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Autore: Elizabeth_Tempest    10/03/2012    2 recensioni
Draco Malfoy ed Hermione Granger, li abbiamo conosciuti come nemici… e se tra loro nascesse quel dolce sentimento che tanti poeti e scrittori hanno decantato?
Scritta per il contest "Draco/Hermione? Why not, but..." di Violet Acquarius.
Draco/Hermione, pg minori: Ginny Weasley, Luna Lovegood, Blaise Zabini accenni a Luna/Rolf e Ginny/Harry.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Luna Lovegood | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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III.

Quanto era stata stupida! Quanto! Aveva cominciato a confidare nella buona fede di Malfoy e guarda te! Quello non sarebbe mai cambiato, era stato stupido prestare attenzione alle parole della lettera di Andromeda Tonks!

“Mia carissima Hermione,” scriveva, dopo averla informata della salute del piccolo Ted “da ultimo ho da chiederti un favore. Come tu ben sai, io e Narcissa Malfoy siamo sorelle e quindi Draco viene ad essere mio nipote. Purtroppo la mia cara sorella è preoccupata per suo figlio: teme, infatti, che questo clima di odio e diffidenza contro la famiglia Malfoy lo stia isolando e teme che Draco non sia in grado di riuscire ad inserirsi in questo nuovo mondo le cui regole non sono più dettate da pochi ma potenti Purosangue. Ti supplico, quindi, di aiutare mio nipote: ho saputo da mia sorella che lo aiuti nello studio e, forse chiedo troppo, ma mi piacerebbe che gli divenissi amica, o comunque che diventassi una persona su cui Draco possa contare. Forse, dopo la storia di Bellatrix, è una richiesta esagerata da parte mia, ma se ci riuscissi te ne sarei estremamente grata.”

Aveva iniziato a vedere Draco Malfoy in modo diverso: non meno odioso o vanitoso, quello no, era il carattere del ragazzo e dubitava che l’avrebbe mai cambiato. No, ella vedeva in Draco una vittima di insegnamenti sbagliati e di un gioco di ambizioni e pregiudizi che l’avevano portato sul baratro.

Del resto, se ad un bambino veniva insegnato a delinquere fin da piccino, egli non sarebbe poi diventato, con molte probabilità, un ladro? E quindi cosa c’era di così differente nel caso di Draco Malfoy?

Non bisognava forse perdonare gli errori altrui?

E quanto si era illusa: il furetto amava vivere nei suoi errori, anzi, ci sguazzava dentro!

Non si era accorta che Draco l’aveva seguita fuori della biblioteca.

-Hey Granger…- disse, non sapendo bene come continuare. Aveva appena detto una cavolata, o almeno così l’avrebbe pensata sua madre. Suo padre gli avrebbe detto che aveva fatto bene. A chi dei due dare retta?!

Hermione si voltò, fucilandolo con lo sguardo. –Va al diavolo e rimanici, Malfoy! Cosa vuoi da questa schifosa Mezzosangue, eh?!- ringhiò –Anzi! Sai cosa?! Ti ricordo che il bel tatuaggio che hai sul braccio te l’ha fatto un altro Mezzosangue! Cos’hai da dire ora, Malfoy?!

Tutti si erano voltati a guardarli, straniti dalla reazione di Hermione e dal silenzio vagamente colpevole di Draco. Poi la ragazza si era voltata ed era corsa verso il suo dormitorio, mentre la gente si scansava per evitare di essere travolta da quella tempesta tropicale; il ragazzo, invece, era tornato in biblioteca.

 

Si era chiusa nel suo dormitorio, furibonda e s’era sdraiata sul letto, fissando imbronciata le tende. Non ce l’aveva con Malfoy, che alla fin fine era un cretino patentato e non ne aveva mai fatto mistero: era furibonda con sé stessa! In un certo senso era fiduciosa in un cambiamento di quel maledetto furetto. Ci aveva quasi sperato, anche se non sapeva bene il perché.

Ma stava parlando di Malfoy, non di Zabini, che era decisamente più intelligente e sveglio: capita la mal parata della filosofia Purosangue, s’era dato una mossa a correggersi, mentre Malfoy era irrecuperabile.

Si girò a pancia in sotto, sbuffando: quando avrebbe dato, in quel momento, per avere il suo walkman e le sue cassette. Cyndi Lauper e i Queen sarebbero stati la sua salvezza, ma visto che gli apparecchi elettronici ad Hogwards non funzionavano, si limitò a fischiettare Radio Ga Ga.

-Uh, uh, questa è la tua canzone delle giornate no, Herm.- disse Ginny, entrando. La salutò con la mano, continuando a canticchiare, stonando qualche nota. Freddie Mercury di certo si stava rivoltando nella tomba a causa di quell’interpretazione penosa.

- So don't become some background noise; a backdrop for the girls and boys who just don't know or just don't care and just complain when you're not there, you had your time you had the power ,you've yet to have your finest hour...

-Hermione, ho saputo della scenata con Malfoy.- disse la rossa Weasley, sedendosi sul bordo del suo letto. –Ne vuoi parlare? Non ti ho mai vista tanto giù da dopo Ron.

-Parlare di cosa Gin?- chiese Hermione, facendo spallucce.

-Ma’… del fatto che non canti Radio Ga Ga da quando mio fratello ha chiuso con te e del fatto che non è da te far scenate del genere, soprattutto a causa di Malfoy. Che è successo?

-Ma’, nulla. Mi ha solo chiamata sporca Mezzosangue e a me è andato il sangue alla testa.- disse con falsa noncuranza.

-Non me la dai a bere. Insomma, non è la prima volta che Malfoy ti chiama così, però la scenata che hai fatto…

-Ginny, ascolta. Ho semplicemente pensato e sperato che Malfoy fosse cambiato, almeno quel tanto che bastava a riconoscere i suoi errori. Mi sono sbagliata e mi sono scottata. Ce l’ho con me stessa per essere stata tanto sciocca, punto.

Ginny si era alzata dal letto dell’amica, dando le spalle ad Hermione e specchiandosi. La giovane brunetta riusciva a vederne il volto riflesso allo specchio, contratto in un’espressione alla Molly. –Sinceramente Herm, spero che tu riesca a rimettere in ordine i tuoi pensieri, perché temo che tu abbia una gran confusione in quella testolina… comunque è quasi ora di cena, vieni? O vuoi fare lo sciopero della fame per quel furetto?- le chiese, ammiccando.

-Naaa, ma che furetto? È una donnola… oppure un toporagno, di faccia ci assomiglia parecchio.- commentò la ragazza, facendo ridere la giovane Weasley -Comunque non ho molta fame… mi sa che studierò ancora un po’ e poi andrò a dormire, sono davvero stanca.

-Tutto quello studio ti sta facendo male Hermione, davvero.- disse Ginny, scrollando il capo e, datole un bacio sulla guancia, corse fuori.

 

Hermione fece quanto detto: si sistemò per la notte, infilandosi il pigiama e rinunciando a spazzolare quei capelli impossibili (forse raparli a zero sarebbe stata la soluzione più pratica), afferrò il libro di Incantesimi e prese a ripassare. Ci rinunciò poco dopo; la mente vagava per altri pensieri e non riusciva a concentrarsi.

Che avrebbe fatto dopo Hogwards? Da bambina, prima di scoprire che tutte le stranezze che accadevano attorno a lei era frutto della magia, voleva fare la veterinaria. Le piacevano i gattini e aveva strepitato per anni per averne uno: si era dovuta arrendere davanti all’allergia di suo padre.

Ora, invece, non ne aveva idea, e sì che ai MAGO  mancava davvero poco: era quasi Natale e pochi mesi la separavano dagli esami finali. A quel punto avrebbe dovuto scegliere e non ci sarebbero state altre proroghe. Quanto avrebbe desiderato essere la ragazza sicura che tutti credevano! Ed invece, dietro alla sua saccenteria si nascondeva una ragazzina insicura e timida, che non riusciva ad inserirsi nel mondo in cui viveva e che aveva fatto delle studio e delle regole il suo stile di vita.

Avrebbe potuto seguire Harry e Ron, intraprendendo la carriera di Auror, anche se non era molto attirata da tale carriera. L’anno di macchia le era stato sufficiente, non voleva più avere a che fare con maghi oscuri e folli armati di bacchetta.

Qualcosa inerente ai diritti delle Creature Magiche? Eppure il C.R.E.P.A. non aveva avuto successo, non solo perché ostracizzato dai maghi, ma perché rifiutato dagli stessi elfi domestici! Forse aveva semplicemente sbagliato impostazione… presentarsi come una novella Che Guevara non era stata la mossa giusta, forse doveva andarci più soft.

Oppure avrebbe potuto provare come Guaritrice… dopo tutto, sempre di aiutare qualcuno si trattava. Aiutare degli esseri umani, guarire i loro corpi oppure le loro menti, come avevano provato a fare per anni coi signori Paciock. Chissà… eppure era un’idea accattivante.

Venne distratta dai suoi pensieri dalle sue compagne di stanza, che entrarono chiacchierando: Hermione poggiò il libro sul comodino, infilandosi sotto le coperte e sprofondando in un sonno profondo, dove non esisteva né il futuro e i dubbi, né Draco Malfoy e le sue cattiverie.

 

-Herm? Hermione, svegliati.

La ragazza aprì un occhio, adocchiando la capigliatura fiammante e inconfondibile di Ginny. Bofonchiò qualcosa.

-Hermione, dovresti… be’, alzarti e venire giù…

-Ginny, lasciami dormire, ho sonno.- borbottò Hermione, coprendosi la testa. Sentì una pressione alle lenzuola, poi si ritrovò scoperta.

-Hermione Jane Granger, alzati subito e vieni giù subito! C’è una cosa che…- lasciò in sospeso Ginny, ridacchiando.

La bruna si stropicciò gli occhi, alzandosi e seguendo l’amica già, fino alla sala comune e poi per il buco del ritratto, continuando ad insistere per sapere che stesse succedendo. Ginny non le rispondeva.

Appena il dipinto della Signora Grassa si spostò, Hermione si stupì non poco di trovarsi faccia a faccia con Draco Malfoy.

-Ma che diamine ci fai qua, Malfoy?!- chiese, sgranando gli occhi. Il biondo non rispose, porgendole qualcosa. Un libricino tutto sgualcito.

-I miei appunti di Pozioni! Grazie!- disse la ragazza, prendendo il blocchetto come se fosse stato fatto d’oro. Alcuni Grifondoro che si erano attardati dopo cena e avevano deciso di raggiungere il dormitorio proprio in quel momento, li fissavano con tanto d’occhi, tanto era insolita quella scena.

Draco fece spallucce e si voltò per andarsene. –Ci vediamo domani, Granger. Vedi di non arrivare in ritardo.- le disse, prima di andarsene via. –Ah. Pigiama orribile.

Hermione rimase ferma, col quadernetto stretto al petto come fosse stato un figlio perduto e poi ritrovato, sulle labbra un leggero sorriso divertito. Malfoy era sempre Malfoy: odioso. Ma forse anche un po’ gentile.

 

Nemmeno Draco sapeva da dove gli fosse uscita tutta quella bontà: insomma, quella era la Granger! L’amichetta del cuore di San Potter! La Mezzosangue più saccente e odiosa della storia di Hogwards (e, probabilmente, dell’intera umanità)! La stessa ragazza che gli aveva tirato un pugno durante il terzo anno… be’, forse quello se l’era meritato, era stata una battuta infelice e sapeva di averne dette di migliori.

Già. Quella era la Granger.

“Per favore Draco, ragiona dai!” era stata l’uscita esasperata di Blaise, quando l’aveva visto entrare nel dormitorio, con un’espressione infuriata sul viso. Ovviamente il Serpeverde era già a conoscenza di tutto e aspettava l’amico comodamente seduto sul letto di Malfoy. Il biondo aveva alzato un sopracciglio, vedendolo.

“Zabini, giù dal mio letto. Subito.”

“Eddai Draco, piantala. So tutto, certo che per aver fatto incavolare così la Granger devi averne sparata una grossa… anzi, stratosferica!”

Draco aveva sospirato, seccato dall’impertinenza del compagno di scuola. “Niente di che, la Mezzosangue faceva la spavalda e le ho ricordato che è solo una Sanguesporco.”

“Bravo scemo. Dai, è l’unica persona che non ti sputa addosso appena ti vede e la tratti così?! E non guardarmi male, sai che è vero! La Granger, nonostante la sua faccia tosta, non ti ha mai fatto pesare le idee della tua famiglia, ti tratta come tratterebbe chiunque altro. Mi pare quantomeno stupido trattarla così. Riflettici. Comunque, io vado a cena. Vieni?” aveva concluso Blaise, alzandosi e stiracchiandosi. Draco aveva scrollato il capo, sdraiandosi sul letto. Appena fu sicuro di essere rimasto solo, aveva aperto la borsa, estraendone un quadernetto dall’aria consunta. L’aveva aperto, osservando i minuti ghirigori.

Ma quanto riusciva ad essere pignola la Granger?! Tutta quella cura per degli appunti che, da quanto aveva capito lavorando con lei nell’ultimo mese, in realtà non le servivano… che perdita di tempo.

Eppure la ragazza sembrava tenerci molto: ogni parola era scritta con cura, nessuna pagina era sgualcita, anche se gli angoli dei fogli erano un po’ rovinati per le tante consultazioni.

Un po’ le ricordava sua madre, quando gli sistemava ogni singola ciocca di capelli e gli lisciava ogni piega dell’abito. Lo faceva sempre con grande tenerezza e vedeva in quegl’occhi chiari tanto orgoglio.

Era rimasto a leggucchiare il quaderno ancora un po’, notando che la Granger non vi aveva scritto nulla all’infuori degli appunti: niente disegnini, escludendo qualche scarabocchio raffigurante ingredienti di qualche pozione, o il nome dell’innamorato (grazie al cielo, non avrebbe sopportato di trovarsi davanti il nome di Lenticchia), nessuna data importante, nessun pensiero che le aveva attraversato la mente per un istante.

Ma dalla Granger non si aspettava nulla di diverso, oltre alla sua grande serietà e competenza. Quello, bisognava riconoscerglielo: meglio mille volte la Mezzosangue che Pansy e Millicent.

Ci aveva messo un po’ a decidersi, ma alla fine si era alzato dal letto.

“Hey Draco, dove vai?” gli aveva chiesto Blaise.

“A restituire questo alla Mezzosangue. Quella sarebbe capace di buttarsi in pasto alla piovra, se si accorgesse di averlo perso… e le mie povere orecchie non sopporterebbero gli elogi funebri della McGranitt e dei Grifondoro.”

Non aveva atteso la risposta di Zabini, uscendo dai sotterranei di Serpeverde e percorrendo i corridoi della scuola, fino al ritratto della Signora Grassa, che, ovviamente, l’aveva riconosciuto ed aveva iniziato a polemizzare, ricordandogli che lui non poteva entrare nei dormitori di Grifondoro.

L’intervento della Piattola Weasley, la fidanzatina dello Sfregiato, era stato provvidenziale.

“Hey Weasley!” l’aveva fermata. Si era guadagnato l’occhiata gelida di Ginny e non poteva biasimarla… del resto sua zia Bellatrix aveva provato ad accorciarle la vita. “Chiamami la Granger.”

“Che vuoi da lei?” gli aveva chiesto la rossa, sospettosa.

“Ucciderla. Secondo te?” le aveva risposto, mostrandole il quadernetto di Hermione. Ginny aveva alzato un sopracciglio, dubbiosa. Malfoy che voleva parlare con la sua amica dopo il litigio del pomeriggio? Soprattutto, il nobile Purosangue che si abbassava a riportarle il quadernetto degli appunti?  Che aveva bevuto Malfoy? Tre galloni di Wishkey Incendiario?

“Aspetta, te la chiamo… mi raccomando, furetto, tieniti la lingua in bocca.” lo aveva ammonito, entrando nel buco del ritratto e lasciandolo in attesa. Attesa durata anche una decina di minuti, durante i quali alcuni Grifondoro gli erano sfilati davanti, guardandolo tra lo stupito e l’astioso.

Alla fine la Granger si era degnata di mostrarsi: i capelli tutti scompigliati, crespi e sparati, gli occhi cisposi di sonno, le guance arrossate e un orrido pigiama babbano indosso. Quasi gli venne da ridere, ricordando le fantasiose descrizioni della Mezzosangue che aveva sentito per i corridoi.

La ragazza lo aveva praticamente aggredito, diffidente e scontrosa ed aveva provato un gran fastidio. Non per la reazione della Granger, quanto per la consapevolezza di essersela andata a cercare: era stato lui ad insultarla senza motivo, nonostante la disponibilità della Grinfodoro ad ascoltarlo e comprenderlo, se non proprio a perdonarlo.

Appena le aveva porto, in silenzio, il quadernetto, gli occhi scuri della Granger si erano illuminati e aveva preso l’oggetto che le porgeva con molta delicatezza, riservandogli un sorrisetto riconoscente. Tutti li guardavano, quindi decise di tagliare corto: aveva una reputazione da Purosangue da difendere.

Fosse mai che qualcuno iniziasse a dire che l’erede dei Malfoy e dei Black fraternizzasse con un essere inferiore!

–Ci vediamo domani, Granger. Vedi di non arrivare in ritardo.- le disse,con molta nonchalance, dandole le spalle e passandosi una mano tra i capelli biondo chiaro. –Ah. Pigiama orribile.- commentò, prima di lasciarla lì. Bene. Aveva risolto tutto e aveva mantenuto integra la sua reputazione… la Granger l’avrebbe fatto impazzire, altro che i MAGO!


Note
Radio Ga Ga è una canzone dei Queen.

Bentornati!
Non avete la minima idea di quanto sia contenta del successo di questa storia... sinceramente non mi aspettavo nemmeno una visita XD Ed invece... be', che dire, se non grazie?
Continuando a sperare che sia rimasta IC, vi saluto e vi auguro un buon finesettimana =)

   
 
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