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Autore: Stella Di Mezzanotte    11/03/2012    7 recensioni
Nella Londra Ottocentesca, un nobile e una cortiggiana vivono un rapporto d'amore difficile. Divisi tra amore e odio Edward e Bella affronteranno una società difficile e un sentimento che non sono disposti ad accettare.
Cosa succedera? Come si conosceranno e ameranno un Nobile ambito e una povera cortigiana?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Emmett Cullen, Jasper Hale, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’amore è un concetto estensibile
che va dal cielo all’inferno,
riunisce in sé il bene e il male,
il sublime e l’infinito.
( Jung, Carl Gustav )

 

 

Capitolo Nove

 

 

Erano passate tre settimane da quando Isabella era andata a vivere da Janet. Le due sembravano trovarsi piuttosto bene insieme, anche se l’inizio era stato difficile soprattutto per me. Avevo parlato alla mia ex amante e l’avevo pregata di non dire nulla della nostra precedente relazione con Isabella,  per non farla sentire a disagio e lei con mia grande sorpresa aveva accettato. Era contenta del fatto che l’andassi a trovare, anche se secondo me aveva capito che Isabella non era solo un’amica di Leah e Jacob, come le avevo detto quando mi ero presentato a casa sua. Inutile dire che aveva subito accettato Isabella. Ovviamente era un pretesto per vedermi più spesso, come diceva lei, ma non aveva mai accennato a un comportamento come quello della notte in cui aveva cercato di sedurmi. Che fosse davvero cambiata come mi aveva detto Jonathan? Ancora non lo sapevo. A proposito del mio migliore amico, non lo vedevo da quel maledetto giorno in cui Sophie aveva mentito a tutti dicendo che ci saremmo sposati. Avevo detto la verità a mio padre e a mia madre ma non ai genitori di Sophie, che credevano alla scusa di Carlisle, ovvero che avevamo bisogno di tempo a causa di alcuni affari che non andavano bene. Avevo ancora del tempo a disposizione per poter decidere e finalmente Sophie aveva deciso di lasciarmi in pace. Sbuffai e mi passai una mano tra i capelli, con nervosismo. Ero disteso a letto con una brutta influenza, ma desideravo vedere Bella nel pomeriggio. Ultimamente a casa di Janet la vedevo pensierosa e triste e volevo assolutamente saperne il motivo. Purtroppo la mia idea iniziale del nostro rapporto era cambiata. Infondo avevo sempre saputo che sarebbe andata così. Lei era come un amante ma ci vedevamo poco, data la situazione, e questo mi rendeva nervoso.

<< Tesoro, posso entrare? >>

<< Certo madre. >>

Esme venne verso di me e si sedette sulla sponda del letto. Con una mano mi toccò la fronte e mi accarezzò il viso.

<< Non hai febbre, per fortuna. >>

<< Non preoccupatevi, sto bene. >>

<< Edward, hai pensato a cosa fare con Sophie? >>

<< Non mi va di parlarne. >>

Voltai il viso dalla parte opposta alla sua e la sentii sospirare.

<< Non fraintendermi, non sono venuta qui a darti fastidio. Desidero solo dirti che non devi preoccuparti troppo. >>

Mi voltai di nuovo a guardarla e la vidi sorridere, come quando da piccolo cadevo per terra e mi sbucciavo un ginocchio.

<< Edward, tu sei mio figlio a tutti gli effetti e voglio solo vederti felice e sereno. Non mi è piaciuto il comportamento di Sophie. Capisco che sia innamorata di te, ma il suo atteggiamento è stato molto immaturo. Non so se è davvero la donna giusta per te. >>

Le presi una mano grato e ne baciai il dorso. Avevo le lacrime gli occhi e lei se ne accorse.

<< Oh amore, stai tranquillo. Anche se tuo padre insiste, anche lui vuole il meglio per te ed è solo preoccupato. Fidati di me, ci parlerò io. Sposerai una donna diversa, magari quella che ami. >>

Chiusi gli occhi e sospirai di nuovo. Mi vergognavo a farmi vedere così, mi sentivo un bambino. Il punto era che mia madre era l’unica da cui ricevevo sostegno. Avevo perso il mio migliore amico, la situazione con Isabella era diventata troppo difficile da gestire e questo matrimonio mi stava dando alla testa. Tutti si aspettavano qualcosa da me e io non sapevo cosa fare.

<< Oh, che maleducata. Sto facendo aspettare la nostra ospite. >>

<< Ospite? >> ripetei, aprendo gli occhi.

<< Sì, la posso fare salire? >>

<< Chi è? >>

<< E’ una ragazza molto graziosa. Mi ha detto di essere una tua amica e di chiamarsi Isabella. >>

Mi sollevai a sedere sul letto, incredulo. Quella piccola pazza era venuta a casa mia?

<< Certo, madre. Fatela salire. >>

Esme dovette notare l’entusiasmo nella mia voce perché mi guardò compiaciuta.

<< Sei molto affezionato a questa ragazza. Non me l’hai mai presentata però, chi è? >>

<< Ehm… >>

<< D’accordo non lo voglio sapere. Oltretutto sarà un bel po’ che aspetta. >>

Detto questo si alzò e aprì la porta. La sentii ordinare alle cameriere di fare salire Isabella e dopo qualche minuto entrò con lei al seguito. Era molto bella con un abito di un azzurro molto chiaro, bordato di pizzo bianco sulla scollatura che metteva in risalto il suo seno. Janet gli aveva dato diversi abiti da mettere, in quanto sua dama di compagnia, non voleva che sfigurasse quando l’accompagnava da qualche parte o semplicemente veniva qualcuno a casa a trovarla.

<< Vi lascio soli. >>

Quando mia madre uscì dalla stanza lei mi sorrise e si sedette vicino a me, sul letto.

<< Edward, come stai? >>

Mi osservava preoccupata mentre mi toccava la fronte, esattamente come aveva fatto Esme prima. Le presi la mano e l’avvicinai fino a farla sedere sulle mie gambe.

<< Sei bellissima. >>

Le accarezzai il viso, scesi sul suo collo e mi fermai sulla porzione del suo seno, lasciato libero dal vestito. Lei mi baciò il mento e nascose il volto nel mio collo.

<< Cosa ci fai qui, Isabella? >>

<< Ho chiesto il permesso alla contessa di venire a trovarti. Non dovevo? Sei arrabbiato? >>

<< Certo che no, solo che non sei mai venuta a casa mia. >>

<< Ho chiesto a Jacob di accompagnarmi. >>

Sorrisi e le accarezzai i capelli che le scendevano morbidi e ondulati sulla schiena.

<< Mi lasci sempre senza parole. >>

La sentii sorridere sul mio collo e l’allontanai da me per baciarla. Avevo paura di contagiare anche lei perciò mi limitai ad un leggero bacio a stampo. Mi sfogai sul suo collo, che morsi leggermente e sul suo seno.

<< Edward… >> mormorò, cercando di allontanarsi.

<< Non ti preoccupare, piccola. Mia madre verrà di sicuro a breve a controllarci. >>

Lei rise e si sedette di nuovo bene, sulla sponda del letto.

<< Allora? Che mi racconti? >>

<< Nulla di nuovo. La contessa non mi fa fare quasi nulla, se non farle compagnia per una passeggiata in giardino o quando ci sono degli ospiti. Adesso che è tornato suo figlio sembra scoppiare di gioia. >>

<< James è tornato? >>

Avevo visto solo una volta il figlio di Janet, in occasione del compleanno della madre. Si trattava di molti anni fa però, da quel giorno non l’avevo più rivisto. Lavorava a Parigi e proprio la sua assenza era uno dei dolori più grandi per Janet. Il solo pensiero che fosse tornato, così all’improvviso, mi destava dei sospetti. Non aveva un buon rapporto con la madre, o meglio lei adorava suo figlio ma lui era un tipo talmente egoista e arrogante, abituato ad avere tutto dalla vita, che gli dava quasi fastidio sottostare alle sue attenzioni. Cercai di scacciare l’immagine di Isabella insieme a lui e cambiai discorso.

<< Perché ultimamente ti ho vista con aria triste? >>

<< Ma no… >>

<< Sì, invece. Sai che se ci sono problemi con Janet non hai che dirmelo. >>

Lei rimase in silenzio, fin quando non le presi il viso tra le mani per obbligarla a guardarmi.

<< Cosa vuoi sapere, Isabella? >> sussurrai, cominciando a pensare che Janet non avesse rispettato il nostro accordo.

<< La contessa ha cercato di capire quali sono i nostri veri rapporti e mi ha fatto capire che siete stati amanti. >>

<< E’ così. >> sospirai.

Lei allontanò le mie mani, ma rimase seduta accanto a me.

<< Si tratta di molto tempo fa e… >>

<< Non dovete giustificarvi. Ero solo venuta a vedere come state. >>

Fece per alzarsi ma non glielo permisi.

<< Siamo tornati al voi? Isabella smettila! E’ vero abbiamo avuto una sorta di relazione, se così si può chiamare, ma è davvero finita. >>

<< A me non importa. >>

<< Perché menti? Sai che da quando ti ho conosciuto non sono stato con nessun altra. >>

Fece per dire qualcosa ma la strinsi a me e le baciai la fronte.

<< Possibile che tu ancora non capisca quanto sei importante per me? >>

Lei si aggrappò alla mia maglia e la sentii singhiozzare.

<< Oh piccola, perché fai così? >>

<< Edward mi sento di nuovo nel posto sbagliato. Nella mia vita non c’è mai stato nulla di giusto e io sono stanca. >>

La cullai per un po’ e le asciugai le lacrime. Le baciai il naso, le guance, gli occhi e infine le labbra.

<< Sei una sciocchina. Te l’ho già detto una volta e te lo ripeto: devi stare con me, sempre. >>

<< Con te? E come? Ti stai per sposare. >>

L’allontanai da me e mi distesi di nuovo.

<< Non me ne parlare, ti prego. >>

<< Che significa? Non ti sposi più? >>

Non potei non notare i suoi occhi brillare e la osservai con attenzione.

<< No, troverò un'altra donna probabilmente ma non Sophie. >>

La luce nei suoi occhi si affievolì e mi sorrise appena.

<< Visto che non vuoi parlarne… torniamo a Janet. >>

<< Cosa vuoi sapere di lei? >>

<< Quanto tempo siete stati insieme? >>

<< Isabella, lo dici nel modo sbagliato. C’è stato un lungo periodo, dove ci vedevamo quasi ogni sera. Lei mi pregava di andare da lei dopo che il marito la picchiava e certe volte cercavo di anticiparlo. Non sopporto chi usa violenza sulle donne. Così mi sono in qualche modo affezionato a lei. Passavamo sempre più tempo insieme e mi sentivo quasi in dovere di proteggerla. Il resto è venuto da sé. Sai anche tu che è una bella donna e quando mi ha fatto capire il suo interesse non ho avuto problemi ad assecondarla. >>

<<  Perché è finita? >>

<< Semplicemente mi ero stancato di lei e gliel’ho fatto capire non facendomi più vedere. >>

<< Con me non farai così. >>

Non era una domanda e io sorrisi tirandomela addosso.

<< No, non farò così. >>

Il suo viso si oscurò di nuovo ma non feci domande, questa volta. Doveva essere lei a dirmi cosa c’era che non andava.

<< Non sapevo che Janet avesse un figlio. >>

<< Adesso lo sai. >> tagliai corto. Cosa gli importava di lui?

<< E’ molto gentile, sai? Cerca sempre di aiutarmi e mi ha promesso di portarmi a Parigi, un giorno di questi. >>

<< Cosa? Tu non andrai da nessuna parte, Isabella. >>

<< Come sarebbe? Sei geloso? >>

<< No, tu mi appartieni e non andrai con quel bastardo di James. >>

<< Allo stato attuale io non sono null’altro che un amante e forse un amica per te, quindi perché non posso andare con lui? >>

La guardai con sospetto.

<< Cosa vuoi dire? C’è qualcosa che non so? >>

Lei si alzò e si diresse alla porta, io la seguii ma prima che potessi fare qualsiasi cosa si voltò di nuovo e mi trafisse con i suoi occhi color cioccolato.

<< Lui c’è ogni giorno e non si vergogna di stare con me davanti a tutti, anche se sa che sono una cortigiana. >>

<< Cosa? Gliel’hai detto? >>

<< Non volevo, ma poi mi sono fidata di lui. Ha detto che non lo dirà a sua madre. >>

<< E’ invece è proprio quello che farà! >> quasi urlai, stringendole un braccio.

<< Non capisci il danno che hai fatto? Janet non accetterebbe mai una cortigiana al suo servizio. Sebbene abbia compreso che c’è qualcosa tra noi, io le ho fatto credere che tu eri un amica di Jacob e Leah e non una prostituta >> continuai con rabbia.

<< Vedi come parli? Ti vado bene come prostituta, però parli di me con disprezzo. >>

Si divincolò con forza dalla mia presa e io la lasciai.

<< Tu non immagini neanche cosa sto passando per te e tu mi vieni a parlare di disprezzo? >>

Il rumore della porta che si apriva ci interruppe. Isabella si spostò e io presi un respiro profondo.

<< Scusate ragazzi, ma c’è qui James. E’ venuto a prendere te, Isabella. >>

Mia madre dopo averci sorriso richiuse la porta e io fulminai con lo sguardo la diretta interessata.

<< Te l’ho detto, è molto presente. In ogni caso non gli ho chiesto io di venirmi a prendere. >>

<< E’ molto presente, Isabella? Vuole solo portarti a letto! >>

<< Affatto! Altrimenti non mi avrebbe chiesto di sposarlo e seguirlo in Francia! >> sbraitò, lasciandomi pietrificato sul posto. Cosa aveva fatto quel maledetto?

<< La visita a Parigi non era un semplice viaggio allora… >>

<< No, Edward. Sono venuta qui perché mi aspettavo qualcosa di diverso. Tu non sposerai Sophie ma comunque un'altra donna giusto? Non era quello che volevo sentirti dire. >>

Sembrava che avessi appena sostenuto un esame con esito negativo. Lei era venuta qui per un motivo preciso allora. Voleva capire fin dove mi sarei spinto per lei, eppure ciò che avevo fatto fin ora non era abbastanza? Volevo scuoterla, baciarla, farle capire quanto fosse forte ciò che provavo per lei. Per la prima volta nella vita. Lei però era venuta qui per capire se potesse ritenersi libera di sposare un uomo che la rispettava. James non aveva bisogno del titolo nobiliare di sua madre. Era un soldato dell’esercito francese ormai, da quanto mi aveva detto Janet, e viveva la sua vita in modo molto diverso da tutti gli altri nobili. Non aveva bisogno di nessuno e voleva Isabella. La mia Isabella.

<< Anch’io mi aspettavo qualcosa di diverso da te. Ora è più facile vero? James non ti ha tirata fuori da un bordello. Non ti ha dato una casa e una vita migliore. Chiaramente adesso ti vuole e tu ti stai offrendo al miglior offerente, come una brava puttana. >>

Mi schiaffeggiò con così tanta forza che la guancia cominciò a bruciarmi furiosamente, così come il cuore che sembrava sul punto di esplodere.

<< Non vuoi sentirtelo dire, eh? E’ quello che sei. Vai dal tuo nuovo padrone. >> le mormorai sulle labbra.

L’ultima cosa che notai, prima che andasse via, furono i suoi occhi pieni di lacrime. Ormai avevo perso il senno. La rabbia, l’indignazione, la delusione e quel dolore sordo che non sapevo definire mi stava facendo impazzire. Mi cambiai velocemente e uscii fuori. La testa mi pulsava, la febbre mi era di sicuro salita di nuovo e respiravo con affanno. Volevo prendere aria, volevo urlare al mondo quanto stessi soffrendo. Isabella non sarebbe stata mia. Mai più. Ciò che mi passava per la mente, però, non era solo il suo corpo sotto alle mie mani, ma i suoi sorrisi, quel suo atteggiamento orgoglioso e quegli occhi intensi che mi stregavano ogni volta. Uscii di casa, appena in tempo per vedere James che l’aiutava a salire sulla carrozza. La sua mano stretta nella sua. Strinsi i pugni e corsi a prendere il mio cavallo, sotto gli occhi confusi dello stalliere. Con la vista annebbiata e i brividi su tutto il corpo, raggiunsi il posto più sbagliato per me in quel momento. Quasi scivolai da cavallo e mi fermai vicino a  Sophie, che mi guardava stupita, seduta su una panchina, nel giardino della sua tenuta.

<< Edward, cosa ci fai qui? Cosa ti succede? >>

Corse verso di me e cercò di sorreggermi. Mi trascinò fino in camera sua, la stessa che ci aveva visto giocare da bambini e mi fece sedere sul letto.

<< Dio mio, ma cosa hai fatto? Sei tutto sudato e hai la febbre. Sei sconvolto! >>

<< Sì. Sophie ti prego. >> mormorai quasi piangendo.

Non mi era mai capitato nulla del genere. Cosa mi aveva fatto quella donna? Isabella, il suo viso a tempestarmi la mente.

<< Cosa? Edward dimmi qualcosa. >>

No, non volevo parlare. Non volevo respirare. Non volevo vivere. Stavo esagerando? Ero confuso e cercavo disperatamente di mandare via la morsa che quasi mi impediva di respirare. Abbracciai Sophie e mi distesi sul letto portandola con me.

<< Perché fa così male? >> mormorai sui suoi capelli.

 Mi avrebbe compreso solo lei, che sapevo aveva provato tutto questo anche se non voleva ammetterlo. La sentii irrigidirsi e la strinsi più forte.

<< Non lo so Edward. So solo che tu sei l’unica persona che riesce a fermare questo dolore. Mi fai stare bene. >>

Era lo stesso per me. Per questo ero qui e non volevo andarmene. Non potevo tornare a casa mia, dove lei era stata per l’ultima volta. Quando sarebbe partita? Oggi, domani… subito? Portai Sophie sotto di me e con la vista offuscata scesi sul suo collo e sul suo seno.

<< Sophie tu puoi porre fine a questa sofferenza? >>

Lei mi prese il viso tra le mani e mi guardò a lungo. I suoi occhi erano azzurro cielo e riuscirono a rassicurarmi a tal punto che mi sembrò tornare il sereno, dopo una giornata di tempesta. Una sensazione effimera, però, che presto si dissolse. Desideravo che quella pace perdurasse, così la baciai cercando di trovare un po’ di serenità. Mi concentrai sul suo profumo, così diverso da quello che avevo imparato ad amare, ma così familiare.

<< Sophie >> sussurrai sul suo collo. Le morsi una spalla mentre sentivo una lacrima scivolarmi sul viso. Mi stavo solo prendendo in giro, lo sapevo. La spogliai velocemente e toccai quel corpo nuovo e conosciuto al tempo stesso. Mi concentrai sul suo respiro sul viso e sulla sua voce flebile che mi pregava di non fermarmi. Non avevo intenzione di farlo, altrimenti il mio tormento sarebbe ricominciato.

<< Edward vivi con me, insieme possiamo farcela. >>

Non risposi e continuai a godere di quei brevi momenti. Le accarezzai i lunghi capelli biondi e con un ultimo sguardo a quelle pozze azzurre dei suoi occhi, mi feci strada in lei. Chiusi gli occhi alla sensazione di benessere e le baciai una guancia. Condividevamo la stessa sofferenza, anche se lei sapeva mentire molto meglio di me. Riuscii a non pensare, ma quando mi accasciai sul corpo della mia migliore amica, ebbi l’impressione che non sarei mai riuscito a dimenticare. Il suo pensiero mi avrebbe perseguitato, per sempre.

<< Edward, non lasciarmi anche tu. >>

Le baciai la fronte e le scostai alcune ciocche dal viso.

<< No, tu non lasciarmi, Sophie. >>

 

 

 

 

 

**************************** 

Ok, eccoci. E’ passato tantissimo tempo ma è inutile tediarvi con tutti i miei problemi. So che siete arrabbiate, per cui andiamo subito al sodo. Doveva succedere. Questo momento è sempre stato nella mia mente, fin dall’inizio. Tutto procede secondo i piani. Non odiate Bella… capirete. Edward, beh credo che alcune di voi già immaginavano che questo sarebbe successo. Sta soffrendo, lui non ha mai amato nessuno e adesso gli crolla il mondo addosso. Adesso sì, che siamo nel vivo della storia. Chiuderò nel più breve tempo possibile questa storia, promesso. Non scoraggiatevi, io ho scritto una storia EdwardxBella, per cui…
Ci vediamo molto, molto presto!

Stella Del Sud

  
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