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Autore: Aoimoku_kitsune    12/03/2012    9 recensioni
Ti posso sentire e so di amarti.
***
E' una MPREG: Gravidanza tutta al maschile.
Dopo una serata il legame di Naruto e Sasuke sembra spezzarsi sempre di più, ma una maledizione (Da parte di Naruto) o uno splendido miracolo (Da parte di Sasuke), renderà le cose più complicate o semplicemente riuscirà ad aggiustarle? E Naruto si troverà davanti ad una scelta difficile, che farà provare a Sasuke, di nuovo, il dolore per la perdita di una famiglia.
***
-Sai..
Disse Naruto, fissando lo schermo colorato.
-.. Stavo pensando..
-Tu che pensi?
Lo sfotté Sasuke, quasi serio, nascondendo il divertimento.
Naruto alzò lo sguardo, fissandolo di sbieco, reclinando il capo verso di lui.
-Teme.. Smettila di prendermi sempre in giro.
E la linguaccia fu inevitabile.
Sasuke ridacchiò, sommessamente, appoggiando il mento sul capo di Naruto.
-Su dimmi.
Sentì un piccolo sbuffo dal basso e poi Naruto parlare.
-Il nome per il bambino. Non lo abbiamo ancora deciso.
Sasuke fece una strana smorfia di disappunto.
***
-Cosa c’è?
-Mi sento sempre appesantito.. È strano.
Rispose, incerto se i termini che aveva espresso potevano giustificare quelle strane sensazioni.
-E’ normale.. Ormai sei alla fine.
Naruto annuì, guardando, con i suoi formidabili occhi azzurri, Sasuke.
-Tsunade ha detto la prossima settimana.
***
Era leggero il suo bambino, fragile tra le sue braccia.
Genere: Fluff, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'd come for you'
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Peso 14 grammi e sono lungo 7 centimetri.

Sasuke strinse furiosamente i pugni, un’ ennesima volta a quelle parole.
-Io non lo voglio tenere..
Tsunade guardava il volto serio di Naruto e il volto pieno di rabbia di Sasuke.
Era rimasta scandalizzata dalla scoperta che aveva ricevuto quella mattina e non aveva potuto fermare la sua mano a riempire sei bicchieri di sakè solo per quel giorno.
Aveva capito, tra le urla e i ringhi di Sasuke, che Naruto non accettava il feto, e che il moro, al contrario, lo voleva ardentemente.
Ora lei doveva essere l’hokage, sempre pronta con una risposta ad ogni problema, ma questo era più grande di lei. Era più grande anche dello stesso Naruto. Di Sasuke.
-.. Non posso dirvi cosa fare.. Ma se Naruto non vuole tenere il feto, bisogna procede con un’ aborto.
Disse, calma, ma con una nota di tristezza nella voce, mentre appoggiava il mento sulle mani incrociate.
Naruto incrociò le mani al petto.
-Bene.. Per quanto ne so posso abortire solo tra un mese, circa.
-Perché?
Domandò curiosa Tsunade.
-Kyuubi, per quanto ne sa anche lei, afferma che non si può procedere ad un aborto per i primi tre mesi. La sacca di chakra è troppo spessa. Ma al termine di questo si può fare quello che meglio si crede.
-Interessante.
La donna era sorpresa. Quella gravidanza non era del tutto normale come le altre. Bhé! Non era normale fin dall’inizio. Naruto era pur sempre un maschio.
Poi la donna spostò lo sguardo su Sasuke che, fissava le spalle di Naruto intensamente.
Quello sguardo pieno di dolore e disperazione le fece stringere il cuore.
Sasuke bramava una famiglia, e ora gli stava venir portata via, ancora.
Lo stesso dolore, provato due volte. Doveva essere insopportabile e lei lo sapeva bene.
Guardò di nuovo Naruto che aveva abbassato lo sguardo per un’ attimo sul ventre, mordendosi il labbro.
Era stato molto veloce lo spostamento, ma lo aveva visto.
La scintilla di dispiacere e profondo dolore in quegli occhi chiari.
Forse c’era una speranza.
Non amava Sasuke, anzi a dirla tutta provava un forte risentimento verso quel ragazzo, ma era pur sempre una donna con un cuore, e quei due volevano quel bambino concepito all’improvviso.
Naruto aveva solo paura. Ma di cosa? Si chiedeva.
Sospirò.
-Facciamo così… io non amo molto l’aborto, a dirla tutto sono contro, ma non posso decidere io per te Naruto.
Disse guardando il ragazzo.
-Ma ti chiedo solo di pensare attentamente in questo mese. Procederemo con tutte le visite mediche che servono. Ecografie per cercare di vedere se ci sono anomalie o altro..
-Ma io no..
-Fammi finire.
Lo ammonì Tsunade, mandandogli un occhiataccia.
-.. Al fine di questo mese, riprenderemo questa conversazione e mi dirai cosa hai deciso. Fino ad allora andrai a vivere nella magione di Uchiha.
Naruto la guardò con occhi aperti per poi voltarsi di scatto verso un Sasuke sorpreso.
-Cosa?.. No! sto bene a casa mia.
Urlò Naruto, una nota di panico si sentì nel suo timbro vocale.
Tsunade fece finta di non averlo sentito.
-Uchiha.
Chiamò la donna.
Il moro la guardò, la schiena dritta. Il cuore a mille.
-Mi raccomando.. Cibi sani e niente ramen..
-.. Come niente ramen..
-..Voglio un rapporto ad ogni fine settimana! Sono stata chiara?
Sasuke annuì, guardando Tsunade con gratitudine,  la quale rispose con un mite sorriso.

-Dannazione. Perché dovrei venir a vivere qui.. Non sono una fottuta femmina.
Brontolò Naruto, gettando con non curanza lo zaino con i suoi vestiti sulla sedia, della camera di Sasuke.
Stancamente, sbuffando, si sdraiò sul letto, accucciandosi e guardando la camera fin troppo pulita.
Sasuke lo fissava, senza apparente espressione sul volto, appoggiato allo stipite della porta.
Avere Naruto lì, in casa sua, sul suo letto.
Ora quella camera sembrava diversa. Più calda.
Naruto lo guardò intensamente.
-Ho fame.
Disse solo.
Sasuke alzò un sopracciglio, guardandolo per poi annuire.
Si voltò per scendere in cucina quando la voce di Naruto lo fermò.
-Voglio del ramen, Uchiha!
Sasuke si massaggiò le palpebre e non rispose, scendendo le scale e fermandosi in cucina.
Preparò qualcosa di veloce, che non fosse ramen, sperando solo che Naruto non si mettesse ad urlare.

Naruto sbuffò, guardandosi intorno. La camera di Sasuke era pulita, bella e anonima.
Oltre al letto, con il simbolo degli Uchiha marchiato sulla testata in legno, il resto era semplice.
L’armadio era appoggiato davanti al muro dell’entrata, poco dopo il letto a una piazza e mezza. C’era una scrivania zeppa di rotoli dal’altra parte della camera, una sedia e un comodino.
Attaccati al muro, invece vi erano i rotoli del vento, del fuoco e uno dove narrava la leggenda dei tengu.
Non era mai entrato nella camera di Sasuke. Anche quando lui non era al villaggio non era riuscito ad andare oltre il viottolo in pietre.
Non era mai riuscito ad oltrepassare la staccionata bianca, con il cancellino rotto.
Guardò verso il comodino, dove c’erano tre cornici.
La prima, quella più a vista era la famiglia di Sasuke.
Sorrise amaramente. Sembravano veramente felici in quello scatto color seppia. La seconda, posta più indietro, racchiudeva un Sasuke sorridente, appena di sei anni, in braccio ad un Itachi undicenne.
Non aveva mai visto quel sorriso sul viso del Sasuke che stava trafficando nella cucina. Solo apparenti ghigni.
Strinse le palpebre. In realtà un sorriso molto più bello lo aveva visto. Era un po’ sfocata l’immagine, ma se ne ricordava ancora.
Quando erano andati a letto insieme, nella sua stanza, dopo che si era ubriacato.
Lo aveva intravisto dopo che si era buttato tra le sue braccia, e incoraggiato dall’alcool, lo aveva baciato.
Ancora ne sentiva il gusto dolce amaro della bocca di Sasuke.
Sasuke se ne era approfittato, vero! Ma lui aveva iniziato ad istigarlo.
È che aveva così tanto bisogno del calore di Sasuke. Da quando il moro era tornato al villaggio, per Naruto era come se quella voragine che si era creata quando Sasuke se ne era andato anni fa, si fosse allargata.
Avere Sasuke al villaggio era come averlo lontano. Più lontano di prima.
Quando aveva iniziato a seguire Sasuke, era sicuro che lo facesse per la promessa fatta a Sakura e per il sentimento di fratellanza che voleva proteggere. Col passare del tempo si era reso conto che quello che provava per Sasuke era molto più lontano dalla semplice amicizia. Seguire una persona per tanto tempo, sperando che tornasse e ad ogni delusione sentirsi male, non era un comportamento solito di un amico. Lui amava Sasuke, ma al tempo stesso lo odiava. Non sapeva neanche perché lo odiava. Forse per il fatto che lo aveva sempre lasciato indietro, e mai, prima di allora, si era voltato verso di lui.
Ritornando a prima, non si ricordava molto di quella serata, a dirla tutta proprio niente.
Si era ubriacato perché Sasuke aveva espresso di cambiare squadra, allontanandosi ancora di più da loro, formando quella che ora era, ancora, la Taka.
Aveva solo immagini sfocate delle mani di Sasuke che gli accarezzavano con amorevole cura il corpo. Le labbra sottili che gli percorrevano l’addome e poi le spalle; la schiena e la spina dorsale.
Quegli occhi scuri, velati dalla passione e dalla gioia.
Quegli occhi che sempre erano protagonisti dei suoi sogni.
Gemette, e spalancò gli occhi, tappandosi la bocca.
Che diamine stava pensando?
Si rotolò sul letto, stendendosi di schiena e portò lo sguardo verso il ventre leggermente gonfio che si intravedeva da sotto alla maglia nera.
-Cosa dovrei fare con te.. Umh?
Chiese a nessuno in particolare, facendo vagare le dita sulla pancia., tamburandole appena sulla superficie liscia della sua pelle tirata.

Scendendo dalle scale, un profumo di cibo gli invase le narici e lo stomaco brontolò affamato.
Aveva una fame terribile e sinceramente non gli importava tanto se Sasuke gli avesse fatto il ramen oppure no.
Entrando nella cucina, rimase piacevolmente sorpreso guardando la tavola preparata di tutto punto, e un Sasuke, accucciato, davanti al frigo.
Intimorito da quella strana scena, che gli aveva inspiegabilmente stretto il cuore in morsa, avanzò verso la sala calda, illuminata.
-.. Hai cucinato tu?
Domandò sorpreso, guardando il riso bianco e le miriadi di verdure e qualche pezzo di carne che giacevano sul tavolo.
Sasuke si alzò, in mano una bottiglia d’acqua e lo guardò.
-Umh..
Rispose, con non troppa enfasi.
In realtà, cucinare per due persone, lo aveva reso felice per un momento.
Sapendo che oltre a lui, intorno a quella tavola ci fosse stato qualcun altro, lo aveva reso leggero.
Se poi era Naruto.
Guardò l’espressione sorpresa di Naruto, che lentamente si sedeva al tavolo.
Sorrise, sapendo di non esser visto.
-.. Non è avvelenato, vero?
Domandò Naruto, annusando con il suo piccolo naso alla francese, un pezzo di zucchina bollita e condita.
Il sorriso di Sasuke si spense, mentre un espressione di indignazione nasceva sul suo volto.
-Non sono mica come un dobe di mia conoscenza..
Lo schernì.
Naruto lo fulminò, azzannando la zucchina molla con poca grazia.
Mangiarono in un silenzio ristoratore. Per fortuna nessuno dei due aveva voglia di parlare al momento, ed ognuno era grato all’altro.
Sparecchiando, si scontrarono appena e si guardarono.
Le iridi azzurre si persero in quelle nere.
Iridi nere affogarono nel colore intenso di quelle chiare.
Poi voltarono il capo, quasi impacciati, ritornando a pulire la tavola.
Finito tutto, Naruto si lasciò scappare un sospiro stanco e affondò nel divano color panna, di tessuto.
Il moro lo guardò, dall’alto.
Studiò ogni suo piccolo lineamento e ogni piccolo gesto con minuzia.
Poi si grattò il capo, le unghie corte che pizzicarono la cute chiara.
-Ti ho preparato il letto in camera mia..
Naruto alzò il viso, guardando Sasuke negli occhi.
-Che?.. E tu?
-Dormirò in un’altra stanza..
Le sopracciglia bionde si aggrottarono appena, formando una piccola v al centro della fronte, e Sasuke ebbe la voglia di spianare con le dita quella piccola ruga. Voglia di toccare la pelle di Naruto, ma si trattenne.
-Posso dormire io nella stanza degli ospiti.. Perché mi lasci la tua camera?
Non capiva il gesto di Sasuke. Perché spostarsi lui, se poteva farlo Naruto.
Sasuke spostò lo sguardo nero di lato, perdendolo nel vuoto. Il viso che si contrasse. Il corpo si tese, irrigidendosi.
-E’ la stanza di Itachi.
Gli occhi azzurri si aprirono, scioccati e sorpresi, poi imbarazzato e allo stesso tempo triste, abbassò il capo.
-Scusa non volev..
-Non importa.. Vado a dormire. Il bagno è la prima porta appena salite le scalinate..
Poi lo sguardo si spostò su Naruto che guardava i piedi coperti dalle calze bianche.
-.. Se hai bisogno di qualcosa, la camera di Itachi è l’ultima del corridoio.
Naruto annuì, solamente, rinchiudendosi quasi fosse una tartaruga e il viso di Sasuke si addolcì appena.
-.. Buona notte..
Aggiunse, allungando una mano e scompigliando i capelli biondi, la coda che si scioglieva mentre una cascata fluente oro cadeva sul viso ambrato.
-.. Dobe!
Finì, camminando verso la porta.
-I capelli.. Teme!!
Urlò Naruto, raccogliendosi i capelli, cercando di farsi una coda decente.
Un sorriso nacque sul viso di entrambi.

La prima notte che passò in quella casa non riuscì a chiudere gli occhi.
L’odore di Sasuke era da per tutto; nel cuscino, nelle lenzuola.
Appena chiudeva occhio, il viso di Sasuke gli compariva davanti, con un dolce sorriso sulle labbra.
Era stata una nottataccia. Lui dormiva su qualsiasi superficie comoda. Volendo si sarebbe addormentato anche appeso ad un tronco.
Era risaputo che amava dormire, ma questo era come una barzelletta.
Se avesse detto a Sakura che non era riuscito a dormire, gli avrebbe riso in faccia come minimo.
Sfidava chiunque a dormire nel letto del bastardo. Il suo bastardo.
Si morse in labbo, scuotendo il capo.
Che cavolo pensava. Mio. Sasuke non era mai stato suo, e dopo che questa cosa sarebbe passata, lo sarebbe stato ancor meno.
Con troppa forza strinse la maglia del pigiama all’altezza dello stomaco.
Perché diavolo succedevano sempre a lui le cose più assurde. Aveva per caso scritto gioconda sulla fronte, in sua insaputa? Il destino era così divertito della sua vita, peggiorandola giorno per giorno?
Frustato per non esser riuscito a chiudere occhio, si alzò a sedere e si mise ad osservare la luna fuori dalla finestra.
   
 
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