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Autore: Lisaelle7    11/03/2012    0 recensioni
Questa è una FanFiction su Zayn Malik. L'ho sognato spesso e sono ispirata su di lui, ci sono comunque anche gli altri, ma in questa storia il personaggio principale è lui e, io, ovviamente. Spero vi piaccia.:)
Lisa.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La scuola era enorme. Appena passata la soglia della porta, davanti a noi si poteva vedere un ampio corridoio che portava alle diverse classi. A metà corridoio c'era una scala ben fatta, sembrava dell'ottocento, che portava ai piani superiori. 'E' davvero bellissima'. Pensavo tra me e me. Speravo solo che quella bellezza non sia solo apparenza, speravo di trovarmi bene, con i professori, con i compagni.

Ci dirigemmo verso la seconda aula che si trovava a destra del corridoio. Sulla porta leggevo 'Headmaster's room', non capivo che volesse dire, ma riflettei un attimo sulla parola e capii che significava 'Stanza del preside'. Al risuono di quell'ultima parola nella mia mente mi fece leggermente rabbrividire, speravo già di non doverci più rientrare in quella stanza. Sorridevo.

I miei mi fecero cenno di entrare e io feci di conseguenza. Il preside era un uomo alto e abbastanza vecchio, aveva gli occhi azzurri e i capelli grigi, sembrava solare e simpatico, non il solito duro che poteva spaventare gli alunni.

Mi accolse con gentilezza. Parlava un pò inglese e un pò italiano e io riuscivo a capirlo. I miei firmarono delle carte, probabilmente per l'iscrizione. Io e il preside parlavamo, mi raccontava com'era la classica giornata nella scuola e io ero contenta della sua spiegazione ed ero ancora più certa che mi sarei trovata bene.

Varcammo la porta per uscire e suonò la campanella. Erano le due del pomeriggio, c'era il cambio dell'ora per quelli dei primi due anni, che avrebbero affrontato l'ultima ora di lezione della giornata e per quelli più grandi era la pausa pranzo.

Camminavamo verso l'uscita e notai un ragazzo, mi guardava. Lanciai un'occhiata fuggitiva; riflettei sull'immagine che avevo appena visto. Era bellissimo. Sentì un leggero brivido lungo la schiena. I sui occhioni marroni-nocciola mi fissavano ancora. Aveva una pettinatura fantastica, un po’ più rasata sotto e folta sopra, fatta a ciuffo. Anche nel vestire non scherzava. Amavo quel vestire sui ragazzi. Aveva una giacca stile college bordeaux, con una M sulla manica, dei jeans stretti e un paio di scarpe grigie Nike Blazer che volevo tanto anch’io, ma rosse.

Dovevo andare, mi dispiaceva, ma dovevo andare. Ero sicura che l’avrei rivisto, o almeno quasi sicura. Se faceva quella scuola il mio pensiero non doveva essere sbagliato. Speravo.

Uscimmo dalla scuola, camminavo in modo ‘elegante’, perchè mi sentivo osservata e volevo fare una buon’impressione.

‘’Tesoro cosa ne dici se andiamo a prenderci un gelato tutti e tre? Poi andiamo a farci una passeggiata lungo il Tamigi.’’ Mi chiese mia mamma ‘’Volentieri mà, papà per te va bene?’’ Lo guardavo con occhi supplicanti. Volevo che mi desse una risposta positiva perchè avevo intenzione di fare qualche foto da spedire alle amiche a casa. ’’Certamente! Perché no? Magari ci fermiamo a mangiarci qualcosa prima di tornare a casa stasera.’’ ero felicissima dopo ciò che aveva detto.

Arrivati alla gelateria più vicina: ‘’Io il solito, mamma, cioccolato e vaniglia’’ dissi convinta. Presi il gelato e, mentre i miei sceglievano il loro gusto e pagavano, mi andai a sedere alla panchina più vicina ad aspettarli. Mi gustavo il gelato, era davvero buonissimo.

Dopo circa dieci minuti sentii che qualcuno si sedette vicino a me, non mi accorsi subito chi era perché ero intenta a dare l’ultimo morso al gelato che era ormai finito. "Ciao!'' mi girai. Incredibile. Era lui, il ragazzo che prima era a scuola. Mi aveva seguita. Poi si è seduto vicino a me e mi ha detto CIAO! ’’Ciao!’’ dissi indifferente, morendo dentro dalla gioia. ’’Sei di qui?’’ "No, sono italiana. Starò qui per due mesi’’ ‘’Bella Londra vero?’’ ‘’Sono appena arrivata, ma sì, è fantastica!’’ ‘’Se facessim…’’ ‘’Lisaa! Andiamo! ‘’ mio padre mi chiamava per tornare con loro. Ero leggermente su di giri perché mi stava per chiedere qualcosa, di fare un giro scommetto. E i nervi mi andarono alla testa non appena sentì la voce di mio padre che gridava.

Mi alzai quasi di scatto e lasciai lì quella meraviglia di ragazzo, da solo.

Mi sentivo in colpa, però credo l’avrei rivisto. Forse, magari. Ci speravo, tanto.

  
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