Film > Sherlock Holmes
Segui la storia  |       
Autore: MoonRay    11/03/2012    2 recensioni
“La folla creava una confusione di sottofondo che si addiceva all’ambiente della locanda; mentre alcuni uomini brindavano crogiolandosi in quella ambrosia alcolica, intanto, c’era chi scommetteva e chi gridava incoraggiando i due rivali al centro della stanza.
Lo schiocco degli schiaffi e dei colpi giungeva attutito alle orecchie di Watson dal frastuono intorno ai due sfidanti; urla, applausi, il tutto incorniciava gli altri rumori che provenivano dallo scontro.”
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sky Land

 
La folla creava una confusione di sottofondo che si addiceva all’ambiente della locanda; mentre alcuni uomini brindavano crogiolandosi in quella ambrosia alcolica, intanto, c’era chi scommetteva e chi gridava incoraggiando i due rivali al centro della stanza.
Lo schiocco degli schiaffi e dei colpi giungeva attutito alle orecchie di Watson dal frastuono intorno ai due sfidanti; urla, applausi, il tutto incorniciava gli altri rumori che provenivano dallo scontro.
Alcuni schizzi di sangue coloravano vagamente i due corpi, i muscoli si tendevano sotto la pelle lucida madida di sudore.
Sherlock colpiva il suo avversario senza pietà, quando riusciva a metterlo in difficoltà si girava facendosi acclamare dalla folla e gesticolava scherzosamente attirandosi l’attenzione di tutti e le ire dell’uomo beffeggiato, così si ritrovava a terra o con le spalle al muro.
Ovviamente Holmes non mancò di farsi notare con il suo astuto intelletto, era bastato uno sputo per provocarlo e fargli partire la scintilla della sua laborosa mente.
Aveva mandato il tipo KO quando meno se lo aspettava con una tecnica degna di ammirazione, ma soprattutto degna di un uomo come lui e soprattutto di un investigatore privato.
Il detective gettò in malo modo il bottino di guerra da qualche parte nella sua stanza buia, accese una candela e raccattando la prima pezza di stoffa che gli capitò a tirò si tamponò il labbro spaccato che continuava a sanguinare.
-Perché non applaudiva anche lei, Dottor Watson?-
Poteva immaginarlo sorridere appena nell’ombra proprio dietro una delle tende; quella a destra.
Le sue capacità deduttive erano straordinarie nel caso si trovasse di fronte ad uno sconosciuto, figurarsi se, come in questo caso, era il suo migliore amico nonché compagno d’avventure, un fratello di spirito avrebbe potuto aggiungere.
-Non pensavo fosse così orgoglioso da non farsi notare, ma non avrebbe dovuto scommettere in questo caso.- disse Holmes sventolando il cartaceo con la puntata del compagno.
-Sapeva che se avessi vinto avrei visto la sua scommesa, se avessi perso non avrei saputo niente, è stato molto imprudente da parte sua, così ha affidato la sua scelta di incontrarmi stasera alla sorte, ma ora la domanda è... era così sicuro che perdessi?-
-Un’altra deduzione esatta, Mr. Holmes.- fece notare Watson, uscendo dal suo nascondiglio. Fece scorrere la tenda da cui ora filtrava un po’ di luce proveniente dalle strade di Londra ora deserte; la cena non era andata nel migliore dei modi e tutto ciò che riusciva a fare era un’altra delle sue deduzioni. Paradossale. Ironico.
“Complimenti, Sherlock!”, ma non per questo avrebbe smesso (oh, no...) il suo carattere, la sua essenza di Sherlock Holmes non glielo avrebbe mai permesso.
-Ancora più esatto sarebbe spiegare il perché di questa sua drastica scelta.-
-Mi illumini.- disse Watson incitandolo a proseguire nel suo filo logico. Come sempre.
-Speravo che lei potesse illuminarmi.- ribattè Holmes.
-Ma potrei comunque spiegarle la sua prognosi.- disse, studiandolo dalla testa ai piedi.
-Mi faccia dare un’occhiata.- concluse.
-Non si scomodi, sono solo lividi. Passeranno.-
-Insisto.-
-Insiste?-
-Insisto.-
-Come mai così curioso, Watson?- chiese Holmes malizioso, deciso a stuzzicarlo.
-Non cambierà mai...- ammise in fine John, più a se stesso che a Sherlock.
Si avvicinò all’amico; quando si ritrovò di fronte a lui iniziò ad analizzare i lividi che si intravedevano alla fioca luce della stanza, alzò il mento del compagno esaminando la gravità dei danni che aveva subìto, mentre Sherlock faceva finta di nulla perso nella contemplazione delle splendide crepe nel muro: un labbro spaccato, uno zigomo gonfio; abbassò lo sguardo sul torace dove sembrava avere, forse, una costola incrinata. Il medico toccò, da esperto che era, il costato dell’uomo dichiarando che aveva un brutto livido, ma che sarebbe passato come tutti gli altri, a suo tempo.
-Di che cosa vuole parlarmi, Watson?- disse all’improvviso Holmes.
Non erano poi così interessanti le crepe...
Fece un sospiro, sapendo di non poter più evitare l’argomento:
-Holmes...– iniziò John, ma si bloccò all’inizio della frase rimescolando mentalmente le parole, cercando un modo per far sembrare la cosa meno difficile, più ragionevole e sensata, quasi come una deduzione che il compagno potesse comprendere facilmente.
Si allontanò leggermente da lui in modo da poter osservare attentamente le sue reazioni.
Lui, intanto, attendeva.
-Questa è l’ultima sera che passo qui.-
Se l’aspettava.
Le parole caddero nel silenzio più assoluto; sembrava che aumentasse ad ogni istante che passava, scavando una voragine tra di loro che minacciava di inghiottirli.
Iniziarono presto a fischiargli le orecchie.
-Beh...- Holmes cercò di interrompere quel momento imbarazzante dicendo qualcosa che poteva essere sensato...
-Auguri e figli maschi.-
...o poteva anche non esserlo.
Watson rimase un po’ scioccato da quest’ultima frase.
-Sì. Grazie.- fu tutto ciò che riuscì a rispondere, quasi atono.
Holmes era letteralemente accasciato sulla sedia e Watson dinanzi a lui in attesa di una qualunque reazione, purché più consistente.
I due non si guardavano neanche, attendendo chissà che cosa potesse accadere.
Di certo Watson non si sarebbe traslato da solo da nessuna parte e Sherlock non sarebbe riuscito ad ignorare la sua innaturale assenza.
-E così finiscono le avventure di John Watson, mentre quelle di Sherlock Holmes continuano solitarie.- riprese Sherlock con falso tono poetico.
-Holmes, io...- iniziò John, ma venne subito interrotto.
-Le auguro il meglio.-
-Com’è melodrammatico...-
Nel momento in cui Sherlock stava quasi per accettare tutta quella storia della “separazione” John lo guardò scettico.
-Sherlock...-
-Non dica altro. Ha ragione: è la sua vita e lei è l’unico che può sapere ciò che vuole.- continuò lui, ignorandolo totalmente.
Fosse stata una situazione meno seria, Watson avrebbe pensato che stesse recitando...
-Holmes!- tuonò improvvisamente John in un esasperato tentativo di riavere su di sé l’attenzione di Sherlock, riuscendoci, finalmente.
-Stavo per dirle che io e lei saremo sempre... compagni.- riprese poi in tono più calmo.
-Ma se ha detto che è l’ultima sera che conviviamo!- esclamò a quel punto Holmes.
John gli lanciò l’ennesima occhiataccia come se non avesse sentito una sola parola di quello che aveva detto. Dopo tutto lo sforzo che gli era costato pronunciare quella semplice frasetta...
Sherlock incrociò le braccia in attesa.
-Non è un addio.- aggiunse John.
Sherlock iniziò a guardarsi le unghie... attendendo ancora.
-Farò finta che non abbia fatto di tutto per farmi dire che la sciarpa di Mary è più brutta di quella che mi ha regalato lei lo scorso anno.-
L’altro sorrise tronfio, alzandosi finalmente dalla sedia e venendogli incontro.
I due presero a guardarsi negli occhi come forse non era mai capitato di fare nonostante i loro innumerevoli anni di intesa.
L’azzurro ed il marrone si intrecciarono in un intenso abbraccio.
Gli sarebbero mancate le stravaganze del suo collega e lo stesso sarebbe stato per Sherlock che sentiva l’impellente bisogno di qualcuno che lo sostenesse nelle sue folli ma quotidiane imprese.
Quando sciolsero l’abbraccio Holmes riuscì a rubare un bacio a Watson che arrossì scandalizzato, completamente colto di sorpresa.
Fu Sherlock ad indietreggiare dal partner imbambolato che continuava a fissarlo, solo dopo pochi secondi riuscì a recuperare la parola persa per lo stupore:
-Lei mi ha profanato.-
-Da quando solo “Mary” ha certi diritti con lei?- chiese innocentemente Sherlock, enfatizzando il nome della sposa in questione.
Recuperato un colorito più consueto afferrò formalmente la mano di Holmes.
-Arrivederla, Mr. Holmes.- disse, per poi dirigersi verso la porta.
-Ci vediamo tra poco.- lo corresse Sherlock, ammiccando maliziosamente al letto accanto a loro.
Dopo un primo momento di incomprensione la risata cristallina di Watson gli regalò una piacevole sensazione di calore che si sciolse in un dolce sorriso.
 


___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

 
N.d.a.:
 
Ma guarda guarda che cosa resuscito dalla mia cartella ogni tanto...!?
Ritorno con la revisione di quella Slash un po' mal riuscita, scritta in un momento di insanità mentale in cui mi sono lasciata andare totalmente a briglia sciolta al fluff LOL (detta anche "Loving Whispers" XD)
L’ho comunque lasciata pubblicata con le sue recensioni e tutto il resto, ma come secondo capitolo di questa “raccolta”.
Spero che la “revisione” sia migliore dell’originale e soprattutto di essere rimasta IC e che allo stesso tempo sia piacevole e divertente ^^
Ringrazio 
_Lightning_ per aver betato <3, meggie681 per aver recensito il primo capitolo e Glaucopis per aver detto la sua ed avermi spronato a migliorarmi e spero di risentirci presto dato che è tanto che non ci sente :)
Datevi ai commenti! :D
 
Shadow
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Sherlock Holmes / Vai alla pagina dell'autore: MoonRay