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Autore: Il_Genio_del_Male    11/03/2012    6 recensioni
A Camelot non si può mai stare tranquilli. Quali altri imprevisti porteranno scompiglio nella vita dei nostri eroi?
[Dopo 'A midsummer night's dream... in Camelot' e 'As you like it' il delirio continua!]
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più stagioni
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- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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NOTE: In ritardissimo, lo so, ma se sapeste quel che mi è capitato in queste ultime due settimane... Una botta di sfiga da manuale, sintetizzando. Ma io non mi arrendo -ci vuole ben altro per scoraggiarmi- sicché rieccomi qui con il secondo capitolo (che, tra l’altro, era pronto da tantissimo tempo). Non vi voglio rovinare la sorpresa, ma sappiate che si tratta di un POV insolito e piuttosto divertente da trattare. Non escludo l’idea di utilizzarlo ancora, in futuro. Chissà?

Detto questo, bando alle ciance e che la festa cominci (?).

Buona lettura e a risentirci a fine capitolo!

 

 

 

 

 

Il ventiquattro dicembre, nella Londra dei giorni nostri, un ragazzo pallido, bruno e very faigo entrò nel Paiolo Magico, che da bettola fumosa e mal frequentata si era trasformato nel locale più chic ed esclusivo del mondo magico.

C’erano voluti tanto olio di gomito, sacrifici, tagli delle spese superflue e diversi mesi di attesa prima che quelli dell’Ufficio Licenze rilasciassero i visti e le carte bollate necessari e finalmente, dopo due anni dal loro rilevamento dell’attività, il nuovo Paiolo aveva riaperto.

Alla festa di inaugurazione  si erano presentati gli ex compagni Serpeverde, vari colleghi Auror, il Vice Ministro della Magia e persino i famosi Cercatori Harry Potter e Draco Malfoy, i quali, benché giocassero in due squadre di Quidditch rivali, facevano coppia fissa dai tempi di Hogwarts (Salazar, erano trascorsi già dieci anni). Un successo su tutti i fronti, insomma.

L’uomo misterioso rivolse un cenno di saluto al giovane comproprietario del locale nonché suo socio in affari, al momento impegnato a servire un Bloody Mary alla famosa giornalista Rita Skeeter, e si accomodò a sua volta su uno degli alti sgabelli del bar.

“Una Burrobirra per lei, offerta da quell’impertinente del barman che si ostina a corteggiarla nonostante il suo cuore sia già impegnato” gli si rivolse il ragazzo, allungandogli una bottiglia di vetro ed un boccale.

Il nostro sconosciuto alzò lo sguardo, incrociando quello blu e beffardo dell’altro, per poi soffermarsi sul suo naso aquilino, le occhiaie violacee che spiccavano sulla carnagione eburnea e la bocca sottile e volitiva.

“Ciao, tessoro” sibilò Tom Riddle con dolcezza.

“Hai passato una buona giornata al Ministero?” si informò Mordred, sportosi verso il compagno, esigendo il bacio del ‘bentornato a casa’.

“Abbasstanza, grazie. E tu che combini, a parte provarci sspudoratamente con il primo avventore sstraordinariamente affasscinante che ti capita tra le mani?” gli strizzò l’occhio, bevendo un sorso di Burrobirra direttamente dalla bottiglia.

Un lampo di apprensione attraversò il volto dell’altro.

“Cerco di non rodermi il fegato dall’ansia” mormorò, mordendosi le labbra.

“Domani è il Giorno Gioigloriosso” assentì gravemente Tom. “Fosssi in te non mi agiterei. Non ssuccederà nulla di catasstrofico, in fondo”.

“E se l’eroe dell’Altro Mondo dovesse spezzargli il cuore? Castiel è il mio figlioccio, non posso fare a meno di preoccuparmi per lui”.

Il mago gli prese una mano tra le sue, guardandolo comprensivo. Lui era a sua volta il padrino di Elizabeth e comprendeva benissimo lo stato d’animo di Mordred.

“Ssenti, sse ti può tranquillizzare, arrivati a casa prendo la ssfera di crisstallo e vediamo come sse la passsano a Camelot, eh? Che te ne pare?”

“Oh, amore” gli occhi del druido si illuminarono. “Grazie. Sai sempre come rendermi felice”.

“Per cossì poco” si schermì, arrossendo come un peperone.

 

 

“Allora? Vedi nulla?”

“Non riessco a collegarmi, ci devono esssere problemi col ssegnale. Asspetta, provo a rissintonizzare i canali”.

Seduti vicini su un comodo divano di chintz, fissavano entrambi una palla di cristallo con una piccola antenna sulla sommità, posata sul tavolino di noce di fronte a loro. Tom armeggiò con il telecomando, puntandolo contro lo schermo della sfera, in quel momento grigio a puntini bianchi.

“Certo che, da quando siamo passati al Digitale Terrestre, il segnale va via un giorno sì e l’altro pure” brontolò Mordred, la tempia  destra appoggiata alla spalla del suo ragazzo.

“Dobbiamo ringraziare il nosstro Minisstro” osservò sarcastico Riddle. “Toh, finalmente è ressusscitato. Canale 666, giussto?” digitò i tasti.

“Non vale, perché a Natale da loro nevica sempre e a Londra non scende un fiocco manco a pagarlo oro?” si corrucciò l’altro, confrontando il paesaggio mostrato dalla sfera con quello che faceva capolino dalle finestre incorniciate dalle tende di velluto verde e argento.

“Sse vuoi sstanotte sscateno una tormenta, cossì domani mattina pressto ci Materializzamo a Hyde Park per giocare a palle di neve. Tanto a Camelot ci asspettano per il tardo pomeriggio” suggerì Tom, posando un bacio sui suoi lisci capelli scuri.

“Mi piace quando mi vizi” fece le fusa Mordred, accoccolandosi.

Sullo schermo, intanto, si susseguivano le immagini dei preparativi per la festa di Yule. Fascine e cataste di ciocchi di legno venivano trasportate nella radura, spalatori professionisti di neve si occupavano di sgomberare i vicoli e la strada maestra. Le donne tiravano fuori dalle cassapanche i mantelli di cachemire con il cappuccio foderato di eco pelliccia e gli uomini facevano la fila fuori dalla bottega del barbiere, spediti lì dalle mogli, madri, sorelle e figlie con l’ordine di darsi una sistemata in vista del gran giorno.

“Mosstraci la famiglia reale, per favore” chiese Tom alla sfera magica.

Un bel primo piano di Arthur e Merlin che incartavano personalmente i regali per i figli -umani e non- e gli amici, con le dita rese appiccicose dallo scotch, e al tempo stesso si lanciavano giocosamente le strisce avanzate della carta colorata. Poi fu il turno di Elizabeth, impegnata a riempire di grattini Nagini e Aithusa, rotolandosi con loro sul tappeto della sua stanza da letto mentre l’amica Jessica Watson-Holmes leggeva ad alta voce l’incipit della sua ultima fanfiction a quell’eterogeneo uditorio.
Venne inquadrato Castiel che, in compagnia del fidato Carl Pevensie-Telmarsson, assisteva alla preparazione di una complicata Pozione Ammazzaforuncoli ad opera del dottor Watson, che aveva sostituito Gaius -ormai troppo anziano e affaticato- nel ruolo di medico di corte. Ad aiutarlo, data la sua perizia di chimico, c’era Sherlock (genio sregolato e innamorato cotto del suo John come quindici anni prima), che peraltro aveva trovato impiego come Consulente Detective Reale, divenendo di fatto il primo investigatore privato di Britannia.
La principessa Morgana, bella e giovane come un tempo grazie alle sue arti magiche, venne mostrata mentre rifiutava, ridacchiando, le avances dell’affascinante vampiro Lestat, che in tutta Camelot godeva della nomea di incallito donnaiolo pur concedendosi qualche scappatella con esponenti particolarmente graziosi del suo stesso sesso.

“Adesso mostraci come stanno gli altri nostri amici” ordinò Mordred.

In rapida successione videro gli ormai ex sovrani Peter il Magnifico e Caspian X spaccare legna nel cortile sul retro della loro villetta in muratura, interrompendo il lavoro per bersagliarsi di palle di neve; Percival e Leon mentre si recavano a braccetto dal macellaio per comprare il tacchino da farcire, Lancelot e Gwaine che sorseggiavano una tazza di cioccolata calda davanti al camino. Edward e Jacob, a caccia nel Fantabosco, inseguivano fulminei e voraci un cervo che sarebbe stato la loro cena, mentre Albus subiva un amoroso assalto da parte di Gellert. Aragorn e Legolas si attardavano nell’officina per ultimare gli ultimi gioielli commissionati dagli acquirenti e Uther, impaziente di riabbracciare la sua famiglia, si metteva in viaggio con il marito Cenred alla volta di Camelot.

“Dicci, ssfera delle nosstre brame, è già arrivato Chi-Sai-Tu nel reame?” domandò la voce metallica di Tom.

Per tutta risposta l’oggetto trasmise l’immagine di un ragazzo biondo, con il volto contornato da simpatiche efelidi e luminosi occhi verdi. Il mago trasalì e Mordred alzò il capo, rivolgendogli un’occhiata penetrante.

“E’ lui?”

“Ssì” sospirò l’altro. “Proprio come l’avevo ssognato. La mia profezia ssta per avverarssi”.

 

 

 

 

Uff, eccoci qui. Capitolo breve ma saturo di informazioni e ansia prefestiva.

La narrazione della festa di compleanno dei principi e l’arrivo degli stranieri caduti dal cielo è rimandata ma non temete, arriverà presto (compatibilmente con i miei impegni e sperando che il mio computer riprenda a fare il suo dovere)!

Questa, se vi interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per seguire in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

Un bacio affettuoso a voi lettori e grazie per i commenti <3.

 

 

   
 
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