anni era leggero, fece qualche passo indietro e sorridendo radioso, come solo lui poteva, mostrò quel filo di barba chiara che ormai si era lasciato crescere e che gli donava quell’aria più da adulto. Se possibile era ancor più bello di quando aveva 18 anni. A quell’età tutti avevano creduto che fosse nel fiore della sua bellezza ma si erano sbagliati…non ci poteva essere limite al miglioramento.  Il soprannome di angelo era appropriato!

Quando poi il figlio corse dentro a salutare i nonni, portando il consueto caos, Nike si scosse e mosse qualche passo verso il fratello adottivo che l’attendeva osservandola a sua volta cancellando lentamente il sorriso dalle sue belle labbra pallide.

Già, era veramente da molto che non si vedevano e anche lui rimase a sua volta incantato…l’aver avuto un figlio in giovane età non aveva penalizzato la sua bellezza, sembrava sempre una gatta selvatica pronta a scappare, attaccare o nascondersi dietro di lui. Rivedendosi così veniva da ricordare quei momenti da bambini in cui inseparabili facevano sempre tutto insieme, ma poi si doveva tornare al presente, un presente che ormai li vedeva separati e distanti mille miglia.

- Ciao…-

lo dissero insieme e per questo tornarono in un silenzio imbarazzante, così senza sapere che dire, decisero di darsi un bacio guancia a guancia e di entrare in  casa. Poi con un po’ di impaccio lui le chiese come andasse e lei rispose con un vago e conveniente:

- Bene…-

Non avrebbe mai detto la verità, o meglio che ‘bene’ era una parola decisamente grossa!

- E con Simone? Riesci a domarlo?-

Lei alzò spontaneamente i begli occhi da gatta al soffitto con esasperazione e lasciandosi andare disse:

- Ieri ha tentato di scappare di nuovo…voleva convincere anche gli altri 2 fedeli compagni di disavventure che era bello esplorare il mondo. Sam, nemmeno a dirlo, si è fatta convincere al volo, fortuna che Jesai è andato con loro con l’unica intenzione di fermarli e riportarli a casa, infatti ci è riuscito con un abile espediente…quei fessacchiotti ci sono cascati ma non avevo dubbi!-

Solo parlando del figlio si scioglieva, lui lo sapeva per questo glielo aveva chiesto e con un nuovo sorriso, non radioso ma sempre un sorriso era, aveva così risposto:

- Quel bambino è una manna dal cielo! Simone era alla ricerca del padre, immagino…-

Un ombra passò nello sguardo verde-dorato dell’ormai bionda:

- Come sempre…-

L’imbarazzo tornò, interrotto questa volta dai loro genitori che arrivarono a salutare Nike.

I secondi ad arrivare furono Selene col marito, sposati da poco più di 2 anni, col piccolo Gabriele. Lei aveva maturato una bellezza da donna e non più da ragazza, coi capelli corti e scalati, un taglio sperimentale, e le maches bionde sembrava quasi seria, gli occhi di ghiaccio ingannevoli stavano già progettando una possibile tortura per la sorellastra che non vedeva da un po’ di tempo. Il marito era un fotografo alto dai capelli neri di qualche anno più grande di lei, sul bel volto dai lineamenti da zingaro presentava un po’ di barba scura che gli donava alquanto. La loro storia era molto bella: lei diventata campionessa di basket a livello nazionale era stata presa di mira da un sacco di giornalisti per mille interviste, vista anche la sua bellezza e spigliatezza, oltre che bravura; era scoppiato il boom di Selene Basso, la giocatrice di pallacanestro, l’ala della nazionale femminile. Grazie a questo lui aveva ricevuto l’incarico di farle un servizio fotografico da parte di un giornale sportivo molto prestigioso. Lui, fotografo sportivo di nome Lorenzo, l’aveva conosciuta così ed era rimasto subito affascinato da quel tornado dal forte carattere irascibile e provocatorio, nonostante l’aspetto molto femminile sembrava più un maschiaccio e gli abiti che indossava davano ragione a questa seconda idea: adorava lo stile militare, per cui era un mix molto intrigante. Avrebbe dovuto farle solo un paio di foto ma alla fine da quel pomeriggio era uscito materiale adatto ad un book intero…cosa che le regalò dopo aver addobbato un’intera mostra fotografica di foto sue, tutto per dichiararle il suo amore e chiederle di uscire con lui! Lei era rimasta catturata a sua volta da quell’artista folle dalle idee così stravaganti; del resto anche lui era veramente bello: capelli neri e mossi un po’ lunghi, il solito pizzo che gli ombreggiava il volto da zingaro e occhi verde azzurri penetranti…nonché un sorriso indecifrabile che gli donava un tocco di mistero. Aveva tutta l’aria di essere un tipo difficile e così infatti era stato. Dopo essere passato da fotografo sportivo a free lance(spero si scriva così)che girava il mondo, per il bene della carriera di Selene, se ne era andato senza dirle nulla, per lasciarla libera di dedicarsi al basket come pensava fosse giusto che facesse.

Quando lei l’aveva scoperto ed aveva capito il motivo del suo abbandono si era infuriata come non mai e facendosi in mille per trovarlo (visto che non aveva lasciato tracce di sé), era andata da lui di corsa attraversando mezzo mondo, letteralmente, e una volta arrivata da lui le si era buttata addosso picchiandolo come una furia e insultandolo! Gli aveva detto che era lei a decidere di sé stessa e della sua vita e che non era una bambola di porcellana delicata, che lei sapeva prendere le sue decisioni e reggere qualunque situazione. Così a lui non era rimasto che chiederglielo fra le lacrime, sussurrando senza gridare, colpito nel profondo da quella ragazza sconvolgente per uno come lui:

‘E allora sposami e dedicati a me…la faresti questa scelta?’

Lei non aveva avuto nemmeno bisogno di pensarci, gli aveva gridato un si al colmo della felicità, piangendo a sua volta, stringendolo mentre finiti a terra nel litigio precedente tornavano a respirare e a vivere.

Così aveva scelto di mollare un po’ con la pallacanestro e appena rimasta incinta aveva detto del tutto addio a quello sport che per lei aveva significato molto. In un ultima intervista in diretta televisiva aveva annunciato il suo abbandono alla carriera mentre Lorenzo l’aspettava dietro le quinte ascoltando le sue parole e vedendo come, attraversando il campo vuoto di basket, sempre filmato dal cameraman, lei aveva fatto finto di palleggiare, aveva piegato le ginocchia e con uno sguardo molto attento ed occhi azzurri che vedevano molto lontano, aveva tirato la palla immaginaria dritta nel canestro. Tutti vedendo lei che faceva il consueto segno di esultanza col pugno alzato si erano visti chiaramente la sfera di cuoio infilarsi nel cerchio e bruciare la retina nell’ultimo punto ufficiale della sua vita da cestista. Erano stati momenti emozionanti nei quali molti si erano commossi, tutti tranne la diretta interessata che al posto di uno sguardo triste e malinconico come sarebbe stato appropriato e giusto, aveva sorriso radiosa apprestandosi ad affrontare una nuova partita molto difficile, una grande sfida per il suo animo combattivo.

In effetti così era stato.

Gabriele era nato dopo circa nove mesi di gravidanza splendida ed aveva portato una gioia di cui già disponevano abbondantemente, facendo capire che non c’erano rimpianti per nessuno e che lo studio fotografico appena aperto di Lorenzo rimpiazzava ugualmente la carriera di free lance, l’eterno sogno del moro che ormai non avrebbe più potuto realizzare!

Questa la loro storia.

Ora si vedeva Nike già con un considerevole mal di testa e l’istinto di andarsene o nascondersi dietro Luca, ma si sentiva in dovere di fare la grande e facendo violenza su se stessa si obbligò a non cercare il suo aiuto. Il piccolo nanetto erede del terremoto Selene, era già protagonista di risate e urla isteriche…se si pensava Simone fosse un demonietto, lui forse era il diavolo in persona!

Successivamente arrivò la famiglia di Elisa, grazie al puntuale Filippo che aveva cominciato a preparare tutti un ora prima del necessario…il ritardo era nel DNA della famiglia e non si poteva pretendere che Elisa ne fosse stata sottratta! La donna aveva assunto un aspetto molto più materno, dolce e sereno ma non ci sarebbe aspettati nulla di diverso da lei. La sua storia con Filippo andava avanti da quando Elisa aveva 15 anni circa: avevano frequentato la stessa scuola e corso di teatro, lei se ne era innamorata poco a poco e una volta persa la testa per lui, lui si era defilato. Non si erano visti per molto tempo, durante il quale avevano avuto ognuno le proprie storie ed esperienze, ma nulla di serio ed impegnativo. Poi si erano rivisti, decisi a riattivare i contatti. Alla fine aveva vinto lei e il suo sentimento mai spento…con pazienza e dolcezza aveva saputo dargli quello che lui cercava da sempre e che non aveva mai trovato, tormentandosi per questo. Miriam, al momento di 11 anni, come già spiegato, era la copia di lei, considerando che lei da piccola era un terremoto si confidava nel fatto che prima o poi si sarebbe calmata anche la bambina; Jesai, di 7 invece era la copia di lui e di questo da un lato si doveva ringraziare il cielo vista la maturità e coscienziosità ma anche il carisma e la stoffa del leder che Filippo aveva. Una forte volontà e senso del dovere, un gran personaggio che si notava e lasciava il segno. Aveva testa e talento per qualsiasi cosa decidesse di fare. Così era anche il figlio. Solo che ereditando anche i difetti, era diventata una creatura molto chiusa, testarda, orgogliosa, difficile e lunatica…non certo uno scherzo avere due figli così!

Nike potè tirare un sospiro di sollievo vedendo la sorellastra preferita: Elisa…e non si vergognò di andare da lei! Loro si vedevano spesso visto che Simone era coetaneo e molto amico, anzi, un tutt’uno, con Jesai e Samantah. Certo, quindi…con Elisa si vedeva volentieri, la bionda, ma il fatto di essere costretta a farlo anche con Astrid visto che i figli altrimenti avrebbero dato fuoco alla casa ad entrambe, non le dava molto piacere!

Ebbene sì…arrivò anche lei, l’ultima come sempre: Astrid coi 3 figli e il marito. Lei e Marco avevano un ulteriore storia molto simpatica: lei l’aveva conosciuto in un pub dove lui lavorava e appena incontrato le era piaciuto subito, del resto lui aveva il tipo di bellezza che lei gradiva molto: alto, biondo, occhi chiari, sorriso radioso, sincero e contagioso…e poi era simpatico, allegro, alla mano e soprattutto stava agli scherzi ridendo alle sue battute e figuracce! Lei decisa a non farselo scappare gli aveva lasciato subito un biglietto con una frase tratta da una canzone di Eminem chiedendogli se gli interessasse conoscerla…o meglio il concetto era quello, le parole non esattamente! Lui le aveva risposto che era fidanzato così la cosa era morta lì, lei non ci provava con lui ma andava sempre ripetutamente in quel locale e lo guardava mangiandoselo con gli occhi, alla fine era diventata sua amica lo stesso, si salutavano sempre e senza che se ne rendessero conto, lui stesso si sirtrovò felice di vederla ogni volta che arrivava lì, fino a provarci inconsciamente con lei. Così lentamente si erano simpaticamente innamorati e in maniera altrettanto stravagante, così come erano entrambi, si erano messi insieme…dopo le mille delusioni che lei aveva avuto le era sembrato il paradiso potersi fidarsi di qualcuno allegro e solare come lui. Era il classico tipo che lei adorava: socievole, disponibile, forte, sicuro, passionale, irascibile…insomma, guai a farlo arrabbiare: capace di cacciarsi nei guai facilmente. Certo, crescendo si era calmato, così come un pochino anche lei. Insieme formavano una bella coppia e la storia alquanto comica e da film, piaceva a molti!

Dai figli non si poteva aspettare nulla di diverso: 3 terremoti! Michael e Daniele avevano attualmente 11 anni, formavano con Miriam il primo trio della generazione di cugini inseparabili e come già spiegato nonostante questi fossero gemelli identici, caratterialmente erano uno il braccio e l’altro la mente…e manco a dirlo si contendevano la bambina che diventava sempre più carina!

Samantah aveva ingannato tutti poiché aveva dato l’illusione d’essere buona e tranquilla fino ai 6 anni, come la madre da piccola, poi si era svegliata ed era diventata il maschiaccio spericolato che una ne faceva e cento ne pensava…in realtà Astrid era rimasta buona e calma fino all’adolescenza, ma Sam aveva anche il DNA del papà, un iper attivo da piccino! Questa, attualmente di 7 anni, formava il secondo trio della sua generazione insieme agli altri cugini, Simone(cugino adottivo in realtà)e Jesai. Insieme erano proprio da reality show: non facevano annoiare nessuno!

Quando furono tutti arrivati il campanello suonò di nuovo e solo Nike si chiese chi fosse, con sguardo attento guardò Luca che andava ad aprire la porta e quando accolse una bella ragazza dai lunghissimi boccoli neri e occhi azzurri da lunghe sopracciglia scure, si sentì come se il filo su cui camminasse da acrobata fosse sospeso nel vuoto e non su una rete sicura…quella rete le era stata improvvisamente tolta senza che se ne accorgesse e il fatto che l’avesse sempre data per scontata e per questo fosse sempre riuscita a rimanere in equilibrio senza cadere, ora la penalizzava mettendola nel caos. Adesso la rete non c’era e psicologicamente era fragile poiché cadendo si sarebbe fatta molto male. Rendersene conto a quel punto ed in quel modo era la cosa peggiore.

- Nike, ti presento la mia ragazza, Alyssa. Stiamo insieme da qualche settimana…mia mamma ha insistito affinché la portassi oggi e te la presentassi…-

Se lo chiese in effetti…come mai non glielo aveva detto o fatta conoscere prima? A quanto sembrava la famiglia l’aveva già conosciuta, lei no. Ma questo fu presto accantonato quando lei le tese la mano da stringere e le disse ‘piacere’ con un bel sorriso radioso. Aveva l’aria da gatta, ma non una gatta morta, semplicemente una sinuosa creatura.

Se avesse potuto sparire l’avrebbe fatto ma con tutti gli occhi puntati addosso non potè far altro che prendere quella esile mano dalle lunghe dita affusolate e fare un mezzo a sorriso, del suo meglio.

Ad Alyssa parve di trovarsi davanti l’ex fidanzata di Luca invece che una sorella adottiva! Non seppe spiegarselo ma la trovò incantevole nonostante avesse già un figlio di 7 anni. Anche se non aveva nulla da invidiarle non si sentì alla sua altezza, come se comunque Nike fosse sopra di lei di qualche gradino!

Nike si sentiva inspiegabilmente male, a disagio, contrariata del tutto dalla situazione, come se in un certo senso Luca la stesse beffeggiando, non tenesse veramente a lei come le aveva sempre detto e fatto credere. Le montò su una rabbia tale che l’impulso di prenderlo a schiaffi lo trattenne a stento, si limitò a lanciargli un occhiata infuocata dove i suoi grandi occhi dorati si assottigliarono improvvisamente mentre si posavano in quelli azzurri di Luca che più non capivano che accadesse. Ingenuamente pensò che fosse rimasta male per il fatto che non le aveva parlato prima di Alyssa ma non se l’era proprio sentita, anche l’idea di presentargliela quel giorno, l’aveva fatto star male. Le avrebbe parlato, se lo ripromise.

La festa iniziò fra mangiate, bevute, risate e confusioni varie, arrivò poi il momento del consueto annuncio. Elisa si alzò richiamando l’attenzione di tutti, alzò i bicchieri e disse a modo suo che aspettava un altro bambino al che si udì un urlo rabbioso di Astrid che a sua volta si alzò spintonandola e gracchiando:

- COPIONA CHE NON SEI ALTRO! IO DOVEVO DIRLO QUESTO!-

Tutti la guardarono stupiti ed anche se ormai quasi tutti la conoscevano, riuscivano ancora a chiedersi se il tempo per lei non passasse mai!

- Come…anche tu?-

Chiese la madre cominciando a sventolarsi con gli occhi lucidi. ( puro panico all’idea di un’altra peste in giro per il mondo…)

- Oh no…di nuovo! Poveri bambini!-

Fu invece la reazione schietta e simpatica di Selene. Anche Nike l’aveva distrattamente pensato mentre non staccava gli occhi di dosso da Luca ed Alyssa, ma non aveva fatto comunque nulla. I bambini cominciarono a saltare e ridere  contenti dei nuovi cugini in arrivo mentre il caos generale s’alimentò con le risa anche dei grandi, poi Filippo stuzzicò la cognata, come faceva spesso, e ironico come solo lui sapeva sempre essere, chiese:

- E se è una femmina la chiamerai Ingrid?-

Astrid si voltò di scatto facendo una smorfia accompagnata dal dito medio e con un ringhio rispose:

- Intanto sarà di sicuro un maschio e poi il tuo allora dovresti chiamarlo Qualunquista!-

Chi non li conosceva e non sapeva la storia dietro a questi due nomi, non poteva capire e divertirsi, ma tutti i presenti, o quasi, la sapevano per cui l’ilarità generale crebbe! Ingrid era il nome con cui Filippo l’aveva chiamata la prima volta facendola infuriare(lei odia chi le storpia il nome), mentre Qualunquista era l’unico insulto per cui uno tutto d’un pezzo come Filippo si infastidiva! Così si chiamavano a vicenda in quel modo…già…i due non andavano affatto d’accordo ma in realtà se c’era da collaborare lo facevano, quello del litigio era più un gioco che altro!

Quando la serata finì e cominciarono ad andare via un po’ tutti, Nike tirò un respiro di sollievo realizzando che finalmente se ne sarebbe potuta andare anche lei, ma poi udì dire da Luca ed Alyssia che avrebbero finito la serata altrove. Dire che se ne risentì parecchio è usare un eufemismo, così con profonda ira nei confronti del biondo, senza spiegarsela razionalmente, decise di togliergli il saluto. Selvaticamente come una gatta, come un tempo era stata, chiamò Simone con tono fermo, salutò i genitori e senza dire altro se ne andò superando la coppia che tanto le aveva arrecato fastidio. Luca la vide andarsene con la sua piccola auto, con un Simone agguerrito che non voleva saperne di separarsi dai cuginetti; non l’aveva mai fatto…gli aveva tolto il saluto! Capì che era veramente arrabbiata e mormorò fra sé e sé che sarebbe andato da lei per parlarle e spiegarsi.

Del resto cosa le avrebbe detto? Che dopo aver passato la sua vita fino a quel momento ad amarla senza essere ricambiato, si erano allontanati e capendo di non aver speranza aveva deciso di provare una nuova strada con una che le somigliava nell’animo?

 

 

Arrivati a casa Nike cambiò Simone e lo preparò per la notte con gesti seccati e nel silenzio più assoluto. Così il piccolo aveva lentamente cessato di lamentarsi e si era messo a fissarla in maniera diretta. Altrettanto diretto poi le aveva detto:

- Mamma? Non ti piace la fidanzata dello zio?-

Nike si era fermata improvvisamente lasciandolo con la maglia del pigiama a metà sulla testa, pur lui agitandosi per tornare a galla lei non si mosse, si chiese chi mai fosse Simone…un bambino di 7 anni oppure un mago dai misteriosi poteri? In realtà non sapeva di preciso nemmeno lei se il problema fosse proprio quello. Quando la testa arancione di Simone riuscì a spuntare dal collo della maglia, vide il bel volto di sua mamma nel caos che lo fissava ebete, così continuò candidamente:

- A me sembra che ti somigli…forse è per questo che non ti piace…anche io al tuo posto sarei gelosa. Andrei da lui e gli direi così: ehi tu! Se ti piaccio così tanto da prenderti la mia copia perché non me lo dici semplicemente? Ecco, una cosa simile, direi!-

- M-ma…ma…lei non è uguale a me…ha i capelli neri…-

Provò a dire debolmente mentre abbandonava il resto dei vestiti sul pavimento.

- No, ma c’è qualcosa che ti assomiglia…il carattere, forse? O forse i modi di fare…mah…è come se dentro avete qualcosa di uguale….ecco! Siete fatte della stessa pasta!-

Concluse trionfante il figlio mentre saltellava per la stanza per nulla stanco. Lei rimase ancora ferma e pensierosa senza zittirlo come faceva sempre, si rivedeva l’immagine di Alyssa che solo poche ore prima aveva avuto davanti. In effetti aveva ragione, l’aveva detto in modo complicato ed infantile ma aveva ragione…che fosse questo? Che Luca in realtà cercasse lei? Per Simone era scontato, come lo era il fatto che lei gli piacesse. Sospirò e l’uragano dai risolini felici si fiondò di nuovo su di lei facendola finire a terra:

- Mamma…voglio un papà come ce l’hanno Sammy e Jesy! Ma non un papà qualsiasi…uno che mi piaccia, che io piaccia a lui e con cui ridere, giocare e divertirmi sempre!-

Lei finalmente distratta dai suoi ripensamenti eterni, le disse ridendo a sua volta:

- Tu vuoi un compagno di giochi, non un papà!-

- E che cosa fa un papà?-

- Un papà gioca con te ma anche ti sgrida quando combini i tuoi guai…ti impedisce di scappare di casa per esplorare il mondo e ti fa rigare dritto! -

- Mica solo queste brutte cose, vero?-

- No, penso che ti dovrebbe anche coccolare un po’…ti vuole bene, no? Semplicemente ti vuole bene…che ne dici? Sei sicuro di volerne uno?-

- Certo! Così coccola anche te! Zio Marco e zia Astrid non si coccolano spesso però una volta li ho visti darsi un bacino per il loro anniversario…era un bacio come quello dei film…così ho spiato anche zia Elisa e zio Filippo…loro si scambiano bacini e coccole più degli altri due, solo in privato, però…e mi sono detto che anche tu dovresti avere qualcuno che fa quelle cose romantiche così siamo come tutti gli altri….e posso vantarmi del mio papà come fa quella chiacchierona di Sammy!-

“Senti chi parla di chiacchiere!” Pensò al volo Nike mentre continuava ad accarezzare i capelli arruffati del piccolo che la stringeva, i suoi occhi brillavano mentre parlava di quelle cose e la bocca dagli angoli birichini sorrideva contento. Ogni tanto le faceva questi discorsi ma lei non lo ascoltava adeguatamente…stava bene con lui, erano un bel duo e se lei era di cattivo umore solo Simone riusciva a tirarla su, come quella sera.

- Non ti basto più?-

Chiese quindi lei senza stupirsi del ficcanasare di quel bambino troppo vivace!

- Certo ma voglio anche un papà…hai visto stasera che tutti i miei cugini ne avevano uno? E come poi zio Marco ha giocato con Sammy per distrarla dai regali della nonna? O quando zio Lory ha consolato Gabry facendolo anche addormentare? O quando zio Filippo ha spiegato a Miriam come devono stare le bambine che indossano le gonne? Io non avevo nessun papà che facesse niente di tutto questo…nemmeno che mi sgridasse quando ho rotto quei piatti! Hai dovuto farlo tu anche se di solito lo fanno i papà…-

Lei così non rispose e lo abbracciò forte mentre un nodo le comprimeva lo stomaco. Che ansia assurda sentiva in quel momento, probabilmente era quella del figlio. Aveva un desiderio così grande di avere un padre che l’aveva portato a studiare cosa facevano quelli degli altri…e solo dopo essere stato sicuro che ne mancava uno anche a lui, gliene aveva parlato così seriamente. Aveva ragione, una persona viene cresciuta da una figura maschile ed una femminile appunto perché sono diverse come ruoli e modi di fare ed essere, ognuno ha i propri compiti ma soprattutto il bene che può dare un genitore non lo possono dare in due…perché i figli hanno tanto bisogno di amore? Un amore così grande? Perché richiedono tante attenzioni ed energie, perché danno molto ma devono avere altrettanto…perché se lo meritano e solo con l’adeguata quantità di sentimento possono crescere come si deve e diventare le persone per cui sono nate! Lo sapeva bene, ora lo sapeva, ma saperlo non semplificava le cose. Non aveva idea di dove fosse Bryan, il vero padre di Simone, e non voleva nemmeno saperlo. Non avrebbe mai potuto vivere una vita con uno come quello…e non era adatto ad essere padre!

- Hai ragione, tesoro, ma non è facile trovare una persona come dici tu…-

A questo punto Simone si accese di nuovo tirandosi su sui gomiti e guardandola allegro con i suoi grandi occhi vispi, disse:

- Ma noi lo conosciamo uno così! Uno che ci vuole bene, ci coccola se vogliamo, che mi sgrida se proprio serve, che ci aiuta e che…fa tutte le cose che fanno i papà! Lo zio Luca è così!-

Lì lei si soffocò con la sua stessa saliva chiedendosi se per caso quel discorso non fosse un copione di uno scrittore incapace e poco originale…banale che lui puntasse a questo, solo lei non l’aveva capito sin dall’inizio! Ma perché succedeva sempre così? Erano i bambini a scegliere i padri: da quando in qua?!

Non ebbe tempo di rifletterci che lui cominciò a stritolarla iniziando a pregarla:

- Dai e dai e dai! Non dirmi che non ti piace lo zio, basta che venga a vivere qui poi noi facciamo come abbiamo sempre fatto, solo che a badare a me c’è anche lui…dai su…non ci vuole nient’altro e se non volete darvi i bacini davanti a me io vado a giocare da Sammy o Jesy…su su su…dì di sì…chiamalo, ti prego, chiediglielo!-

Ok, Simone aveva una visione tutta personale dei padri…non aveva ben capito come funzionava la cosa e soprattutto che era più complicato di quanto la mettesse lui. Tuttavia anche se le parole di quel piccolo tornado erano da interpretare lei lo capiva benissimo e sapeva che in fondo non aveva proprio torto. Sarebbe bastato che entrambi lo volessero. Lei? Lei lo voleva? Lui sicuramente no, ormai stava con quella…come fare? Si mise da sola mille barriere per impedirsi di attuare il desiderio di Simone(o di sé stessa?)ma poi una vocina nella sua testa cominciò a ripeterle ferma e convinta, molto severa:

‘Tutto si può fare, basta volerlo! Sei tu che ti metti barriere ed impedimenti, in realtà tutto si risolve…puoi fare ogni cosa!’

Ed ogni cosa aveva fatto, fino a quel momento. Tranne quello.

Rassegnarsi a quel sentimento che provava per Luca, che aveva il sospetto di sentire da tempo ma che non aveva mai liberato per la propria selvaticheria!

“Dunque potrei?”

Si chiese inaspettatamente.

“Lo voglio? Voglio passare la mia vita con Luca?”

Onestamente era precipitoso una domanda simile ma lei se l’era fatta perché la richiesta di Simone era quella e lei sapeva che lui aveva ragione. Che nessun altro uomo avrebbe potuto amarlo(amarli)come faceva lui. Lo sapeva.

Ma la paura folle di parlarne e di capire cosa volesse Luca, come la vedesse e cosa provasse, la gettava nel caos.

- Mamma, provaci…se vuoi glielo chiedo io allo zio…se vuole essere il mio papà…non ho problemi!-

Lei fece un risolino forzato per tranquillizzarlo:

- So bene che tu non te ne fai!-

Poi ci pensò un attimo e in quell’istante decise.

- Ci provo…-

 

L’aveva appena fatto addormentare e senza l’ombra del sonno, gironzolava per casa mettendo a posto, si era già preparata per la notte, indossava quindi una camicia da notte a canottiera piuttosto larga che le scollava molto sul seno diventato prosperoso dopo la gravidanza. I capelli sciolti come sempre li aveva pettinati alla meglio, senza farli diventare crespi viste le onde che aveva, mentre il viso struccato la rendeva naturale e nel complesso sembrava quasi nuda rispetto al solito, sempre coperta il più possibile!

Ripensava alla serata e poi al discorso con Simone. Quel bambino era fin troppo sveglio e le aveva tirato fuori a forza delle confessioni e realizzazioni che mai avrebbe voluto lasciar libere. Cosa provava per Luca? Ormai era da molto che non era più semplice sentimento fraterno, prendersi in giro a quel modo era stupido. Era scappata abbastanza, costringendosi a rimanere sola, respingendo tutti i ragazzi che la corteggiavano. Certo, quell’unica esperienza che si era concessa l’aveva scottata eccome, ma tutti prima o poi tornano a vivere. Eppure lei l’aveva sempre saputo che se ci fosse stato qualcuno di cui si sarebbe mia potuta fidare quello era Luca. Luca non in quanto fratello e confidente, Luca in quanto ragazzo!

Si sentiva ancora confusa ma l’ammissione fatta un po’ forzatamente con Simone le era servita a capire che ci teneva veramente a lui e che l’unico uomo che avesse voluto accanto a sé, sarebbe potuto essere solo Luca, di lui si sarebbe fidato ciecamente perfino senza vederlo per 50 anni! Era forte ciò che la legava a lui, diverso da quello che aveva provato per Bryan. Là c’era stata passione e attrazione, con Luca…mah, non avrebbe mai saputo dirlo, ma sapeva che quella volta aveva deciso di rimanere principalmente per lui e non per altri!

Fu in quel momento che sentì bussare lieve alla porta facendole così fare un notevole salto spaventata, si piazzò per abitudine in posizione d’attacco karateka e con occhi spalancati e il batticuore, si avvicinò cautamente alla porta d’ingresso, guardò dal buco chiedendo chi fosse, la voce la rassicurò ancor più di ciò che vide: era Luca. Inizialmente si sentì sollevata, ma poi si ricordò di tutti i pensieri che aveva appena fatto e si tese ancor di più.

- Che faccio ora? Che cazzo gli dico? -

Poi si fermò e sempre col panico addosso si rispose da sola:

- Un momento…è lui che è venuto da me, mica l’ho chiamato io…significa che deve parlarmi e che io devo solo ascoltarlo!!!-

Con questo pensiero tirò una specie di sospiro. Ce l’avrebbe fatta!

Aprì la porta dopo lunghi minuti senza però riflettere sullo stato in cui si trovava, quando l’ebbe davanti entrambi trattennero il fiato guardandosi a vicenda. Per Luca che non la vedeva da molto tempo in tenuta comoda da casa, vederla così era come un tornare indietro nel tempo…era un accorgersi quanto la desiderasse, ricordarsi quanto bella fosse così selvatica. Notò l’aria impanicata e spaventata e si chiese se il tempo non fosse tornato veramente indietro. Nike invece potè solamente sentire la stessa cosa che provava in compagnia di Bryan…solo amplificata! Perché? Solo ora aveva ammesso di volerlo accanto a sé, solo ora aveva circa definito i propri sentimenti per lui.

Solo ora.

- Posso entrare?-

Le chiese lui con voce roca.

- Eh? Perché?-

Domanda tipica sua, stava sulla difensiva ed era più forte di lei.

- Scusa l’ora ma avevo bisogno di parlarti e dovevo farlo ora…o non dormivo!-

- E…e lei?-

Cautamente dovette chiederlo. Lui trasalì poi rispose:

- L’ho riportata a casa…non potevo certo portarla qui…-

Schiettamente lei reagì:

- E l’hai portata a casa per venire a parlare con me!-

- Si!-

- Cosa ha detto?-

Nel dialogo lei cominciò a sciogliersi trovando buffo e anomalo il comportamento di lui, ora addirittura imbarazzato. Si grattò la nuca e rispose vago:

- Bè, si è arrabbiata…-

- E lo credo! Se tratti le tue fidanzate così!-

- Così come?-

- Anteponendo un’altra a lei! Non dovevate ‘finire la serata’?-

Lei tirò fuori la malizia e lui arrossi tossicchiando, così lo fece entrare ridacchiando, era da molto che non parlavano così rilassati. Veramente da troppo tempo. Eppure era come se l’avessero fatto solo il giorno prima!

- Ma non sei un’altra! Sei tu! E poi mi premeva di più parlarti…-

Si passò nervoso una mano fra i capelli togliendo così l’ordinata riga in parte. Certo avere un uomo così bello in casa ed essere così naturali era da invidiare!

- Io? E chi sono? Tua sorella? Se così fosse perché arrabbiarsi se vai da lei? Certo…preferire la sorella alla morosa…-

Ora era del tutto in confusione!

- Infatti abbiamo discusso per questo…lei è gelosa di te e ti vede non come mia sorella…-

Il silenzio immediato fu pensante ma lei quella domanda logica doveva farla.

- No? E cosa?-

Mentre dentro di sé sperava che la risposta le facilitasse il compito. Lui cominciò a sudare ed a camminare nervoso, il fatto di aver avuto rarissime esperienze con le donne incideva enormemente. Non sapeva trattar con loro!

- Lei pensa che…tu sia…la mia vera ragazza…-

Detto in maniera poco comprensibile, in fin dei conti, non si poteva pretendere altro da Luca. A lei il cuore perse un battito comprendendo al volo cosa stava dicendo, il senso di quelle parole.

Solo sentendole e capendole comprese a sua volta di aver desiderato di sentirle per molto tempo.

Incerta e col fiato sospeso disse fine:

- E tu che dici?-

Senza sbilanciarsi, anche se forse lui aveva già capito…forse.

- Io…non ti ho detto la verità…io e lei ci siamo lasciati dopo una litigata furiosa…perché lei mi ha detto brutalmente che quella che voglio sei tu e…ed io sono…d’accordo…-

Era stato molto faticoso dirlo, gli era servito molto coraggio. Del resto dopo tutto quel tempo passato a vederla e trattarla come una sorella, dopo l’essersi accorto di amarla e l’aver dovuto rinunciare a lei poiché lei se ne andava sempre più, dopo tutte le distanze e le barriere che si erano posti…dopo tutto, in certi casi, le cose bisogna sentirsele brutalmente urlare in faccia per costringersi ad ammetterle con la forza.

Luca non aveva superato un bel niente ed ora arrivato al suo limite, costretto da una serie di eventi più furiosi di lui, aveva finito per non controllarsi e dirglielo.

Col cuore in totale tensione, ora si apprestava ad ascoltare la risposta di lei e sperare con tutto sé stesso che in fondo anche per lei fosse così. Lei si voltò dandogli le spalle, non seppe mai che fece in quei minuti in cui nascose il suo viso, forse pianse di nascosto, forse arrossì, forse fece qualche smorfia, forse cercò di riprendersi dal caos in cui era…ma poi con voce tremante finalmente disse:

- Sai…stasera io e Simone abbiamo parlato…lui mi ha fatto riflettere molto, è un bambino troppo sveglio per aver 7 anni…mi ha chiesto che voleva un padre e mi ha descritto che tipo di padre voleva…per poi concludere che gli saresti piaciuto tu, che ti vedeva adatto per questo ruolo…poi mi ha anche detto che secondo lui Alyssa è uguale a me, nell’animo, come ‘pasta’…e che in lei tu cercavi me…ovvio che l’ha detto con altre parole, ma il senso era questo. E mi ha fatto ammettere una cosa essenziale…io ero gelosa di lei, tutta la serata lo sono stata senza spiegarmelo…-

Lui attese un paio di secondi ma poi a sua volta dovette fare quella domanda anche lui senza osare fare un passo per paura di svenire.

- E te lo sei spiegato?-

Non osava nemmeno immaginare le risposte e tirare le conclusioni, aveva atteso molto, troppo, e veniva da un’ora molto difficile con la sua ormai ex.

- Si…ero gelosa perché…perché volevo stare io al tuo fianco. Così gli ho promesso che ci avrei provato….ti avrei chiesto se te la saresti sentita di…fare da papà a Simo…-

Dicendo questo si era voltata con gli occhi lucidi ma fermi, mentre si poteva scorgere tutto il nervosismo che la mangiava da dentro, avrebbe voluto scappare e nascondersi ma considerando che il suo nascondiglio preferito era Luca e che ora sarebbe dovuta scappare proprio da lui, preferì tirare fuori le cosiddette e darsi da fare.

Fu così che lui si decise a fare qualche passo in avanti verso di lei catturando i suoi occhi sull’orlo del pianto coi suoi che lo erano altrettanto.

Si disse che era troppo sensibile. Decisamente. Non era da uomini esserlo…ma in quel momento non gliene importava minimamente e poi era sicuro che a Nike servisse questo…piacesse questo.

Era molto emozionato e non riusciva a domare il proprio stato d’animo, sapeva che se avesse parlato si sarebbe tradito e avrebbe pianto come uno sciocco, tuttavia non gli parve così malvagio lasciarsi andare. Del resto non sarebbe riuscito a trattenersi, l’aveva fatto da troppo, tutta la sua adolescenza.

- Si…-

Avrebbe voluto dire altro ma come aveva immaginato le lacrime che gli uscirono subito glielo impedirono, non volle però peggiorare la situazione nascondendosi il viso, almeno nel pianto poteva avere una certa dignità. Lei avrebbe voluto così, conoscendola…se però non fosse stata occupata a fare la stessa cosa che ora faceva lui.

Fu lei a prendere l’iniziativa verso quel ragazzo puro e dolce come un angelo, così raro non per bellezza ma per l’animo….così non ne facevano spesso! L’abbracciò forte e mormorò solo un flebile:

- Ti voglio bene…-

Senza poter fraintendere il senso. Nike non l’aveva mai, MAI, detto a nessuno.

Sentirlo poi fra le sue braccia, lasciargli posare la testa sul suo seno morbido e libero, ricevere e trasmettere il suo calore, le sue lacrime, capire l’amore che lui le portava, da quanto tempo avrebbe voluto farlo, dirsi ‘cieca’ fra sé e sé, riempirsi di lui, avere la pelle nuda a contatto col suo corpo vestito, la stoffa che sembrava sempre più sottile, i cuori che battevano in maniera esagerata e i singhiozzi spontanei, innocenza e finalmente semplicemente amore. Poi fu lui ad alzare il capo, prenderle il viso fra le mani e con desiderio incontrollato ma dolcezza infinita la baciò mentre i suoi occhi quasi trasparenti s’imprimevano il suo volto da gatta bagnato dalle lacrime, le stesse che salavano il loro bacio tanto atteso e voluto, a cui avevano rinunciato per una serie di motivi che ora sembravano solo stupidi.

Averle, unirle, danzarci, combaciarvi, risucchiarsene e volare con quelle labbra.

Per un sipario che si abbassava su due che in fondo era scontato dovessero unirsi!

A volte ci vuole qualcuno che dica chiaramente le cose agli altri altrimenti questi non se ne rendono conto, a volte servono le cosiddette spinte e non fatti shockanti od esagerati, come quelli che avevano segnato la sua vita.

A volte per trovare il proprio posto non si deve andare molto lontano o aspettarsi la favola.

A volte il proprio posto è accanto a sé.

A volte proprio come per loro due.

 

FINE

 

NdAkane: ok, la sdolcinatezza è finita, spero di non farne presto di storie così romantiche e di non scrivere così spesso parole così zuccherose…spero abbiate gradito e che non sia esagerato, ma in fondo il resto era superfluo e anche se la tentazione di scrivere dei figli da grandi è enorme, ora come ora non posso certo farlo…anche se mi conosco e so che tempo due giorni e progetterò i personaggi dei figli da ragazzi!!! Comunque…spero molte cose belle per tutti e soprattutto più tempo libero per me…nonché pc funzionanti…con internet, ovvio!

A presto ed alla prossima romanticheria…

Baci Akane

   
 
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