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Autore: jennybrava    10/03/2012    13 recensioni
Per contrastare il bullismo e l'avvento indisciplinato dei giovani della società, il governo giapponese istituisce una legge denominata "Battle Royale": quattro classi del terzo anno di quattro differenti istituti superiori di Tokyo si sfideranno in un combattimento sanguinario all'ultimo minuto, lungo quattordici giorni.
Al termine di esso dovrà rimanere un solo superstite.
Avrai il coraggio di puntare il fucile contro il tuo migliore amico?
Dal Quinto Capitolo, "Please, Hitori Ni Shinaide":
"«Mi dispiace» Ha gli occhi azzurri. Di un azzurro talmente intenso da farle tremare le ginocchia, e d'improvviso ciò che manca al suo puzzle di ricordi del giorno prima torna come se niente fosse mai successo. La memoria di quel ragazzo dagli occhi azzurri.
«Mi dispiace da morire»

Uccidi o sarai ucciso.
{SasuSaku} {NaruHina}
Accenni ShikaIno, NejiTen, SuiKa e GaaMatsu.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Cap.2
Battle Royale
Prologue: Juudai Ni Troubles.









Dell'uomo che sorride a loro, a qualche metro di distanza e dietro alla cattedra, Sakura non può che notare il volto rugoso, per primo. Pesanti rughe gli increspano i lati della bocca e dell'unico occhio a lei visibile; un pesante ciuffo di capelli oscura l'altro.
Sono piccoli quegli occhi, ingrigiti da una patina opaca; scorrono su di loro, lentamente. Sembra quasi che vogliano leggere loro dentro. Che vogliano intimorirli.
Sakura si chiede come un solo sguardo abbia il potere di rimescolarle lo stomaco in un tale modo: le viscere le si torgono, il fiato le si mozza in gola e sente un lungo brivido attraversarle la schiena. Lena ha cominciato a singhiozzare, stringendole il braccio.
Non si sente di biasimarla, come lei cori di singhiozzi si elevano fra le file di studenti: sono ragazze, le sente dai loro gemiti striduli. Sakura non ha lacrime da piangere. Non ancora.
<< Seduti, prego >>
Secca.
La voce di Madara Uchiha è secca e risuona, echeggia, rimbalza sulle pareti: non è minacciosa, piuttosto sembra suadente, sembra volerli compiacere. Quando nessuno muove un muscolo - sono impietriti; quando nessuno osa solo respirare, è allora che Sakura vede i militari fare un passo avanti e sguainare le loro armi, facendo scattare le sicure.
<< SEDUTI! >>
Sembra il panico di poco prima: si spintonano, c'è chi cerca di fuggire verso il fondo dell'aula, chi urla e si accascia per terra. Sakura si passa una mano fra i capelli e afferra Lena per la spalla, mordendosi le labbra a sangue. Sente il terrore risalirle alla gola, forse sta per vomitare. Lo sente.
Si nascondono dietro ad alcuni loro compagni di classe; Yuzuru si lascia cadere accanto a loro, i capelli biondi le coprono una parte del viso. Sakura vorrebbe chiederle come sta, ma il solo pronunciare una sillaba sembra una fatica tremenda. Quando la mano di Madara Uchiha batte due colpi sulla cattedra, invitando le truppe al riposo, Lena continua a stringerle il braccio. La sta quasi soffocando, non la guarda nemmeno in faccia. Sakura respira lentamente, massaggiandosi di nuovo il collo.
Il suo intuito.
Avrebbe dovuto dargli ascolto.
<< Molto di voi mi conoscono già >> è inquietante il sorriso che riserva loro e Sakura non sembra l'unica ad accorgersene. << Ma per chi non lo sappia, sono stato il responsabile al primo anno della seconda sezione dell'Istituto Oto >>
Oto?
Sakura, assieme ai restanti studenti, fa scivolare lo sguardo verso la parte destra dell'aula, dove stanno rannicchiati uno vicino all'altro tutti gli alunni di Oto. Si stringono fra loro quando Madara avanza un passo verso la loro direzione, abbandonando la cattedra e prendendo a passeggiare per l'aula.
<< Cosa sta succedendo, Sakura-chan? >> bisbiglia Lena, con voce rotta.
<< Sssh, sta tranquilla >> risponde lei, assottigliando gli occhi. Yuzuru è ancora lontana. << Andrà tutto bene, vedrai >>
E come fai a saperlo?
<< E' un gran piacere rivedervi, ragazzi >> Madara affonda le mani nelle tasche dei suoi pantaloni. << Siete cresciuti tutti, a quanto pare >>
<< Sas'ke-kun >> proferisce. << A quanto vedo continui a girare con questa marmaglia >>
E' voltato di schiena, Sakura non riesce a vederlo. Così come lui non riesce a vedere loro.
E' forse quello che la spinge ad elaborare qualcosa di diverso, che spinge il suo cervello a ricacciare indietro la paura e ad osservarsi attorno: qualunque sia la cosa in cui sono stati coinvolti, è ovvio che debba esserci una via di fuga. C'è sempre una via di fuga, Sakura.
Facendo una stima approssimativa, la porta più vicina è lontana dieci metri. Se riuscissimo a sgusciare via fra tutti gli studenti, riusciremmo a confonderci fra tutta la massa. Ma.. no, accidenti. Ci vuole un diversivo. Sono militari, è gente addestrata. Se ne accorgerebbero subi-
<< Voglio subito precisare una cosa >> Madara è tornato a voltarsi; ha abbandonato Oto e ha ripreso a passeggiare fra tutti gli studenti. << Toglietevi dalla testa qualsiasi piano di fuga. Siete qui, e qui rimanete >>
Quelle parole la gelano. Sakura sente distintamente il cuore mancare un battito, ed è solo due istanti dopo che riprende a respirare, quando i passi di Madara superano anche Konoha e si avvicinano ad Uzu.
<< In ogni caso >> aggiunge.  << Colgo l'occasione per presentarvi due nuovi compagni >>
Non se ne è neanche accorta.
Dov'è finito il tuo spirito d'osservazione, Sakura?
Ed è questo che la lascia senza parole. Come ha fatto a non accorgersene? E dire che mai due ragazzi possono riuscire a spiccare di più fra una massa di anonimi studenti delle superiori.
Se ai quattro lati della stanza si sono rintanati gli studenti di ogni singola scuola, al centro dell'aula, fra borse e cappotti, Sakura li vede.
Sono più grandi.
E pur indossando banali e anonime uniformi scolastiche, ciò che colpisce Sakura non è il silenzio e tutti gli occhi puntati addosso a loro, e nemmeno la loro più che evidente maggiore età. E' piuttosto la bellezza di cui fanno gratuito sfoggio, in mezzo a quell'aula caduta in un silenzio talmente profondo da mettere i brividi.
Ma la loro non è una bellezza abbagliante, non è la bellezza che ti blocca per strada e ti spinge ad osservare con adorazione le persone che ne sono dotate; è piuttosto quel tipo di bellezza inquietante, quella bellezza che invece ti spinge ad abbassare gli occhi, intimorita, quasi pudica. Sakura lo vede nei loro tratti ruvidi, affilati.
<< Questo è Deidara >>  il ragazzo biondo, quello più distante da loro, sembra del tutto indifferente al suo nome. Continua piuttosto a tenere gli occhi bassi e Sakura, da lontano, vede che l'ennesimo ciuffo gli oscura il profilo. E' una mania per i ciuffi?
<< E quest'altro invece è Hidan >> aggiunge.
Lo capisce sin da subito, sin dal momento in cui lo vede alzare di scatto il capo verso l'alto, puntando gli occhi nella loro direzione. Verso di loro. Sono gelidi i suoi occhi, così gelidi che quando Sakura vi ci si specchia dentro tutto quello che riesce a fare è abbassare lo sguardo, quasi immediamente.
Lo capisce subito.
Sta lontana da loro.
<< Mi raccomando, andate tutti d'accordo, eh >>
Madara si volta e in due passi raggiunge la lavagna dove con un gesso prende a scrivere frettolosamente, continuando a sorridere.
E' forse quello il gesto che più colpisce Sakura. La più totale e assoluta naturalezza con la quale quell'uomo che ha detto di chiamarsi Madara Uchiha traccia segni sulla lavagna, lasciando loro al puro caso e nella più oscura ignoranza di ciò che sta succedendo. Si può essere talmente freddi? Talmente noncuranti?
Sakura stringe i pugni: non ce la fa, è più forte di lei. E' già pronta a dare voce a ciò che pensa, che i più disparati cori di voci si innalzano alla sua destra e alla sua sinistra. Si osserva attorno, assieme a Lena, e scopre decine di ragazzi in piedi; Suna, Uzu, qualcuno di Konoha, addirittura di Oto.
Sono tutti come lei, stanno tutti pensando le sue stesse cose.
Cosa sta succedendo?
<< Si può sapere che cosa sta succedendo?! >>
<< E' per caso uno scherzo?! >>
<< E chi sono quelle persone?! >>
Madara sembra del tutto indifferente all'ondata di accuse rivoltegli contro; piuttosto sorride di nuovo, e Sakura deglutisce vedendolo posare il gesso sulla cattedra con estrema calma, prima di pulirsi le mani con un fazzoletto e fare segno di smetterla.
<< Qualcuno di voi sa di cosa si tratta questo? >>
La sua voce, alta questa volta e sempre così maledettamente sarcastica, sovrasta quel rumoroso brusio assordante fatto di domande senza risposta e bisbigli spaventati.
Possono essere molti i motivi per i quali possano trovarsi in un posto simile, tutti tra l'altro abbastanza plausibili: possono essere stati convocati per un improvviso convegno delle scuole più famose del Giappone, possono essere stati obbligati a partecipare ad un seminario di dubbio gusto sull'avvento delle nuove tecnologie.
Non ha neanche il coraggio di alzare lo sguardo, Sakura, perché alzarlo significherebbe dare una certezza al presentimento che dalla mattina di quel maledetto giorno non ha fatto altro che tartassarle il cervello. Significherebbe dare conferma a ciò che il suo sesto senso le aveva detto sin dalle prime ore di quella giornata. Significherebbe condannare la propria esistenza.
Battle Royale.
File nascosti, archivi di vecchi documenti, stralci di voci alla televisione..
Come pezzi di puzzle, i frammenti di vecchi ricordi si vanno ad incastrare fra loro, nella mente di Sakura, e tutto ciò che lei riesce a fare, non appena ha effettivamente conferma che quel nome non porta assolutamente niente di buono, è stringere convulsamente la stoffa della gonna, sgranando gli occhi. Terrorizzata, basita, rassegnata.
".. l'ultima superstite sopravvissuta al combattimento durato quattordici giorni, tre ore e ventisette minuti.."
Lena si agita, accanto a lei.
"..oggi, tre marzo, è iniziata la ottava edizione del combattimento più duro che si sia mai.."
"Sakura, mi raccomando, è il tuo ultimo anno di superiori. Impegnati al massimo, va bene?"
La risata di Madara Uchiha le rimbomba nelle orecchie, assieme ai gemiti di Lena e ai bisbigli di tutti coloro che le sono attorno. Forse nessuno ancora lo sa cosa sia la Battle Royale.
"Il nostro Shinji.. riposerà in pace"
<< Oggi, voi >> proferisce, una volta che ha smesso, la scia della risata sulle labbra. << Siete stati scelti per partecipare alla decima edizione dell Battle Royale di quest'anno >>
Battle Royale.
<< E quest'oggi, ragazzi miei >> aggiunge. << Vi farò ammazzare un po' fra voi >>
Si sarebbe aspettata risate sprezzanti, forse nessuno aveva ancora capito la gravità della situazione. Forse nessuno ha preso seriamente coscienza della situazione.
Forse le grida di protesta, forse le urla strazianti non servono a niente, perché Madara ride e succede. Da l'ordine.
Sakura urla, si unisce alle grida di disperazione e terrore quando vede, fra l'accalcarsi degli studenti, i militari sfoderare le loro armi e cominciare a disseminare di proiettili il pavimento.
Si sente spingere prima a destra, poi a sinistra; nel panico rischia di perdere la mano di Lena che stringe la sua con tale forza da farla impallidire dal dolore. Sembra un incubo.
O forse lo è davvero?
Ed è solo quando una ragazza fra gli studenti di Suna lancia un gemito straziante che i soldati smettono d'un tratto di sparare per terra, ritirandosi ordinatamente ai loro posti.
<< Matsuri-chan! >> una voce rauca, le curve morbide di una ragazza che si affaccenda accanto alla ragazzina minuta ed esile dai corti capelli castani, che singhiozzante si stringe il braccio sanguinante. Sakura le vede, con Lena che piange accanto a lei, nascosta nell'angolo più lontano; nella confusione tutta la sua classe si è spostata dall'altra parte dell'aula.
C'è ragazzo dai capelli rossi, poi. Invade il suo campo visivo, facendosi largo fra gli studenti di Suna che si scostano al suo passaggio, intimoriti forse. Sakura lo vede farsi avanti, stringendo gli occhi gelidi in due fessure minacciose. E potrebbe giurare che quella sparatoria è lì lì da mietere un'altra vittima se la mano dalla presa salda e forte di un ragazzo alto e nerboruto non si posi appena sulla spalla di quel ragazzo rosso, invitandolo ad indietreggiare.
Madara sorride, ammiccando nella loro direzione, soddisfatto dell'esito dell'operazione. Sono tornati tutti silenziosi.
<< Come vedete voi stessi >> proferisce, inquietantemente serafico. << Non è uno scherzo >>
Lena scoppia definitivamente in lacrime, aggrappandosi alla sua spalla, mentre il volto di Yuzuru si fa di ghiaccio. Yuzuru è lontana, non è attaccata a Lena come sempre, è appena dietro di lei, le braccia conserte.
Sakura non ha tempo di curarsene, comunque, perché l'orrore della scoperta - e la paura che ancora la immobilizza al suo posto - le impedisce di articolare anche solo una parola.
Non una parola.
<< In realtà.. >> aggiunge Madara, riprendendo a passeggiare per l'aula con la stessa inquietante tranquillità. Sembra sia successo niente. Sakura stringe i pugni. << La maggior parte dei vostri insegnanti era contrario alla selezione delle loro classi >>
Kurenai-sensei.
<< Ed è proprio per questo che hanno fatto questa fine >>
A l'ennesimo cenno della mano di Madara le porte dell'aula si aprono, con loro grande terrore, e un altro gruppo di soldati entra scortando nella stanza otto persone fra le quali Sakura, con orrore, scorge il volto della loro Professoressa di Letteratura Giapponese e Responsabile: Kurenai Yuhi.
Non è instintiva la sua reazione; Sakura è brava a sopprimere le emozioni, ha imparato a farlo. E' perfettamente conscia che urlare, in un momento del genere, è come tagliarsi tutti i possibili appigli ad una futura sopravvivenza. Ma forse una parte di lei continuava a sperare che fosse in realtà tutto uno scherzo ben congegnato. Vedendo la loro sensei lì, il volto tumefatto e gli occhi arrossati, Sakura realizza che è tutto vero, e che non c'è via di scampo.
Sono condannati.
Megumi Kusaki è la prima a risvegliarsi dal torpore in cui è caduta l'intera loro classe: balza in piedi, il seno abbondante stretto nella sua giacchina, il viso paffuto arrossato dalla fatica.
<< Kurenai-sensei! >> strilla, e Kurenai si agita sul suo posto, gli occhi rossi colmi di lacrime ed imploranti. E Sakura alla loro vista trattiene a stento un singhiozzo di disperazione.
Dopo l'urlo di Megumi, Sakura sente le solite voci elevarsi dalle file degli studenti delle altre scuole. I nomi più disparati abbandonano le loro labbra, in un tentativo di ridare carica alle figure dei loro insegnanti che continuano a sostare al fiando di Madara Uchiha, inermi, sotto shock.
<< Kakashi-sensei! >>
<< Asuma! Asuma-sensei! >>
<< Baki-sensei! Gai-sensei! >>
E' solo quando Sakura sente le voci dei ragazzi di Oto urlare a squarciagola il nome della loro sensei assieme ai più coloriti epiteti dispregiativi che conosca che si rende conto che tutto quello è un piano.  Un piano studiato nei minimi dettagli, affinchè nulla possa andare storto. Una cospirazione ai danni di innocenti classi di studenti delle superiori la cui unica colpa è solo comportarsi come gli adolescenti che sono.
Da quanto tempo?
Perchè?
<< Anko-sensei! >> alza di scatto il capo, continuando ad accarezzare i capelli di Lena che singhiozza sul suo grembo. In quella voce Sakura riconosce la figura di un ragazzo dai capelli biondissimi, ritti in testa, e due occhi azzurri rilucenti di rabbia e disprezzo. Non lo vede bene, nascosta com'è, ma sa che è alzato in piedi e che sta provando a farsi largo fra i suoi compagni di classe.
<< Anko-sensei! Cosa significa tutto questo?! >>
Quella che deve essere Anko-sensei piega le labbra in una smorfia che deve assomigliare ad un ghigno. Anko-sensei è l'unica donna non immobilizzata, piuttosto è completamente libera al fianco di Madara stesso e al fianco di un giovane occhialuto. Sakura li vede bene quei tre: scruta la figura del ragazzo con gli occhiali, stringendo i pugni. Sembra appena più grande di loro. 
<< Nulla di più di quello che vedi, Uzumaki >> replica, puntando i suoi occhi viola addosso allo studente.
<< Lei! Come diavo- >>
Sakura non sente più nulla, poi: le parole del ragazzo Uzumaki sono soffocate da un paio di mani e da un paio di braccia che lo trascinano via a forza, di nuovo all'interno delle file degli studenti.
<< Sono lieto di vedere che molti di voi non sono cambiati di una virgola, anche dopo anni >> Madara sorride, sospirando alla vista di Naruto Uzumaki che si dibatte dalla presa salda dei suoi amici.
Ghigna Madara, balzando a sedere sulla cattedra mentre con un gesto veloce afferra un telecomando, che punta dietro di sé, verso la lavagna. In un cigolio fastidioso i cardini di quest'ultima cominciano a girare, e Sakura cerca di riprendere a respirare normalmente, ed in un istante la superficie scura di questa viene sostituita da un rilucente schermo bianco.
<< Adesso vedremo un video >>
Un attimo.
Le luci si spengono e Sakura sente di nuovo cori di grida terrorizzate sollevarsi fra i suoi compagni: annaspano, si osservano spaesati attorno. Lena stringe più forte il suo braccio, singhiozzando. << Calmati, avanti >> le dice Sakura, passandole una mano sulla frangetta scompigliata. E' dolce la sua voce. << Devi fare silenzio. Cerca di calmarti >>
Non devono sentirti.
<< Mi raccomando, non dormite e non parlate fra voi >>
Lo schermo si illumina in una luce talmente forte che Sakura deve socchiudere gli occhi per riuscire a vedere qualcosa oltre ad un fondale rosso e al logo della Battle Royale. Con una musica idiota che Sakura ricorda di aver sentito solo lungo i centri commerciali delle patinate vie dello shopping di Tokyo, entra zampettando nel suo campo visivo una ragazza carina, munita di microfono e sorriso scintillante. Li saluta con uno strillo spaccantimpani:
"Il corretto modo di combattimento nella Battle Royale: a cura del comitato promotore della legge BR!" urla.
"Ragazzi della seconda sezione del terzo anno degli Istituti Konoha, Oto, Mizu e Suna.. buon pomeriggio!" trilla. "Oggi voi tutti siete le fortunate classi selezionate per partecipare alla Battle Royale di quest'anno! Congratulazioni!"
Sakura spalanca la bocca: non sa se sentirsi più terrorizzata dall'appurare che stanno effettivamente partecipando alla Battle Royale, o più scioccata dal costatare l'allegria e la naturelazza con la quale quella ragazza lo sta annunciando a loro.
"Il mio nome è Ami e quest'oggi vi parlerò del modo corretto di combattere nella Battle Royale e vi illustrerò le regole principali!" squittisce, e alla sua figura si sostituisce una dettagliata piantina geografica di un isola. Sakura aguzza la vista, la mano posata sulla spalla di Lena. Non sa nemmeno se Yuzuru è vicino a loro. "Il luogo in cui vi trovate attualmente è un iiiisola con un perimetro di dieci kilometri circa e avendo chiesto a tutti gli abitanti di evacuarla, in questo momento è completamente deserta"
Isola. Poca comunicazione. Se era abitata è giusto presumere che vi siano dei villaggi dotati di telefono o computer.
"L'isola è stata divisa in diverse zone e a questo proposito il vostro professore diffonderà una comunicazione quattro volte al giorno, alle ore sei e alle ore dodici. Nel corso di queste comunicazioni verrano diffuse le coordinate delle zone definite rosse, quindi se vi trovate in una di queste zone uscitene immediatamente per favore!"
Zone rosse. Tenersi alla larga. Pericolo di morte.. probabilmente?
"E come mai vengono dette pericolose? Ecco perchè voi tutti laggiù state indossando questo collare!" la ragazza si punta le dita al collo e d'istinto Sakura fa lo stesso, percependo sotto le dita l'oramai familiare acciaio freddo del collarino che minuti prima, o forse ore, ha con orrore scoperto di indossare.
"Questo collare è perfettamente impermeabile ed antiurto. Non si può assolutamente togliere!" esclama, con vocina stridula.
"Un sensore posto al suo interno, tramite la ricezione del vostro battito cardiaco, ci informerà sul vostro stato e sui vostri spostamenti. " dice. "Perciò se dovreste fermarvi in una zona rossa oltre l'orario limite, o dare luogo ad azioni di disturbo, sarete immediatamente identificati tramite onde GPS. E a questo punto il collare inizia a vibrare e vibrare e poi.." Sakura segue i suoi gesti. "BUM!" sobbalzano tutti.
"Esplode!" e ride. "Ed esplode anche se si cerca di toglierlo forzatamente quindi, mi raccomando, non tentate nulla di simile, ok?"
<< Ma non diciamo cazzate! >>
Quella voce le mozza il fiato: Sakura sobbalza, e con lei Lena che smette di piangere. Davanti a loro lo stesso ragazzo di prima, quello biondo dai capelli scompigliati che poco prima aveva inveito contro la donna chiamata Anko-sensei, balza di nuovo in piedi, inferocito. << Adesso ti concio per le feste! >>
Ma è idiota?
Sakura si ritrae, pronta a fuggire via nel caso si scateni l'ennesima sparatoia; pronta ad afferrare per il braccio Lena, che nel frattempo scoppia di nuovo a piangere, e a buttarsi sul pavimento.
Madara Uchiha ride, una risata bassa e rauca, prima di scuotere la testa. << Sei rimasto il solito eh, Uzumaki? >> commenta, mentre osserva Suigetsu Hozuki e Juugo che si adoperano per placcare la sua corsa, prima che commetta l'irreparabile.
<< TU! MALEDETTO! >>
<< Naruto >>
E poi Sakura lo vede.
Non è reale, probabilmente: un ragazzo dai capelli scuri, terribilmente bello, si fa largo fra le file dei suoi compagni, strattonando il braccio del ragazzo biondo con una smorfia seccata dipinta sul viso. << E' inutile >> sussurra subito dopo, gli occhi onice stretti in due fessure. << E' inutile >>
Gli occhi di Naruto si infiammano, di collera e disperazione, mentre cerca di discostarsi dalla presa ferrea dei suoi altri due amici. << SAS'KE! >> ringhia e Sakura in quel nome urlato percepisce tutta la disperazione e la frustrazione possibile, e deglutisce cercando di combattere contro le lacrime che le affollano gli occhi. Forse non è l'unica, forse non è sola.
<< Naruto, smettila subito! >> 
E' più femminile la voce questa volta e Sakura, tornando ad alzare gli occhi verdi, vede una studentessa di Oto, dai capelli rossi e gli occhiali; si avvicina rigida al quartetto di amici, strattonando violentemente la manica del gakuran nero del ragazzo di nome Naruto.
Lui la osserva per qualche istante, gli occhi lucidi; sembra si stiano dicendo qualcosa, sembra stiano discutendo silenziosamente. Lo sguardo della rossa è talmente duro, lo vede sin da lì, che Sakura trema. Il ragazzo biondo sembra arrendersi; china il capo ed incassa le spalle, avvilito, per poi seguire la ragazza e i suoi amici al riparo da sguardi indiscreti.
Sakura vede Madara seguirli con lo sguardo << Continuamo? >> dice, piegando le labbra nell'ennesimo sorrisino soddisfatto. Le luci si riabbassano e Sakura si sente sprofondare di nuovo nel buio, prima che lo schermo torni ad illuminare la stanza e la voce trillante della ragazza fracassi i loro timpani.
"Lo svolgersi di questa gara prevede tre regole fondamentali!" squittisce. "La prima è che non vi è alcuna regola riguardo al modo di uccidere, perciò potrete utilizzare qualsiasi arma troviate" aggiunge. "La seconda è che la gara si svolgerà in un lasso di tempo di esattamente quattordici giorni e, per far in modo che il numero di partecipanti non si dimezzi nei primi tempi, ogni tre giorni vi sarà una pausa di ventiquattro ore, dove le uccisioni e le aggressioni saranno assolutamente proibite. Mi raccomando, non cercate di evadere questa regola eh!"
Sakura sposta lo sguardo più a destra e scorge nel buio dell'aula la figura di Megumi che si china all'orecchio di Tsukushi per bisbigliarle qualcosa. Probabilmente avrebbe ricordato quel momento per tutta la vita: è già pronta a dire qualcosa, a riprenderle, lei che è sempre così ligia alle regole anche a scuola, perché quel Madara Uchiha ha espressamente proibito le comunicazioni fra compagni. E' vietato. Non va bene.
Non capisce bene quello che succede dopo, non lo capisce affatto. E' tutto confuso: la cattedra cigola e la figura di Madara Uchiha balza a terra, nel buio di quell'aula, e prima che se ne renda conto un coltello sfreccia lungo la stanza, sfiorando il suo orecchio in un sibilo che le mozza il respiro.
E così finisce.
<< Ehi tu, non si bisbiglia! >>
Sembra un flash: il coltella vola, le sfiora l'orecchio in un sibilo assordante, il corpo di Megumi Kusaki si accascia sul pavimento in un tonfo sordo.
E le urla, urla strazianti e terribili.
Megumi.
Lena respira a fatica; si sono tutti allontanati dal corpo della ragazza, che giace appena dietro di lei. Si volta Sakura, lentamente, gli occhi sgranati, il battito frenetico del suo cuore che rimbomba nella sua testa. Megumi è morta?
Si accorge che Madara si è avvicinato solo quando sente la sua voce ad un palmo dall'orecchio: << L'avevo detto io che era vietato parlare fra voi... >> soffia mellifluo, prima di ribaltare il cadavere con un calcio e sfilare il coltello conficcato nella fronte di Megumi. E Sakura continua a tremare, seduta, gli occhi spalancati.
<< Mi raccomando ragazzi, non comportatevi come lei >> 
Sakura neanche se ne accorge, perchè quando torna ad incamerare un poco di aria nei polmoni è scivolata qualche metro più avanti e sta osservando il viso di Megumi, avvolta in una pozza di sangue.
Le sfiora il viso, ancora caldo e morbido sotto le sue dita; e gli occhi scuri di Megumi la guardano, impietriti, sbarrati. Fa paura, è orripilante, ma Sakura non riesce a smettere di guardarla.
<< E' morta >>
Ed eccole le lacrime che aveva tentato disperatamente di trattenere per tutto quel tempo. Sono lì, che le rigano le guance posandosi sull'immmacolato colletto della camicetta. Sakura sente il loro sapore salato sulle labbra.
E poi li sente Sakura, quei sentimenti d'odio, di disperazione che le opprimono il petto.
Megumi non è mai stata sua amica, ma ora è morta.
E perchè sembra essere lei l'unica a preoccuparsene?
E' sbagliato, stupido e pericoloso - e i suoi compagni lo hanno capito. Nessuno osa dire qualcosa, si sono tutti rintanati lontano. Lontano dall'evidenza di quel barbario assassinio, e da una verità troppo grande da accettare.
E' sbagliato, stupido e pericoloso, ma Sakura lo fa lo stesso. E sono quelli i sentimenti che Madara legge nei suoi occhi gonfi e lacrimanti, non appena lei solleva il capo dal corpo straziato di Megumi Kusaki.
<< Lei è un essere ignobile >> sibila Sakura, ed è certa che tutti possono sentirla perchè dopo le urla la sala è piombata nel più assoluto silenzio. << Non è nessuno lei per potere decidere della vita e della morte di una studentessa >> aggiunge. << E tantomeno della vita di tutti noi >>
Madara la scruta, col suo unico occhio nero, e le sorride, increspando appena le labbra.
<< E' sicura di quello che sta dicendo.. >> sussurra, serafico. << .. studentessa del Konoha? >>
Sakura stringe i pugni, stringe i pugni e reprime un singhiozzo, e fa per alzarsi. Se deve morire preferisce morire in una maniera dignitosa, e non come banale pedina partecipante ad un insano gioco d'azione.
Fa per alzarsi Sakura, e pur essendo perfettamente conscia del pericolo al quale sta andando incontro, pensa che non sia la cosa sbagliata.
Ma una mano piccola e candida le stringe il polso.
Si volta, esterrefatta, e in quella mano candida riconosce le fattezze dolci di Hinata Hyuuga. Fra tutte le persone che avrebbero potuto fermarla dal suo più che evidente tentato suicidio, Sakura si sarebbe aspettata chiunque. Ma non Hinata Hyuuga, non lei.
<< Sakura-san >> sussurra lei, appena udibile. << Per favore >>
Osserva il suo volto pallido rigato da lacrime, gli occhi chiusi e la fronte agrottata. Quello di Hinata non era un comando, tantomeno una richiesta impartita gentilmente. Hinata la sta supplicando.
Hinata sta piangendo.
<< Per favore. >> e la presa sul suo polso si fa più decisa.
Per Megumi?
Non seppe cosa la spinse a farlo; semplicemente le ubbidì, piegandosi alla presa debole ma decisa di quella ragazzina che riusciva ancora a piangere con una dignità e un contegno straordinario, pur in una situazione del genere.
Tornata seduta, Sakura percepisce immediatamente la presa delicata della mano di Lena sul suo braccio, ma non vi fa caso perché tutto ciò che riesce a fare è osservare Hinata. Osservarla mentre alza una mano e la posa sul viso oramai freddo di Megumi, scostandole i capelli dalla fronte con un tocco gentile, chiuderle gli occhi ancora aperti. Coprire la vista del suo volto senza vita con una giacca presa in prestito. Con estrema dignità, pur martoriata dalla disperazione più nera.
E basta quel gesto a farle battere il cuore.
Hinata piange silenziosamente mentre abbassa il capo ed intreccia le dita sul grembo.
Piange e non dice niente.
E Sakura, per qualche strana ragione, e per la prima volta dopo anni, le si sente terribilmente vicino.
Nel dolore.
Il tempo passa, il video ha ripreso ad andare in onda ma Sakura oramai non si accorge più di niente. Immagini tutti uguali scorrono davanti ai suoi occhi, mentre cerca di non fare caso ai singhiozzi soffocati dietro di lei e al suo disperato bisogno di piangere.
"La terza ed ultima regola è che al termine della gara dovrà rimanere un solo sopravvissuto. Se così non fosse, allo scadere del tempo, tutti i collari verranno automaticamente fatti esplodere!" e ride di nuovo. "A questo punto, per evitare che possa succedere una cosa del genere, combattete tutti quanti al vostro meglio eh!"
<< Molto bene >> Madara torna a parlare, interrompendo per l'ennesima volta la trasmissione del video. << Fino a qui, qualche domanda? >>
Sakura torna a prestare un minimo d'attenzione e con la coda dell'occhio, dopo un attimo di silenzio fra le file di studenti, scorge uno degli alunni di Uzu balzare in pieni, alzando la mano diplomaticamente,
Il ragazzo si guarda attorno, li osserva uno per uno; sembra quasi in cerca di una specie di incoraggiamento. << Se sopravvivo.. >> mormora, e Sakura stringe i pugni. << Potrò tornare a casa? >>
Madara Uchiha annuisce semplicemente, guardandolo negli occhi e sorridendogli affabile. Sembra quasi che gli stia comunicando di aver passato il test di matematica << Certo >>
<< Posso? >>
Un'altro studente, di Oto. Sembrano mosche. Perché sono così tanti?
<< Prego >>
<< Ma.. >> bisbiglia. << Perchè proprio noi? >>
Perché?
Madara sospira, accennando una stretta di spalle. << Per imparziale sorteggio nazionale >> replica, laconico.
<< Posso ancora? >> chiede e Madara annuisce per la seconda volta. << Ma perchè fare una cosa simile? >>
Avrebbe fatto la stessa domanda, probabilmente. Chiunque l'avrebbe fatta.
Sakura si passa una mano sugli occhi, cancellando le ultime tracce di lacrime: la verità è che tutto ciò che la circonda è un ingiustizia e il solo pensare di dover uccidere anche solo uno dei suoi compagni, studenti come lei, solo per assicurarsi un giorno in più di vita le da una tale sensazione allo stomaco da nausea.
<< E' colpa vostra >> proferisce. << Colpa del comportamento delle nuove generazioni di studenti >> aggiunge. << Colpa del fatto che voi vi sentiate in diritto di prendervi gioco degli adulti >> dice. << E continuate pure a farlo se volete. >> e li scruta uno ad uno. << Solo, ricordate una cosa: la vita è una gara, combattete tutti al vostro meglio e fatevi onore. >>
Farsi onore.
Le sue ultime parole sono accompagnate dal rumore delle porte scorrevoli dell'aula che si spalancano per la terza volta, lasciando entrare le ennesime file di soldati. Questa volta, però, si trascinano dietro un grosso portapacchi nel quale, Sakura, intravede una marea di borsoni verdi, dall'aria pesante.
"Dunque, adesso dovremmo fare in modo che voi lasciate l'aula uno alla volta." la voce della ragazza nel video torna a farsi sentire. "Ma prima daremo ad ognuno di voi QUESTO borsone!" i denti le scintillano alla luce della telecamera che la riprende, mentre indica alla sua destra il portapacchi. "All'interno troverete" Sakura assottiglia gli occhi "Mappa e bussola! Una torcia elettrica! Un'accendino ed una gavetta!" aggiunge. "E a questo proposito, vista la durata della gara, è anche molto importante che riusciate a procurarvi dell'acqua e del cibo! Per questo vi raccomando di stare molto attenti a ciò che mangiate!" e ride.
"Infine, per ultimo, troverete anche un'arma!" conclude. "Ne troverete di diversi tipi, e non si tratteranno solo di pistole o coltelli. E visto che saranno distribuite a caso potrete trovarne di vincenti o perdenti, tutto questo per appianare i vantaggi naturali!"
<< Abbiamo già avvisato i vostri genitori >> Madara si volta di nuovo. << Perciò, combattete pure a mente sgombra >>
I suoi genitori.
Quella consapevolezza la colpisce come un pugno dritto nello stomaco: fra tutte le cose che ha pensato, in quegli attimi di puro terrore, nemmeno un pensiero è stato dedicato ai suoi genitori. Cosa direbbero loro, sapendo la loro figlia come partecipante della Battle Royale?
La loro brillante figlia?
Si passa una mano fra i capelli, traendo un sospiro tremolante.
"Adesso verrete chiamati secondo l'ordine d'appello" trilla. "Quindi quando questa signorina chiamerà il vostro nome alzatevi in piedi, andate a recuperare un borsone e dirigetevi fuori dall'aula, per favore"
"UZU!"
urla. "Alunno Numero Uno: Akamatsu Yoshiho-kun!"
Ora che la più cruda delle verità è sotto i suoi occhi, Sakura deve organizzarsi: considerando che hanno appena cominciato a smistare gli studenti di Uzu, affinché giunga il turno di Konoha dovranno passare un minimo di dieci minuti. Pensa, Sakura. Veloce.
Si osserva attorno, dimenticato lo shock di poco prima la sua mente è tornata quella vigile e attenta di sempre: deve essere veloce, e scaltra. Non ha molto tempo.
Lena c'è. Dov'è Yuzuru?
Yuzuru è sparita.
Si morde un labbro, facendo scorrere gli occhi fra i suoi compagni, alla ricerca della chioma bionda della sua amica. Eppure ricorda che fino a poco prima era appena dietro di lei, Yuzuru. Era seduta dietro di lei. Dov'è, adesso?
"Alunno trasferito!" Sakura sobbalza. "Hidan-kun!"
Lo stesso brivido di terrore che momenti prima l'aveva attraversata alla vista del gelido sguardo di quel ragazzo torna a farsi sentire quando lo vede alzarsi in tutta la sua stazza. Cammina lentamente, non ha bisogno nemmeno di chiedere il permesso, i ragazzi si scostano dal suo passaggio istantaneamente.
Afferra il suo borsone con una tale calma da farla impallidire, e tremare di nuovo da capo a piedi. Deglutisce, scoprendo la gola incredibilmente secca.
<< Come avrete capito >> Madara sorride. << A questi due state molto attenti >> e Deidara, il ragazzo biondo unitosi all'altro, li osserva, saggiando una gomma da masticare.
Quando finalmente quegli inquietanti studenti trasferiti escono tranquillamente dall'aula, il borsone sulle spalle, Sakura si permette di esalare un respiro, prima che la voce chiocciante della ragazza del video torni ad urlare:
"KONOHA!" Sakura sobbalza. "Asahina Yuki-san!"
Diavolo!
Deve trovare una soluzione, e al più presto. Mentre i nomi dei suoi compagni di classe abbandonano le labbra della ragazza del video, Sakura vede i ragazzi con i quali ha condiviso quell'ultimo anno di superiori abbandonare amici, amiche, fidanzati. Ci sono degli abbracci, delle lacrime; qualcuno non vuole abbandonare l'aula, costringendo i militari a portarlo fuori di peso. Forse è un addio, il loro. Forse quando uscirà non saranno più i suoi compagni di classe, ma solo meri nemici dai quali guardarsi.
Hinata e Neji Hyuuga sono stretti, vicini; Sakura si chiede se si volteranno reciprocamente le spalle.
"Alunna numero quindici!" trattiene il respiro. "Haruno Sakura-san!"
Non è forse questo, che aspettavi?
Si alza in piedi, raccoglie la sua borsa, si china. << Appena sei fuori >> bisbiglia all'orecchio di Lena. << Corri dietro all'edificio. Io sarò lì ad aspettarti >>
Spera che Lena l'abbia sentita, che Madara non l'abbia notata, che anche Yuzuru, dispersa chissà dove, abbia capito qualcosa. Non è come dirigersi al patibolo; sostiene ed ignora gli sguardi di tutti. Attraversa l'aula velocemente, le sue scarpe da tennis risuonano sul pavimento, i capelli le ondeggiano sulle spalle.
Non guarda nessuno negli occhi; acchiappa il suo borsone e prima che qualcuno le urli di uscire, si dirige verso la porta, scoccando un'occhiata verso Lena. Fa che abbia sentito.
Fa che vada tutto bene.


***

Ha estratto la torcia dal borsone e una mano invisibile la spinge lontano, lungo il corridoio buio nel quale si ritrova immersa. Dalla poca luce che penetra dalle vetrate ai lati, Sakura scorge file di soldati ai lati di ogni colonna, di ogni finestra. Qualcuno le grida di camminare, di muoversi, e lei non se lo lascia ripetere due volte. Cammina veloce, e presto la camminata si trasforma in corsa alla ricerca dell'uscita, nel reticolo di corridoi dal quale cerca disperatamente di uscire.
Anche da così lontano sente ancora le grida dei soldati che provengono da quella stanza, sente passi che si affrettano. Qualcuno sta arrivando dietro di lei. Deve sbrigarsi.
E' intuito il suo, che le dice di non concedere una parola a nessuno al di fuori di Lena. E di Yuzuru.
Di non fidarsi di nessuno.
Raggiunge l'uscita con gli occhi stretti in due fessure e tutti i muscoli tesi; se è vero che non se la sente di concedere la fiducia a nessuno dei suoi compagni di classe, è altresì vero che fuori c'è tutta Uzu che vaga per le strade di quell'isola.
Non appena mette piede fuori l'edificio Sakura sente il respiro farsi pesante; da lontano sente delle urla, uno sparo. Sobbalza, mordendosi un labbro. Hanno già iniziato?
I passi dietro di lei si avvicinano: è ricettiva, Sakura. Scappa via, semplicemente.
Scarta verso destra, scavalca la recinzione, scende le scale e scappa via. E' asfalto quello sotto i suoi piedi, vero e proprio asfalto che la rincuora nella consapevolezza che non sono proprio in mezzo al nulla, e che civilizzata quell'isola lo è.
Quando sente di essersi allontanata abbastanza, si ferma, prendendo fiato; ha circondato l'edificio, è esattamente dall'altra parte. Non dovrebbe essere difficile per Lena trovarla, dovrebbe solo fare attenzione.
Sakura si volta, poggiando la fronte contro la superficie del muro e prendendo dei respiri profondi. Si massaggia la base del naso.
Calmati, Sakura. Calmati. Aspetta Lena. Poi deciderete cosa fare. Ce la puoi fare.
Non puoi piangere.
Non ora.
Forse era davvero tutto un incubo, forse se si concentra si sarebbe risvegliata nel suo letto caldo, a casa sua, pronta per una nuova giornata a scuola.
O forse le hanno davvero appena annunciato che avrebbe dovuto uccidere ciascuno dei suoi compagni.
Si morde talmente forte le labbra che sente il sapore metallico del sangue invaderle la bocca, lentamente. Non ricorda l'ultima volta che ha sorriso, forse perché le ultime ore le sono sembrate le più eterne e struggenti di tutta la sua vita.

Avrebbe preferito ricordarlo da sola, in effetti, ma il click di una sicura che scatta le fa raggelare il sangue nelle vene.
Contro la sua nuca, una pistola.
<< Dammi la tua arma >>
Sakura sgrana gli occhi, il suo intuito torna nel suo corpo in fretta come se ne è andato, così come l'istinto di autoconservazione. Una soluzione, Sakura.
La verità è che la paura le attannaglia le viscere e l'unica soluzione a cui riesce a pensare è quella di supplicare il suo aggressore di lasciarla andare. Pensa con fatica che non tutti sono come lei, che qualcuno qui fuori fa davvero sul serio. E lei lo ha appena incontrato.
<< Abbassa quella pistola >> sussurra, in un disperato tentativo di guadagnare tempo e cercando di   mantenere una voce ferma.
<< Zitta! >> un sibilo rabbioso, e Sakura sgrana di nuovo gli occhi, il cuore perde un battito per la millesima volta.
Quella voce.
Non è possibile.                                                                
Non respira.                                                                      
<< Yuzuru..? >> rantola, senza voce. << Cosa stai..? >>
Ma non riesce a terminare la frase, perchè una scarica di pallottole si abbatte proprio alla sua destra, gelandole il sangue nelle vene. Appura che la persona che le punta la pistola contro è davvero una donna quando entrambe cacciano un urlo, indietreggiando. Qualcuno sta sparando alla ceca, e loro sono i bersagli.                                          
Si volta di scatto.                                            
E' buio, non vede bene. E' sicuramente così.
Perché la figura che le ha appena voltato le spalle ha lunghi capelli biondi e corre via, lontano. Da lei.
Non perdere tempo.
E' veloce Sakura, e sorprendentemente reattiva.
Appurato che le sue gambe riescano effettivamente a reggere il suo peso, si sistema la tracolla sulle spalle e abbraccia il borsone, prima di slanciarsi in una folle corsa giù per quello che sembra un lungo pendio, al di là della strada vera e propria.
I rovi le graffiano le coscie, i rami le rallentano la corsa, ma Sakura continua a correre disperatamente, col cuore a mille.
E li sente i passi dietro di sé..
Fanno tutti sul serio.
Quando gli spari e i passi sembrano estinguersi; è solo in quel momento che Sakura cerca di riprendere fiato. Non se ne è neanche accorta: ha abbandonato la foresta, nella sua folle corse è scesa lungo tutto il pendio che ore la sovrasta e si ritrova i piedi immersi nella sabbia. E' su una spiaggia, e da lontano sente il rumore delle onde che si abbattono lì vicino.
E nella notte più buia Sakura affonda i passi nella sabbia della battigia, trascinandosi dietro le sue cose e respirando a fatica.
E' fortunata, perchè riesce a trovare una grotta deserta, ed è li che sceglie di rifugiarsi, accucciandosi in un cantuccio e stringendosi le gambe al petto.
Trema, e nel buio di quella notte Sakura si sente finalmente in grado  di piangere tutte le lacrime fino a quel momento trattenute.


CONTINUA.. ?



***


LoSpazioDiGè:
(Traduzione Titolo: Teenagers Nei Guai)
Ed il secondo capitolo è andato :)
Che dire? Gli intenditori avranno sicuramente notato le differenze sostanziali con la fonte originale, ma.. ehi! Si fa quel che si può ;)
Per il terzo capitolo dovrete aspettare una decina di giorni sicuri, per il resto spero che questo vi abbia soddisfatto!
Un piccolo assaggio:
"<< Guarda che io non scherzo! >> urla lui, continuando a puntarle addosso la balestra. << Ho già ucciso prima.. >> aggiunge e Sakura stringe gli occhi, deglutendo. << .. e adesso.. >> ha il volto sudato Koichi, così sudato che sotto quel sole cocente la fronte gli risplende, madida. A Sakura fa incredibilmente pena in quel momento, dovrebbe scappare, lo sa. Eppure non riesce a non guardarlo negli occhi piccoli, infossati, e a sospirare.
<<... potrei stuprarti anche a forza! >>"
Ci siamo, ovviamente ringrazio tuuutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo! Dieci recensioni, mi fate felice e contenta *__*
Un bacio, e alla prossima! :D
(Recensioni no jutsu!)
Shannaro!
   
 
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