Highway Unicorn (Road to Love)
[NejiTen. Accenni ShikaIno -
NaruSaku]
Parte
Prima
Get your hot rods ready to rumble
‘cuz we’re gonna fall in love tonight
Get your hot rods ready to rumble
‘cuz we’re gonna drink until we die
Era buffo pensare
che a quella festa li avevano scambiati per fratello e
sorella.
I capelli lunghi e
castani, la figura slanciata, il fisico asciutto e atletico potevano trarre in
inganno, ma c’erano gli occhi che di certo non potevano
mentire.
Quelli di lei erano
scuri, densi, sembravano raccontare una storia lunga una vita; mentre i
suoi, diamine!, erano più unici che rari. Definirli solo grigi sarebbe stato un
sacrilegio: in realtà erano di uno strano color perla, così chiari e accecanti
che la maggior parte delle persone si sentiva soggiogata, quasi stregata da quel
colore così impossibile.
Ma quegl’occhi non
facevano altro che riflettere la personalità del loro possessore: Neji Hyuuga,
d’altra parte, era davvero un tipo
impossibile.
«Non sei così
burbero come vuoi far credere», Tenten era stata la prima ragazza della serata a
rivolgergli la parola.
Le altre si
tenevano a debita distanza, anche se cercavano in tutti i modi di incrociare il
suo sguardo. Parlottavano tra di sè, bisbigliavano, ridevano con quelle loro
vocine stridule e fastidiose,
cercavano la sua attenzione.
Mentre Tenten gli
era semplicemente arrivata alle spalle, picchiettandogli un spalla e
sorridendogli. Sembrava che si conoscessero, ma lui proprio non ricordava quel
viso, né tanto meno quel sorriso.
«Da piccoli abbiamo
fatto la scuola insieme. C’era anche quel Rock Lee con noi, ti
ricordi?».
Aveva uno sfocato
ricordo delle scuole elementari, ma adesso che ci pensava, i suoi ricordi erano
sempre accompagnati da una bambina allegra, con due strani codini, e un altro
ragazzino dalle folte sopracciglia che si agitava
sempre.
«Tenten, dico
bene?» aveva chiesto all’improvviso, mentre quell’informazione gli tornava alla
mente come un lampo.
La ragazza aveva
sorriso compiaciuta, annuendo con la testa. Si era appoggiata al bancone delle
bibite vicino e aveva cominciato a chiacchierare del più e del meno, di come
fosse capitata a quella festa universitaria per caso – perché studiava altrove
-, di come le sue amiche l’avessero abbandonata una dopo l’altra, inseguendo
qualche bel ragazzo.
Aveva un modo di
parlare spigliato, non c’era mai imbarazzo nella sua voce, era una macchinetta a
ripetizione e Neji aveva ascoltato solo la metà delle cose che aveva da dire.
Era stato più concentrato a squadrarla da cima a fondo, perché una così proprio
non l’aveva mai vista.
Aveva notato con un
certo e inaspettato compiacimento che era l’unica ragazza che non indossasse una
gonna. Mentre le altre erano strette in vestiti appariscenti e calze colorate,
Tenten aveva su dei jeans scoloriti accompagnati da un paio di scarpe da tennis
rovinate e non allacciate, che sembravano aver vissuto momenti migliori.
Gli
piaceva.
«Tu studi qui? Non
mi sembri il tipo che s’infiltra a delle feste, hai troppo la faccia del bravo
ragazzo».
«Studio qui e il
termine bravo ragazzo dice tutto e niente. Dipende dai punti di
vista».
Tenten lo aveva
guardato con gli occhi socchiusi, analizzando se considerare quello scambio di
battute come a un flirt. Anche Neji aveva avuto lo stesso pensiero, perché
subito si chiese che diavolo stesse facendo.
Mentre i due
stavano per aprire bocca, una ragazza bionda si era buttata su Tenten,
scuotendole violentemente un braccio.
«Stanno arrivando i
professori per fare il controllo degli studenti. Dobbiamo svignarcela,
Tennie!».
Mentre la ragazza
bionda spariva all’improvviso come era arrivata, Tenten aveva fatto un
occhiolino a Neji, mordendosi il labbro
inferiore.
«Ci vediamo presto,
Neji Hyuuga. È stato un piacere».
Lui avrebbe voluto
risponderle allo stesso modo, ma sia lei che il suo sorriso erano già spariti,
lasciandolo solo come mai lo era stato fino a quel
momento.
Tenten, ogni mattina,
aveva il suo rituale per il buongiorno.
Una tazza grande di
caffè latte e il giornale. E Ino Yamanaka con due occhiaie che le arrivavano
fino al pavimento.
«Giuro che è l’ultima
volta che facciamo nottata. Non ho più l’età per certe cose», si stava
lamentando la ragazza, mentre osservava critica i segni della stanchezza sul suo
volto con uno specchietto.
Tenten si nascose
ancora di più dietro il giornale, per non farle vedere come se la stava ridendo.
Tutte le settimane Ino diceva più o meno la stessa cosa, e puntualmente tornava
agli alloggi universitari ad orari improponibili e qualche volta anche in
compagnia.
«Dio, mi sembra di
essere un vampiro, questo sole stamani è accecante!», bofonchiò ancora, coprendo
gli occhi con dei voluminosi occhiali da sole.
«Conosciuto qualcuno
d’interessante ieri sera?» buttò lì poi la ragazza, sorseggiando il suo succo
d’arancia.
Tenten smise di
leggere, alzando gli occhi al cielo come a volerci
pensare.
«Conosciuto non direi,
era un mio vecchio compagno delle elementari».
«Cresciuto piuttosto
bene, da quel che ho visto».
Tenten sorrise a Ino,
ormai abituata alle sue trappole.
«E’ solo una
conoscenza, Ino. Una bella conoscenza, te lo concedo, ma non cominciare già a
fantasticarci sopra».
La ragazza bionda alzò
le spalle esasperata, perché mai Tenten le dava soddisfazioni. Era carina,
disponibile, avrebbe potuto avere un sacco di ragazzi a farle la corte se fosse
stata un po’ più femminile e compiacente. Ma immaginava che, per una come lei, i
ragazzi erano soltanto un qualcosa di marginale e non il punto focale della sua
vita.
«Ino, giusto te
cercavo!».
Le due ragazze si
voltarono insieme nella stessa direzione, osservando divertite un giovane dai
capelli biondi che si faceva avanti tra i tavolini del bar, incurante di star
letteralmente investendo la clientela.
«Naruto, quale onore.
Salti già la prima ora di lezione?».
«Non credo di essere
l’unico», disse quello, osservando intensamente Ino e prendendo posto accanto a
loro.
«Cosa
vuoi?».
«Informazioni, ieri
sera ho conosciuto una ragazza. Credo di essere
innamorato».
Ino sospirò rassegnata,
mentre Tenten tornava a leggere il giornale poco interessata alla faccenda.
Naruto era uno di quei
classici ragazzi che s’innamoravano spesso e velocemente, e quasi sempre ne
uscivano fuori scottati. Era di carattere fin troppo buono e spesso le ragazze
se ne approfittavano, illudendolo e lasciandolo sempre con il cuore a
pezzi.
«E io che ci posso
fare? Non sono la tua psicologa» rispose piccata la bionda, la quale era stata
scambiata da Naruto per una specie di consulente
matrimoniale.
«Lei dice di
conoscerti» fece Naruto, e alla vista della sorpresa di Ino, fu più chiaro,
«Sakura Haruno».
Lei quasi sputò il
succo che stava bevendo, tanto quella notizia la colse di
sorpresa.
«Hai conosciuto Fronte
Spaziosa?!» urlò quasi, «Per la miseria, questa sì che si chiama
coincidenza!».
Tenten osservò curiosa
Ino, in attesa di spiegazioni.
«Ci conosciamo da una
vita praticamente, abbiamo fatto elementari, medie e parte delle superiori
insieme. Più che un’amica, direi che è una rivale…» ragionò Ino
pensierosa.
«Come minimo le hai
rubato qualche ragazzo…» disse Tenten, che ormai la sapeva
lunga.
Ino non si scompose più
di tanto, voltando la testa dall’altra parte.
«Sasuke Uchiha. E
comunque le ho fatto un favore, non era poi questo
granché».
Tenten scoppiò a
ridere, mentre Naruto, un po’ alterato, cercava di concentrare nuovamente la
conversazione su di lui.
«Ino-chan, dimmi
qualcosa su di lei! Cosa le piace? Dici che se la invito a uscire accetta? Che
tipo di ragazza è?».
«E’ violenta, bisbetica
e permalosa. In bocca al lupo».
«Sei terribile» disse
Tenten, guardando sconsolata il viso di Naruto che si stava
incupendo.
«Sakura è un peperino,
gli conviene andarci con i piedi di piombo con lei. Lo sto solo mettendo in
guardia» rispose Ino con aria innocente.
«Bene, allora alla
prossima festa le chiederò di uscire!» decise Naruto, perché di certo non si
sarebbe lasciato scoraggiare.
«Quale prossima
festa?».
Tenten finalmente
chiuse il giornale sul tavolo e dedicò tutta la sua attenzione alle parole di
Naruto, che non si rendeva minimamente conto di cosa aveva appena
suscitato.
«Ve lo ricordate Kiba?
È quel mio amico che ieri ci ha fatto entrare alla festa. Mi ha detto che la
prossima settimana ne organizzeranno un’altra, questa volta clandestina, per
rimediare all’inconveniente professori. Ah, siete le benvenute,
ovviamente».
Ino accettò subito
quella proposta, salutando il ragazzo che come un razzo si alzava e se ne
andava, diretto finalmente a lezione.
Tenten rimase in
silenzio, a finire il suo caffè latte, con un inspiegabile sorriso che le andava
da un orecchio all’altro.
Un tonfo sordo fece
riemergere Neji dalla sua lettura.
Davanti a lui,
Shikamaru Nara aveva appena posato sul tavolo una pila di libri, che continuava
a guardare con aria insofferente e sconfitta.
Si sistemò a sedere
sconsolato, prese il primo tomo e lesse le prime tre righe. Dopo di che
sbadigliò.
«Non è da te fare le
ore piccole» fece notare Neji, tornando al suo
libro.
«Non è da te rivolgermi
la parola per primo» rispose Shikamaru, chiudendo il libro e abbandonando la
testa sul tavolo, pronto a farsi un bel pisolino nel bel mezzo della
biblioteca.
«Stamattina ti ha
cercato una ragazza» lo informò Neji, col solo intento di non lasciarlo riposare
in pace. No, non gli era piaciuta la risposta di
prima.
«Al telefono?» chiese
il giovane Nara, confuso.
«Sì».
«Perché hai risposto?
Le ragazze scocciano sempre» bofonchiò quello, tornando a pisolare sul
tavolo.
Neji chiuse il suo
libro, incrociando le braccia al petto.
«Ho tentato di
ignorarlo, ma quella avrà chiamato almeno cento
volte».
«Potevi mettere la
segreteria».
«L’ho fatto: l’ha
intasata».
Shikamaru alzò
lentamente la testa, assottigliando il suo sguardo nella direzione del
compagno.
«Era Ino,
vero?».
«Così diceva di
chiamarsi».
Il giovane Nara sospirò
rassegnato, passandosi una mano fra i capelli disordinati. Sembrava scocciato,
ma Neji poté benissimo intravedere un accenno di sorriso increspargli le
labbra.
«Ho sempre detto che le
bionde creano solo problemi» bofonchiò alla fine, «le dirò di limitare le
chiamate, non ti preoccupare».
Neji stava per tornare
ai suoi studi, quando una lampadina gli si accese nel
cervello.
«Hai detto che è
bionda?».
«Sì».
«E anche lei ieri era
alla festa?».
«Non se ne perde
una».
«Ha i capelli molto
lunghi?».
«Hyuuga, cos’è, il
terzo grado?».
A Shikamaru non andava
per niente che qualcuno s’interessasse alla sua vita privata, e Ino Yamanaka, in
quel momento, ne faceva parte. Tutte quelle domande su di lei lo stavano solo
infastidendo e Neji sembrò accorgersene subito, perciò mise subito le carte in
tavola.
«E’ venuta con un’amica
ieri, vero? Alta, mora, vestita sportiva…».
«Credo, non ne sono
sicuro. Kiba le ha fatte imbucare, dovresti chiedere a lui» disse Shikamaru, che
con un altro sbadiglio, annunciò all’amico che stava per tornare nel mondo dei
sogni.
Ma Neji aveva già
ottenuto le informazioni che voleva.
Note
La
seconda e ultima parte sarà pubblicata venerdì.
Mi
è piaciuto scrivere questa fic, anche se ho durato una fatica immensa: Neji mi
dà sempre qualche problema.
Spero
che possa davvero piacere anche ad altre persone <3.
Naruto © Masashi Kishimoto
Highway Unicorn (Road to Love) – dall’album Born This
Way, 2011 © Lady GaGa
Highway Unicorn (Road to Love) – fanfiction © Elpis
Aldebaran