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Autore: JackPortiero    20/03/2012    1 recensioni
Fic REVISIONATA in data 27/10/2023. E se TOBI IS HINATA? - by JackPortiero, l'ideatore della pazza teoria. QUARTA SAGA. Siamo sotto Izanagi. Ma in questa Illusione/Sogno di Tobi, che altri non è che Hinata dalla vera realtà, tutto finora va come era andato nella vera realtà. Per ora, quindi, la FIC è una pucciosissima NaruHina, Naruto e Hinata sono due bambini che si sperano amici, due anime legate dal filo rosso del destino. Anzi, il filo rosso del chakra di Kyuubi. Perché Hinata, è il Jinchuuriki segreto dello Yin!... E, in quanto jinchuuriki, i due sono dunque tenuti a distanza per esigenze interne e politiche, nonostante soffrano per la loro disperata solitudine, e non sapendo ancora di essere, entrambi, i Jinchuuriki della Volpe a Nove Code. Ma non è, solo questo... chi sono veramente, Naruto e Hinata? qual è il loro destino?... Mentre i due bambini stanno ormai per entrare in Accademia, qualcosa in più verrà svelato e il Novecode farà la sua comparsa a cospetto del padre di Hinata, per svelare chi è veramente sua Figlia, e l'antico Legeme di "fratellanza spirituale", che lega tra di loro Hinata e Naruto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hagoromo Otsutsuki, Hiashi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Kurama, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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REMAKE (...this is...)



"Da grande... voglio diventare un ninja eccezionale, forte come mio padre e gentile come mia madre!"

"Come mia madre..."


"...madre..."



*****



Credendosi in qualche modo responsabile della sua morte, Hinata non riusciva più a parlare al padre come una volta. Era sempre peggio. Si limitava per lo più a mostrarsi attenta all'ascolto, e a seguire diligentemente i suoi ordini, esprimendosi a monosillabi. Tuttavia stavolta, in mattinata, prima di iniziare il solito estenuante allenamento, fu costretta a spendere due parole in più con il suo "superiore".

Si preparò, e si recò da lui. Si trovava in giardino, che attendeva serio. Provò quindi a farsi forza avvicinandosi alla sua figura, impostando lei per prima il discorso, senza troppe incertezze.

"Mi avete fatto chiamare, padre?" - colloquiò con gentile formalità la piccola, alla quale perlomeno non era impedito di riferirsi al lui come genitore al di fuori degli allenamenti.

La bambina lasciava comunque trasparire una leggera agitazione, Hiashi cercò di tranquillizzarla: "Non c'è niente che non vada, Hinata... ho bisogno di sapere una cosa da te, e informarti di un'altra che non c'entra."
Ma la corvina non era, tanto convinta, il padre per tutto il tempo, girato di spalle, non si era voluto voltare. Che succedeva!?... Presagendo qualcosa di grave, e tenendo una mano dentro l'altra a mo' di preghiera, Hinata riuscì a dire pacatamente: "Vi ascolto, padre; sono attenta."

Hiashi, attivando il Byakugan all'insaputa della figlia, la interrogò:
"Da molto tempo ormai... ti sento parlare da sola nel sonno. E fai fatica a dormire, come se parlassi con qualcuno che ti arreca molto fastidio. Volevo appunto sapere se la cosa ti faceva soffrire. Non è certo una cosa da dirsi in giro, questa, ma neanche un'evidenza che devi nascondermi. Se ti fa soffrire e vuoi essere liberata da questa strana voce, posso farlo. So come fare a farla tacere per sempre."

La piccola, era in preda al panico. Essere liberata... da Kurama!? NO no!! Non doveva permetterlo a qualunque costo! Fece dunque un incredibile sforzo su se stessa, e mise in campo una recita:

"Perdonatemi, padre... ma e-ecco, credo... vi stiate sbagliando. N-non ricordo, di aver parlato con qualcuno nel sonno. Dormo bene, vi assicuro..."

Il padre la scrutò in profondità con l'innata. Il chakra della figlia, era leggermente disturbato. Era l'adrenalina, lo sforzo di combattere contro l'ansietà, e di mantenere il controllo. Sapeva bene... che Hinata stava mentendo volontariamente.

"Dunque con il Novecode ci parli e lo proteggi anche? Se si venisse a sapere una cosa del genere..." - ragionò cupo.

"Ascoltami attentamente Hinata, e memorizza bene..." - prese a dire Hiashi alterando il tono di voce in maniera autoritaria, ma proseguendo poi affabilmente:
"E' tutto a posto. Ma non fare mai parola con nessuno di questi strane voci. Con nessuno, intesi? Verresti giudicata in maniera strana senza che ci sia nulla di strano. Capito?"

La piccola era davvero contenta, della strana preoccupazione del genitore, però insistette tranquilla e gentile, e mentì serena: "Ma papà... Come faccio... a parlarne? Davvero non capisco a cosa vi riferiate."
Il chakra della giovane Hyuga, non era più turbato. Come poteva essere!? Se voleva sapeva mentire fino a questo punto ingannando gli occhi bianchi della verità?

No. Non ancora. La realtà è che la bimba fu colma di felicità per un attimo, ma il padre non lo capì e terminò: "Bene. Non parliamone più allora. C'è un'altra cosa molto più importante che devi sapere."

La corvina domandò cos'era, e si vide cadere addosso un macigno:
"Per la prima volta a partire da settimana prossima, due volte al mese ti batterai con tua sorella. In un vero scontro." - si sentì dire.

La piccola, spalancò gli occhi. Il padre, ora voltatosi verso di lei, la avvertì severamente, con quel tono di voce che non ammetteva repliche, e che tanto la faceva soffrire:
"Come già sai, Ko è il neutrale tramite tra le casate. E anche se forse ti ha preso in simpatia, sarà presente ogni volta in qualità di portavoce della casata cadetta, per riferire e confermare la serietà del vostro confronto. Tutti loro a parte lui, si aspettano il mio disonore e il tuo fallimento. NON accetterò nella maniera più assoluta una farsa, o la vergogna che sia tu a perdere. CHIARO?"

La primogenita della casata principale, dopo un po', fece un cenno d'intesa col capo. Altro che le oscure notti con Kurama! In vero incubo era qui. Alla luce del giorno.


(.....)



Tre dì in avanti, la piccola Hinata sembrò più provata del solito dal duro allenamento mattutino. E mentre ancora ansimava, il padre cessò la guardia e uscì lentamente dal dojo, senza degnarla di una parola.
Ma forse, era meglio così... Aprendo bocca in qualità di duro istruttore cosa avrebbe potuto mai dirle, tranne ricordarle che tra due giorni avrebbe dovuto assolutamente sconfiggere la sorella?

Dopo aver aspettato un po', l'esile e nobile fanciulla uscì dalle mura della palestra, doveva andare a prepararsi per la sua passeggiata, della quale però non aveva alcuna voglia. E, non avendone alcuna voglia, si mise a sedere triste e pensierosa nei pressi dell'uscio rialzato, con le gambe, piene di acido lattico, a penzoloni. Alla fine giunse Ko, che la trovò lì così, senza che al suo arrivo la bambina cercasse di mascherare il proprio stato d'animo abbattuto, come sarebbe stato lecito aspettarsi da un'aspirante kunoichi.

Il ragazzo, si avvicinò alla piccola. Voleva far qualcosa per una creaturina troppo giovane su cui ricadeva ogni genere di pressione, una vera spada di Damocle, e per la quale provava solo che tenerezza.

"Che succede, Hinata-sama? Io lo so... che non è da voi arrendersi..." - esordì Ko, inginocchiandosi su di una gamba sola per non sovrastarla in altezza, e instaurare maggiore confidenza.
Ma la ragazzina teneva il capo chino seduta a un paio di metri da lui. Passò qualche secondo.
Lo Hyuga della secondaria, provò quindi a conquistarsi un po' di fiducia abbattendo certe barriere, e spiegandole: "Anche se faccio parte della casata cadetta, io sono dalla vostra parte. Potete fidarvi di me."
La piccola Hinata, continuava a restare con la testa bassa. Non era questo il punto. Il ragazzo alla fine comprese cosa la bambina avesse bisogno di sentirsi dire.

"Non dovete essere triste..." - affermò lui, con tono fiducioso - "...sono sicuro che Hiashi-sama è così severo perché si aspetta grandi cose da voi."
La graziosa corvina mugugnò qualcosa accennando lentamente di sì con il capo, lasciando intendere che sperava tanto... fosse così.

Successivamente Ko le chiese se volesse fare la sua passeggiata, oppure no. Hinata rispose di sì e andò a prepararsi.


(.....)


La futura aspirante ninja passò insieme al suo tutore nei pressi dell'Accademia, e sostarono per un po' entrambi a mirarne l'entrata principale.
Ko osservò con fare ottimista: "Presto anche voi studierete in questa scuola, Hinata-sama."
"Chissà... se ce la farò..." - si domandò però quasi subito e con leggera preoccupazione la fanciulletta.
Lo Hyuga le rispose subito, convinto e sincero: "Sono certo che ce la farete. Fate del vostro meglio."


Dopo essersi sentita dire così, la piccola Hinata si voltò nel sentire un rumore. E si trattava sempre di quello... dell'altalena in disuso a una decina di metri da loro.
Vi era seduto proprio lui... Naruto, che ciondolava mestamente in maniera tristissima, e del quale la sensitiva bimba, in verità, si era accorta da un pezzo.
Ma non poteva farci nulla. Proprio nulla. E forse, intuì empaticamente qualcosa. Comprese tutta la sofferenza del biondino, e come la possibilità che anche lui...
Possibile, che essendoci solo loro in piazza, Naruto non l'avesse vista e riconosciuta!? Possibile che si fosse dimenticato del tutto di lei!?


La corvina lo guarda malinconica, con occhi indecifrabili.

"Sei così solo, Naruto. Sarà vero che anche tu vuoi parlarmi?" (1) - rifletté Hinata in una frazione di secondo. Poi provò a dire timidamente a Ko: "Quel bambino è un mio..."

Ma lo Hyuga la interruppe subito, ordinandole gentile ma con decisione: "Hinata-sama, non cercate di fare amicizia con lui."
"Ma... perché?" - interrogò sottovoce, comprensibilmente, la bambina.

"E' l'ora del vostro allenamento. Torniamo a casa." - divagò il protettore iniziando ad allontanarsi da Naruto, il Kyuubi. E tenendo per mano l'altra metà della Volpe, Hinata, la costrinse a fare lo stesso.



*****




Hinata, mi hai visto anche tu... perché non vieni più a salutarmi? Io... non posso farlo.

Possibile... che ti sei dimenticata di me? Oppure ora... anche per te... sono solo una sciagura?









-------------------------


(1) - Nell'ultimo capitolo della saga precedente, Kurama disse alla piccola Hinata che anche Naruto voleva parlarle ed essere suo amico. Ma la bambina capì perfettamente che in quel momento Kurama era controllata dalle anime dei suoi precedenti padroni, quindi concluse che probabilmente era solo una loro bugia per indurla a usare Kurama come uno strumento, nel tentativo di prendere così possesso del suo corpo.
  
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