Appartamento
di Mac - Georgetown
La notte della Vigilia
Avevano
salutato tutti davanti alla chiesa e poi erano saliti sulla Corvette di
Harm.
Mentre lui guidava diretto verso casa sua, Sarah gli aveva chiesto
quando
sarebbe passato a trovare suo padre.
“Ci
andrò uno dei prossimi giorni” aveva risposto lui.
Lei
lo aveva osservato sorpresa: da che lo conosceva, non era passata una
Vigilia
di Natale senza che lui andasse a portare un saluto al monumento dei
caduti,
nell’anniversario della scomparsa del Tenente Harmon Rabb sr.
“Perché
non hai lasciato che mi riaccompagnasse Sturgis? Si era persino offerto
lui.”
“Mhmm…
le tue cose erano già sulla mia macchina…”
“Se
per quello, ci sarebbero voluti due secondi a spostarle. In ospedale
avevo una
borsa, due giornali e una scatola di cioccolatini… ah, e quel mazzo di
fiori…
ma l’ho lasciato alle infermiere. Non è che ci fosse poi molto da
spostare!”
“Ti
spiace che sia io ad accompagnarti a casa? Voglio vedere se ho fatto un
buon
lavoro con le piante.”
“E
da quando ti preoccupi tanto delle mie piante?” aveva chiesto lei, con
un
sorriso.
“Da
quando sono diventato il loro zio…” aveva risposto lui, a sua volta con
un
sorriso.
“Zio?”
“Certo!
Non mi sono mica limitato a bagnarle, sai? Ho parlato con loro, le ho
pulite…
mi adorano, vedrai!”
“Che
sciocco, che sei! Parli delle mie piante come se fossero dei gattini!
Tornando
seri, credevo volessi andare da tuo padre, come ogni anno.”
“Ci
andrò. Ma non questa sera, tutto qui.”
“Sì,
ma per te è sempre stato importante andarci proprio all’anniversario
della sua
scomparsa…”
“E’
vero. Ma questa sera ci sei tu… Desidero essere io ad accompagnarti a
casa…
credo che mio padre non potrebbe che approvare che riaccompagni a casa
una
bella donna!”, aveva risposto con aria allegra, anche se l’occhiata che
le
aveva dato era stata intensa.
Sarah
si era accorta di essere rabbrividita, sotto quello sguardo. Non
riusciva a
capirlo… in quei giorni era stato tenerissimo con lei, tanto da farle
quasi
venire le lacrime agli occhi. Quando l’aveva visto arrivare in ospedale
con
l’abito che indossava proprio in quel momento e la busta dei suoi
cosmetici,
per un attimo non aveva potuto impedirsi di immaginare che fosse suo
marito…
Era una sensazione bellissima essere coccolata da lui.
Tutti
gli uomini che aveva avuto, in un modo o nell’altro, si erano profusi
in
coccole: il suo defunto marito Chris le comperava la sua bottiglia
preferita,
per bersela assieme; John Farrow era un vero gentleman e amava
regalarle dei
fiori. Dalton la ricopriva di cose costosissime, mentre Mic le
preparava ottime
cenette. Clayton… bè, Clayton le aveva regalato più che altro un bel
cesto di
menzogne.
Ma
Harm… tutto quello che Harm faceva aveva un sapore diverso. Era intimo,
e non
sembrava fatto apposta per fare colpo su di lei. Anzi, certamente non
era per
quello. Lui era spontaneo, faceva sempre quello che desiderava e non
dava mai
l’impressione di farlo apposta per conquistare una donna.
Oh,
ma che andava a pensare? Harm non aveva alcuna intenzione di
conquistarla!
Arrivarono
sotto casa sua, lui la fece scendere e scaricò dall’auto le sue cose.
“Grazie,
Harm… se vuoi, puoi andare ora. Posso salire da sola”.
“Hai
così tanta fretta di liberarti di me? Ti ho detto che da mio padre
andrò domani
o nei prossimi giorni. Ti aiuto a portare in casa la borsa…” e detto
questo
aprì con le chiavi che, lei si ricordò, aveva ancora lui.
Non
le restò che seguirlo. Sul pianerottolo del suo appartamento, lui si
fermò e gliele
consegnò.
“E’
casa tua…”
“Per
fortuna! Cominciavo a pensare che te ne fossi appropriato!” rispose lei
con un
sorriso, prendendogli le chiavi di mano. Per un attimo le loro dita si
sfiorarono ed entrambi si guardarono negli occhi, imbarazzati. O
meglio,
osservò Sarah, lei si sentì imbarazzata, mentre negli occhi di Harm
aveva
letto… cosa?
Distolse
rapidamente lo sguardo e inserì la chiave nella toppa, quindi aprì.
Cercò al
buio l’interruttore della luce e lo premette. All’improvviso, anziché
illuminarsi come al solito, nella stanza si accesero le luci di un
enorme
albero di Natale che troneggiava a fianco del camino.
Mentre
si riprendeva dalla meraviglia, le note della sua canzone preferita, The Christmas song, riempirono la
stanza, creando un’atmosfera magica che le tolse il fiato.
Si
guardò attorno: la casa era stupenda!
Era
rimasta immobile, poco oltre la soglia, ma nel frattempo Harm era
entrato e ora
stava accedendo ad una ad una tutte le candele che erano state disposte
nei
punti più strategici e, mentre tutto si illuminava di una calda luce
dorata,
Sarah realizzò che lui aveva fatto tutto quanto per lei. A quel
pensiero gli
occhi le si riempirono di lacrime…
“E’
bellissimo…” riuscì appena a sussurrare.
“Davvero?
Sono felice che ti piaccia…” disse lui, mentre, accucciato davanti al
camino,
stava accendendo il fuoco. Quando terminò si avvicinò, la prese per
mano e la
condusse dolcemente verso il punto in cui, lei si accorse, un ramo di
vischio
era stato appeso sapientemente allo stipite della porta che divideva il
soggiorno con la zona notte.
La
guardò negli occhi poi si avvicinò al suo volto e le baciò
delicatamente le
labbra.
“Buon
Natale, Sarah…” le disse in un sussurro.
Lei
ricambiò lo sguardo e si accorse che negli occhi di Harm brillava una
luce
speciale, intensa. Una luce d’amore…
Gli
sfiorò con la mano una guancia, in una carezza lenta che terminò vicino
alla
sua nuca. Gli avvicinò il viso e cercò le sue labbra…
Lui
immediatamente la strinse a sé, avvolgendola in un abbraccio
appassionato e
ricambiò il suo bacio con un’intensità che la fece gemere di piacere.
Le sue
labbra erano calde e morbide e il suo sapore così unico che Sarah si
sentì
sopraffatta. Lo assecondò permettendogli l’accesso alla sua bocca e lui
prolungò il bacio, finché entrambi non dovettero riprendere fiato.
“Buon
Natale, Harm.”
Rimase
in silenzio per un attimo, guardandosi attorno ancora stupefatta.
“Non
posso credere che tu abbia fatto tutto questo…” poi, fissandolo negli
occhi,
chiese: “Perché?”
“Per
te. Solo per te…” rispose lui, sostenendo il suo sguardo.
Alla
fine fu lei la prima ad abbassarlo: si guardò di nuovo in giro e poi
proruppe
in un’esclamazione gioiosa che lo fece sorridere.
“Oh…
ma… ci sono anche i regali!”
“Ero
certo che questa parte della sorpresa ti sarebbe piaciuta molto!” disse
lui
allegro. Poi la seguì mentre lei si accucciava ai piedi del grande
albero, dopo
essersi finalmente tolta il cappotto e averlo appoggiato ad una sedia,
nella
foga di scartare i pacchetti. Lui fece altrettanto e si sedette sul
divano ad
osservarla soddisfatto.
“Sono
tutti per me?” esclamò visibilmente eccitata. Sembrava una bambina!
“Tutti
quanti.”
Allora
lei li prese tra le braccia e li portò sul divano e si sedette accanto
a lui.
Voleva stargli vicino.
“Da
quale inizio?” chiese.
“Da
quello che preferisci… anzi, no. Inizia da questo” e le porse un pacco,
che lei
aprì immediatamente, scoprendo il libro sui fossili.
“Grazie,
Harm, me lo volevo comperare da tempo.”
Lui
sorrise e poi decise di darle il profumo, bagnoschiuma e crema, uno
dopo
l’altro. Ad ogni pacchetto che apriva, il viso di Mac si illuminava e a
lui il
cuore batteva un po’ più forte.
Quindi
fu il turno dei cinque film.
“Per
domani…” disse lui, consegnandoglieli.
Lei
aprì il primo pacchetto e scoppiò in una risata: era il cartone animato
“La
bella addormentata nel bosco” e si domandò se lui non avesse voluto
dirle
qualcosa...
Ad
uno ad uno li scartò tutti e si meravigliò della sua fantasia e del suo
acume:
aveva scelto, senza saperlo, tra i suoi film preferiti.
Quando
terminò lo ringraziò, ma lui la sorprese alzandosi e andando a frugare
in un
angolo nascosto, accanto al camino. C’era ancora una grande scatola
rossa che
non aveva notato prima. Harm gliela consegnò e lei si scoprì molto
curiosa di
conoscerne il contenuto. Doveva essere qualcosa di speciale, se lui
l’aveva
volutamente un po’ nascosta.
Aprì
la scatola ed estrasse il delicato indumento, restando senza parole.
Era
bellissimo!
“Harm…
è stupenda! Tutti i regali sono bellissimi, ma questa è davvero
stupenda! E io…
io, invece, non ho nulla per te…”
“Ti
sbagli, Sarah. Se solo tu volessi, avresti tanto per me…”, disse lui,
improvvisamente serio.
“Harm…”
“Ti
amo, Sarah. Se tu ricambiassi il mio amore, sarebbe il regalo più
bello” la
sorprese lui.
Le
sue parole la fecero restare senza fiato. Come poteva dubitarne ancora?
Non
dopo tutto quello che aveva fatto per lei. Si sorprese felice e
finalmente
serena dopo molto tempo.
“Ti
amo anch’io, Harm. Tantissimo. E da tantissimo…”
Vide
la luce negli occhi di lui farsi più intensa alle sue parole e fu
contenta
d’essersi decisa a dirglielo.
Poi
lo sguardo di Harm assunse un che di malizioso, allungò la mano a
sfiorare
l’indumento di seta e disse:
“Che
ne dici? La indosseresti per me?”
“Per
vedere se la misura è giusta?”, domandò di rimando lei, maliziosa.
“Anche,
ma non solo. Perché più tardi te la possa togliere…”
“Harmon
Rabb, lei deve avere strane idee per la testa…” rispose lei, alzandosi,
dandogli
un rapido bacio sulle labbra prima di sussurrare: “Non te ne andare,
torno fra
poco…”. Poi scomparve in camera.
Harm
raccolse le carte e le scatole dal divano, per creare un po’ di posto.
Aveva
intenzione di sedersi lì, con lei accoccolata tra le sue braccia per un
po’, a
rimirare le luci dell’albero e ad ascoltare ancora qualche brano
natalizio.
Cominciava ad apprezzare quella musica d’atmosfera… Chi l’avrebbe detto?
Ricordò
d’aver acquistato gli ingredienti per una cioccolata calda e decise di
prepararla, aspettando che Mac si sistemasse. Mentre era al fornello a
sciogliere il cacao nel latte, guardò fuori dalla finestra, attratto da
una
luce particolare e si accorse che aveva iniziato a nevicare.
Sarah
sarebbe stata entusiasta della cosa.
Portò
le cioccolate calde in soggiorno proprio mentre lei faceva la sua
apparizione
in camicia da notte rosso fuoco: era magnifica!
“Sei
bellissima…” disse emozionato. Non
riuscì a resistere e la prese tra le braccia, baciandola con desiderio.
Poi si
disse di procedere con calma e la lasciò.
Lei
vide la cioccolata calda e accolse con piacere l’idea che aveva avuto
di
trascorrere qualche altro momento in quella magica atmosfera che aveva
così ben
creato solo per lei.
Lo
aiutò a riattizzare il fuoco nel camino e poi lui, eccitato come un
bambino, la
portò alla finestra, abbracciandola da dietro, e le fece vedere che
stava
nevicando.
“Oltre
ai film e alla fetta di torta, domani potremo anche tirarci qualche
palla di
neve…” le sussurrò all’orecchio, prima di baciarle la pelle sensibile
del
collo.
“Vedo
che hai programmato tutto” rispose lei, mentre si sedevano sul divano.
Lo
stereo aveva iniziato a diffondere le magiche note di White
Chirstmas interpretata dalla voce melodiosa di Dean Martin.
“Vorrei
restare, questa notte…” le disse, dolcissimo. Poi la prese tra le
braccia e lei
si rese conto che non si era mai sentita tanto a casa come in quel
momento.
Cosa
poteva mancare ad una serata così piena d’atmosfera e d’amore, se non
la magia
di un “Bianco Natale”?