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Autore: Bethesda    16/03/2012    1 recensioni
"Nonostante fossi stato sposato non riuscii ad avere figli e comunque non ero mai stato attratto dall’idea di avere per casa dei piccoli urlatori, capaci di distruggere i miei scritti o strumenti lavorativi. Osservando il bambino però mi domandai come si potesse abbandonare una creatura tanto fragile come quella."
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Breve premessa: questa storia comincia a diventare un po' stupida ma mi stavo divertendo troppo e mi son rifiutata di essere più "rigida", quindi prendetela alla leggera. Scusate ancora: so che è breve ma non so quando posterò il prossimo!
Buona lettura xD



Fissai il mio amico con aria preoccupata: stava analizzando il bambino con lo sguardo e cominciai a credere che potesse scrollarlo per sentire cosa contenesse.
«E adesso cosa pensa di fare? Non è in grado…»
Mi lanciò un’occhiataccia e mi corressi.
«Non siamo in grado di badare a un bambino! Non c’è neanche la signora Hudson e dubito che la signorina Graham sappia come comportarsi, visto che ha solo sedici anni!»
«Suvvia, Watson. Anche se qui ci fosse la nostra paziente governante mi è comunque stato detto curarmene io stesso. Se solo riuscissi a capire…»
Si zittì, corrugando le sopracciglia e guardando il povero Charles, vittima inconsapevole.
«Watson, cosa sta facendo?»
Mi avvicinai a lui e constatai con orrore che il bambino stava per scoppiare a piangere, ma non feci in tempo a dirlo che quello lanciò un urlo disperato, versando lacrime copiose e aprendo la bocca alla ricerca di aria.
Holmes si voltò verso di me e mi guardò sconvolto.
«Perché piange?!»
«Forse perché lo sta tenendo come se fosse un gatto randagio con le zecche! Non deve reggerlo da sotto le ascelle, gli fa male! Ecco, si fa così…»
Mostrai all’uomo come reggere il bambino ma questo non si calmò, anzi. Cominciò ad urlare con maggiore forza e vidi Holmes fare una smorfia.
«Non mi sembra che sia riuscito a calmarlo!»
«Forse ha fame! Bisogna allattarlo!»
Holmes mi guardò negli occhi, aspettando che facessi qualcosa.
«…allora?»
«Holmes, non si aspetterà che lo allatti io al seno!»
«Per carità del cielo, vederla come nutrice turberebbe sia me che il bambino», disse ridacchiando e chiudendo gli occhi quando il piccolo lanciò un acuto particolarmente forte.
Sgranai gli occhi incredulo: possibile che quella situazione lo divertisse tanto?!
«Dice che ha fame? Bene, ci vuole latte…»
Aprì la credenza e prese il latte avanzato dal mattino e mi guardò.
«Abbiamo bisogno di una tettarella!»
«L’ultima che ho visto era la mia, dottore! E dove trovo una tettarella a quest’ora di notte?!»
«E’ lei quello che sa quali sono i negozianti che soffrono d’insonnia, non io!»
Il mio amico sbuffò irritato e si guardò intorno, stordito dal pianto continuo del bambino.
Allungò improvvisamente una mano, recuperando un contagocce dal suo bancone degli esperimenti.
«Non credo che avvelenarlo sia la soluzione!»
Discutemmo per un po’ di tempo sui pro e contra dello sfamare un bambino con uno strumento che a malapena avrebbe potuto aiutare a nutrire un uccellino e sul fatto che fosse stato utilizzato con materiali pericolosi.
Vinsi io e lo convinsi a scendere al piano di sotto a recuperare qualcosa dalla casa della signora Hudson.
Per fortuna la figlia della donna aveva avuto poco tempo prima un bambino e così la signorina Graham trovò facilmente una tettarella e la consegnò al detective.
Non senza difficoltà riuscii io stesso ad allattarlo, seduto sulla mia poltrona e osservato con curiosità da Holmes.
La cosa mi metteva parecchio in soggezione e dovetti chiedergli di smetterla.
«Non è lei che sto fissando, Watson, ma il bambino. La lettera non mostra alcun indizio interessante, se non che la donna in questione –dal tono che utilizza nella lettera- deve conoscermi…non c’è neanche la filigrana…sono in un vicolo cieco.»
Guardai il bambino che poppava placidamente: chi poteva mettere in pericolo una creaturina tanto innocua?
Non feci in tempo a concludere il pensiero che questo finì il latte e, ormai sazio, riprese a piangere.
Holmes mi fissò irritato.
«Ma non ha detto che aveva fame?!»
«Adesso debbo farlo digerire!»
L’uomo alzò il sopracciglio con aria perplessa mentre io cominciavo a vagare per la stanza tenendo il bambino attaccato a una spalla e tirandogli leggeri colpetti alla schiena.
Un sorrisino gli increspò le labbra.
«Parola mia, Watson: siete una madre nata.»
Mi trattenni dal mandarlo al diavolo perché il piccolo, oltre ad aver digerito -con annesso rigurgito sulla mia camicia migliore- si era assopito nuovamente.
Sospirai di sollievo e misi il bambino in una culla improvvisata –un cesto con alcune coperte dentro, e lo misi accanto a me, in modo che lo potessi controllare.
«E poi dice di non essere una mamma chioccia…»
Lo zittii con uno sguardo, chiedendogli se durante il mio vagare per la stanza nel tentativo di calmare il bambino avesse pensato a qualcosa.
«No, amico mio, nulla. Purtroppo neanche ciò che indossa il bambino rivela chi sia questa donna misteriosa…»
Mi lasciai cadere sul divano, osservando Holmes rimuginare. E quando rimuginava voleva dire solo una cosa.
Allungò una mano verso la pipa di ciliegio e fece per accenderla quando mi slanciai su di lui per strappargliela dalle mani.
Mi guardò con disappunto, protestando.
«Già sono abbastanza mefitici per il sottoscritto i fumi del suo trinciato, figuriamoci per un bambino così piccolo!»
Holmes disse con cinicità  che, vista l’epoca in cui vivevamo, il fumo da tabacco era sano rispetto a quello che si respirava per la città e che Charles ne avrebbe tratto solo che un vantaggio.
Per fortuna rinunciò al suo fumoso intento e dovette accontentarsi di un bicchiere di chiaretto, magra consolazione.
«Comunque è tardi per elucubrazioni varie. Domani mattina inizierò a indagare.»
«Pensavo non dovessimo dare nell’occhio.»
«Basta non far sapere a nessuno che il bambino è qui.»
Mi parve piuttosto difficile come proposito visto che le urla del piccolo avrebbero potuto risvegliare anche i morti.
 
 
 
 
   
 
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